Partiamo da una premessa: se io fossi una di quelle persone che ha contribuito a fare la storia di Canale5 e vedessi questa storia raccontata come è accaduto a Studio5 mi offenderei non poco.
Signorini aveva evidentemente nostalgia della lucina rossa e l’azienda che gli è tanto caro l’ha accontentato con questo programma. Aggiungiamoci che, in quanto direttore di Chi, ha un notevole potere contrattuale con qualsivoglia Vip che desideri avere sempre copertine lusinghiere e che, per questo, non rifiuterebbe un invito del Direttore nemmeno per sogno.
Studio5, programma che in teoria avrebbe dovuto ripercorrere e celebrare i 30 di Canale5, si è di fatto esaurito in una passerella di super ospiti fine a sé stessa, vuoi per la poca generosità di questi big vuoi per il totale disinteresse del conduttore a cui sembrava sinceramente non importare minimamente dei racconti di chi gli sedeva via via davanti.
Alfonso, che da sempre va strombazzando per mari e per monti la sua passione per la tv e che tanto era a suo agio sventolando il ventaglio al Grande Fratello, con le sue domande poco centrate e gli esempi fuori luogo ha dimostrato che evidentemente sono più le serate che trascorre da Giannino con Ana Laura Ribas e la Casalegno rispetto a quelle passate effettivamente a casa davanti al teleschermo. Per esempio ieri sera, introducendo Maria De Filippi, usa una frase che a suo dire è tipica della conduttrice pavese ossia “vediamo questo contributo. Qualunque vero telespettatore sa bene che la parola tanto cara alla Defy nazionale non è contributo ma RWM, per dire.
Le domande che, in teoria, dovrebbero esaltare le persone e non i personaggi si esauriscono nel mero pettegolezzo alla Kalispera o nella banalità più estrema (“Cosa ti hanno insegnato i tuoi genitori Sabrina?”, “come è stato crescere con una mamma severa Maria?”, “ma è vero che a Forum ci si diverte Rita?”).
Racconti veri a proposito della tv commerciale non pervenuti, a meno che si possano considerare tali le copertina di Sorrisi lanciate a casaccio, i jingle con le sigle di TeleMike e Non è la Rai e i filmati random avulsi dal contesto con materiale di repertorio.
La pletora infinta di vip riduce gli spazi a disposizione e impedisce di affrontare qualsivoglia discorso: ogni intervista, fatta di poche domande banalissime e di risate imbarazzate degli ospiti, inizia e finisce senza lasciare il segno. Prendiamo per esempio l’intervista alla Ferilli (ieri sera, peraltro, giù di tono come se le avessero appena rapito il gatto): dopo aver usato dieci minuti buoni per parlare di film d’autore, di Virzì, dei Nastri d’Argento vinti, del Sistina e di che esperienza sia per una donna di sinistra lavorare a Mediaset (uau, che discorso inedito!), il legame tra l’attrice e Canale5 (che poi è il vero motivo per cui Sabrinona è seduta lì, mi pare) si esaurisce in un video di 24 secondi netti con gli spezzoni di tre fiction, tra cui Le Ali della Vita.
Ecco, un vero appassionato di tv, quale Signorini non ha dimostrato di essere al contrario del pubblico presente in studio che appena ha sentito nominare quella fiction ha fatto partire l’applauso, avrebbe sicuramente chiesto a Sabrina qualcosa in più riguardo a questa serie che è diventata un vero cult. Io, per esempio, le avrei chiesto se Sorella Federica, una volta tolto il velo, esiste davvero o se è solo un personaggio mitologico, per dire.
Niente, tutto rimane sul livello del “che bello, che emozione!”. Ma c’è di più: Signorini riesce a peggiorare ulteriormente la situazione quando, mentre la Ferilli gli ricorda che a settembre tornerà con una nuova fiction in coppia con Virna Lisi, se ne esce con la sue seguente blasfemia “Ah bene, così rivivremo le emozioni delle Ali della Vita!”.
Eh no caro Alfonso, se tu sapessi di cosa stai parlando, sapresti benissimo che pensare di trovare somiglianze tra Le Ali della Vita e una fiction mafia-style Ares è facile quanto immaginarsi Di Canio iscritto a Rifondazione e la De Filippi cantante in un coro di voci bianche.
Tutto ciò per dire che la poca generosità degli intervistati, il livello totalmente approssimativo delle domande e dei contenuti in generale e la scarsa curiosità dell’intervistatore (che faceva le domande e nemmeno ascoltava le risposte) rendono infimo anche un programma con un cast che persino Sanremo si sogna.
Ritenta Alfonso, sarai più fortunato. E nel frattempo, ascolta me, vai a vederti Le Ali della Vita.
DI Stefy87