Alby ha detto

Per quanto riguarda la disparità di racconto tra i protagonisti, io trovo invece che sia una scelta azzeccata. In ogni prodotto televisivo corale, dalle serie tv ai reality, così come nei gruppi scolastici, non sono tutti sullo stesso piano, almeno nella percezione. C'è chi emerge, chi è più appetibile in funzione alla narrazione e c'è chi funziona con delle semplici suggestioni e trova in questo il suo appeal. Ognuno ha il suo ruolo narrativo. Voler rendere centrale un personaggio naturalmente non centrale comporterebbe un annacquamento. Se si lanciano soltanto degli input al momento giusto, invece, si ha l'effetto del non detto che in realtà dice molto.   

Su questo concordo perfettamente. Se ci avessero detto tutto di tutti, non avremmo avuto la curiosità che spinge a continuare a seguirli - via social - una volta ritornati alle loro vite.

Però il mio discorso faceva leva su un tema un po' diverso: ok dire di qualcuno 10 e di qualcuno 0, però quel "dire" l'ho trovato, a volte, un po' superficiale, come se non si volesse andare oltre al ruolo che era stato assegnato a ciascun ragazzo. Una scelta che però si può spiegare nella volontà di raccontare i ragazzi solo dall'interno, lasciando fuori le loro vite così come hanno lasciato fuori cellulari e piastre per capelli.