Irene Grandi: La cometa di Halley vs La tua ragazza sempre
Mudimbi: Amemì vs Il Mago
Marina Rei: Primavera vs Un inverno da baciare
Chiara: Nessun posto è casa mia vs Il rimedio e la vita e la cura
Tiromancino: Un tempo piccolo vs La descrizione di un attimo
Diodato: Cosa siamo diventati vs Babilonia
Alice: Nomadi vs Il giorno dell'indipendenza
Samuele Bersani: Giudizi Universali vs Spaccacuore
Nina Zilli: Per sempre vs Sola
Marco Mengoni: Tanto il resto cambia vs Ti ho voluto bene veramente
Malika Ayane: Senza fare sul serio vs Grovigli

Per quanto riguarda Mengoni, nonostante THVBV sia molto più bella di Tanto il resto cambia, ho scelto quest'ultima perchè era il momento più emozionante di un tour meraviglioso, il Tour Teatrale 2012 e quindi la scelgo sull'onda emotiva dei ricordi. 

Irene Grandi: La cometa di Halley 
Sfida che mi ha lasciato leggermente  Sicuramente uno scontro tra le due grandi generazioni di Irene, la più giovane, leggermente grezza ma pura e sincera, e la più matura, divenuta intensa ma sempre graffiante. Tra le due la cometa di halley mi coinvolge molto di più, ha un testo ricco di disegni che posso comprendere e condividere, ben strutturato.

Mudimbi: Il Mago 

Mudimbi ha uno stile che apprezzo molto, riesce a fondere leggerezza e orrecchiabilità, a critica e profondità. Il modo in cui racconta e si racconta mi intriga. Nonostante il gioco svolto sulla tematica dell'ipocrisia nell'essere giudicati, con il richiamo alla grammatica ("il congiutivo" who?) di amemì ben fatto, trovo che il mago riesce ad esplicare comunque al meglio il punto di vista dell'arte di mudimbi, mi piace molto l'atmosfera scherzosa che riesce a costruire, senza perdere la serietà dell'argomento.

Marina Rei: Un inverno da baciare

Qua ho avuto pochi dubbi, primavera è sicuro un brano che ha segnato una generazione, che sprigiona tanta gioia ed è sicuramente simbolo di Marina. UIDB però riesce a far risaltare meglio le sue incredibili capacità vocali e comunicative mischiandole ad una sperimentazione che si riesce a coniugare molto bene rendendo interessante il pezzo.

Chiara: Nessun posto è casa mia 

Chiara è sicuramente molto sottovalutata, mi sarebbe molto piaciuto vedere qualche pezzo più nascosto che mi avrebbe entusiasmato. Trovo dei lati positivi in entrambi i pezzi, però prediligo NPECM . A mio parere è il miglior pezzo sanremese di Chiara,  lei riesce a costruire una storia credibile con eleganza, e infine ho anche dei ricordi personali legati al pezzo. Risuona un'inadeguatezza nei diversi luoghi, una sofferenza, che poi ricade nella presa di coscienza in cui si rende conto che cercava la gioia negli aspetti errati.

Valentina Giovagnini: Il passo silenzioso della neve 

Una delle mie sfide preferite, un'artista che spesso ho sottovalutato anche io, due pezzi molto intensi. Il lavoro de IPSDN mi ha sempre colpito, anche inaspettatamente visto la tipologia dei miei ascolti. Mi piace il contrasto tra le strofe robotiche, e il ritornello liberatorio; adoro l'utilizzo di suoni etnici e celtici, che mi hanno da sempre intrigato. Anche TMFV riesce a catturarmi, delicato ma non anonimo. Il mio voto è risicato, mi ha colpito di più sin da piccolo.

Tiromancino: Un tempo piccolo 

Se l'altro anno avevamo i due pilastri generali, anche quest'anno non si scherza e ci sono altre due colonne portanti. Una sfida sofferta, non facile. Anche se la dolcezza (e il video con la mia amata paola) de LDDUA mi ha spesso emozionato, la storia narrata da UTP riesco a cucirmela meglio addosso, l'intelaiatura sulla tematica della crescita e dei ricordi, le parole mi conquistano una ad una, dei passaggi degni di una poesia.

Alice: Nomadi 

Un'altra sfida che mi ha conquistato. Ero già sicuro di vedere un exploit di "per elisa", che avrebbe fatto perdere gran parte della bellezza della sfida. Invece con queste due piccole perle, riesco a conoscere meglio Alice. Ho scelto Nomadi, poichè l'altisonanza della timbrica di Alice riesce a far nascere un'atmosfera epica, e la narrazione mi culla tra bellissimi stati d'animo. 

Samuele Bersani: Giudizi Universali 

Una sfida fin troppo prevedibile, però magica. Due pezzi che hanno scritto la storia cantautorale italiana. Sono immensamente legato ad entrambi i brani, però non posso non far cadere la mia scelta su giudizi universale. Una canzone difficilissima da svolgere vocalmente, un testo unico, una fragilità che si mantiene vivida, in cui però riesce a risaltare l'impatto della storia, e la malinconica fine.

Nina Zilli:  Sola

Una sfida molto toccante per una grande artista molto sottovalutata. Nonostante la potenza di Per sempre, e tutta la storia ad essa legata, io sono sempre stato #teamSola. Un blues così raffinato ed elegante, Nina riesce ad esplicare a 360° le sue radici musicali, incanalandosi nella sfaccettatura più rappresentativa per la sua timbrica anni 50. Non manca il dolore, e la successiva nascita del coraggio nel crescendo. Magnetica.

