Utente
7 agosto, 2013
16. REGNO UNITO / alessandrino
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PLAYLIST SPOTIFY
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PLAYLIST YOUTUBE
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COME SI VOTA
Tutti i concorrenti in gara in questa semifinale sono chiamati a votare (pena l'esclusione) inviando un messaggio privato a @Krishoes con la classifica delle dieci canzoni preferite in stile Eurovision (12-10-8-7-6-5-4-3-2-1) entro venerdì 19 febbraio alle 20. Non è possibile auto-votarsi.
Facoltativo il voto degli appartenenti alla seconda semifinale. Se voterà più del 40% degli stati, le loro classifiche saranno contate come singole. Se invece meno del 40% esprimerà il proprio voto, le loro classifiche saranno accorpate in un'unica classifica, che si unirà a quelle dei partecipanti regolari alla semifinale.
Le prime tredici canzoni classificate passeranno in finale.
Utente
7 agosto, 2013
Buon Earthvision a tutti! La prima semifinale è ufficialmente aperta e lo sarà fino alle 20 di venerdì 19 febbraio.
Taggo i partecipanti:
@Gabbo @Rio91 @monechiapi @Alpha @sparso @Scio16
@Oblivion. @smiley @BlueBlau @kowalski @Gennz @Evil
@Bigboj @bilirubina @robyfederer @alessandrino @xello @Alby
@Edre @NotturnoManto @JoJo @Iry8 @DGS
Il voto è aperto anche agli appartenenti all'altra semi.
Da questo momento potete postare le vostre presentazioni!
Utente
24 ottobre, 2013
Dead ahahahah
L'india era la mia seconda scelta, stessa cantante e canzone. Sarò la monechiapi di questa edizione?
La corea che porta la mia canzone kpop del 2020 we love it! Degli altri alcuni li ho sentiti (forse anche troppo hope), altri solo di nome, e altri ancora no idea who they are, ma mi sembra fortissima come semi
Moderatore - Mentore
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
"Mostriamo il nostro vero io senza alcuna paura. Spargi la voce.". Con queste parole, il 23 maggio 2019, Chaild presenta al mondo Artificial, un vero e proprio inno a tirar fuori noi stessi e a mostrarci senza sovrastrutture o costruzioni, a sentirci liberi senza aver paura di esserlo.
Dal 2018, Chaild è il progetto solista dell'oggi ventunenne Adriano Lopes Da Silva, già Adrian. Tra i cantautori più promettenti della scena musicale del Granducato di Lussemburgo, Chaild si presta a diventare una personalità artistica sempre più apprezzata in Europa, lasciandosi apprezzare anche oltre i confini del piccolo stato.
A sei anni comincia a studiare pianoforte e viene subito attratto dal pop. Col tempo, ascolta e ammira le grandi star internazionali, su tutte Lady Gaga, ma anche Adele, Lana Del Rey e Sia. Abbandona la scuola molto presto per dedicarsi alla musica, cercando sonorità ed atmosfere raffinate, lasciandosi influenzare dall'elettropop e dalle culture musicali inglese, portoghese e italiana (la sua famiglia ha lontane radici nel nostro Paese), ma anche dall'interesse per la spiritualità e per la letteratura. Il suo stile, unico e riconoscibile, lo porta a lasciare il segno in molti Festival e ad aprire concerti importanti come quello di Mahmood in Lussemburgo.
Guardando il mondo con gli occhi di un fanciullo, da qui la scelta di chiamarsi Chaild, uno degli obiettivi della sua arte è quello di rompere le opprimenti norme sociali. Lo fa attraverso la musica, i videoclip che portano la sua firma, ma anche attraverso la moda. La ricerca della stravaganza, di uno stile gender fluid nell'immagine e nella sua opera, qualcosa che possa dar voce ad un'intera generazione di queer che desidera potersi esprimere ed essere ascoltata. In questo senso, Artificial è a mio giudizio la canzone manifesto del suo progetto.
(Scopro ora che la riproduzione del video su altri siti è disattivata, può essere visto solo qui --> CHAILD - Artificial - YouTube ... merita molto!)
Ho scoperto Chaild per caso poche settimane fa, letteralmente indagando su quali fossero gli artisti in circolazione in Lussemburgo in questo momento. La prima canzone che ho ascoltato è stata proprio Artificial, che mi ha subito rapito per lo stile, per un videoclip così meravigliosamente glamour e poi, spulciando il testo, per il bellissimo messaggio che Chaild vuole dare.
"La mia musica è molto personale e dolorosa. Evoca le mie personali paure, tra cui la paura dello sguardo degli altri. Per molto tempo mi sono domandato se fossi all'altezza. Ho sempre avuto paura di essere giudicato. Mi sono auto-censurato per tutti questi anni".
