Il mondo dei club non ha frontiere e questo gruppo franco-tedesco ne è una delle tante dimostrazioni. A inizio del 2000 pubblicarono questo singolo, successivamente inserito nel loro album di debutto 'Desire', che divenne in breve una hit in tutta l'Europa. Cantato in inglese e francese, esprime la sensualità - complice l'avvenenza della cantante, ex modella - dell'innamoramento e raggiunse persino la #1 in Austria e Germania, diventando un tormento estivo nel primo anno del millennio.

Dicevamo niente frontiere. A fine 90's, la biondissima Kim Lucas lascia l'Inghilterra e arriva per motivi di lavoro (teatro) in Italia. Qui comincia a collaborare con alcuni musicisti. Conosce il produttore Roberto Turatti e con lui fonda il duo eurodance che prende il nome da lei. Fra i singoli pubblicati, anche questo (nel 2000), che - riprendendo uno dei temi cari alla Dance: scatenarsi in pista per liberarsi delle preoccupazioni - ebbe un grande successo in mezza Europa. A chi interessasse, Kim oggi vive in Spagna

Disco di platino in Italia e Svizzera e centinaia di migliaia di copie vendute nel resto d'Europa (e Australia, da sempre Dance-friendly). Sono i numeri del più grande successo dei Modjo, un duo francese - anche in questo caso cantante e produttore, ma non ci sono bionde di mezzo - che si allontanò un po' dai filoni Dance e Techno allora preponderanti per avvicinarsi alla House che diventerà dominante nei 2000's. Il pezzo - uscito nel maggio del 2000 e diventanto anch'esso un tormentone, contenuto nell'album 'Modjo' - campiona un brano degli Chic.

L'anno scorso avevamo Cher, quest'anno Billy More: il contest si conferma drag queen friendly! Questo gioiellino della Dance fu pubblicato nel maggio del 2000: era il debutto musicale di Massimo Brancaccio, che ottenne un successo pazzesco non solo nelle discoteche (gay e non) di tutta Italia, ma anche in classifica, tant'è che venne performata sia al Festivalbar che a Top of the Pops. Coloratissimo, divertente e sexy anche il video, mentre la canzone fu pubblicata anche in altri Paesi europei.

Torniamo in Francia, ma restiamo a un debutto musicale. La corsa Alizée Jacotey non aveva compiuto neanche 16 anni quando nel luglio del 2000 travolse l'Europa con questo pezzo, inserito nel primo album 'Gourmandises'. Il successo probabilmente non era inaspettato: dalle qualità (canore ed estetiche) dell'interpreto alla citazione allusiva del romanzo di Nabokov, fino alla produzione affidata alla regina del Pop francese Mylène Farmer. Tutto fu studiato per ottenere il successo, clamoroso in patria: oltre un milione di copie le vendute, quindi disco di diamante!

Fonde House e Jazz quest'interessante pezzo dei Gabin, pubblicato nel maggio del 2002 e inserito nell'album di debutto degli italiani Massimo Bottini (musicista) e Filippo Clary (dj) 'Gabin'. La canzone campiona lo standard Jazz 'It don't mean anything (if it ain't got that swing)' e grazie all'elegante e sofisticato apporto House, si rivela non solo un successo discotecaro, ma anche in classifica. I Gabin di musica se ne intendevano e solevano accompagnare le proprie esibizioni dal vivo con delle vere e proprie mini orchestre. Uno fra i motivi per i quali furono acclamati dalla critica.

Questa categoria, più di tutte probabilmente, ha da sempre permesso di sbizzarirsi con le cover. È il caso di questo pezzo uscito nel giugno del 2002 e contenuto nell'album di debutto della band tedesca 'Covergirl'. Si tratta infatti di una rivisitazione Eurodance del successo del 1983 del polistrumentista () britannico Mike Oldfield. Ispirato, nella versione originale, alle vicende del mago Houdinì, grazie all'interpretazione vocale della cantante Melanie Munch, nel 2002 assume connotazioni più sensuali diventando un successo prevalentemente in patria ed Europa centrale.

