Eminem chi? Vent'anni prima e molto lontano dai quartieri disastrati delle metropoli degli States, il primo pezzo Rap portato al successo da un cantante bianco fu pubblicato nel dicembre del 1981. Si trattava del debutto discografico - lead del primo album 'Einzelhaft' - di un 24enne austriaco discretamente figo, che prese ispirazione per la canzone da un genere molto in voga nei 70's (il Funk) e da sue precedenti esperienze recitative. Il pezzo fu un grande successo commerciale, arrivando alla #1 in mezza Europa, ma non bastò all'interprete per evitare un tragico destino: dopo una carriera in declino, e dopo abuso di alcol e droghe nei 90's, morì in un incidente automobilistico nella Repubblica Dominicana nel 1998. Ma il suo pezzo è entrato nella storia.

Aveva un gusto artistico (e non solo: erano particolarmente amanti dell'esoterismo, praticamente me quarant'anni fa) un po' particolare questo trio britannico - che si chiama in onore della nota canzone di John Lennon -, che fondeva nel proprio stile la musica Soul con la Dance di moda in quegli anni. Nel settembre del 1982 estrassero il primo singolo dal loro secondo album 'In the Heat of the Night' e fu il loro successo più grande. La canzone infatti scalò le classifiche in particolar modo europee, arrivando in Top3 in diversi Paesi e vendendo oltre un milione di copie nella sola Francia.

Le morti tragiche negli 80's non sono mancate. Fra malattie e tossicodipendenza, fu un decennio drammatico. Ma il destino del talentuoso artista statunitense fu forse ancor più scioccante: venne infatti ucciso da due colpi di pistola poco dopo aver compiuto 45 anni nel 1984, dal proprio padre e a seguito di un ennesimo litigio. Due anni prima tuttavia, nel settembre del 1982, fu pubblicato questo singolo - lead del diciassettesimo album 'Midnight Love' - e si trattò del suo ultimo successo: un lampo di sole in un cielo che da alcuni anni si era fatto buio. La canzone andò molto bene negli States e bene in Europa (meno in Italia) e consentì al cantante di vincere finalmente - dopo undici nomination - due Grammy Award.

La canzone dei record. Con oltre 11 milioni di copie vendute - più di 5 solo negli Stati Uniti - siamo di fronte alla canzone di maggior successo di una delle più grandi carriere Pop della storia. Secondo estratto nel gennaio del 1983 dal suo sesto fortunatissimo album 'Thriller', il più venduto della storia ricordiamolo. La canzone che fece di Michael di fatto il Re del Pop prende ispirazione da un episodio realmente accaduto: durante un tour coi fratelli un paio d'anni prima una stalker, successivamente rinchiusa in un ospedale psichiatrico , affermò di essere la madre del figlio di uno dei Jackson, arrivando anche a minacciarli. Ebbene, si chiamava Billie Jean. Grazie a questo pezzo, Michael fu il primo artista di colore a essere trasmesso sull'inizialmente razzista emittente Mtv.

Prima che la figlia Nicole crescesse, facesse amicizia con Paris Hilton e cominciasse a far danni, Lionel aveva ancora voglia di divertirsi e vivere la vita. E lo esprimeva naturalmente in musica, come con questo famoso pezzo uscito nell'agosto del 1983, quale singolo apripista del secondo album 'Can't Slow Down'. Lionel all'epoca era un bel birbantello e infatti ammise di aver inventato di sana pianta le parti di testo non inglese, spacciandole per una lingua africana. Funny. In ogni caso la canzone ebbe un grande successo in Nord America, raggiunse la #1 in diversi Paesi e fu certificata anche in Italia, dove per altro fu il primo clip a essere trasmesso nel 1984 sul neonato canale Videomusic.

Avrebbe dovuto far parte di 'Thriller' di Michael Jackson anche questo pezzo, uscito nel novembre del 1983, almeno secondo il produttore Quincy Jones. Invece l'autore del pezzo l'aveva già promesso alla favolosa cantante statunitense, che lo incise con la band nella quale aveva iniziato la carriera nei 70's. Pur non avendo fatto sfracelli in classifica all'epoca - Regno Unito escluso dove fu veramente una hit - la canzone ha avuto talmente tante cover da essere diventata nel tempo famosissima. Una delle ultime - nel 2015, del produttore tedesco Felix Jaehn e della cantante britannica Jasmine Thompson - fu un successo pazzesco in mezzo mondo in chiave House .

Il buon Lionel era parecchio nerd da ragazzo, tant'è che passava ore sulle panchine dei parchi guardando le ragazze e sognando di approcciarle ma non facendolo perché frenato dalla timidezza. Non tutto il male vien per nuocere, perché questo suo vissuto gli ha poi permesso di produrre questo bel pezzo, uscito nel febbraio del 1984 quale terzo singolo del secondo album 'Can't Slow Down'. La canzone ebbe un grandissimo successo in Nord America come in Europa, valicando persino la cortina di ferro (arrivò alla #3 nella Polonia comunista). Numerose le cover, fra le quali recentemente quella della mia amata Demi Lovato.