Marco Mengoni: Tanto il resto cambia 

Penso che non avrei mai svolto queste scelte, però bisogna ammettere che data la sua discografia, era prevedibile non ritrovare i pezzi aspettati, per l'eccessiva presenza di ottimi brani. Nonostante io sia il primo a riconoscere l'incredibile impatto emozionale di THVBV, anche se meno di altre ballad, preferisco dare il mio voto alla scelta di TIRC, dove Marco riuscì già a scoprire il suo talento comunicativo, è un pezzo comunque molto forte, che mi ha intrigato maggiormente.

Malika Ayane:  Grovigli

La scelta tra le due facce della medaglia della musica di Malika è stata tra le più complesse per me, ognuno dei due pezzi presentava punti di forza imprescindibili. SFSS è sicuramente per me un'ottima rappresentazione di una hit riuscita da tutti i punti di vista, segnante, radiofonica, di qualità. Io la adoro. La teatralità di Grovigli è veramente straziante, l'angoscia di fondo nell'arrangiamento e nell'interpretazione mi fa palpitare, un coraggio in un brano difficile da far arrivare. Grovigli mi ha scatenato qualcosa in più, però il voto più duro per la contrapposizione più netta.

Irene Grandi: La cometa di Halley

Sono innumerevoli le canzoni che parlano di amori in crisi e che si nutrono di effimere illusioni, ma "La cometa di Halley" trovo sia tra le più convincenti, riuscendo a raccontare queste problematiche in modo non banale. Mi piace che non sia un brano autocommiserativo - come ci si potrebbe aspettare da un brano che tratta questa tematica - ma che, anzi, affianchi ad alcune sonorità più nostalgiche altre decisamente più energiche. A livello di melodia trovo abbia alcuni spunti piacevoli (per quanto, su quest'ultimo punto, non mi entusiasmi). 

Marina Rei: Un inverno da baciare

Su questa sfida ammetto di non aver avuto dubbi. UIDB la trovo più ricercata, più spiazzante, più sperimentale e coraggiosa. Trovo davvero strepitoso il connubio tra la vocalità di Marina Rei e quelle sonorità più ipnotiche e distorte.   

Chiara: Nessun posto è casa mia 

Mamma mia, che bella sfida  So che molti apprezzano di più brani come "Straordinario", ma per me "Nessun posto è casa mia" è tra le sue canzoni più belle. Un'attitudine molto più essenziale e minimal (cosa che trovo comunque funzionale all'interpretazione del testo), un pezzo privo di qualsivoglia sovrastruttura e che trovo molto raffinato, in cui il timbro di Chiara riesce ad emergere in tutta la sua eleganza.   

Valentina Giovagnini: Il passo silenzioso della neve

Altra scelta su cui non ho avuto molti dubbi. Affascinante, ha delle influenze sonore che amo, a partire dai richiami celtici. Magica. 

Tiromancino: Un tempo piccolo 

Dio mio che voglia di rivedere la lite tra Zampaglione e Frankie Hi-NRG. A parte questo: ho scelto di votare "Un tempo piccolo", che ha una dolcezza (sia nel testo che nella melodia) che adoro.  

Diodato:  Babilonia

Sicuramente la sfida più difficile. Due gioiellini, pure abbastanza diversi tra loro, di un artista che amo. "Babilonia" la preferisco per il testo, "Cosa siamo diventati" per la melodia. Alla fine, essendo comunque due brani che ho ascoltato più e più volte, mi sono basata superficialmente sul numero di ascolti e Babilonia mi sono ritrovata ad ascoltarla un po' più spesso.

Alice: Nomadi

Alice  "Nomadi" è un brano che adoro, anche nella versione di Giuni Russo. Lo trovo un brano molto raffinato ed elegante - quasi solenne - e la voce di Alice riesce a risultare "piena" ed eterea allo stesso tempo.  

Samuele Bersani: Giudizi Universali 

La trovo semplicemente stupenda. Bella anche "Spaccacuore", ma sinceramente "Giudizi Universali" è un brano che trovo unico nel suo genere, privo di eccessi e sovrastrutture, molto diretto. L'emblema della differenza tra un brano "semplice" (ma efficace) e "semplicistico". 

Nina Zilli: Sola

Amo entrambi i brani scelti, ma ho una venerazione per le sonorità soul e blues di "Sola". Lo trovo un brano molto intimo, che si presta benissimo alla timbrica di Nina. Lo reputo molto internazionale, a partire dal genere e dal testo (che trovo abbia adottato vari leitmotiv appartenenti al genere, a partire dalla ripetizione di "blues" nel testo). 

Marco Mengoni: Ti ho voluto bene veramente

Questa è stata un'altra scelta che ho trovato tutto sommato facile. Non certamente per demerito del pezzo avversario, ma di THVBV amo il testo e trovo sia tra i pezzi più belli di Mengoni sia per arrangiamento che per testo. Un meraviglioso racconto di un viaggio interiore, permeato da una certa malinconia (nel senso più positivo del termine), in cui si alternano parti più riflessive ed intimistiche a sonorità decisamente più complesse e sfaccettate.  

Malika Ayane: Grovigli

Malika Altra sfida tostissima. Amo "Senza fare sul serio", ma ho una leggera preferenza per la Malika Ayane più malinconica e delicata, che quasi sussurra le parole. Era da un po' che non ascoltavo Grovigli e sono stata contenta di aver avuto l'occasione di riascoltarla. 

Krishoes vs drugo92

JoJo