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7 agosto, 2013
Ieri ho visto "Eli" un thriller/horror piacevole, in alcuni punti anche pauroso con un finale del tutto inaspettato e da WTF?
Parla di un bambino allergico a tutto (aria, acqua, luce del sole) e per guarirlo i genitori si rivolgono ad una dottoressa, immunologa, che ha sviluppato un percorso di cura in 3 fasi per i bambini come lui.
Non è un capolavoro, ma gli darei un buon 6.5
Che strano uomo avevo io, con gli occhi dolci quanto basta...
Utente
30 aprile, 2020
Ieri sera ho visto Vivarium, film di genere mistery/fantascientifico uscito da pochi mesi. Trama in breve: dopo aver visitato una casa da acquistare, una giovane coppia rimane intrappolata in un quartiere da cui non riesce ad andarsene. Ai due protagonisti verrà “recapitato” un neonato da far crescere che si rivelerà una presenza decisamente inquietante.
Accorciando la parte centrale del film (che, a mio avviso, ha un po’ allentato il ritmo narrativo) avrebbe potuto essere uno tra gli episodi più interessanti della serie Black Mirror. Ho apprezzato molto alcuni accorgimenti visivi che hanno contribuito a sottolineare le fasi della narrazione. Ad esempio, nella prima parte sono utilizzate soprattutto tinte pastello per rappresentare il quartiere, rendendo l’ambientazione volutamente, in apparenza, idilliaca (alcuni fotogrammi sembrano ispirati ai dipinti di Magritte); a mano a mano che la narrazione diventa sempre più tesa, i colori assumono tonalità più cupe e notturne.
Nonostante il finale, per me, piuttosto prevedibile, è un film che, nel complesso, trovo offra diversi spunti originali in grado di catturare l’attenzione.
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7 agosto, 2013
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7 agosto, 2013
Ieri ho visto questo su Netflix. Sono ancora così
Ah si l’ho guardato anche io un po’ di tempo fa, terribile :-/ ma bello! (Poi l’attore molto figo, sono andato a recuperarmi quel che ha fatto prima del cinema mainstream )
L’altra sera invece ho visto I flagelli di Breslavia, è un film polacco sul quale non avrei scommesso due franchi ma invece è ben fatto e piuttosto interessante, anche se le due protagoniste fanno un po’ paura
Freedom comes when you learn to let go
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7 agosto, 2013
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7 ottobre, 2018
Ieri ho visto Ma, un horror (circa) psicologico con Octavia Spencer, interprete di una donna misteriosa che entra casualmente in contatto con un gruppo di teenager ai quali inizia a mettere a disposizione la propria cantina per fare feste. Col passare dei giorni però il suo comportamento si fa sempre più invadente e inquietante 😱😱 è un film carino, forse prevedibile nella parte conclusiva, ma che in linea di massima rende bene un senso di minaccia strisciante e allo stesso tempo difficile da inquadrare.
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30 aprile, 2020
Ieri sera ho visto The Lighthouse, film dello scorso anno di genere mistery/horror con diversi richiami al mondo gotico.
La trama è incentrata principalmente sul rapporto che si crea tra i due protagonisti, un giovane assunto come guardiano del faro e l’anziano custode. L’isolamento in cui si trovano, il passato misterioso di entrambi, le dinamiche psicologiche che si sviluppano nel corso del film rendono la relazione tra i due uomini complessa, a tratti anche molto violenta. I riferimenti mitologici e le diverse metafore contenute nella trama rendono il film piuttosto enigmatico e non facilissimo da interpretare, almeno a una prima visione (specifico che lo ritengo un aspetto positivo).
Ho trovato l'aspetto estetico uno dei principali punti di forza di questa pellicola. La regia che richiama l’espressionismo tedesco dei primi decenni del secolo scorso, la fotografia in b/n e l’ambientazione cupa rendono questo film visivamente molto affascinante.
Buona prova interpretativa, a mio avviso, da parte dei due attori protagonisti. Su Willem Dafoe non avevo alcun dubbio, me l’aspettavo meno da Robert Pattinson che, invece, mi ha sorpresa positivamente sostenendo in modo credibile il suo difficile ruolo.
Da cineteca la scena in cui il giovane guardiano accede finalmente alla cima del faro per vedere la luce.
Aggiungo, rigorosamente sotto spoiler, una mia interpretazione su alcuni elementi narrativi del film.
