Singolo perfettamente coerente e in continuità con la nota di colore unica rappresentata da Delia a X Factor, difficilmente ho riscontrato un'aderenza così calzante tra un percorso di cover e il salto nella discografia con l'inedito: lei è riuscita nell'intento non semplice di rendere questa canzone la naturale evoluzione di quanto fatto finora, il coronamento ideale di un viaggio tra folk e contemporaneità, dove il suo bagaglio culturale, il suo marchio identitario, è sempre stato il focus principale e qui è valorizzato a tutto tondo.

Trovo sia un inedito completo, capace di unire musica popolare e ricerca di soluzioni moderne nella produzione, rintocchi etnici evidenziati da alcuni echi folkloristici in sottofondo e un cantato molto dinamico, che passa da toni pacati quasi da menestrello nelle strofe a toni viscerali nel ritornello, dando sfoggio anche di una modulazione di intensità e di una build-up vocale capace di veicolare la tensione emotiva in maniera organica e matura. Non da ultimo, dopo arrangiamento e prestazione vocale, voglio  rimarcare l'urgenza del messaggio veicolato, che denota ancora una volta quanto Delia abbia qualcosa da dire attraverso la musica e abbia già una poetica lirica personale e consapevole. Il testo l'ho trovato particolarmente ben scritto, con dei passaggi davvero evocativi e poetici. Ne allego in spoiler la traduzione, per chi avesse curiosità di approfondirlo. 

Spero riesca a costruirsi una bella nicchia col tempo, perché il progetto è valido e di spessore, e che il pubblico nutrito che si sta guadagnando con questa esposizione mediatica in piccolo continui a seguire i suoi passi successivi ovunque porteranno (come successo ad altre colleghe prima di lei, come di recente a DADA' e MILLE). Deve però confermarsi e le auguro, per farlo, di non scendere mai a compromessi e di mantenere questo livello.