C’è un po’ di maretta in quel di Pechino Express, e a portarla a galla sono Wendy Kay e Soleil Sorge, che partecipano all’ottava edizione del programma in coppia come Madre e Figlia. Le due, intervistate da Chi, si sono sfogate scagliandosi contro il conduttore del road game, Costantino della Gherardesca.

Le due tengono banco nel programma non tanto per la capacità nella gara, quanto per i continui battibecchi che fanno tra loro e con gli altri viaggiatori. Litigano, non si parlano, rallentano gli avversari piazzandosi davanti alle loro auto, e lo fanno con un atteggiamento calmo ed indisponente, di quelli che portano poi gli altri a sbottare: Vera Gemma, per esempio, ad un certo punto ha ipotizzato di venire alle mani, dal momento che in questa guerra tutto era concesso.

Costantino della Gherardesca, forte della sua conduzione al vetriolo e della voglia di metterci pepe, ha infatti ricordato sempre a tutti che si trattava di una gara, che non bisognava farsi amici ma combattere per vincere, “approvando” l’atteggiamento di Madre e Figlia, da lui definitive  “cattive“. Ebbene, Wendy Kay non ci sta e rispedisce al mittente l’aggettivo, fornendo un’interpretazione tutta sua.

“E’ una definizione data a Soleil per la sua competitività e Costantino Della Gherardesca l’ha riattribuita a noi come coppia. Questo ha portato molti ignoranti a una sorta di cyberbullismo, aizzato purtroppo dal conduttore: le persone non si rendono conto dei danni fatti da una comunicazione sbagliata [...] Paradossalmente la nostra è la coppia più sincera e buona di quest’edizione“

Che tra le due sia Soleil quella più agguerrita è un dato di fatto, come pure che Madre e Figlia, in alcune occasioni, abbiano aiutato alcuni viaggiatori. Ma autodefinirsi la “coppia più buona” è un tantino esagerato, soprattutto perchè nella stessa intervista la Kay non perde l’occasione di puntare il dito contro Enzo Miccio – grande stratega e anche un po’ “tiranno” con la sua compagna di viaggio Carolina Gianuzzi – affermando che “Miccio ha spodestato Soleil come capo della cattiveria“.

Davide Maggio