Utente
7 agosto, 2013
Stavo leggendo un intervento di Susanna Tamaro sulla scuola qua e mi ha colpito molto questo pezzo:
«Diciamolo una volta per tutte», continua Tamaro: «Questa scuola sommamente democratica, che da troppo tempo ha smesso di pretendere dai suoi studenti — e dunque di educare — è una scuola sempre più classista. (...) La vera emergenza nazionale è «l’educazione. Non essere gravemente allarmati e non fare nulla per risolverla vuol dire condannare il nostro Paese ad una sempre maggior involuzione economica e sociale. Che adulti, che cittadini, che lavoratori saranno infatti i ragazzi di queste generazioni abbandonate alla complessità dei tempi senza che sia stato loro fornito il sostegno dei fondamenti? Sono stati cresciuti con il mito della facilità, del tirare a campare, ma la vita, ad un certo punto, per la sua stessa natura pretenderà qualcosa da loro e gli eventi stessi inevitabilmente li porranno davanti a delle realtà che di facile non avranno nulla. Allora, forse, rimpiangeranno di non vere avuto insegnanti capaci di prepararli, di educarli».
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Argomento ripreso anche da un articolo per "spiegare" il ritorno di un'eventuale leva militare obbligatoria:
“Ad oggi non possiamo completamente paragonare in termini educativi i ragazzi italiani che frequentano le nostre scuole, a quelli che invece riuscivamo a formare ai tempi della leva obbligatoria, guardatevi attorno, il massimo della preoccupazione dei giovani di oggi è quello di prendere il maggior numero di Mi Piace sui social network, non pensano più ai veri valori alla quale eravamo legati noi da giovani, la disciplina, la famiglia e l’educazione. Con questo disegno di legge, grazie alla leva obbligatoria, vogliamo ricordare ai nostri giovani cosa significa vivere una vita esemplare, all’insegna dell’educazione e della disciplina"
Voi cosa ne pensate di tutto questo?
Utente
9 settembre, 2013
semota ha detto
Stavo leggendo un intervento di Susanna Tamaro sulla scuola qua e mi ha colpito molto questo pezzo:«Diciamolo una volta per tutte», continua Tamaro: «Questa scuola sommamente democratica, che da troppo tempo ha smesso di pretendere dai suoi studenti — e dunque di educare — è una scuola sempre più classista. (...) La vera emergenza nazionale è «l’educazione. Non essere gravemente allarmati e non fare nulla per risolverla vuol dire condannare il nostro Paese ad una sempre maggior involuzione economica e sociale. Che adulti, che cittadini, che lavoratori saranno infatti i ragazzi di queste generazioni abbandonate alla complessità dei tempi senza che sia stato loro fornito il sostegno dei fondamenti? Sono stati cresciuti con il mito della facilità, del tirare a campare, ma la vita, ad un certo punto, per la sua stessa natura pretenderà qualcosa da loro e gli eventi stessi inevitabilmente li porranno davanti a delle realtà che di facile non avranno nulla. Allora, forse, rimpiangeranno di non vere avuto insegnanti capaci di prepararli, di educarli».
Argomento ripreso anche dal ministro Scala per "spiegare" il ritorno della leva militare obbligatoria:
“Ad oggi non possiamo completamente paragonare in termini educativi i ragazzi italiani che frequentano le nostre scuole, a quelli che invece riuscivamo a formare ai tempi della leva obbligatoria, guardatevi attorno, il massimo della preoccupazione dei giovani di oggi è quello di prendere il maggior numero di Mi Piace sui social network, non pensano più ai veri valori alla quale eravamo legati noi da giovani, la disciplina, la famiglia e l’educazione. Con questo disegno di legge, grazie alla leva obbligatoria, vogliamo ricordare ai nostri giovani cosa significa vivere una vita esemplare, all’insegna dell’educazione e della disciplina"
Voi cosa ne pensate di tutto questo?
Ma chi ha scritto l'articolo sa che le parole del ministro Scala son prese da un pezzo del Fatto QUOTIDAINO?
