Prendo spunto da quanto si è detto qui.
Cosa ne pensate degli instore?
Sono una roba patetica che induce le persone a comprare l'album solo se è accompagnato da foto e autografo o sono la riprova del successo e della fidelizzazione del pubblico di un cantante?
Io non ho mai partecipato ad alcun instore ma non li trovo affatto patetici, anzi! Trovo davvero bello che persone di tutte le età possano incontrare un cantante in una dimensione più "intima", "domestica".
Inoltre, puoi fare anche l'album della vita ma se io non ti "conosco", non ti ho seguito e non ti sei fatto seguire nella preparazione dell'album, se non sono "affezionato" a te, non te lo piglio l'album. E infatti recentemente ho acquistato solo Coez, Mengoni e Michielin. Non sono andato a farmi autografare i CD per vari motivi ma sarei ben felice di incontrarli. Per contro, Adele può fare l'instore anche all'Ipercoop di Novara ma 25 non lo compro né firmato né non.
Utente
7 agosto, 2013
Secondo me sono una cosa molto 'teen' ed è bello che sia così, io ne ho fatti alcuni anni fa e mi sono divertito!
Non li trovo patetici, trovo un po' patetica alcuna gente che ci va ma quello in tutti in contesti di tutto il mondo
È chiaro che stimolano le vendite, ma solo nel target teen appunto secondo me
Freedom comes when you learn to let go
Utente
7 agosto, 2013
Purtroppo in Italia non si vendono più gli album e 'sti poverini qualcosa si dovevano pur inventare. Meglio questo che gli STREAMING anche per gli album (poor ouro).
Se senza firmacopie vendo 4 album, ma col firmacopie arrivo a 400 allora forse c'è qualcosa che non va in chi acquista, non nell'artista (che non costringe nessuno ad andarci).
Che strano uomo avevo io, con gli occhi dolci quanto basta...
Banned
7 agosto, 2013
Non è patetico l'instore in sé.
Per me è patetico che se non sei Ligabue e non fai instore la gente non ti si fila manco per caso. E il caso di Fragola (che per motivi magari logistici si è fatto una settimana e mezza di pausa tra le caterve di instore programmate ed è CROLLATO) mi ha illuminato proprio sul fatto che la gente non compra un disco per la musica, ma per l'incontro, per il fottutissimo e maledettissimo selfie, per vanità e superficialità e non per l'arte.
Questo poi io lo collego al discorso compro/streammo, che non da' valore all'arte ma nemmeno al lavoro di queste persone. Ah se potessimo streammare l'avvocato che ci salva dai divorzi, o l'elettricista che ci aggiusta l'antenna.... Proprio valore NULLO all'arte e al lavoro. Rabbrividisco.
Ma se viene all'Ipercoop e mi posso selfizzare, subito che spendo 15 euro per avere 15 likes su Instagram (e non per l'album, non fatevi prendere in giro...)
Tra l'altro, mi permetto di puntualizzare che secondo me l'espediente dell'instore non induce niente, ma anzi è esso stesso indotto dal fenomeno "compro solo se mi faccio il selfie". Evidentemente le case discografiche avranno fatto qualche indagine di mercato e scoperto che il target che compra dà valore all'incontro con l'idolo, e da qui sono nati gli instore.
Banned
7 agosto, 2013
ed è tramite gli instore che il disco di m***a (perché si tratta di questo) di Benji e Fede ha venduto 50mila copie and counting. Perché il target di riferimento voleva il selfie e l'abbraccino con i due idoli.
Stesso disco, stessa potenza su Youtube (...) stessa promozione ma nessun instore e ve lo dico io: 7mila copie se ne compravo io 6mila per compassione.
Utente
7 agosto, 2013
Ma gli instore non sono sempre esistiti? Perché ne parlate come se fosse una cosa nata adesso? C'erano anche negli anni Novanta, mi ricordo che ero piccolo e la mia tata mi aveva accompagnato all'instore di Ambra (ma non lo chiamava instore ovviamente) e secondo me esistono da ancora prima
E poi comunque la musica oltre che arte è anche divertimento, e non possiamo chiedere a certe 14enni impazzite chissà che sforzi cerebrali secondo me
Freedom comes when you learn to let go
Banned
7 agosto, 2013
Più che vederle di buon occhio o meno, recentemente andavo chiedendomi quale fosse il vero l'obiettivo di tutti questi instore.
Perché cominciavo ad andar dubitando fosse semplicemente una strategia per contrastare l'emorragia delle vendite.
Per carità, ovviamente in non pochi casi sì (le prime date di un Fragola e via dicendo) e funziona ecc., ma in altri... ?
All'inizio andavo "sfottendo" il solito Valerio, ma poi ho scoperto che pure una Noemi, per fare un nome, scommetterei non sia l'unica, avrà avuto la bellezza di 26 date instore.
Non ho la lista completa sottomano e non riesco a ritrovarla sul web, ma ricordo anche date a Maggio in centri non esattamente grandi.