Se non siamo liberi di essere ciò che siamo, se viviamo mettendoci una maschera e nascondendo noi stessi, allora stiamo vivendo una bugia. Con Artificial, Chaild parla a se stesso e agli altri: "Sei tu che decidi cosa vuoi fare della tua vita".
La musica si fa potente. "La musica deve essere grande e maestosa. Il contrario del mio nome di scena. È l'ossimoro che definisce la mia arte, la mia personalità e tutto ciò che aspiro a fare". La maschera cade e finalmente la nostra vera anima si mostra con orgoglio, si ribella all'artificiosità, al dolore, alle catene. Senza alcuna paura.
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
ASHWARYA
B I R Y A N I
“ASHWARYA seems poised for global domination.” – PAPER MAGAZINE
“...ASHWARYA taps into Billie Elish’s hall-of-mirrors pop: conspiratorial and teasing verses as buzzing bass balloons into firefly synth patterns.” – THE GUARDIAN
“Combining her roots in Indian culture with flashes of electronic, pop and hip-hop brilliance, it’s become clear that newcoming Melbourne musician ASHWARYA is the future.” – PILERATS
“I was legit eating Biryani and thought to myself how damn good it is. How when all the right ingredients come together, it's like no other. I knew I had to write a song about it” – ASHWARYA
L'idea che prima o poi ci sarà un nuovo Earthvision mi stimola a cercare nuova musica durante l'intero anno. Ho scoperto ASHWARYA proprio in una delle mie "ricerche earthvisive". Controllando tra i consigliati per un'artista di origini filippine scoperta qualche mese fa, finita poi tra le mie seconde scelte, ho notato il nome "ASHWARYA" e ho deciso di ascoltare qualcosa di suo. Amore a primo ascolto, ho divorato la sua discografia. Non che sia una cosa così complessa, visto che ha rilasciato solo tre brani. Però 2/3, tra cui ovviamente BIRYANI, sono diventati i miei ascolti più frequenti di gennaio. ASHWARYA è nata in India, ma vive a Melbourne. Fun fact: tra gli artisti consigliati sulla sua pagina Spotify c'è niente di meno che CXLOE, la vincitrice dello scorso anno. Che coincidenza pazzeschina.
We love coincidenze. We trust coincidenze.
Ma we found out che le coincidenze spesso non sono coincidenze perché:
smiley ha detto
L'india era la mia seconda scelta, stessa cantante e canzone.
E we also found out che so di quali giudici circondarmi quando organizzo giochi perché:
Fosky ha detto
Edre che mi frega nazione e artista
E we also also found out che per questo esatto motivo, dopo soli tre post, ho già un target sulla mia schiena più grande della creatività dei brani di ASHWARYA, che fondono sonorità pop next generation con l'originalità ritmica dei classici brani indiani provenienti da Bolliwoood! WHEW! WHAT A TREAT! letteralmente perché il biryani è un piatto
BIRYANI non è realmente dedicato al piatto indiano con lo stesso nome, che impareremo insieme ad Ashwarya a cucinare nel prossimo inserto di questa presentazione. Parla dell'ossessione che nasce per qualcuno quando lo si inizia a conoscere. Da qui, il paragone col proprio piatto preferito, un qualcosa di cui non si riesce a fare a meno, in cui sembra che tutto sia al posto giusto.
Il brano è costruito attorno a questo concetto, ricalca la trance ossessiva in cui si entra quando si è folli di qualcuno - o quando si mangia troppo e non si riesce più a ragionare lucidamente. Tra cambi di tempo e melodia, l'uso dell'hindi, un pre-chorus in cui è sfruttato un campionamento del pungi (il flauto degli incantatori di serpenti, ndr) e un testo al limite dell'ossessivo, Ashwarya mostra, in Biryani, alcuni elementi peculiari e unici della sua - per ora limitata, ma imho promettente - discografia. Non potevo perdere l'occasione di presentarla.
tl;dr - Mi piace la cantante, mi piace la canzone, volevo giocarla. E siamo qua.
Lascio il video e un estratto di un'intervista in cui ASHWARYA racconta come sia stato realizzato.
"I ended up shooting it in my garage, inside of a 55-gallon barrel where I performed to a 360 GoPro, no crews. My dad helped me pump the paint until it eventually drowned me. It was as DIY as it gets in terms of set up. Looking back on it though, it was such a sick experience, but I'm not going to lie: I was slightly traumatised by it"
Nuova Zelanda
Kimbra - Top Of The World
Ho pochissimo tempo per questa presentazione, ma ci tengo comunque a dirvi due parole.
Ho scelto Top Of The World di Kimbra perché rappresenta in toto un bell'inno al coraggio e al cambiamento, cambiamento di cui lei stessa si fa portavoce stravolgendo totalmente la sua immagine e la sua musica, entrambe sue caratteristiche che prima di questo album, Primal Heart, non mi facevano affatto impazzire.
Invece Top of The World dopo un due/tre ascolti mi si è infilata nel cervello e ancora dopo oltre un anno non se ne vuole andare.
