[img align=left]http://img716.imageshack.us/img716/9352/schermata2012245591020a.png[/img] Oggi, ad Amici, lo studio si trasforma per una sfida esterna (interna vorrai dire Luca?), quella tra Lidia e Lorenzo. Il pubblico è diviso in 3 gruppi: persone dai 18 ai 25 anni (gli under), persone dai 25 ai 45 anni (gli over) e quelli dai 45 anni in su (i nonni vocali). La prima ad entrare è [b]Lidia[/b], poi la raggiunge [b]Lorenzo[/b]. I due entrano come due gladiatori in un’arena. Lidia e Lorenzo salgono su una cassetta della frutta rovesciata sopra i lati opposti dello studio. Ma il motivo di ‘sta cosa? Ce lo spiega un rwm: i verdi 10 giorni fa hanno mandato in sfida Lorenzo, lui ha detto che questa scelta è stata fatta perché lui è scomodo. Due cuscini per Lorenzo, grazie. Il cantante giallo non ci sta e critica tra le righe Lidia, definita “copia di una copia di una copia”. Dove con copia di copia di copia si intendono, in ordine, Emma Marrone, Alessandra Amoroso e una mietitrebbia. Il duello a distanza tra i due si è quindi tradotto in una sfida interna. Ogni concorrente canterà tre pezzi, il pubblico dovrà girarsi compatto a seguire il ragazzo in totale adorazione. Poi il pubblico si schiererà eleggendo il vincitore. Tale vincitore avrà un vantaggio nella sfida a squadre di sabato. Siamo contenti ti sia piaciuto Master Chef, Maria. Comincia Lidia con [b]“Call me”[/b]. Le sue adenoidi la fanno suonare all’incirca come quei corni da safari quando si cerca di radunare gli animali. Lorenzo risponde con la stessa canzone, stonando leggermente qua e là. Nel complesso, mi costa ammetterlo, meglio lei. Il pubblico è imbarazzante, soprattutto nell’ultima fascia d’età. Le signore anziane con lo sguardo rapito le hanno prese dalla fila del salumiere alla Coop? La seconda canzone è [b]“Quel posto che non c’è”[/b] dei Negramaro. Anche qui, seppure di poco stavolta, meglio lei. Si chiude col cavallo di battaglia: [b]I’m outta love”[/b] per Lidia. Complimenti per il gusto musicale, Anastacia è morta nel 2004 insieme al format mondiale di Operazione Trionfo. Inglese tremendo, sicuramente l’italiano la valorizza di più. Lorenzo replica con [b]“Angelo”[/b] di Renga e finalmente dà un senso alla sua presenza in studio, nonostante l’imitazione spudorata del timbro del cantante originale.
Lidia rinuncia all’appello: “sono abbastanza intelligenti da capire”. Lorenzo invece si dice sicuro che il pubblico farà la scelta migliore. Boato. Il pubblico si schiera fisicamente da una parte o dall’altra dello studio e il risultato finale è di [b]58-54 per Lorenzo[/b]. Lorenzo ha vinto un’esibizione in più sabato. Lidia la prende bene: “tanto si vede che le età sono nettamente divise”. Una signora anziana dalla parte di Lorenzo le risponde a tono: “a noi ci hai offeso, lui è bravissimo e va bene così”. Un’altra: “la superbia andò a cavallo e tornò a piedi”. Cosa c’entra ora la Marcuzzi? In un attimo è il caos, tutti si parlano sopra, i 20 microfoni di studio vengono aperti contemporaneamente. Torniamo nella scuola. Carlo Alberto non ha accettato il verdetto di sabato di Dondoni che ha premiato Gerardo al posto suo. “Mi ha dato fastidio perdere contro Gerardo, non aveva senso”. Gerardo arriva e Carlo infierisce: “tu non hai senso né qui dentro né nel cantare, da casa premiano i pagliacci”. Carlo Alberto paragona sé e Gerardo al cioccolato e alla sabbia: voi cosa mangereste? Il paragone regge: avete presente che fastidio d’estate quando ti entra la sabbia in bocca? Ora pensate a quando ascoltate Gerardo cantare. Ecco. Gerardo si estranea e si chiede perché siano tutti così stupidi. Carlo Alberto prosegue nei paragoni azzeccati: “è come vedere mio zio e la Dugarte ballare”. Dai, andiamo avanti, è come vedere te e Arisa giovedì scorso in una gara di acconciature sbagliate. Vinto io. A Carlo Alberto proprio non va giù: “tu non sentirti svantaggiato, perché non lo sei. Non hai capito niente…”. Ma Gerardo si mette le cuffie a metà del discorso, troncandolo. Carlo Alberto, arrivato al limite di sopportazione, si rifugia in corridoio cercando di piangere. Arriva anche a stropicciarsi gli occhi, ma niente da fare. Poi, dal nulla, come la Venere dalle acque, Grazia-mivestodavecchia-Di Michele esce da una porta per dargli il suo supporto. Carlo dice di non riuscire a non considerare il pensiero degli altri e crede di mettersi troppo in discussione. “Eppure sembro quello rigido, freddo e antipatico”. Ma scherzi? Sei già invitato al mio the delle cinque per parlar male della D’Urso. Per Carlo la cosa è personale: “io mi do alle persone, ho visto gente che non conoscevo e piangeva quando cantavo”. Non vale cantare alla mensa dei poveri, Carlo Albè. Per Grazia il suo ragazzo ha “una voce attaccata all’anima”. Carlo ringrazia la maestra. Vita di Scuola: Carlo, coi capelli raccolti come la Houston quando annusa i camerini prima di capire se vadano bene per i suoi concerti, si sforza di piangere negli spogliatoi.