Utente
19 febbraio, 2018
Siamo agli sgoccioli di questo 2019, l’anno è quasi terminato e siamo ancora invasi da panettoni e canzoni di Natale.
In questo periodo dell'anno si ha sempre la sensazione di arrivare alla fine di qualcosa. Come quando si termina un libro e si comincia una nuova storia, riflettiamo su ciò che abbiamo appena letto e ci carichiamo di aspettative per la lettura successiva.
È quindi tempo di bilanci, di riflessioni sulle emozioni vissute, di valutazioni degli obiettivi prefissati, delle aspettative e su ciò che abbiamo realmente concretizzato.
Ad esempio in ambito professionale valutereste positivamente o negativamente gli ultimi dodici mesi? Cupido è stato dalla vostra parte? Avete stretto nuove amicizie? Rotto i rapporti con qualcuno? Ci sono state delle esperienze o degli eventi che vi hanno colpito particolarmente e che hanno provocato dei cambiamenti in voi?
Provate a tracciare un bilancio del vostro 2019
Admin
7 agosto, 2013
Senza dubbio il peggiore della mia vita
Ma il paradosso è che a dicembre mi ritrovo a ringraziare perchè per come si era messo nei primi tre mesi è andata bene, e migliorando soprattutto
Nel 2020 punto a una svolta professionale, il resto (e la salute ovviamente ma quella non dipende quasi mai da noi)
Admin
7 agosto, 2013
Devo dire che è stato un anno positivo.
Lavorativamente parlando l'ho iniziato in un modo, decidendo fortemente di muovermi in una direzione diversa e "indipendente", salvo tornare sui miei passi a metà anno e ritornare in una "safe zone" che sembra però essere la cosa giusta al momento giusto. Confido che il 2020 sia un anno di affermazione in tal senso, che mi dimostri di aver fatto la scelta giusta.
In amore ci sono spiragli positivi all'orizzonte, ma gli sviluppi sono legati a doppio filo al lavoro: se tutto andrà come deve andare, anche in questo campo faremo passi avanti verso ciò che vogliamo.
Soldi: sono riuscito a risparmiare qualcosa in più rispetto al 2018 (pur avendo dovuto affrontare delle spese in più tra dentista e tecnologia).
Salute: c'è, ma devo tenermi controllato, soprattutto visto che il metabolismo dei sogni mi sta iniziando ad abbandonare.
Utente
7 agosto, 2013
Nel 2019 finalmente si è realizzato il buon proposito dei tre anni precedenti: trovare lavoro a Milano e tornare a viverci L'ambiente di lavoro finalmente è completamente diverso da quello degli anni passati, è più stimolante e quindi non potrei essere più soddisfatta.
Il 2019 in generale è stato un anno di grandi gioie ma anche intensi dolori che, anche con durezza, mi hanno messa davanti al fatto che dovevo focalizzarmi su ciò che volevo io, senza più rimandare e senza più badare ad altro/i. Quest'anno ho finalmente conosciuto di persona la mia bambina a distanza, dopo due anni di sole letterine, ho fatto un viaggetto con le mie tre migliori amiche e, da quando vivo a Milano, il mio tempo libero si è riempito di concerti e mostre. Ho finalmente la sensazione di fare la vita che ho sempre desiderato. Per di più ho perso anche quei cinque chiletti fastidiosi che mi portavo appresso da un po'.
Nel 2020 spero giusto di avere la riconferma del mio posto di lavoro, il resto verrà da sé.
Utente
9 settembre, 2013
Tutto sommato il 2019 è stato un anno positivo, nel senso che sono riuscito finalmente a mettermi alle spalle la mia "vita passata" da universitario fallimentare e ho cominciato a sperimentare il mondo del lavoro in un'esperienza che forse per la prima volta mi ha fatto sentire di essere sulla strada giusta verso la mia realizzazione professionale.
Questo, per forza di cose, ha coinciso con il mio trasferimento a Milano che tutto sommato è stato molto meno traumatico di quanto avessi preventivato. Lasciare casa e famiglia è stato sicuramente difficile, ma allo stesso tempo mi ha permesso di entrare in contatto con un contesto che sento appartenermi molto di più della città di provincia in cui sono nato. E tutto questo, anche in ottica futura, non può che essere un punto a favore.