Ora, stimando il numero di persone che una Noemi possa attrarre ad un firmacopie, magari il 23°, 24°, in un posto di tale tipo a due mesi di distanza dall'uscita dell'album, mi interrogavo addirittura se con i cd venduti in più sarebbero potuti rientrare delle spese di trasferimento per Noemi più tutto il resto.
Quindi...
Che sia per provare a fidelizzare fan moderati, che dopo averci scambiato due parole, aver il cd firmato, nutriranno un'affezione maggiore? Ci sono altri giochini, spese indotte, ritorni indiretti, di cui non sono al corrente o almeno che sottovaluti?
O cosa?
Altrimenti, numeri alla mano, sul brevissimo termine come strategia in certi casi a me pare non solo non valere la candela ma diventar addirittura autolesionistica, immaginiamoci.
Utente
7 agosto, 2013
No @ouro , non ti fanno più fare il selfie per non perdere ulteriore tempo che egli sia il firmacopie di Mengoni o di Debora Iurato.
Ovviamente gli instore esistono da moltissimi, naturalmente questo fenomeno si è amplificato ai tempi della rete, la comunicazione istantanea, quando si inglesizza tutto (perché "firmacopie" non è figo). Confesso pure io che a volte prendo questi instore come un teen superficiale, però trovo sia uno dei pochi momenti per incontrare l'artista preferito anche se per scambiare giusto due parole prima che ti caccino.
È pur vero che il fenomeno dei firmacopie sono come gli "ecoincentivi" alle automobili: drogano il mercato.
Utente
13 marzo, 2014
Favorevole perché attirano moltissima gente , riescono ad agevolare notevolmente la promozione e la vendita dei dischi .
Per molti artisti , un'era senza firmacopie ,riedizioni e deluxe , rappresenterebbe un flop colossale quasi assicurato .
Triste , però , se pensiamo che non tutti sono disposti a comprare l'album senza l'instore .
Per me , invece , che ascolto tantissimo i cantanti più "datati" , sono eventi più unici che rari .
Dico solo che , per stampare la foto con Patty Pravo , ho provato l'ebbrezza di entrare in uno studio fotografico dopo 15 anni .
Ok , potete bannarmi
Moderatore Junior
28 novembre, 2015
Ho fatto il firmacopie di Francesca lo scorso 25 Febbraio just for fun e onestamente l'ho trovata una bella esperienza:è una bella opportunità per incontrare gente a cui piace il tuo stesso artista e parlarne insieme, senza contare quanto sia emozionante vedere da vicino una persona che stimi e in cui ti ritrovi nelle canzoni che canta o scrive,e ti permette anche ti portargli un pensiero per renderlo felice (poi magari dopo l'evento lo butta,però ti fa comunque piacere donargli qualcosa che hai fatto tu per lui ).
Certo,sono strategie di vendita per fare numeroni e magari ci va gente che tiene solo alla foto ricordo per i big like o può capitare di trovare gente invasata o scortese.O che magari alla gente non frega niente del cd e va li solo per il personaggio. Però quando mai vi capita di avere incontri ravvicinati e non fortuiti con queste persone?Io personalmente, tengo un bel ricordo del mio primo firmacopie e non escludo di poterne fare altri in futuro.
Utente
7 agosto, 2013
Io ho partecipato a quello di Mel C anni fa, ma solo perché mi ci sono trovato e avrei comprato comunque il cd.
Per me, che non ho più 15 anni, non è una bella cosa. Sembra di stare in una catena di montaggio: fai la fila, arrivi lì, ti autografano il cd, una delle dieci guardie del corpo ti fa una foto e poi ciao ciao. Si instaura un pericoloso rapporto in stile do ut des, dove il cantante è lì spesso perché deve, non perché vuole. Magari quel giorno vorrebbe dare fuoco al mondo intero e invece deve stare lì a sorridere per la "gioia" dei suoi fan.
Poi magari se l'evento include qualche canzone, come mi sembra di aver capito abbia fatto Francesca, per carità, sicuramente diventa pure carina come cosa.
Comunque è un limite mio, neanche quando avevo 15 anni sarei mai andato a un firmacopie. Preferisco "incontrare" i miei beniamini andando ad un concerto, l'eccessiva vicinanza è deleteria.
Stesso discorso per i meet&greet. L'unico a cui sono andato risale a poco più di un mese fa, dopo il concerto di L'Aura, ma era una cosa estremamente informale e a costo zero. Anzi, è stata lei che alla fine del concerto ci ha tutti invitati in tale bar perché ci voleva vedere e parlare. E il pubblico presente non era propriamente in età da selfie, quindi qualcuno se l'è fatto, mentre la maggior parte, no.
P.S. Alla fine Mel C è stata pure molto disponibile, eh. E non c'erano centinaia di persone, quindi non si è manco stressata più del dovuto.
