Dear Jack: «Il successo? Lo viviamo così per noi non è un’ossessione»

LIGNANO. Alessio, Francesco, Lorenzo, Alessandro e Riccardo non è gioventù . in attesa. Fa. I Dear Jack sono ventenni o poco più - dai ventitrè ai ventisette - e nonostante siano ragazzi dediti alle cose da ragazzi, hanno già sgobbato parecchio. Non sembri, perché l’apparenza a volte frega, che per farsi circondare da orde di babies impazzite basti dare due colpi alla chitarra e uno alla grancassa.

«Ci siamo spremuti tutti, al tempo, - spiega Lorenzo Contarini - e continuiamo a farlo. La musica è passione, sì, ma senza lavoro forte resta un magnifico hobby e nulla più. Sapete com’è la storia? Be’, Alessio e Francesco già avevano un’idea di formazione e il loro progetto si è fuso con le idee di noi tre, ovvero io, Alessandro e Riccardo. Capita che passi dalle nostre parti il bus di Amici. Una selezione va okay, bene anche la seconda, funziona persino la terza. Dear Jack presi. E adesso?».

Intanto c’è un’urgenza. L’annuncio del concerto di domani sera all’Arena Alpe Adria di Lignano. La biglietteria tirerà su la saracinesca alle 18.30. Gli ampli saranno accesi alle 21.30. Più info, eventualmente, su http://www.azalea.it.

- Riprendiamo i fatti, Lorenzo. Dunque, Maria è pronta ad accogliervi. Quindi?

«Panico. Ognuno di noi stava frullando schemi futuri. Il padre di Riccardo, ricordo, disse a suo figlio: “Se non vai ti caccio di casa”. Ci ritrovammmo dentro una bolla. Faticoso cammino. Se sbagli sei fuori. Tensione a mille watt. Esiste un prima e un dopo Amici, poche storie. È un talent che ti mette di fronte ai tuoi limiti. Quel dopo, però, è stato incredibile. Ci sentivamo euforici e con in testa milioni di inpunt utili a tentare di diventare grandi».

- Finalissima: voi e Deborah. Tutti pensavano..., invece...

«Capita. Il disco ha subito stravenduto, conta ciò che accadrà. Se hai steso le basi con coscienza il futuro viene da sè».

- Domani è un altro film, in effetti, riassume la vostra filosofia.

«Guardi, il successo riempie la vita, ma noi non ne siamo ossessionati. Consci della friabilità del concetto. C’è, non c’è, se gli stai dietro impazzisci. Noi, intanto, suoniamo e cantiamo, buttandoci dentro tutto l’ardore possibile».

- Qual è la fan tipo?

«Diciamo dai dieci ai venti. Questo è il target. Con Sanremo si è aggiunto qualche maschio».

- È stato Carlo Conti a risucchiarvi nel meccanismo?

«Una persona speciale, davvero. Sì, lui».

- Forse non tutti sanno che suo fratello Giorgio è il bambino de La vita è bella.

«Siamo cresciuti a mollo nell’arte. In una casa piena di strumenti e di inviti a non banalizzare l’esistenza. Ero piccolino pure io, ma quando lo vidi accanto a Benigni mi emozionai tantissimo. Io, mamma e Giorgio volammo a Los Angeles per gli Oscar. Altra dose pazzesca di adrenalina».

- Dear Jack. Dove salta fuori?

«Alessio è un patito di Jack Skeletron, il protagonista di Nightmare

Before Christmas, di Tim Burton. Avete presente il pupazzetto spettrale? Un po’ assomiglia a Bernabei».
 

- Abbiamo letto che frulla qualcosa con i The Kolors. Vero?

«No, condivideromo lo stesso palco a Verona. Tutto qui».

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