Allora secondo me è un discorso veramente enorme e quasi filosofico, da poter protrarre nella sua interezza e svolgere nella maniera più adeguata ed esauriente.

Però a mio parere si può instaurare una divisione; attualmente si fa musica per due motivi, che altro non sono che conseguenze della definizione che per noi assume la musica, ovvero essa può essere interpretata e vista o come arte o come prodotto.

La comunicazione è presente in entrambe le visioni, solo che mentre nella prima la strutturazione e la creazione sono dediti ad una necessità di comunicazione più interiore, il cui scopo ultimo è quello di veicolare un messaggio dell'artista che tenta di trasmettere ideologie, stato d'animo ed emozioni, sperando in una fossilizzazione di essi nelle mentalità degli ascoltatori, che possa protrarre nel tempo e portare ad amare la loro concezione e il loro estro; la seconda invece è una comunicazione più "studiata", il cui scopo ultimo è arrivare nella maniera più rapida, da poter risultare quindi ridondante e piacevole all'orecchio, per poter guadagnare in fretta e conglomerare più ascoltatori di passaggio possibili, ma senza avere progetti nel rimanere impressa a lungo termine.

A volte le due concezioni riescono a fondersi, il più delle volte perchè la creazione di un pezzo attraverso la prima riesce a soddisfare i parametri necessari per rientrare anche nella seconda; solitamente tali creazioni sono quelle che permangono.

La musica in ogni caso è voglia di comunicare, ed è questa l'interpretazione più intima e pura che può racchiudere le diverse concezioni. Se il motivo per cui componi non racchiude ciò, non stai creando musica ma solo mettendo insieme sonorità prive di scopo.