[img align=right]http://img851.imageshack.us/img851/2941/isoladeifamosi9.jpg[/img] Partiamo da un presupposto: i reality danno fastidio a molti: perché trash, perché volgari, o semplicemente perché per tanti anni hanno avuto un successo senza precedenti, hanno rivoluzionato il linguaggio televisivo ottenendo il classico "massimo risultato col minimo sforzo". Sia per gli autori che per i concorrenti, capaci di diventare celebrità anche piuttosto benestanti solo per essersi fatte apprezzare a copulare sotto le coperte o a far la fame per un paio di mesi su un’Isola. Questo, è inevitabile, suscita l’invidia di molti, i puristi che vorrebbero vedere in tv solo gente con merito e che adorerebbero godersi sette giorni su sette di documentari. Sembrerebbero gusti, ma più spesso suonano come imposizioni. Proprio per la presenza di queste persone, che attendono dal 2000 sulla riva del fiume di poter dire "il genere reality è morto" (come se due-tre brutti telefilm uccidessero il genere telefilm, come se la possibile chiusura di Centovetrine dovesse far chiudere pure Beautiful, Un posto al sole e l’intero palinsesto di Rete 4), ci vorrebbe un po’ più di attenzione. La recente sceneggiata vista al Grande Fratello, con l’abbandono di Rudolf e lo svelamento di tutti quei meccanismi che da dentro hanno lentamente buttato all’aria tutto il concept del reality di Canale 5, verrà inevitabilmente messa in relazione col disastro del finale di puntata di ieri sera. L’unica similitudine che vedo io? Dei concorrenti viziati. Chiariamo subito: nessuno ha intenzione di difendere Mariano Apicella e il suo rigurgito omofobo tra l’altro ampiamente stigmatizzato (con classe) da Vladimir Luxuria, sempre più una sorpresa positiva di questa Isola 9, ma le bizze da star di Malgioglio, Harrow, Marini e Company non hanno nessuna ragione di esistere.

Se vai all’Isola dei Famosi ti metti in gioco. Tu, come persona. Negli anni hanno vinto l’Isola attori caduti in disgrazia, modelli sconosciuti, parenti di personaggi famosi. Quasi mai personaggi sulla cresta dell’onda. Vuoi perché i personaggi sulla cresta dell’onda non han bisogno di fare l’Isola (o hanno paura di passare per disperati), vuoi perché sull’Isola il pubblico ti apprezza per altre doti. Certo, la resistenza, la sopravvivenza. Ma anche la simpatia, la naturalezza e la capacità di fare meno la star e di farsi sentire più umano e più al livello di chi sta guardando il programma. Ieri Malgioglio e Den Harrow hanno dimostrato di voler essere trattati da star, tutelati rispetto alla loro carriera e alla loro professionalità. In che modo? Non è dato saperlo. Non è bastata la reprimenda di Vladimir, non è bastato lo sdegno unanime dello studio e degli spettatori, bisognava ‘non mandare in onda’ l’insulto, perdendo un’opportunità di mettere alla gogna l’omofobo di turno. Perché chi ci ha fatto una grama figura, ieri, era solo Mariano Apicella. E non basta, il fatto che si siano tirate in ballo le personalità di ognuno, con i vari "hai una voce di mer…", "io ho venduto 20 milioni di dischi", non è tollerabile ed è motivo di ritiro. Si ricordassero, lor signori, del loro status di privilegiati. Che per andare sull’Isola sono pagati, anche profumatamente. Che sono tutelati più che a sufficienza. E che se si offendono per qualcosa detto da Apicella (Apicella! Uno riuscito a vendere un biglietto per un suo concerto storico agli Arcimboldi) il problema è loro, non del conduttore. Che sono loro i primi ad avere il terrore di vedere la loro carriera sminuita, a non essere in grado di difenderla. Che è stato Malgioglio il primo a mancare di rispetto alla professionalità di qualcuno (Savino) con degli inutili paragoni verso il passato pesante con cui il conduttore deve fare i conti ad ogni puntata. Tornando quindi al filo conduttore che lega le ultime edizioni dei due reality più famosi d’Italia, è questa attitudine al ricatto da parte del concorrente a segare le gambe alla credibilità dei programmi. Come diceva qualcuno, "tutti sono utili, nessuno è indispensabile". E di Isole e Grandi Fratelli senza Malgioglio, Harrow e Rudolf ne abbiamo avuti parecchi. E sono andati bene, anzi meglio, di quelli in onda ora. Qualcosa vorrà pur dire.

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