Venerdì. Raiuno. Conduce Carlo Conti. Metà cast preso da I Migliori Anni e l’altra dai medley del concertone di Capodanno. Giuria ottuagenaria e più buonista di Suor Germana. Bene, avevo pensato, mia nonna avrà pane per i suoi denti, io mi dedicherò ad altro. E invece no: Tale e Quale, nonostante le caratteristiche che ho elencato (che posso essere considerati sia pregi che difetti, dipende dai punti di vista) ha dimostrato di avere quel qualcosa in più rispetto ai soliti programmi nostalgici e soporiferi made in Conti, ha dimostrato di possedere quel quid adatto ad attrarre anche una platea più giovane ed esigente, quella leggera e quasi impercettibile punta di appena accennato trash (perché in fondo, un varietà di Raiuno deve sempre essere lavato e disinfettato con la soda caustica, sia mai che nonna Orsola venga turbata) che rende appetibile il programma anche ad un pubblico diverso, quel pubblico che accorre abbastanza numeroso su Twitter a commentare le gesta dei dieci concorren.. ops, dei dieci protagonisti (scusate, si sa che con Conti bisogna essere politically correct!).

Prendete per esempio la puntata di ieri sera: Fiordaliso, la vera rockstar di questa edizione, che già alla Talpa aveva dato prova di saper tener testa anche alla Cascella inferocita, nonostante un volto ocra e tumefatto che la faceva assomigliare più a Chucky la bambola assassina che a Gianna Nannini, si è messa a sgambettare sul bancone dei giurati schiacciando due falangi al povero Lippi.

E poi, la perla della serata: le due Gigliole. Una, quella imitata alla perfezione della finora poco convincente Clizia Fornasier (ma è francese? Veneta? E’ un nome d’arte riuscito male?) che infatti ha meritatamente vinto la puntata grazie alla perfetta somiglianza vocale e poi l’altra, quella vera, #lamammadi, l’eroina della scorsa edizione, colei che ha spezzato il cliché di sciura chic e snob barcollando qui e là per il palco per imitare Milva (dopo tre birre grandi).

La Gigliola nazionale è tornata sul luogo del delitto, sempre magra come un giunco, sempre sprovvista di shampoo anticrespo e sempre su di giri come Tiziano Crudeli dopo un gol del Milan.

Appena rientrata da un tour canadese in coppia con zia Iva Zanicchi (Raiuno mi senti? Cosa aspetti a mandarlo in onda? Tra una Zingara e un Alle Porte del Sole secondo me ci sono scappate delle barzellette da 300% di share) si era addirittura dimenticata il nome di Claudio Lippi e ha passato il tempo sbracciandosi per salutare qualunque persona ad ogni latitudine dello studio, abbracciando Conti e la Fornasier/Cinquetti e non riuscendo a formulare un concetto lucido che fosse uno. Una perla insomma. Peccato solo che non le abbiano fatto una sorpresa i suoi adorabili figli: non so voi, ma io avrei pagato per assistere nuovamente a una gara di défilé sulla canna di bambù con Vogue in sottofondo.

Capolavoro trash della serata la Celia Cruz imitata dal fuori gara Gabriele Cirilli: divertente non solo l’esibizione con Cirilli che si è dovuto far venire un vocione alla Cancellieri (non Rosanna, il Ministro) ma anche il seguito in cui il comico continuava a dimenarsi per il palco come un’orca in cattività mentre Conti tentava invano di fermarlo.

E infine lui, Cristiano Malgioglio, presente in studio poiché imitato da Chiara Noschese (che sarà anche figlia di ma non azzecca un’imitazione dall’inizio e questa sera ha esasperato l’accento catanese di Cristiano tramutandolo in un mix tra pugliese e umbro stile Monica Bellucci) e pronto a togliere dalla giacca sue foto con qualsivoglia star mondiale che veniva imitata. La Salemi imitava Anastacia? Ecco la foto di Malgy e Anastacia (“si Carlo, la conosco molto!”), si parlava di Celia Cruz? Ecco la foto dei due. Photoshop e Tina Cipollari scansatevi.

Malgy è il giurato che mancherebbe in quella giuria, pane al pane vino al vino, lingua biforcuta che non ha paura di dire che un’esibizione ha fatto pietà. Conti, pensaci: di vedere Goggi e De Sica che sghignazzano e fingono di dormire mente Lippi parla ne avremmo anche abbastanza.

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