semota ha detto
Questa discussione sulla scienza mi sembra veramente molto interessante e mi sento abbastanza ignorante non seguendo la cosa abbastanza. Quello che dite mi sembra di capire che uno scienziato sarebbe più giusto fosse "aperto" in tutti i sensi e mi trova d'accordo. Non so se però avere idee "personali" condiziona così tanto uno scienziato "per forza", non so se mi spiego.  

Dipende dalla persona, ovviamente  Ci sono anche grandissime menti che sanno mettere da parte le proprie convinzioni personali nello svolgere il proprio lavoro, ma quelli sono davvero casi limite e rarissimi in ogni ambito.

Ti faccio un esempio pratico legato alla storia della scienza. Se guardi al progresso umano negli ultimi tre millenni, noterai che c'è un gap nettissimo dall'avvento del cristianesimo alla teoria eliocentrica di Copernico (e c'è voluto il 1543!) nelle scoperte che hanno realmente trasformato e aiutato l'uomo a progredire. Con il cristianesimo (e le sue correnti, vabbè) si è cercato di adattare ciò che si era teorizzato alla Bibbia, in modo da non svalutarla, e il modello geocentrico è stato adottato come corretto perché in alcuni passaggi dell'Antico Testamento si parlava di "movimento del sole", concetto inesatto nell'eliocentrismo. 

Di base, ciò che veramente ha fatto Copernico è stato mettere in dubbio un concetto radicato ed imperante nella cultura medioevale, riprendendo con le migliori conoscenze matematiche e strumentali del rinascimento un concetto abbandonato come l'eliocentrismo. E qui è entrata in gioco l'apertura mentale di cui parlavo prima! Teoricamente, senza le briglie del cristianesimo, avremmo avuto un progresso scientifico meno condizionato. E con queste "briglie" non intendo solo gli atti materiali di repressione come accaduto per Galileo, ad esempio, ma proprio l'aver instillato nella testa della popolazione dell'epoca determinate idee, che di idee avevano ben poco, essendo più che altro dogmi.

Ma questa cosa non si applica solo alla religione. Ad ogni grande passo per la scienza c'è sempre stata la porzione di scienziati meno aperti mentalmente che svalutava a priori le nuove teorie. Anche quella è una forma di chiusura mentale, e anche lì c'è da scindere la grande mente dalla persona meno aperta e l'atteggiamento negativo nei confronti della novità.