
Utente
4 febbraio, 2018
OfflineMamma mia quanto mi gasa questo pezzo, ogni giorno di più. E quanto sarò depresso di quello che sarà il loro osceno piazzamento.
Condivido anche qua il mio commento da mantenere nei secoli dei secoli amen
Il primo loro pezzo contenente la parola “amore” nel titolo, in vent’anni non lo avevano mai fatto. Gli zen circus non hanno creato questo pezzo pensando a Sanremo, ma l’hanno fatto pensando all’orchestra. (consiglio di mettere in sottofondo il pezzo )
Le sonorità e l’orchestra sono infatti i primi aspetti che rendono questo pezzo degno di questo palco, e degno di avere un posto nella sua storia. Il brano è una narrazione, non è una canzone normale, non ha strofe, non ha ritornelli, è una costruzione crescente di una storia in metamorfosi, tendente alla meta finale.
La partenza con un ticchettio di orologio, uno xilofono così tetro, il tempo è scandito, qualcosa sta per succedere, i momenti sono contati.
L’impatto, il suono così metallico, esplosivo, un avvento così forte, le corde, gli archi; qualcosa è successo, la rabbia sta pervadendo, l’ansia si sta materializzando.
Le percussioni, la marcia, diventa tutto più duro, pesante, finalmente la pronuncia del concetto di fondo, l’amore è una dittatura, una dittatura.
Di nuovo l’orologio così ansiogeno, il graffio, il dolore, sta finendo qualcosa, stiamo raggiungendo un limite.
I cori, colossali, maestosi, un documentario storico trasposto su un palco del presente. Il concetto di dittatura è esplicato. Sei l’unico, sei il solo.
E il testo? La vera firma dell’essenza zen circus?
Il testo è una bomba. Una ritmica così complessa, irrealizzabile, ma distruttiva.
Parla di tutto, inizia con menzioni a argomenti socialmente delicati, quanto attuali e delicati.
“Le porte aperte, i porti chiusi, e sorrisi agli sconosciuti
Che ci guardano attoniti mentre ci baciamo,
Da uomo a uomo, mano nella mano”
Continua con l’avvento, la critica, la dura sincerità di appino:
“Ecco la pietra, ecco il peccato,
Un cane pastore lo fa per amore,
Non per denaro, non per rancore,
Non per la lana esiste il gregge
Né per la legge”
Infine ecco, il non-ritornello, il fulcro, il concetto.
“Ma non hai paura di nessuno
Se non della tua statura
Hai la democrazia dentro al cuore
Ma l’amore è una dittatura
Fatta di imperativi categorici
Ma nessuna esecuzione
Mentre invece l’anarchia la trovi dentro ogni emozione”
L’ultimo aspetto da mostrarvi è la messa in pratica. Una convinzione e una carica che ti conquistano, l’attenzione non la puoi distogliere, la storia ti si aggrappa , ti pervade, ti sconvolge. Appino sa narrare, la band sa suonare, l’orchestra sa ambientare.
La perfezione di un quadro, che altro non è che un pezzo riuscito.
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