Tra le due predestinate, quella più assorbibile, senza ombra di dubbio.

Ciò detto, per me a cui preme anche il discorso eurovisivo, il suo limite è che non mi parla degli importanti traguardi raggiungi da Sanremo negli ultimi anni, non è il manifesto più esplicativo di quest'epoca nel nostro panorama musicale, piuttosto mi parla efficacemente della mia percezione di Sanremo legata alla scorsa decade, di un periodo più canonico e più inquadrato in quella direzione. Lo trovo un brano ben impiantato, diligentemente costruito, ma retroattivo, molto derivativo. Molto raffermo. Non è il primo brano a cui penso quando mi viene in mente qualcosa da condividere con i miei amici della bolla eurovisiva come must to watch, e che possa soprattutto farci spiccare nella lineup di Liverpool senza mimetizzarci tra diverse altre ballad cantate da voci mozzafiato.

Unica personale perplessità, per il resto un pezzo più che dignitoso e che farà sicuramente un percorso notevole di qui a sabato, anche tra chi non è necessariamente suo fan e quindi tra il pubblico occasionale della kermesse. Ho paura che possa nella mia graduatoria fare lo stesso percorso di Brividi, ossia partire nel mezzo e finire per stufarmi già la settimana dopo, mi auguro invece possa crescere e carburare.