Comunque se una cantautrice che confeziona tutto da sola con proposte sempre di un certo livello non la premiano i "critici" del settore, allora chi? Ma puoi essere un giornalista che scrive e recensisce musica di mestiere e votare così male? Ok che la musica è soggettiva ma davvero Tananai quarto e lei sedicesima? Ridatemi la giuria degli esperti con attori a caso ed i gettoni.

Che discografia immacolata comunque, mai una brutta canzone

Non so se sto piangendo di più pe ril brano in sè o per la posizione in classifica della sala stampa di ieri

Comunque mi fa impazzire coem riesce a trattare tematiche sociali importanti con una certa orecchiabilità e "leggerezza" perchè è un brano più che mai NECESSARIO in questi tempi perchè non tratta la tematica del corpo esclusivamente in chiave di liberazione sessuale ma tocca anche il tema dell'eutanasia.

La compresenza di più chiavi di lettura rende davvero speciale la sua produzione, perché si può ricondurre a una casistica così ampia di esperienze! Qui ad es. oltre alla liberazione del corpo in chiave sessuale e all'eutanasia, io colgo proprio l'urgenza di superare la depressione post-partum come ulteriore tema connesso, e mi piace perché offre una narrativa diversa della maternità, superando il senso di colpa del dover mettere al primo posto la creaturina. No, lei canta anche della necessità di ritrovarsi in un corpo che le possa permettere di riprendere la vita frenetica di prima con lo stesso grado di benessere psico-fisico, di accettazione di sé, e questo è un tema più che mai vero e molto di rado affrontato.

Del testo, sappiamo già, lei ha un suo codice lessicale innato, in cui esprime tutto il tormento creativo di cui è sempre investita, è una musicista che si nutre di istinto, di denuncia, di sregolata necessità di utilizzare le canzoni come amplificatore di ciò che, il più delle volte, le lascia l'amaro in bocca, per superarlo, per vincerlo, per comunicarci che è possibile farcela. 

La cosa che più apprezzo, oltre al video con ottimi riferimenti a quadri barocchi e una scelta di tonalità fredde che trovo molto intrigante, è proprio questo synth che si insinua con pudore nell'arrangiamento, fornendoci un'atmosfera di malinconia eighties, che fa molto New Order, o Joy Division per imprinting. Non sono abituato da Claudia a un fraseggio così serrato nelle strofe, ieri sera mi ha un attimo stranito al primo ascolto questa fluidità insolita per lei in certi passaggi, perché volevo soffermarmi sull'intero testo al primo ascolto, ma con alcuni versi era pressoché impossibile cogliere tutto a primo impatto proprio per una questione di incastri veloci. Sicuramente ciò contribuisce a rendere poco immediata la sua proposta, e come tutto ciò che sforna necessita di un impegno di metabolizzazione che, immagino, non tutto il pubblico è disposto a sostenere. Io sì, e vivaddio che esistono opere più stratificate, complesse, enigmatiche, in cui il disvelamento comporta ad ogni ascolto il cogliere un tassello in più. Per me ha fatto centro once again.