L'ho già usata in un altro contest musicale altrove, simile a Earthvision, con scarsi risultati. Ma per me merita un'altra chance!
Tra l'altro, dopo aver avuto la sensazione che il nostro Mahmood per il video della splendida Rapide abbia preso a riferimento in alcune scene quello di Top of the World, mi sono ancora più convinto della forza di brano e videoclip nel suo intento inspirational.
E' una grower e vi consiglio di guardarla col video, perché a me lascia incollato ogni volta.
Buon ascolto e buon game!
Game Ranking Winner 2018/2019
Utente
4 marzo, 2015
Utente
27 febbraio, 2020
En Stund På Jorden è una canzone che conosco già da qualche anno, l’ho sentita per la prima volta durante una vacanza in Svezia grazie a una mia cugina di secondo grado che è infatti svedese. Una sera avevamo programmato di rimanere in casa per vedere un concerto a Stoccolma con vari artisti, e dato che Laleh era una di questi e a mia cugina piaceva, ha pensato di farmi ascoltare una delle sue canzoni preferite. Non conosco affatto la lingua, ma la combinazione melodia e voce mi ha molto incuriosita da subito, perciò me la sono fatta tradurre tutta, mentre guardavo rapita le ballerine del video esibirsi in quella strana danza. Dopodiché, è una canzone che ho ascoltato a più riprese negli anni successivi, affascinata anche dal suo significato.
E quindi riporto il testo per intero, per vedere se riesce a colpire voi con la stessa forza con cui ha colpito me:
STROFA 1:
Jag såg hur vi var stjärnor
Ho visto come eravamo stelle
Som landat i havet
Atterrate sul mare
När vi tog första stegen
Quando abbiamo mosso i primi passi
Ifrån oceanen
A partire dall’oceano
Det slog mig den gången
Mi ha colpito, quella volta
När vi vadade fram genom vattnet
Quando abbiamo solcato le acque
Jag la mig på marken
Mi sono distesa per terra
Och tackade himlen
E ho ringraziato il cielo
Att vi fick stiga på land
Di aver potuto mettere piede sulla terra
Att vi fick känna på sanden
Di aver potuto sentire la sabbia sotto i piedi
Nu kan vi säga
Adesso possiamo dire
Att vi har varit på jorden
Di essere stati sulla terra
RITORNELLO:
Ja, jag var där
Sì, io c’ero
Hur underbart var det!
Quanto è stato meraviglioso!
Hur underbart var inte det!
Quanto non è stato meraviglioso!
Jag var nära, jag var nära
Ero vicina, ero vicina
Jag var nära, jag var där
Ero vicina, ero lì
En stund på jorden
Un momento sulla terra
En stund på jorden
Un momento sulla terra
Jag var nära, jag var nära
Ero vicina, ero vicina
Jag var nära, jag var där
Ero vicina, ero lì
En stund på jorden
Un momento sulla terra
En stund på jorden
Un momento sulla terra
STROFA 2:
Jag vann över bergen
Ho conquistato le montagne
Jag delade på havet
Ho separato i mari
Jag var den starkaste av oss
Ero la più forte di noi
Men den svagaste ändå
Eppure ero la più debole
Jag fick hålla dig i handen
Ho dovuto tenerti per mano
När du fick lämna dina drömmar
Quando hai dovuto lasciarti i sogni alle spalle
Och försonas sen med tiden
E poi ti sei riconciliato col tempo
Jag fick se dig tacka livet
Ho potuto vederti grazie alla vita
Trots allt, nu kan vi säga
Dopotutto, adesso possiamo dire
Att vi har varit på jorden
Di essere stati sulla terra
RITORNELLO.
Dunque è una canzone che celebra la vita, l’essere presenti sulla terra. È un qualcosa che io per prima tendo a dare per scontato, nei momenti di tristezza, in quelli di sofferenza, in quelli di noia. Quando il mondo sembra andare sempre per il verso sbagliato. Eppure noi ci siamo. Siamo qui. Non è una sensazione inebriante? Anche solo per una piccolezza come aver sentito la sabbia sotto i piedi, non è stato meraviglioso? Anche se abbiamo passato un anno molto difficile per tutti, e ci sembra di non poterci godere appieno la vita in queste condizioni, siamo qui, non è già di per sé qualcosa di incredibile, da apprezzare? Una canzone come questa mi fa sentire che tutto il resto è superfluo, perché sono parte di qualcosa di più grande, di un’umanità che ne ha passate così tante, e che in qualche modo riesce sempre a rialzarsi in piedi. Con i suoi difetti, le sue brutture, ma tanta, tanta voglia di vivere.
Così prende significato anche quel ballo che mi sembrava così particolare: è un movimento quasi primitivo, istintivo, liberatorio. È un ballo viscerale. Lo sento dentro di me, perché in fondo penso sia un ballo che, come la canzone, fa parte di tutti noi.
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