Da un ampre romantico al sesso. Non poteva essere che la ruvida voce dell'artista britannico a portare al successo questo pezzo scritto nel 1972 Randy Newman. Oltre che inserita nel decimo album 'Cocker', la canzone - estratta come singolo nell'ottobre del 1986 - fu inserita nella colonna sonora di uno dei film cult degli 80's: '9 settimane e mezzo' con Mickey Rourke e Kim Basinger. La canzone diventò effettivamente un classico da striptease. Infatti, nel 1997 fu Tom Jones a registrarne una versione per lo spogliarello degli squattrinati inglesi in 'Full Monty'.

Gli 80's furono talmente tanto gli anni dell'apparenza, che non tutti riuscirono ad andare in profondità. Come ad esempio i fan della band newyorchese. Quando nel dicembre del 1986 uscì questo quarto singolo estratto dall'album di debutto 'Licensed to Ill' - una canzone che prende in giro le party song in voga allora -, molti la fraintesero e anzi pensarono che i Beastie Boys fossero seri. Il brano diventò il più grande successo commerciale della band - il primo di genere Hip-Hop portato alla ribalta da dei bianchi negli States -, ma nonostante questo i ragazzi non lo amarono molto, tant'è che non lo performarono mai più nei loro live dal 1987.

E proprio nel giugno del 1987 uscì la canzone che fece della Houston definitivamente una star internazionale. Si tratta del lead del secondo album 'Whitney' ed è una canzone che è stata prodotta dallo stesso team dell'altra canzone R&B/Dance di inizio carriera - 'How Will I Know' -. Infatti temi, sound e colori sono gli stessi. Una spensieratezza che nuovamente non fece l'unanimità nella critica, ma che invece fece breccia nelle classifiche: questo bel pezzo arrivò infatti alla #1 in mezzo mondo, Stati Uniti compresi, dove la canzone ha venduto oltre tre milioni di copie. Innumerevoli le cover nei talent, anche italiani, e proprio in Italia è stata Giorgia a inciderne una versione personale nel 2012.

Whitney fa rima con amore. Non solo perché la sua travagliata vita sentimentale è stata al centro delle cronache per anni, ma anche perché ha saputo interpretare in maniera forse eccelsa i diversi lati - da quello spensierato a quello più sofferto - di questo sentimento. Lo fa anche qui, nel terzo singolo estratto nel novembre del 1987 dal secondo album 'Whitney'. La canzone fu scritta da due autori - Billy Steinberg e Tom Kelly - che avevano già prodotti hit del calibro di 'True Colors' di Cyndi Lauper, 'Like a Virgin' di Madonna e 'Eternal Flame' delle Bangles. Questo bel brano fu un successo in particolar modo negli Stati Uniti, dove diventò la sesta #1 nell'ancora breve carriera della cantante.

A differenza di quanto si potrebbe pensare, gli 80's non furono soltanto gli anni dei Blockbuster. Nell'87 arrivò infatti nelle sale l'americano-tedesco 'Bagdad Café' - che a dispetto del nome non c'entra nulla con la capitale dell'Iraq, ma è una commedia atipica ambientata in California -, pluripremiato film per il quale fu composta anche un'interessante colonna sonora. In particolare questa canzone, interpretata dalla potente voce Soul della Steele, che verrà candidata agli Academy Award del 1989 quale miglior canzone originale. In alcuni Paesi europei diventerà anche un successo da classifica, mentre in generale entrerà nell'immaginario comune anche grazie alle numerosissime cover.

Se non sapevate quale canzone scegliere per una qualsiasi categoria, avreste potuto prendere questa: secondo Wiki sono infetti ben UNDICI i generi musicali ai quali appartiene (non sto scherzando). Sicuramente versatile quindi, l'artista britannica è anche una delle poche bianche in questa categoria, dove si presenta con uno dei suoi maggiori successi. Si tratta del secondo estratto (nell'ottobre del 1989) dall'album di debutto 'Affection'. È un pezzo motivazionale, molto amato anche dalla critica, e che farà il botto sia in Europa che negli States. In particolare nel Vecchio Continente poi tornerà alla ribalta diverse volte nei 90's, dato che si prestava a numerosi remix da discoteca.

L'artista del New Jersey - oltre che Regina del Jazz Rap - è percepita come la pioniera del femminismo nell'Hip-Hop: un genere, oltre che black, decisamente maschile. Una certa dose di questa percezione la si deve anche al suo album di debutto, 'All Hail the Queen', pubblicato nel novembre del 1989 e nel quale è inserito questo pezzo. L'allora dicianovenne Latifah, sebbene fosse molto giovane, e avvalendosi della collaborazione dell'altrettanto esordiente rapper britannica, fece subito capire di che pasta fosse fatta . L'album e la canzone non furono un successo commerciale, ma nonostante questo lasciarono il segno e furono molto apprezzati anche dalla critica.