Sempre nel giugno del 2002, il dj reggiano Marco Benassi (in arte Benny), debutta con un singolo dal ritmo talmente martellante da diventare subito un classico. Il lead del primo album 'Hypnotica' si caratterizza per un testo semplice e decisamente esplicito, interpretato da due voci passate dal sintetizzatore, una maschile e una femminile. Due le versioni video, decine le classifiche raggiunte, centinaia di migliaia le copie vendute. Svariate le cover e le parodie, fra le quali una controversa realizzata dagli allievi di una scuola di aviazione civile russa, che si sarebbero spinti forse un po' in là

Al genere indiano Banghra abbiamo già accennato parlando di 'Toxic', ora ci entriamo a piè pari. Negli anni Novanta il dj e cantante britannico (ma di origine indiana) Punjabi Mc remixa un pezzo del cantante Janjua. Il risultato passa semi inosservato fino al 2002, quando grazie a un tam tam su internet il pezzo torna d'attualità e viene ripubblicato nel novembre di quell'anno. II successo è globale: centinaia di migliaia di copie vendute in tutto il mondo e il pezzo diventa subito un evergreen, una sorta di inno ufficioso dell'India dei 2000's, tanto da essere utilizzato in svariati telefilm con personaggi indiani.

È curioso che la seconda cover della categoria tocchi un pezzo interpretato a suo tempo da Maggie Reilly, che oltre a 'Moonlight shadow' nel 1983 cantò anche nel 1992 l'originale di questo brano.  Si tratta fondamentalmente del singolo d'esordio nel febbraio del 2005 della band tedesca di Susy Fuccillo: i Cascada. Il pezzo è diventato disco di platino in svariati Paesi, tra i quali gli Stati Uniti - solitamente meno sensibili all'Eurodance -, dove sono state vendute oltre un milione di copie.

Dalla Svizzera alla Svezia: il cantante e dj di successi nei 2000's ne ha infilati svariati, fra i quali questo. Un pezzo uscito nel giugno del 2008 e contenuto nel quarto album di Jonas Erik Altberg 'Now You're Gone - The Album'. Il ritmo è tipicamente martellante e super da club, il testo parla di amore nell'accezione più positiva del sentimento, il video - come molti del genere Eurodance - è girato in Spagna e il successo è assicurato. Decine le classifiche dove il pezzo ha fatto capoline, quasi mezzo milione le copie vendute solo nel Regno Unito.

Non solo 'Amami' di Emma. Anche questo enorme successo di Lady GaGa si ma Stefani Germanottaaaaaa fu scritto in pochi minuti dalla cantante dopo la fine di una relazione. L'intenzione più irriverente però emerse dalla produzione del brano - pubblicato nel settembre del 2008, il secondo estratto da 'The Fame' - facendo del pezzo una sorta di invito alla libertà sessuale Uno dei singoli più cupi di Mother Monster fu un clamoroso successo di pubblico e critica: vinse nel 2010 il Grammy per miglior canzone dance e vendette milioni di copie nel mondo (più di dieci solo negli Stati Uniti, disco di diamante!).

Di successo in successo. Nel giugno del 2009 la band di Will.I.Am e Fergie si fa produrre da David Guetta il secondo singolo tratto dal quinto album 'The E.N.D.'. Il riscontro è pazzesco: oltre i venti i Paesi in cui il pezzo raggiunge la #1, milioni di copie vendute nel mondo (otto dischi di platino negli States, cinque in Australia, disco di diamante in Australia). La canzone che semplicemente invita a fare party viene ballata e ascoltata indistintamente alle feste degli adolescenti neozelandesi come nelle serate nudiste nel sud della Francia. Un evergreen.

A fine decennio il revival anni Ottanta è ormai una realtà completa. Al Synthpop s'ispira l'Elettropop dei La Roux per questo (e altri) pezzo, uscito nel giugno del 2009 quale terzo singolo dell'eponimo album di debutto. Un timbro squillante (quello di Elly Jackson), un testo non banale, un immagine curatissima e un video dalle atmosfere retrò: questi gli ingredienti del successo estivo di quest'energico pezzo, che fa bene in Europa e ottimamente negli Stati Uniti, dove vende più di due milioni di copie.

Difficile dire cosa sia stato il lead di 'The Fame Monster', pubblicato nell'ottobre del 2009. Per fortuna c'eravate tutti e ve lo ricordate Due Grammy (miglior Pop femminile e miglior video), un Mtv Europe Music Award, milioni di copie vendute (il pezzo di maggior successo del 2010, dopo Tik Tok), di cui undici solo negli Usa. Una GaGa all'apice della forma e della carriera, cita Bach e Hitchcock, canta, balla proponendo una delle coreografie più replicate di sempre. Sforna insomma la sua signature song, che parla di paranoia e di un amore finito male. Meglio invece, il decennio non poteva terminare.