Per il 2020 i propositi sono sostanzialmente tre: dare continuità a questa esperienza lavorativa (il che dipende da me fino a un certo punto), cercare di fare passi avanti concreti a livello socio-relazionale (AKA conoscere persone nuove e consolidare le amicizie su cui ho potuto contare in questi ultimi anni) e soprattutto viaggiare, viaggiare e viaggiare
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
A differenza di tante annate irrilevanti, nel 2019 mi sono successe tantissime cose degne di nota. È stato un anno che ho accusato in una maniera bestiale, ma non riesco ad odiarlo, perché sono convinto che senza alcuni di quei momentacci non ci sarebbero stati nemmeno quei passi avanti che sento e spero di aver fatto.
Devo iniziare per forza dal modo in cui è iniziato il mio anno, con i primi tre-quattro mesi passati a letto per via di dolori atroci alle caviglie e ai piedi, che mi hanno reso letteralmente un inferno anche il semplice andare da una stanza all'altra. La ripresa è stata lunghissima e ci sono stati dei momenti in cui pensavo che non sarebbe mai arrivata e in cui mi sono visto completamente perso. Tutta questa situazione, unita ad altri problemi un po' più personali, mi ha fatto riflettere molto su quanto, anche prima di stare male, mi stessi effettivamente perdendo qualcosa. Ad aprile, quando sono riuscito finalmente a rimettermi in piedi, c'è stato un momento in particolare in cui ho nettamente sentito il bisogno di mangiarmi un po' di vita in più, cosa che spesso per paura, per timidezza o per semplice pigrizia non ho mai fatto particolarmente. Ho sentito proprio la voglia di impegnarmi a cambiare le cose, che prima dicevo di avere soltanto a parole. Ho cominciato a capire che tra il "sì, lo faccio" e il "no, non lo faccio" dovevo buttarmi molto più spesso sul sì.
In questo senso, la svolta più importante credo sia stata quella di iniziare a vivere in maniera molto più sciolta il mio orientamento sessuale, che è una cosa che mi ha aiutato un botto ad avere più sicurezza e a stare meglio con me stesso. Una domenica di maggio, ad esempio, senza averlo minimamente programmato, mi sono trovato a fare coming out con i miei genitori. Non l'avevo programmato, ma era una cosa su cui avevo riflettevo da tempo e che finiva sempre tra i "no, non lo faccio".
Tra i tanti motivi, ho sentito il bisogno di farlo perché ad un certo punto del 2019 ho sentito la necessità di dare una sferzata al capitolo amore (anche se in verità le sferzate continuo a prenderle io ). Dopo tantissimi anni mi sono scoperto di nuovo capace di innamorarmi, ma anche pronto a farlo e ad accogliere l'amore. Ho pensato di cominciare dandomi la possibilità, qualora succedesse, di poterlo vivere e condividere nel modo più sereno e trasparente possibile.
Anche questa riflessione è arrivata dopo un momento difficilissimo, in cui avevo bisogno di una svolta e di determinare in qualche modo le cose. Anche quest'anno l'amore continua a darmi grandi batoste e continua ad essere un capitolo parecchio complicato e ci sono stati dei momenti particolarmente duri e di grande sconforto.
Sono innamoratissimo di un ragazzo stupendo, come non lo sono mai stato di nessuno, e già questa cosa di per sé mi fa sentire stra bene. Sento letteralmente che il mio cuore batte per lui ed è una sensazione che non pensavo di poter provare. Sono però convinto di non essere ricambiato e ciò mi porta a non avere il coraggio di dichiararmi. In passato l'ho sempre fatto, ma stavolta ho seriamente paura di rovinare tutto ed è qualcosa che non potrei sopportare. Sono arrivato alla conclusione che tenermi tutto dentro sia il modo per fare meno danni possibile, ma non so se è la cosa giusta, né tanto meno se questa sia o meno una mia evoluzione. A volte mi sembra saggezza e un modo più nobile e protettivo di amare. Altre volte non dichiarare i propri sentimenti mi sembra una cosa così stupida, poiché a mio avviso si tratta di una cosa così pura e così bella, anche se potenzialmente così distruttiva.
Questi sono i pensieri che mi attanagliano da un po' di tempo a questa parte. Ho avuto dei momenti cupi in cui non sapevo in che direzione stessi andando, anche a causa di alcune risposte negative in ambito lavorativo, e tutti i bei propositi di aprile ogni tanto se ne vanno a farsi friggere.
