[img align=left]http://img9.imageshack.us/img9/1994/sparl.png[/img] È “Satisfaction” la (brutta) sigla dei [b]bianchi[/b]. I sei superstiti ballano come dei tarantolati mentre tra il pubblico si rivedono le allegre faccine del pubblico parlante di cui non sentiremo mai abbastanza la mancanza, visto ciò che ci è rimasto in eredità. Maria entra in studio e “sfotte” i bianchi, mentre il pubblico applaude qualsiasi cosa che si dica e il suo contrario. Parte Emma con l’esibizione. Perris la accompagna al piano mentre lei canta “Mai più noi due” di Dolcenera seduta su uno sgabello. Niente di più lontano dall’originale, ma in alcuni pezzi (almeno fino al boato del pubblico, che la distrae) questa sorta di versione acustica è convincente. Ecco Emma alla gogna del pubblico parlante (quello pro-blu naturalmente, se no che senso ha?): comincia quella che anni fa fu definita “giovane”, ma ora viene definita “la signora” per ovvi motivi. La domanda verte sul fatto che Emma non sia mai rilassata, che vada fuori di testa per la competizione con Loredana e che domenica, contro Platinette, abbia davvero esagerato. Lei si discolpa ma lo fa con la solita naturalezza di Anna Magnani in coda da quattro ore alla posta. Maria elenca le sfighe della squadra bianca: prima Flauto, poi il naso quasi rotto di Michele che avrebbe potuto costargli la permanenza nel serale, poi Emma spiega che nella squadra ha trovato degli amici e che a fine programma li avrà ancora accanto. La tizia del pubblico, giustamente, ribadisce che queste cose le ha sempre sentite dire e che poi, a fine programma, nessuno calcola più nessuno. Emma recita, non ne può fare a meno, si muove, gesticola. Sedatela. Poi interviene un’altra e Emma la attacca “ma ce l’hai il porto d’armi per le cretinate che stai sparando?”. Oxford? Non finisce più: è l’Emma show. La De Filippi rivela che domenica sera Emma voleva lasciare il programma, chi l’avrebbe rimpianta?

Finalmente si va oltre. Stefano balla la solita coreografia con più oggettistica che passi: diciamo che era più complessa quella che ballò Morgan vestito da donna dietro al “I Want to Break Free” di Chiara a X Factor. Tuttavia c’è ancora spazio per Emma, che si sente pure una ballerina. Bologna, nel pubblico, rivendica la bravura di avere tifato, all’epoca, per Carta e la Amoroso, riconfermandosi di nuovo blu. Secondo lui tra Stefano e Rodrigo non c’è storia, poi gli rimprovera il fatto che non si capisca una cicca quando parla. Effettivamente… Stefano pensa di essere l’equivalente nel moderno di ciò che Rodrigo è nel classico, ma la Celentano lo smonta subito. Arriva Pierdavide, che canta “Una canzone pop”, compiacendo come di consueto la Di Michele. Nel pubblico, pur riconoscendogli una bravura cantautorale, gli viene criticato il suo tenere lo sguardo basso nel parlare con la gente. Eppure tutti ridono e la critica pare un po’ fine a se stessa. “Non si capisce mai cosa pensi, se sei sincero o non lo sei, se sei un po’ cattivello”. Poi si intromette la Celentano: “tu dovresti cercare di essere più naturale, meno meccanico e meno studiato”. In più, dice che le canzoni da lui scritte all’inizio le piacevano, poi pian piano l’han stancata. Passiamo a Grazia. La Celentano le rimprovera una mancanza di spontaneità (la stessa che vede in Villanova e in Pierdavide, per la cronaca). Stefanino si siede al piano e dedica l’esibizione a Davide, a cui manda un forte abbraccio. Molto intensa la sua versione di “Guardastelle” di Bungaro, la Di Michele è a un passo dalle lacrime. Stefanino dice di trovarsi bene da quando è arrivato al serale e di essere molto contento. Scende Michele, criticato preventivamente da Bologna, nel pubblico. Si esibisce comprensivo di calzino bianco sporco che lo fa sembrare un barbone reduce da una rissa (anche per il cerottone al naso). Il tempo di finire l’esibizione e Maria caccia i bianchi. Arriva [b]la squadra blu[/b], che balla e canta sulle note di “Imagine”. Esperimento già più riuscito di quelli degli avversari (almeno fino al pezzo di Loredana). La prima esibizione è quella di Loredana, naturalmente. Canta “Se ne dicon di parole” di Giuliano Palma. Solita rosa dei suoi quindici timbri diversi, ma conferma che è davvero davvero meglio quando canta in italiano. Anche se lo fa saltellando come in una gag di Fiorello. Piovono critiche, “quando canti sembri posseduta, è il caso di chiamare un esorcista, mi metti agitazione”. La finta umile risponde dando del lei: “io vengo posseduta dalla musica”. Lo diceva anche la Yespica parlando di Facchinetti. E poi le critiche proseguono: è una programmata, studia ogni sua mossa, compresa la balbuzie. Tornati dalla pubblicità il tempo stringe e le esibizioni sono ancora parecchie. Parte dunque subito Borana con una variazione tratta da “Giselle”. Il tutù sopra gli shorts blu fa tanto TenaLady ma la Celentano considerando il pezzo preparato in 24 ore è soddisfatta: e ribadisce di nuovo la storia dell’espressione fresca, naturale (rispetto a Grazia, ovvio). Tocca a Villanova ribadire la sua e scopriamo che la parola “orrenda” non rientra nel suo vocabolario: mamma mia quanta classe (…). Dal pubblico arrivano critiche sulla mancanza di presunzione della ragazza che ribatte “Se io mi sento bella non è colpa mia”. Tocca a Matteo con tanto di coppola che interpreta “Maro chiaro”. Il pubblico applaude completamente fuori tempo ma lui non si distrae e porta a casa la sua cantata con la consueta precisione. Sbaglio o l’esibizione dura molto di più delle altre? No, anche senza usare un cronometro, mi sa che non sbaglio… Bagno di folla a fine esibizione: una signora del pubblico però gli rimprovera di non avere presenza scenica, di sentirsi protetto dalla prima posizione in classifica e di sembrare sempre addormentato. Salta fuori che Matteo va a dormire sempre alle 21.30. Il sorriso sulla faccia del ragazzo si spegne. L’umiliazione è andata a segno. Subito dopo balla Elena e che gli altri si preparino in fretta perché “siamo in un vitavdo mostvuoso”. La ragazza balla bene, come sempre, e con l’espressione da maschera della tragedia greca come al solito. In gran fretta poi tocca ad Enrico cantare mentre Maria chiede due minuti in più alla rete. Credo che si possa fare, tanto mi dicono dalla regia che la Toffanin sta facendo un’ecografia. Enrico s’incavola subito con la conduttrice che ridomanda perché non attacchi mai la chitarra in anticipo per guadagnare tempo. Poi canta uno dei suoi pezzi più melodici. Con ancora il toscano sul palco scende Angelo che si esibisce su “Rock with you” di Michael Jackson azzardando anche qualche mossetta di contorno. Mentre canta intanto Zanforlin urla nell’orecchio a Maria “ci sfumanooooo!”. E così subito in coda ad Angelo si passa ai salti coreografati di Rodrigo. Un due tre JUMP, un due tre JUMP, giro giro giro e la variazione è portata a termine, molto bene, bravo, pubblicità.

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