Utente
7 agosto, 2013
ouro ha detto
La differenza tra gli anni '90 e oggi è la quantità.
Oggi se ne fanno 20 in media e se non ne fai 20 le diecimila copie smerciate le saluti da lontano (relazione non biunivoca, Noemi dimostra).
Sì, certamente. Che li facciano, gli "serve". Però non vengano a dirci che sono felici di incontrare i fan e robe del genere, perché Patty fino a qualche anno fa se ne sarebbe strafregata. E come lei, tanti altri. Magari il discorso cambia per giovanissimi tipo Francesca o Lorenzo, cresciuti a pane e firmacopie, forse per loro è tutto normale.
Anche perché poi i fan non li incontri veramente: non ci parli, a volte non li tocchi neanche fisicamente.
Bella l'epoca delle star, dei divi. E forse la gente comprava di più proprio perché lontani, inarrivabili.
Penso a star del calibro di una Mariah Carey a farsi i selfie con i fan e parte un cringe da qui all'eternità.
Moderatore Junior
28 novembre, 2015
Boh ragazzi sarà stata che mi è andata bene come prima volta, però io non la vedo cosi tragica dal punto di vista personale.Magari si,loro le odiano queste cose(io a vederli dall'esterno ho sempre la sensazione che siano tipo gli impegati alle poste) e magari vorrebbero fare altro,Francesca a Roma aveva il compleanno per dire,però può essere una buona occasione per conoscere il tuo pubblico da vicino,e direi che sei tipo agli esordi è anche una buona mossa per farti conoscere di piùAppena ne farò uno in mezzo alle BM magari canbierò idea
Utente
7 agosto, 2013
ouro ha detto
La differenza tra gli anni '90 e oggi è la quantità.
Oggi se ne fanno 20 in media e se non ne fai 20 le diecimila copie smerciate le saluti da lontano (relazione non biunivoca, Noemi dimostra).
Diciamo che è cambiata proprio la mentalità! Quando ero piccola io magari se riuscivi a fare la foto con un vip la mostravi a qualche amico appendendotela in camera vicino al poster, oggi tre secondi dopo già sono su instagram a contare i like che ricevono Diciamo che la discografia sfrutta questa cosa in un periodo di crisi in cui si vendono pochi cd fisici. Qualche tempo fa leggevo di uno storico negozio di Varese, La casa della musica, che quest'anno è stato costretto alla chiusura e il cui proprietario ha detto che ha tirato avanti qualche mese in più grazie agli incontri che venivano organizzati con gli artisti. Il discorso insomma è molto più complicato, e non riguarda solo gli artisti e le case discografiche ma tutti quelli che "mangiano" con la vendita della musica.
Utente
7 agosto, 2013
io sinceramente non concordo così tanto con voi che li criticate. come tutte le cose hanno i loro pro e i loro contro
ma ad ogni modo molta gente (i fan ovviamente che per l'appunto sanno quando e dove sono i firmacopie) aspettano senza problemi 1-2-3-4 settimane per prendere il cd lì, farsi una foto, un autografo e scambiare due parole con l'artista in questione. è una bella occasione SEMPRE sia per il cantante per farsi conoscere (o consolidarsi se già famoso) e per incontrare i fan perché io, al posto loro, vorrei davvero incontrare la gente che ama le mie canzoni ed è disposta a spendere quasi 20€ perché se non sei milionario, i 20€ non li spendi per i dischi di uno a caso di cui ti piace un sola canzone ma te li tieni gelosemente per forse quell'unico incontro l'anno conservandone altri per un eventuale tour, sia poi per i fan per ovvi motivi che non serve neanche dire.
vi faccio un esempio: io volevo prendere l'album della michielin il giorno stesso, poi ho visto le date dei firmacopie e ho aspettato di andare lì, ma l'album lo avrei preso ugualmente e come me molti altri. semplicemente se oltre l'album posso avere
-autografo
-foto
-cantare 3-4 canzoni con altri fan
-incontrare la francy e parlarci un po' prima che il tipo della sicurezza mi mandi giù perché "blocco la fila" con la francy che mi difende "un attimo solo"
-mangiare qualcosa al mc donald che è in parte sia che vada ai firmacopie di marghera sia a quelli di marcon sia a quelli di mestre
ovviamente scelgo la seconda opzione
poi che molta gente l'album non lo avrebbe preso ok, è vero, ma poi lì è marketing e per le case discografiche (ma anche per i cantanti stessi) è solo positivo soprattutto ora che si vende poco
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Utente
7 agosto, 2013
Favorevole (per le vendite, per la possibilità di un autografo/foto che spesso nei concerti non c'è, ecc.) ma andrebbero gestiti meglio: togliere l'obbligo di comprare l'album IN quello specifico store/centro commerciale, consentire l'accesso anche a chi compra l'album online (è pur sempre un album comprato, no?) e magari cantare 1-2 pezzi per ripagare le tante ore di attesa.
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