
Utente
1 febbraio, 2020
OfflineSCENOGRAFIA del 75^ Festival di Sanremo 🔴
La "Techno Hall" di Riccardo Bocchini#Sanremo2025 pic.twitter.com/4Hzhncwbgc
— SanremoESC 💐 (@SanremoESC) January 29, 2025
«L’eleganza della semplicità e dell’armonia»: l’architetto Riccardo Bocchini, che “veste” il 75° Festival di Sanremo, sintetizza così la sua “Techno Hall”, il progetto per la scena del Teatro Ariston da lui pensato per accogliere Carlo Conti, i protagonisti della rassegna canora e tutto il pubblico, in teatro e in tv. Una scena a 360 gradi capace di mutare aspetto e suggerire atmosfere diverse per ogni canzone, la cui semplicità cela la complessità di un lavoro che coniuga grafica e illuminotecnica, tecnologia e “motori”. Come nel caso di quelle Bocchini definisce “pareti/scultura” che – spiega - «si torceranno in tre dimensioni, tutto in un’essenzialità di linee, alla ricerca di una pulizia e di un’eleganza delle immagini: l’eleganza di una scena armonica che abbraccerà gli spettatori, trasferendo emozioni, e l’eleganza della forma che, attraverso le movimentazioni elettromeccaniche, si trasformerà al servizio delle canzoni, riuscendo perfino a sparire completamente».
Un Tecno-Salone delle feste che si protende, insieme all’orchestra ai lati, verso il pubblico e che nasconde non poche sorprese: «La sinuosità, la plasticità e l’eleganza delle linee architettoniche – aggiunge Bocchini - andranno ad abbracciare le motorizzazioni tecnologiche con i loro movimenti armonici. Gli apparati video e quello sceno-luminoso, totalmente innovativi, saranno essenzialmente al servizio delle immagini televisive: “Giochi ottici” accoglieranno lo spettatore; “Tecno Lampadari”, “Sipari” e “Tende tecnologiche” scenderanno dall’alto; e la “Scala” si muoverà con varie configurazioni tecnologiche».dal sito rai.it/ufficiostampa
Ricorda molto lo stile di Tale e quale show, ma aspetto la resa televisiva e come costruiranno le performance dei cantanti per farmi un'idea precisa.

Utente
28 maggio, 2018
OfflineCome nel caso di quelle Bocchini definisce “pareti/scultura” che – spiega - «si torceranno in tre dimensioni, tutto in un’essenzialità di linee, alla ricerca di una pulizia e di un’eleganza delle immagini.
la “Scala” si muoverà con varie configurazioni tecnologiche.
Questi due passaggi mi interessano. Sono un estimatore delle scenografie di Castelli che, secondo me, ha sempre avuto la capacità di far sembrare il teatro molto più grande di quello che è in realtà. Bisogna però ammettere che non hanno mai brillato per dinamicità, come le vedevi all'inizio rimanevano fino alla fine quindi spero che questa di Bocchini riservi qualche sorpresa in questo senso.
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