Utente
24 ottobre, 2013
Cercansi uomini o donne "contrarie all'integrazione degli stranieri in Italia" e "contro i diritti delle unioni gay". Monica Cerutti, assessore all'Immigrazione e alle Pari opportunità della Regione Piemonte, attacca "Ciao Darwin", la trasmissione televisiva di Mediaset condotta da Paolo Bonolis, che, accusa Cerutti, "a Torino ha cercato razzisti e omofobi per sottoporli a un casting". Obiettivo, la partecipazione alla nuova edizione del programma che si basa su "contrapposizioni" tra due gruppi opposti, il tutto condito da belle ragazze vestite il meno possibile. Il casting, aggiunge l'assessore in un comunicato ufficiale della Regione Piemonte, si è tenuto il 12 gennaio.
«Si tratta di un vero e proprio schiaffo al rispetto delle persone e dei diritti di tutti e tutte - dice Cerutti - È inaccettabile che in un momento come questo, durante il quale l'odio nei confronti del diverso è sempre maggiore, ci siano programmi televisivi che vogliono alimentare xenofobia e omofobia. I media devono assumersi la responsabilità che hanno sulle spalle. Ci sono milioni di persone che purtroppo affidano la propria informazione e formazione esclusivamente alla televisione ed è impensabile che questa parli loro attraverso stereotipi, populismi e strumentalizzazioni»
La Regione Piemonte, dice l'assessore, "si sta impegnando per approvare una legge contro ogni forma di discriminazione: lunedì prossimo durante la seduta della I Commissione del Consiglio regionale cominceremo a discutere gli emendamenti che sono stati presentati. Ho deciso di chiedere che il caso del casting omofobo e razzista a Torino, tenuto dalla trasmissione Ciao Darwin, venga segnalato all'Unar, l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali. Le istituzioni - ha concuso Cerutti - non possono continuare a predicare nel deserto»
Utente
24 ottobre, 2013
ouro ha detto
Concordo con l'assessore.A certi idioti non va data alcuna visibilità, devono marcire nell'ombra.
Concordo. Soprattutto in una trasmissione di intrattenimento dove queste cose possono essere fatte passare come non gravi. Anche perchè a Ciao Darwin non c'è mai un confronto "serio" ma dei giochi in cui si sfidano i partecipanti. Portare dei razzisti/omofobi in tv e ridere ad esempio con loro non mi piace.
Utente
8 agosto, 2013
Qui a Napoli ci saranno i Casting il 26. cercano oltre alle solite cose come i brutti, omosessuali transessuali e stranieri con permesso di soggiorno quindi la notizia non mi ha stupito. Semplicemente per quanto Ciao Darwin voglia rappresentare le due facce della società in modo goliardico dovrebbe fare un passo indietro e non alimentare queste tematiche.
Quale vip rapeesenterebbe poi i razzisti? Salvini?
Utente
7 agosto, 2013
mi ricordo che in qualche edizione fà, un ragazzo che faceva parte del coro della chiesa andò a ciao darwin dichiarandosi gay, il prete della chiesa gli negò il coro, nacque una polemica, e bonolis entrò in difesa del ragazzo a buona domenica(targata perego) e mo che fanno??? ma scherziamo???
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Utente
7 agosto, 2013
Si vabbè, classico noioso caso Italiano.
Un pò come il fresco episodio tra Sarri contro Mancini che vede la squalifica del primo per 4 mesi per insulti omofobi al secondo.
Però poi una legge sui diritti non c'è. Troppo facile andare avanti di denunce, squalifiche ed interi articoli di giornali se poi a conti fatti non c'è nessun passo avanti concreto.
Sei omofobo sei dai del "Frocio" e qui scattano le sanzioni ma poi il "Frocio" viene comunque schifato dalla legge. E prendo il termine alla lettera in riferimento all'episodio calcistico appena citato.
Utente
7 agosto, 2013
Io invece ci vedo una sincera voglia di far parlare razzisti in tv per far capire quanto il loro pensiero possa essere assurdo e insensato, quindi sono favorevole ad un dibattito del genere perchè non esiste alcun modo in cui possano uscirne vincitori.
In tutto questo... torna Ciao Darwin??
Utente
7 agosto, 2013
La cosa più grave di tutte è la volontà di dare pari dignità a persone che non dovrebbero avere invece il diritto di dire in pubblico frasi discriminatorie. È una sorta di legittimazione in nome della 'libertà di opinione' o ancora peggio dell'audience. E pensare che alle medie, tanti anni fa, era uno dei miei programmi preferiti.
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