- Eri sin dai provini una dei papabili finalisti; pensi che l'esplosione improvvisa di altri (come ad esempio Naomi, che da Look at me now in poi ha cominciato a raccogliere consensi) abbia rimescolato le carte?

- Nei backstage dei live, mentre eravate nel pollaio, è emersa una genuina rivalità tra te e Anastasio, sembrava che entrambi foste consapevoli di essere "quelli da battere". Che percezione avevate all'interno delle preferenze del pubblico? 

- Hai la possibilità di tornare indietro nel tempo e cancellare l'assegnazione di Material girl di quel fatidico terzo live. Oggi, a freddo, cosa assegneresti a te stessa per confermare quella forte ondata di consensi raccolti nelle fasi iniziali del programma? 

- Durante la quarantena hai pubblicato una simpatica rivisitazione di Cherofobia con la quale incitavi i tuoi follower a trattare con Ipocondria questa crisi sanitaria, a riprova del fatto che la tua scrittura nasca spesso da un disagio e dal bisogno di esorcizzarlo; quest'epidemia ti ha ispirato in tal senso nella scrittura di nuovi pezzi?

- Le quattro vincitrici donne che si sono susseguite in 13 anni di programma (Nathalie, Francesca, Chiara e Sofia) hanno il massimo comune denominatore di essere dei talenti carismatici ma anche delle personalità pacate e poco inclini ad esporsi. Pensi che lo show business in ambito televisivo penalizzi le ragazze che si mostrano in un certo senso consapevoli e sicure di sé, e quanto questo fattore può aver remato a tuo svantaggio?

- Nel tuo percorso a X Factor hai spaziato dall'elettronica alla ballad: cosa dobbiamo aspettarci a livello stilistico dalle tue prossime produzioni?