Utente
5 aprile, 2018
Attraverso un post su FB e in un'intervista su Rock.it, la indie band bresciana ha annunciato un piccolo ma sostanziale cambiamento nel nome della band da "Gli Endrigo" a "Le Endrigo"
Vi lascio anche alcuni spezzoni dell'intervista a Rock.it che trovo particolarmente salienti:
Nel discorso portato avanti da Le Endrigo emerge la ferma consapevolezza del proprio ruolo privilegiato nella quotidianità e di volerlo sfruttare nella maniera corretta, cercando in particolare di non occupare lo spazio a disposizione nella maniera sbagliata, come spesso accade. "Non possiamo capire davvero cosa significhi e non abbiamo la presunzione di poterlo spiegare. Abbiamo confrontato il manifesto con tante amiche e colleghe per essere certi che fosse qualcosa di condiviso e non un esempio come tanti di uomini che si appropriano di battaglie non loro. Vogliamo fare la nostra parte facendo in modo che ci sia un'occasione in più di aprire il dibattito e soprattutto non voltando lo sguardo dall'altra parte quando incontreremo ancora questo tipo di mentalità".
Nonostante ciò accada per una band molto piccola, si tratta comunque di un gesto significativo, tanto più quando avviene in ambito musicale, troppo spesso minacciato da un clima estremamente nocivo e tossico in questo senso. "Il problema è endemico, fa parte proprio del retaggio culturale di questo e tanti altri settori lavorativi, probabilmente tutti. Non si contano le volte che un promoter, un altro musicista, un tecnico o uno spettatore ha dovuto necessariamente associare il giudizio sull'operato di una collega a considerazioni fisiche, allusioni sessuali o una percezione di inferiorità; per non parlare di quella specie di "non detto" per cui l'evento musicale è legato all'idea predatoria a tutti i costi, come fosse una caccia. E noi non siamo stati migliori di nessuno".
Le Endrigo spiegano: "Sono atteggiamenti che abbiamo tutti assecondato da complici, quando non abbiamo avuto il fegato di dire a qualcuno che stava sbagliando, o anche da protagonisti. L'immagine del macho che fa sesso droga e rock'n’roll salendo sul palco a far vedere che ce l'ha più grosso di tutti ci ha nauseato, ma come spesso accade per essere nauseato da qualcosa ne hai fatto il pieno per anni. Non siamo e non saremo infallibili nemmeno in futuro, ora però abbiamo qualcosa che ci dobbiamo e soprattutto vogliamo portare in giro costantemente a ricordarci cosa desideriamo essere, ribadendo ancora che la vera voce narrante deve essere delle dirette interessate. Non è difficile capire di far parte del problema, il difficile è rinunciare ai privilegi che comporta".
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Utente
4 febbraio, 2018
Apprezzo il discorso fatto e la presa di posizione provocatoria verso il retaggio culturale e l'immaginario del machismo tossico, la forza nello schierarsi di per sé e lodevole e si è visto più volte che purtroppo non è scontata.
Unico appunto, la scelta di farlo attraverso l'articolo forse non vorrei fuoriuscisse dal piano a cui loro si riferiscono, per entrare su quello dell'identità, agli occhi di chi legge la provocazione. Qua l'articolo si riferisce al prodotto artistico, quindi in realtà il discorso è ovviamente avulso e la scelta è comprensibile; però l'importanza del pronome ha un suo riferimento preciso -e purtroppo ancora controverso e sottovalutato, quando dovrebbe essere bello che chiarito ma vabbè- e quindi non vorrei risultasse una mossa caotica tra concetti legati ma non totalmente analoghi.
Utente
16 gennaio, 2021
Casadelvino ha detto
Apprezzo il discorso fatto e la presa di posizione provocatoria verso il retaggio culturale e l'immaginario del machismo tossico, la forza nello schierarsi di per sé e lodevole e si è visto più volte che purtroppo non è scontata.Unico appunto, la scelta di farlo attraverso l'articolo forse non vorrei fuoriuscisse dal piano a cui loro si riferiscono, per entrare su quello dell'identità, agli occhi di chi legge la provocazione. Qua l'articolo si riferisce al prodotto artistico, quindi in realtà il discorso è ovviamente avulso e la scelta è comprensibile; però l'importanza del pronome ha un suo riferimento preciso -e purtroppo ancora controverso e sottovalutato, quando dovrebbe essere bello che chiarito ma vabbè- e quindi non vorrei risultasse una mossa caotica tra concetti legati ma non totalmente analoghi.
Quoto totalmente, ho fatto lo stesso pensiero e in primis anche io sono confuso.
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