A distanza di un paio di settimane, rinnovo il mio gradimento per La noia, che insieme a TUTA GOLD e l'amore in bocca, compone la mia inderogabile Top 3 di questo festival.

Non ha perso smalto, sta invecchiando piuttosto bene e mi accorgo che sta raccogliendo anche più di quanto mi aspettassi perché non è il classico tormentone spacca chart, non ha quell'aplomb pop martellante che ti garantisce una longeva standout performance di pubblico, proprio in virtù di questo sono piacevolmente stupito dal consenso che sta continuando a raccogliere, considerate la struttura e la produzione piuttosto atipiche per la nostra discografia e piuttosto differenti da ciò per cui Angelina si era fatta conoscere prima del festival, per cui è stata una scommessa vinta.

Come ho già detto, per me la penna di Madame è patrimonio ufficioso dell'Unesco, spero vivamente che questa ulteriore gratificazione la porti a comporre la sua signature song definitiva, con cui arrivare finalmente a strappare quel leoncino, perché un talento così conclamato deve assolutamente giocare in prima linea. La sua collana non avrà perle di saggezza, ma il suo estro creativo è senz'altro inesauribile. 

Continuo a pensare che La noia non abbia bisogno di un fine lavoro di revamp linguistico, funziona già così com'è, di sicuro c'è da affinare il timing quel poco che basta per rientrare nei tre minuti canonici, ma non opterei per stravolgimenti significativi. Sondando le varie video reaction, di cui ho veramente fatto una scorpacciata nelle ultime settimane, ho riscontrato sicuramente un apprezzamento diffuso e ampio anche per Mahmood e Annalisa, ma l'entusiasmo pulsante e il plebiscito unanime verso La noia mi confermano che questa fosse per vari motivi la scelta più internazionale, più sfiziosa, crowd-friendly e al contempo ricercata per cui potessimo optare, di questo resto convinto. Vedo chiunque calare la mascella sin da primo secondo, ballare man mano che il pezzo incede e poi tornare ad esclamare "wow" durante lo special: divertire e stupire allo stesso tempo lascia davvero un buon palato a fine ascolto.

Il momento a cappella è talmente pregnante da poter funzionare e rimanere impresso in ottica jury rehearsal, servendo dei vocals non trascurabili. Lei dà prova di essere esplosiva, carismatica e con un'attitudine scenica navigata, portando il pezzo on another level nel live, e questo è un punto di forza inestimabile in un contest giocato quasi tutto sulla performance on stage, laddove invece molti fan favourite cadono alla prova del nove sul palco (vedi Austria 2023), mentre lei è rodata nel garantire il contrario. Il tocco etnico è quanto di più captivating ci possa essere in ottica eurovisiva, e personalmente non ero così coinvolto dalla completezza di una nostra entry dai tempi di Soldi, e non fatico a ritenere che anche in questo caso una Top 5 sia alla portata. Vivo per scoprire come sarà gestito a livello di luci, di staging, di outfit. Se già a Sanremo da sola su una scena statica ha fatto la differenza, non oso immaginare nel rebranding eurovisivo della performance cosa possa apparecchiare.