Probabilmente gli artisti non amano che i loro album vengano confrontati fra loro, ma il paragone è inevitabile e automatico.

Ritengo "Naif" un vero e proprio gioiellino pop, forse il punto più alto della sua discografia, perché capace di disegnare in maniera perfetta la cifra artistica di Malika Ayane, che definirei... la cantante contemporanea più anni '60 della musica italiana.

Come le grandi dive di quegli anni, è capace di saltare dalla ballad profonda e straziante al musicarello spensierato e senza pretese.

Nonostante gran parte di "Domino" veda la discesa in campo dello stesso team di "Naif", è evidente che ci sia poco e niente di quel disco in questo nuovo progetto.

E non parlo della mancanza di hit come "Adesso e qui", "Senza fare sul serio" o "Tempesta", è proprio tutto il mood del disco a lasciarmi un po' interdetto.

I suoni utilizzati sono ovattati e rarefatti, ma senza mai risultare leggeri, come accadeva invece in "Naif". "Domino" sembra un disco sotto effetto di morfina. Tutto molto scuro, annebbiato e poco definito, anche laddove si cerchi uno spiraglio per respirare. E la voce di Malika, che è molto "pesante", non è aiutata da certe scelte di suoni, va "snellita" per me.

Persino l'acclamata "Questioni di forma", che magari qualcuno riconosce come possibile tormentone, trovo sia troppo assordante per essere accolta a braccia aperte dal pubblico generalista.

"Domino" lo definirei così: c'è niente dove dovrebbe esserci qualcosa, e troppo dove dovrebbe esserci meno.

Dopo aver ascoltato tutto l'album, è chiaro che "Stracciabudella" fosse chiaramente il singolo da lanciare. Mi sembra l'unico vero ponte fra la nuova e la vecchia Malika. Ma il fatto che già questo sia stato accolto con tante riserve la dice lunga su tutto il disco.

Come già detto da Ouro, c'è molta confusione fra testi, arrangiamenti e melodie.

La traccia che più mi è piaciuta è quella che noto riscontrare meno consensi: "Quanto dura un'ora". La motivazione è lampante, e l'ha descritta Waves: è così anni '80!

La cosa più triste è che nessuna delle canzoni mi ha suscitato un'emozione positiva, una trascinante commozione, o qualcosa di simile. "Naif" invece era una scoperta traccia dopo traccia.

Spero che a Sanremo, che mi sembra un passo obbligato, ci stupisca con qualcosa all'altezza delle altre proposte festivaliere. Nessuna traccia di "Domino" si avvicina a quello standard.

Krishoes ha detto

A me è piaciuta da subito (e devo correggermi sul passaggio in cui ho detto che nessuna canzone mi ha trasmesso un'emozione positiva perché in realtà questa sì). Però purtroppo non ha avuto il sostegno che bene o male lei ha sempre ricevuto (singolo più, singolo meno), anche le radio l'hanno abbandonata. Manca qualcosa anche in "Stracciabudella". Potrebbe essere un singolo migliore con una produzione più ficcante e a fuoco, non spicca, specie nel marasma che la musica italiana è da qualche estate a questa parte.

Insomma, il problema è proprio il concept musicale del disco che secondo me non funziona...

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Non sapevo del rifiuto categorico a Sanremo. Magari i risultati del disco faranno cambiare idea, chissà. Non vedo in che modo risollevare l'era e la Caselli non mi sembra una che lascia andare la barca da sola, senza cercare di mettere una pezza. Non con gli artisti di punta della label per lo meno.  

lo spero, ho visto che nel periodo sanremese ha il tour, però ricordo che anche nina zilli lo scorso anno diceva no a sanremo, dato che non c’era il pezzo adatto. quindi never say never. malika non può essere abbandonata, è un gioiello della musica italiana

@Asp io non sono quasi mai d’accordo sul “se è contenta/o lei/lui va bene così” cioè fa piacere vedere un artista felice di quello che fa, e soprattutto parlarne orgogliosamente, ma è anche brutto vedere come si possa accontentare di poco. io da lei mi sarei aspettato un ritorno con i fiocchi, così da tanti altri artisti che sperimentando sono andati al di sotto delle aspettative. poi la sperimentazione ci sta, ma no un totale stravolgimento. tipo alessandra amoroso con vivere a colori ha puntato sia su brani orecchiabili, sia sulle ballate che l’hanno sempre contraddistinta, ed è andata benissimo; quindi perché non fare così sempre? almeno si è sempre coerenti con il proprio stile senza fare passi indietro. per esempio giusy ferreri dopo i primi dischi ha stravolto tutto e nelle varie interviste ha sempre affermato di non aver mai amato particolarmente quel mondo pop a cui l’avevano associata, e ha preferito dedicarsi a brani più impegnati. poi nelle interviste del 2015 invece ha detto che tiziano ferro e michele canova l’hanno portata su una strada molto attuale scegliendole dei pezzi belli ed orecchiabili, parlandone bene insomma. quindi per non andare off topic, parlo in generale dicendo che molti artisti tra cui malika, dovrebbero sicuramente sperimentare e osare, ma non troppo, altrimenti si torna sempre al punto di partenza rischiando di essere incoerenti.

detto ciò spero abbiano assi nella manica per malika in tempo