Bumbalabee ha detto
Dico la mia sapendo che verró lapidata....

quello che dice la Lucarelli ha la mia piena approvazione....

la sua critica verso Asia non verte sul ritardo della denuncia, ma sul fatto che lei , dopo aver subito uno stupro, non solo si fa produrre film dallo stupratore, ma ci si fidanza pure e continua a frequentarlo per 5 anni. 

Ora fino a prova contraria se è comprensibile è assolutamente giustificabile che una donna non abbia il coraggio di denunciare uno stupro, trovo abbastanza improbabile che quella stessa donna continui volontariamente a frequentare lo stupratore e a lavorare con lui, soprattutto se questo vive dall'altra parte del mondo (e non è quindi nè il suo principale nè il suo vicino di casa, per cui sarebbe difficile evitarlo). Indubbiamente Weinstein è un personaggio orribile e chi lo ha assecondato e coperto è schifoso quanto lui, ma la storia della Argento mi puzza non poco.  

L'articolo di Vanity Fair risponde proprio al tuo dubbio. Te lo ri-linko: https://www.vanityfair.it/news/approfondimenti/2017/10/13/caso-weinstein-non-ci-puo-essere-reale-consenso-dove-pesa-il-ricatto-di-uno-squilibrio-di-potere  

A me dà fastidio il dare per scontato che la donna in quanto donna sia "complice" di una violenza a meno che non sia lo stupro in una strada deserta. Ci sono varie forme di violenza, tutte di base hanno la mancanza di un consenso. Che consenso potevano dare in quelle condizioni e con quelle dinamiche le vittime di Weinstein? Soprattutto avendo sentito le altre storie delle altre donne, come possiamo dire "le altre sono credibili, la Argento no (perché mi sta sulle balle)"?.