È evidente che al termine del film il giovane guardiano sia ormai in preda alla follia e interpreto la luce emessa dalla lente di Fresnel come la metafora della ragione, l’ultimo barlume di lucidità a cui il protagonista si trova di fronte, ma che non riesce a sostenere perché, presumo, sia ormai troppo tardi.
In quest’ottica, sono arrivata a pensare che la figura del custode non sia nemmeno reale, bensì una proiezione della mente del guardiano. Nella prima parte, la perfida severità del custode con le sue vessazioni gratuite potrebbe rappresentare una sorta di punizione autoinflitta dalla sua coscienza per aver desiderato, in passato, di commettere un omicidio (pur non avendo poi messo in atto quel proposito), mentre la ribellione della seconda parte può rappresentare il tentativo di riscatto, uccidendo metaforicamente la coscienza per porre fine alla punizione autoinflitta.
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31 marzo, 2020
Ieri ho visto Tutto il mio folle amore di Gabriele Salvatores, un road-movie incentrato sul rapporto tra un padre (Willi) che solo dopo sedici anni si ricorda di essere tale e un figlio (Vincent) affetto da una forma di autismo.
L'ho trovato carino, non bellissimo, ma piacevole da guardare.
Il tema della malattia è affrontato con delicatezza e rispetto, ma anche con leggerezza e allegria. Vincent è un vulcano di energia, mentre il padre Willi è un cantante squattrinato e autoironico soprannominato il "Modugno della Dalmazia".
Ho trovato particolarmente bravo Giulio Pranno, il ragazzo che interpreta Vincent, che ha sovrastato anche Valeria Golino e Claudio Santamaria che si sono limitati a "fare il compitino".
Ma penso che ciò sia stato non solo voluto ma proprio inevitabile dato che Vincent rappresenta il punto focale di tutto il film.
Utente
7 ottobre, 2018
L'altro giorno ho visto un film che avevo in programma di vedere da qualche tempo e sul quale riponevo delle discrete aspettative, considerandolo un thriller d'autore, cioè L'uomo di neve di Tomas Alfredson con protagonista Michael Fassbender, con un* serial killer che se ne va in giro ad assassinare donne e a 'firmare' i delitti con inquietanti e ghignanti pupazzi di neve. Il trailer prometteva qualcosa di estremamente violento e agghiacciante, il risultato finale a mio parere è un po' blando a livello gore e farraginoso sul piano della scrittura, anche se per fortuna riesce a mantenere desta la curiosità di proseguire la visione per capire chi sia l'assassin*.
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Utente
30 novembre, 2019
Utente
7 ottobre, 2018
Qualche giorno fa ho visto su Netflix un film che consiglio, Forse li conosci (People you may know), un dramma romantico che ho trovato molto delicato e avvolgente, con protagonisti due amici gay alle prese con importanti punti di svolta delle loro vite sentimentali .
Ho visto anche uno slasher, Urban Legend 2 - Final Cut. Il primo capitolo era sicuramente superiore, sia per trama che per scene splatter, comunque questo sequel è guardabile (peccato che il finale la butti un po' troppo sul comico ).
Moderatore - Mentore
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
NotturnoManto ha detto
Qualche giorno fa ho visto su Netflix un film che consiglio, Forse li conosci (People you may know), un dramma romantico che ho trovato molto delicato e avvolgente, con protagonisti due amici gay alle prese con importanti punti di svolta delle loro vite sentimentali .
Ho visto anche uno slasher, Urban Legend 2 - Final Cut. Il primo capitolo era sicuramente superiore, sia per trama che per scene splatter, comunque questo sequel è guardabile (peccato che il finale la butti un po' troppo sul comico ).
Sai che invece a me il finale è piaciuto tantissimo? L'ho trovato perfetto ed adoro quando ci sono queste cose. Ti consiglio anche il 3 anche se è nettamente inferiore ai primi due.
Io ho ripreso la visione thriller/horror e ho visto The Hunt, film particolare e molto interessante per certi versi, sicuramente uno dei migliori splatter degli ultimi anni.
E Bad match, non è originale e a tratti un po' noioso ma regala qualche scena interessante per gli amanti dei thriller.
Moderatore - Mentore
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Ieri ho visto Un amore segreto su Netflix, documentario che racconta la storia d'amore tra Terry Donauhe (giocatrice di baseball durante la seconda guerra mondiale) e Pat Henschel. Le due donne sono state insieme per 72 anni e si sono sposate nel 2015. Il documentario ripercorre la loro vita dagli inizi e spiega perché per anni non si siano dichiarate. Una bellissima storia d'amore. Lo consiglio a tutti.
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