Durante uno di questi momenti, però, il 2019 se n'è uscito con un nuovo lavoro e quindi da novembre sono a Milano. Mi trovo super bene e sto facendo tantissime esperienze nuove. Sicuramente ho mille possibilità in più di "mangiarmi la vita" e mi sento molto fortunato per questo. Mi sembra un po' di aver pescato il jolly dal mazzo e, per quanto le altre carte siano mediamente buone o cattive, hai sempre la possibilità di giocartela un po' meglio. In generale, nonostante le piccole e grandi difficoltà ci siano sempre, sento che poco a poco, anche grazie a questo stranissimo 2019, il mio atteggiamento nell'affrontarle stia un pochettino cambiando e spero che possa andare sempre a migliorare.
Utente
7 agosto, 2013
Tirando le somme devo dire che non riesco a definire questo 2019 né positivo, né negativo. In realtà non è stata un'annata particolarmente pregna di momenti davvero importanti, si contano sulle dita di una mano gli eventi che, in futuro, ricollegherò a quest'anno. Però, se non altro, lo definirei un anno utile. Sapevo che avrei dovuto fare i conti con i miei problemi di gestione dell'ansia e quest'anno è stato un anno di svolta in questo senso. C'è sia un'ansia positiva, che ti spinge a far bene, sia un'ansia totalmente disfunzionale. Se in passato sono sempre riuscita a nutrirmi del primo tipo di ansia, negli ultimissimi anni ho avuto problemi nel gestirla. Quest'anno quest'ansia più disfunzionale ha avuto la meglio in troppe occasioni, ha avuto un impatto troppo negativo su di me (in tanti ambiti della vita di tutti i giorni: dal sonno ai rapporti personali, passando per l'alimentazione) e ho capito che era arrivata l'ora di fronteggiarla. Probabilmente non sono ancora giunta ad avere una gestione di questo problema totalmente funzionale, ma sono già contenta di aver riconosciuto razionalmente il problema, di aver imparato a riconoscere le situazioni che dovrei evitare, di aver imparato ad accettare con una discreta serenità anche le situazioni che non vanno esattamente come pensavo/speravo, di aver interiorizzato l'idea che sì, potrò anche mettermi 100 problemi per ogni progetto che seguo, ma che poi almeno 80 non sono veri problemi e non devo viverli negativamente cercando per forza una soluzione. Ho pian piano imparato anche a riconoscere il problema come mio, senza attribuirlo alla situazione più complessa o al progetto più difficile / su cui mi sento meno pronta.
Andando oltre, devo dire che quest'anno è stato particolarmente utile anche per i rapporti interpersonali. Ho rafforzato i legami con persone con le quali, pur facendo già parte della mia vita, non avevo un rapporto così stretto all'inizio dell'anno. Il mio rammarico - che è anche un po' il proposito per questo 2020 - è che credo di aver un po' allontanato involontariamente altre persone che reputo molto importanti per me. Tutto sommato non è stato un anno in cui la cerchia di persone vicine si è ampliata particolarmente, ma è stato più un anno di consolidamento dei rapporti.
Rispetto alla sfera familiare, invece, questo 2019 era iniziato discretamente, ma non si è concluso nel migliore dei modi. Questa è senza dubbio la sfera che mi dà più pensieri in apertura di questo 2020.
Utente
7 agosto, 2013
Il 2019 è stato davvero tremendo. Potrei dire che mi è andata bene solo nella salute, ma per il resto è la desolazione totale.
Amore ho proprio molato all'inizio dell'anno con la tipa con cui ci provavo dal 2018 perché lei poi ha proprio cambiato vita per motivi di lavoro/studio.
Soldi un po' ne ho, ma non ne ho poi accumulati così tanti perché li ho sperperati per inseguire il sogno di guadagnare e vivere con la fotografia.
E di lavoro sono in uno stato di insoddisfazione totale perché sono occupato in una cosa che proprio non mi piace, mi ha tolto la forza, la possibilità e la volontà di inseguire il mio sogno e lo faccio giusto perché non riesco a trovare altro.
Di amici ho qualcosina legato con ex colleghi del mio lavoro attuale ma il mio comportamento chiuso mi penalizza ancora. E questo mio comportamento poco estroverso mi ha proprio spaccato le gambe nel mondo della moda e della fotografia perché ho proprio visto con i miei occhi l'abbandono nei miei confronti di tante persone che conoscevo, mi sono davvero sentito come un cane scaricato in autostrada.
In questo 2020 mi son promesso di cambiare proprio vita, mollare la mia realtà e tentare anche io l'avventura milanese. Ma a conti fatti ho molta paura di questa rivoluzione perché temo davvero di fallire definitivamente: oltretutto non ho un serio appoggio di persone lì. Dove andrei a vivere lì, sotto un ponte? E poi dovrei fare lo stesso lavoro che non mi piace a Milano? A che pro?
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