Utente
10 agosto, 2016
La catena di discount LIDL esiste dai '90, e nel corso degli anni ha fatto mutare la percezione della gente nei suoi confronti.
Prima guardata come un qualcosa di cui "vergognarsi" per via dei prodotti dalla dubbia qualità, pian piano si è ritagliata uno spazio di nicchia andando a proporre prezzi non per forza di cose inversamente proporzionale al valore della merce venduta.
Da qualche giorno il brand è protagonista di un vero e proprio caso mediatico.
Le scarpe LIDL sono sbarcate anche in Italia e sono andate a ruba. Tiratura limitata, come i grandi marchi. Le file davanti ai supermercati sono finite su quotidiani e tg. Tutto ciò ha originato però anche un fenomeno di "bagarinaggio" con rivendita delle stesse scarpe (e di altri prodotti di abbigliamento sempre economici e sempre a tiratura limitata) a prezzi notevolmente maggiorati (di fatto decuplicati).
La diffusione dei social ha reso cult un marchio come Eurospin (i mastri birrai del web lo venerano a gran voce), adesso è il turno dell'azienda tedesca.
Per alcuni è semplicemente una strategia di marketing realizzata un po' meglio del solito; altri non si spiegano l'ascesa a "prodotto-status" dei capi di abbigliamento del discount; per altri ancora è tutta una questione di branding, esattamente come nel caso dell'IKEA; per altri ancora è addirittura una questione di "proporzione aurea" dovuta all'abbinamento cromatico che avrebbe conquistato inconsapevolmente la gente; e infine per altri ancora è semplicemente "irrational exhuberance".
Voi che ne pensate del fenomeno del momento?
Utente
7 agosto, 2013
L'inspiegabile corsa all'acquisto delle scarpe credo sia stato, in prima battuta, frutto di un mix di curiosità, convenienza e consapevolezza dell'unicità dei prodotti. A ciò ha fatto seguito la tipica reazione umana di corsa allo scettro, alimentata dalla solita necessità (ormai fisiologica) di protagonismo e unicità.
Utente
10 agosto, 2016
Matisse2 ha detto
L'inspiegabile corsa all'acquisto delle scarpe credo sia stato, in prima battuta, frutto di un mix di curiosità, convenienza e consapevolezza dell'unicità dei prodotti. A ciò ha fatto seguito la tipica reazione umana di corsa allo scettro, alimentata dalla solita necessità (ormai fisiologica) di protagonismo e unicità.
Sostanzialmente concordo.
La cosa che mi stupisce è che in un modo o nell'altro LIDL ha sempre agito così, non solo per quanto riguarda l'abbigliamento (negli anni dei Mondiali di Calcio vendevano tute dedicate alle singole nazionali ed erano anch'esse in tiratura limitata e senza nulla da invidiare a quelle di altre marche più blasonate tipo quelle che fanno da sponsor al GF) ma anche con accessori ed affini.
Evidentemente il potere dei social è la vera forza motrice del mondo
Utente
7 ottobre, 2020
Mi ricordo che quando era piccino la Lidl era vista come un "supermercato" per le classi meno abbienti.
Negli anni 90 vendevano esclusivamente marchi tedeschi considerati di dubbia qualità a prezzi irrisori. La clientela era per lo più straniera.
Secondo me le cose sono cambiate da quando pian piano, hanno inserito nei loro cataloghi anche beni alimentari "di marca" a prezzi leggermente inferiori e complice la crisi economica hanno fatto sì che via via anche l'italiano medio cominciasse a frequentare questa catena.
Secondo me il vero punto di svolta è avvenuto un decennio fa quando hanno cominciato ad acquistare spazi pubblicitari nelle televisioni generaliste tra una trasmissione e l'altra, sdoganando i vecchi cliché e familiarizzando il brand con la collettività.
Comunque ho amici di Milano che mi hanno detto di aver incontrato tante volte tra i vari reparti fare la spesa anche diversi vip.
Per quanto riguarda le scarpe credo che il fenomeno sia legato alla disponibilità limitata e al fenomeno social scaturito che ha destato molta curiosità.
Io non le acquisterei perché mi piacciono scarpe più sobrie.
Utente
30 agosto, 2018
Come con Angela da Mondello, i social rendono la cosa virale a scopo ironico perchè palesemente ignorante e nel caso abbigliamento oggettivamente brutto, salvo ritrovarsi colvfenomeno sfuggito di mano a causa dell'italiano medio che mi rendo sempre più conto privo di qualsiasi ragionamento logico perchè sopraffatto dalla volontà di apparire e diventare a sua volta virale.
Volendo lo si può correlare come specchio della società odierna su altri argomenti ben più gravi, negazionisti, no vax, 5g x dirne qualcuno.
