Mirton ha detto

amers ha detto

Il gioco di Pioli per me non si può contestare, però è vero che non può essere preso come esempio in questo contesto. Il vero problema è che al primo passo falso della squadra coloro che ora vogliono Pioli chiederanno le sue dimissioni. 

Pioli è MOLTO preparato.

Ha costruito delle squadre in grado di giocare davvero bene a Piacenza, Sassuolo, Bologna e Lazio.

Anche il suo Palermo non era niente male. All'Inter è stato dimenticabile ma niente di disastroso considerata la situazione. Alla Fiorentina idem.

Per quanto riguarda il Milan ha sicuramente pagato il fatto di essere arrivato in corsa, ma la lunga pausa ha giovato al suo lavoro. Quando uno è preparato i valori emergono.

A ciò si aggiunge un Ibra che ha dato alla squadra la personalità di cui necessitava e la vera guida in campo che mancava visti i tanti giovani. E poi, lo ripeto sempre, il fatto di giocare con la mente libera è salvifico: non hai nulla da perdere. La Lazio ha vissuto la situazione opposta ed è crollata  

Parli con una tifosa estremamente romantica. Io preferisco giocatori medi che amano la maglia ai campioni. Per quello non ero d'accordo al ritorno di Ibra, indubbiamente però è riuscito a dare una scossa alla squadra. Detto questo, Pioli ha dato un'identità al Milan, vederli giocare è davvero piacevole (a prescindere dal periodo storico che attraversiamo). Io non critico quasi mai l'allenatore ma Pioli si è dimostrato assai più preparato di Giampaolo.

Mirton ha detto

In realtà anche Giampaolo ha una bella preparazione ed una gavetta parecchio lunga alle spalle (con tanti alti e tantissimi bassi). Ma ogni sua squadra ha sempre evidenziato una buonissima idea di gioco.

Il problema secondo me è che lui è arrivato in una situazione societaria particolare e che nell'ultimo anno è stato esaltato parecchio dall'opinione pubblica che lo ha elevato a guru calcistico. Oserei dire che si sia un po' montato la testa e che ciò non lo abbia fatto ragionare sulle modifiche da apportare al suo Milan (la cui partenza non fu totalmente disastrosa, ma la gestione giampaoliana delle ultime gare denotava una confusione difficilmente riscontrabile in altre situazioni).

Il Milan aveva bisogno da tempo di una figura come Pioli. In qualche modo una figura sacchiana.

Sacchi ha sempre detto che, prima ancora dei campioni, una squadra necessita di uomini che remano nella stessa direzione e che sono funzionali alla squadra stessa (poi beh, lui aveva in squadra SOLO campioni quindi è stato anche facile ahahah).
Solo che il Milan per tantissimo tempo (nel post-Ancelotti) è stato imbrigliato nell'idea del "Il Milan ai milanisti", con l'intuizione di Allegri che ha portato all'ultimo scudo. Ma poi nuovamente confusione sulla strada da intraprendere, con tanti allenatori interessanti e con personalità (Mihaijlovic, Montella, Gattuso) che in qualche modo avevano reso credibile la squadra e che a mio avviso sono stati massacrati oltre i loro demeriti.

Al milan serviva da tempo un profilo """normalizzatore""", una figura umile e quasi invisibile a livello di mediaticità, che però regalasse grande impegno in sede di rettangolo verde e che sapesse creare una squadra degna di essere definita tale.

Sacchi da tempo suggeriva Ballardini, e tempo fa si vociferava anche Devis Mangia che è un profilo simile. Con Pioli secondo me si è arrivati esattamente a questo.

Una figura "sotto le righe" che ha lavorato in silenzio in mezzo a mille complicazioni societarie e mediatiche, e che in una situazione particolarissima che ha visto altre compagini gettare la spugna anche a livello nervoso lui ha portato il Milan oltre le più rosee aspettative  

Probabilmente mi sono spiegata male, non dico che Pioli sia più o meno preparto di Giampaolo, solo il primo è riuscito a rendere la squadra decente (anche grazie agli acquisti ecc ecc sicuramente) mentre il secondo no.

Sul massacro di certi allenatori sono assolutamente d'accordo, la colpa non era sempre solo loro (tranne Montella, lui per me è stato proprio il peggiore). 

A me ora importa solo che la dirigenza abbia un obiettivo, che non significa vincere scudetto e Champions in un anno ma almeno creare una squadra che possa tornare a competere.