Poi sì, chiaro che l'emergenza dell'Italia del 2017 è sicuramente legata all'educazione e allo sviluppo culturale. Il fatto che neanche un giornalista sappia valutare la veridicità di una fonte è una delle tante conseguenze
Utente
7 agosto, 2013
Utente
7 agosto, 2013
io non sono così d'accordo sinceramente
o meglio, sono d'accordo che l'istruzione e l'educazione siano due dei punti focali su cui investire il futuro dell'italia e dei giovani, ma da qui a considerare l'educazione (scolastica) il principale problema ne dubito
anche perché se la scuola ha avuto dei problemi più gravi di quelli attuali è stato circa negli anni '80, periodo in cui è stata frequentata dalla maggior parte dei genitori degli studenti attuali. o almeno i miei professori di liceo e università di una certa età e che hanno visto in prima persona l'evoluzione della scuola concordano tutti con questa affermazione e quindi penso che un pelo di verità ci sia (poi io non so per cui mi limito a riportarvi quello che hanno detto persone più esperte di me)
perché se l'educazione è il problema, la fonte primaria dell'educazione viene dalla famiglia, non dalla scuola
io poi sono totalmente contrario alla leva obbligatoria
Utente
24 febbraio, 2015
undri ha detto
io poi sono totalmente contrario alla leva obbligatoria
Innanzitutto this
Ma poi la generalizzazione in quell'articolo (il secondo) mi uccide proprio Allora uno potrebbe pure dire che ci sono studenti al giorno d'oggi che quelli degli anni 80' non si avvicinano nemmeno.
Mi trovo invece abbastanza d'accordo sul primo articolo e ritengo che l'educazione sia uno dei fattori più importanti su cui bisognerebbe intervenire. Ma per quanto al giorno d'oggi abbiano messo a insegnare cani e porci, ci sono ancora insegnanti molto validi e l'educazione innanzitutto non viene da loro, ma dai genitori. Ricordiamocelo.
Utente
11 marzo, 2015
Mi domando perché su questi argomenti la famiglia spesso non venga nemmeno sfiorata. La colpa ricade sempre sulla scuola e sui "mass media" che hanno comunque la loro parte di responsabilità ma che sono secondari rispetto al ruolo primario famigliare. Quando incontri genitori che sono maleducati tanto quanto i figli, bhè lì non puoi fare più di tanto, sono loro che devono dare il buon esempio per primi. Se questa generazione fa "cagare", allora è meglio concentrare l'attenzione su quella precedente.
Lo spreco della vita si trova nell'amore che non si è sapito dare,
nel potere che non si è saputo utilizzare
nell'egoistica prudenza che ci ha impedito di rischiare e che,
evitandoci un dispiacere, ci ha fatto mancare la felicità.
Oscar Wilde
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Utente
7 agosto, 2013
Utente
7 agosto, 2013
Utente
7 agosto, 2013
Certo che è un'emergenza, ma ancora più emergente è proprio la percezione dell' importanza dell'educazione, una cosa ancora più a monte. Governi che come minimo comune denominatore, destra sinistra centro, da 20 anni, tagliano e disinvestono sull'istruzione, vuol dire che non la concepiscono o non la vogliono concepire come un'emergenza. Mass media che lanciano costantemente il messaggio che l'educazione non è importante, che "spontaneità" e "becerume" is better, non aiutano. La maggioranza delle persone che pensano che "educare" o "istruire" sia un'indebita intrusione (come ha sottolineato bene una recente "Amaca" di Michele Serra) e che detiene un atteggiamento di sfiducia, di sfida o di costante contestazione nei confronti della scuola, aiuta ancora meno. Oggi (l'articolo che ho citato lo diceva bene) "pedagogia", "educazione", "istruzione" sono parole non di moda, se non prese di mira. Se non si cambia questo atteggiamento, l'educazione non sarà mai considerata una vera emergenza.
Che poi certamente nelle scuole qualcosa da cambiare c'è. Ma voi vedete una visione in questo senso?
Utente
7 agosto, 2013
È un'emergenza internazionale secondo me, non solo in Italia. È qualcosa che mi preoccupa davvero molto comunque perché senza fare discorsi ipocriti su valori e non valori, ho davvero la percezione che le persone - i giovanissimi - siano sempre meno educate proprio a stare assieme e a una vita sociale e comunitaria e questo è uno degli scopi principali delle scuole, e trovo che sia gravissimo in una società come la nostra... Poi sì, c'è tutto il discorso delle nozioni, che però è un pochino secondario e non proprio un'emergenza per me.
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