A livello marketing cmq chapeau alla Lidl perchè sta sfruttando alla grandissima la cosa col minimo sforzo promozionale.
Utente
7 agosto, 2013
Sono lontani i ricordi di quando la Gialappa's prendeva in giro il marchio tedesco con gli spot PICCOL per indicare un tipo di supermercato per clientela non abbiente con offerte stravaganti.
Per quanto riguarda le scarpe, è stato una palese strategia di marketing con un metodo pubblicitario non convenzionale. Metti in vendita qualcosa di comune che in produzione ti costa nulla, però lo elevi a mero status symbol per il suo design fuori dal comune quindi lo vendi in edizione limitata. Ecco la ricetta del successo di un paio di scarpe che fanno schifo solo a vederle (e figuriamoci indossate che male ai piedi) e che finiranno solo per essere conservate e fare i fighi con gli amici.
Come dicevo, alla LIDL non è un problema chiamare un'azienda qualsiasi cinese e produrre milioni di esemplari, tanto non chissà che prezzo di produzione. Ma se le avessero regalate o offerte con un minimo di spesa non se le sarebbe cagate nessuno.
P.S. il modello del discount alla Lidl qui in Veneto non riesco a concepire perché abbiamo realtà distributive locali che offrono prodotti di marca allo stesso prezzo dei discount.
Utente
10 agosto, 2016
Gen931 ha detto
credo che l'italiano medio si stia sempre più americanizzando. e non è un complimento
Ma in realtà l'italiano medio è da sempre incline alle spese a basso costo, solo che prima quasi se ne vergognava o comunque cercava di non palesarlo mentre invece adesso diventa di fatto motivo di vanto
Utente
30 agosto, 2018
sadida83 ha detto
Va bene tutto ma paragonare le scarpe della Lidl a quella di Mondello e ai negazionisti mi pare un tantino azzardato ecco.
Mi pare ovvio il mio commento fosse inteso in proporzione e ho specificato si tratta di situazioni ben più gravi x quanto riguarda i negazionisti ma la base di partenza è sempre quella, l'ignoranza di una % della popolazione. Sul livello di fama dettata dai social invece siam lì con la signora di Mondello con la differenza che la Lidl è un'azienda, vende il proprio prodotto e cavalca giustamente l'onda creata per poi ritornare ad essere una delle tante catene di supermercati, la signora di Mondello invece da signora nessuno è diventata personaggio televisivo/musicale senza alcun merito, seppur svanirà anche il suo di fenomeno, nel mentre lei e chi intorno a lei lucra sulla situazione da mesi. Sono ovviamente due situazioni diverse ma che hanno avuto slancio di popolarità con la medesima modalità e sullo stesso target di persone
Utente
7 agosto, 2013
Mirton ha detto
Ma in realtà l'italiano medio è da sempre incline alle spese a basso costo, solo che prima quasi se ne vergognava o comunque cercava di non palesarlo mentre invece adesso diventa di fatto motivo di vanto
Ciclicamente si ripropongono quelle che gli Articolo 31 chiamarono "l'era dei finti ricchi" e "l'era dei finti poveri", forse si sta aprendo di nuovo quest'ultima.
Utente
10 agosto, 2016
Sottoscritto ha detto
Ciclicamente si ripropongono quelle che gli Articolo 31 chiamarono "l'era dei finti ricchi" e "l'era dei finti poveri", forse si sta aprendo di nuovo quest'ultima.
Uhm, interessante. In che canzone ne parlavano?
Io credo che tutto ciò derivi (anche solo parzialmente) dal boom risalente al 2012/2013 di pagine social come Chiamarsi bomber, Adottare soluzioni punk e altre buffonate simili
Utente
7 agosto, 2013
Nel Funkytarro:
[...]
ho visto l'era punk,
quella metallara,
quella dark,
quella paninara,
quella dei finti ricchi,
quella dei finti poveri
[...]
Una cosa che posso aggiungere è che l'attuale generazione di ragazzi delle superiori (ma forse è un discorso già passato, i giovani crescono in fretta e le mode son fugaci...) ritiene i prodotti taroccati una figata, talvolta preferibile all'originale. Le scarpe LIDL non sono un prodotto taroccato, ma sempre un prodotto "low cost" sono (se qualcuno poi le rivende a 1000 euro è affar suo e di chi le compra).
Utente
10 agosto, 2016
Sottoscritto ha detto
- Nel Funkytarro- Una cosa che posso aggiungere è che l'attuale generazione di ragazzi delle superiori (ma forse è un discorso già passato, i giovani crescono in fretta e le mode son fugaci...) ritiene i prodotti taroccati una figata, talvolta preferibile all'originale.
- caspita, i primi A31 erano davvero illuminati in fatto di analisi sociologiche
- ma davvero??? Io avevo una percezione del tutto opposta
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