1^ ERA, "TUTTI FAN TUTTO" o "ERA MUSICAL"
Saranno Famosi, Amici 2-5

Amici parte in sordina, su Italia 1 al pomeriggio ed è un work in progress grande come una casa. Si parte dal concetto di scuola, lezioni, titolari e riserve, poi arrivano le sfide (con l'introduzione di un giudice esterno dopo che Garrison avrebbe salvato perfino la donna delle pulizie contro una non titolare Laura Pausini) e il serale, in Primavera, per "laureare" il vincitore dopo una serie di sfide.

Tutti fan tutto: i cantanti ballano (e recitano), i ballerini cantano (e recitano), i conduttori ci salutano agli esami di sbarramento. La finale è a sei (o cinque). Vincono tre cantanti e due ballerini. Nessuno sfonda nel mercato discografico, ma si forgiano professionisti del calibro di Giulia Ottonello, Anbeta Toromani, Leon Cino e Andrea Dianetti che si toglieranno le loro soddisfazioni soprattutto in ambito professionale e musical. 

Qualcosa si guasta durante il serale di Amici 5: Raffaele Tizzano (sì, è colpa tua) urla e sbraita, Nicola Gargaglia e Andrea Dianetti si allineano e la spaccatura boys vs girls dà subito agli Sfondrini della situazione l'idea di formare due squadre in sfida per il serale anziché il consueto 1 vs 1. Tolta la parentesi Aquile vs Pinguini (altro che Bianchi e Blu) si torna alle sfide singole, ma con "supporto" di altri concorrenti. Si capisce l'importanza di coinvolgere tutti.

2^ ERA, "ERA DELLE SQUADRE"
Amici 6-10

Amici 6 parte direttamente con due squadre per la fase iniziale: Alfa e Beta (dall'anno dopo Sole-Luna). Al serale, invece, per la prima volta arrivano Bianchi e Blu con sfide decise dal televoto e meccanismi d'eliminazione al limite del comico (la classifica ne salva tot, i professori quanti vogliono, alla fine esce il più inutile, ciao Roberta). È l'era dei 51-49, delle imitazioni, delle Roberte Bonanno e soprattutto delle casette (già viste da Amici 4 in poi, ma quelli erano più che altro loculi dove contemporaneamente ci potevano stare al massimo i Piquadro e Marta). 

È soprattutto l'era del successo discografico. Dopo Angelucci che batte la vincitrice annunciata Karima Ammar (dopo le carte partite erroneamente che la davano vincente su Agata quando lei era ancora in sfida con Angelucci per arrivare alla finalissima con Agata) che non Clicka col pubblico, arriva Marco Carta. Osteggiato da prof e concorrenti, Carta vince col 400% e diventa un fenomeno mediatico tale da interessare anche le case discografiche. 

Da Amici 8, quindi, le Major (quelle dalla dubbia capacità lavorativa, non la KB, la Venus e le altre) arrivano a sedersi dietro al bancone un po' come ospiti, un po' come giudici, un po' come pubblico parlante. Si sfornano Alessandra Amoroso ed Emma Marrone delle Lucky Star, che diventano le due concorrenti più di successo della storia di Amici (ad oggi quasi 2 milioni di copie vendute in due). 

La magia smette di funzionare con Amici 10, che di cantanti bravi ne ha solo una e di potenziali macchine da soldi zero. Lo sdoppiamento del circuito canto-danza ci regala (@GraziaArcazzo) il primo vincitore ballerino dai tempi di Ivan e toglie importanza alla vittoria di #StayStrongVirginio.

PARENTESI ALL STARS
Amici 11

Perché rischiare un altro buco nell'acqua quando i Carta, gli Scanu, le Amoroso e le Marrone tirano ancora così tanto? Amici 11 diventa quindi "Amici All Stars" (ma non potendo convincere cantanti di successo a stare tra i banchi da ottobre a maggio bisogna comunque fingere di prendere gente nuova). Al serale i concorrenti di Amici 11 vengono eclissati dai Big (tornati per un torneo che attira, ovviamente, più attenzione della gara tra i nuovi).

Vince la Amoroso, stabilendo così che tutti gli altri (vincitori e non) sono meno bravi di lei. Karima è quella che ne esce peggio, sparendo perfino dalla compilation e rilasciando dichiarazioni che per fortuna nessuno si ricordava al momento di decidere gli ospiti dello speciale di due settimane fa. 

3^ ERA, "ERA DEI DIRETTORI ARTISTICI"
Amici 12-14

Dopo il buco nell'acqua dei concorrenti coi pigiami a quadratoni serve una rivoluzione. Alla fase iniziale si dà poco peso (maglie nere a caso, regolamento che cambia ogni settimana perché tanto chissenefrega?) e la fase di "corsa al serale" inizia appena finiscono di risuonare le note del We are the champions precedente.

Al serale ci sono loro: i giudici di X Factor i coach di The Voice i direttori artistici. La produzione nella persona della produzione si inventa il rivoluzionario meccanismo che un personaggio famoso o un ex concorrente del programma diventa caposquadra dei Bianchi o dei Blu. Se un concorrente piace a un direttore artistico, questo può metaforicamente premere un bottone per opzionarlo, ma se entrambi i direttori artistici vogliono lo stesso concorrente è lui a decidere da chi andare. 

I direttori artistici diventano gli assoluti protagonisti del serale: litigano, schierano, polemizzano e scherzano coi giurati (ah sì, c'è anche una giuria composta da attori di fiction e Gabry Ponte). Ah, ed è tutto registrato fino alla semifinale (o a volte alla finale), quindi il televoto va in cantina. I 51-49 lasciano quindi spazio ai 4-3, ma si salvaguarda fortunatamente l'alternanza di vittorie tra le due squadre. Così, in otto anni di squadre, non c'è mai bisogno di trasferimenti e rimescolamenti per eccessiva differenza numerica dei componenti. 

Da questa era escono Moreno-è-la-novità e i Dear Jack (che l'immaginario collettivo considererà vincitori al posto di Deborah Iurato). Entrambi stravendono col primo disco e deludono col secondo (il rapper tocca estremi più alti sia in positivo che in negativo, la band si ferma più in basso e, quindi, cala di meno col secondo lavoro). Il trend preoccupante, però, è quello: one hit wonder.