Vergine in quanto scampato alla prima “temibile” e criticatissima puntata, mi sono affacciato al talent letterario di Rai 3 con la curiosità di chi, dietro al “daje contro la novità”, ha visto molto chiacchiericcio positivo intorno alla nuova creatura di Andrea Vianello.
L’ho trovato gradevole, scorrevole, montato benissimo, in modo adeguato: i nuovi talent delle digitali terrestri ci hanno dimostrato come un montaggio frenetico sia controproducente se fuori contesto, qui il ritmo è funzionale al racconto e al non perdere tempo, ma non taglia parti fondamentali di girato.
Masterpiece vince perché attinge a quel tipo di cast che anni fa avrebbe potuto salvare perfino il Grande Fratello. Poco importa se questi personaggi non lo farebbero (ne siamo proprio sicuri?), Masterpiece mette al centro del programma personaggi che hanno qualcosa da raccontare. Che sia vero, che sia interessante, che sia piacevole da sentire poco importa: sono persone complete, con una personalità che sbotta fuori dal look e dallo stereotipo che ruolo sociale e lavoro vogliono ritagliare su di loro.
Perché “l’avvocato” è fine a se stesso se è un avvocato e basta, funziona se all’etichetta ci si aggiunge l’arroganza, la superbia, la sensibilità, la paura, caratteristiche che possono farti amare o meno “l’avvocato”. Masterchef c’è arrivato prima di chiunque: un cast forte, unito a un meccanismo oliato e a un montaggio, come detto, giusto, ti hanno già fatto 3/4 di programma. E il cugino letterario porta per la prima volta in tv la parola, fa parlare della sintassi, delle figure retoriche, con un linguaggio alla portata di tutti.
Ho letto critiche perché “ti fa venire voglia di scrivere e non di leggere”. È lo stesso motivo per cui Masterchef ti fa venire voglia di cucinare, non di mangiare e X Factor ti fa venire voglia di cantare, non di ascoltare musica. È solo in un secondo momento, quando ci si rende conto di non essere “bravi come i protagonisti”, che ci si limita ad essere utilizzatori finali del prodotto creato. Masterpiece ci arriverà con le fasi eliminatorie.
Meccanismo nuovo, fresco: le eliminatorie che restituiscono un finalista a puntata, ma anche la sfida di scrittura creativa, che immerge i concorrenti in situazioni nuove e li “pareggia”, dopo una prima fase comunque veloce in cui non avresti saputo mettere a paragone stili e libri troppo diversi. E il geniale pitch finale in cui in 60 secondi ci si gioca tutto. Un buon autore dovrebbe chiedersi “perché non ci ho pensato prima?”, un cattivo autore andrà a lasciare un commento negativo anonimo su Tvblog.
I giudici funzionano, il coach abbastanza. Il tutto fuga il mio dubbio di come si possa portare in tv qualcosa di irraccontabile come un libro. Non lo si fa, lo si fa a sprazzi, ci si concentra sull’immediatamente attiguo. Facile riuscire a bucare lo schermo con un format già forte all’estero o con un’immagine televisivamente fortissima. Masterpiece non lo era e lo può diventare. E questo è saper scrivere (un programma tv).
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Spero non lo interrompano per i bassi ascolti perchè mi piace molto, per me una boccata d’aria fresca
Per quanto assurdo, io sono tra quelli che ha trovato la prima puntata orribile e questa seconda decisamente più convincente. Sì, è assurdo perché il programma è registrato, il format sempre lo stesso e le differenze minuscole (ad esempio le scritte in sovrimpressione o i racconti pubblicati anche sul sito), eppure ieri sera (notte) Masterpiece ha funzionato davvero. Forse ha pagato un po’ l’hype dell’esordio, senz’altro volendo partire col botto la scorsa settimana avevano assemblato un cast insopportabile e situazioni francamente ridicole. Speriamo si mantenga su questa strada.
Sono d’accordo con l’analisi di Maxxeo. Ho pensato le stesse cose… ed infatti la puntata di ieri mi è piaciuta molto di più.
Ma infatti la premessa e la realizzazione del programma sono molto buone. Il problema io lo trovo nel cast dei concorrenti scelti, che nella prima puntata sembravano tutto tranne che persone normali (quasi da dividere in casi umani di prima e seconda fascia a seconda del piazzamento finale) mentre nella seconda li ho trovati tutti antipaticissimi tranne forse il vincitore Nikola (e anche lì con il dubbio che mi resta che sia stato l’editing a farmelo piacere).