Poiché non avevo indicazioni precise su chi fosse stato apprezzato o meno tra i miei, ho scelto di giocare in questo ripescaggio i Purity Ring. Sono una sorta di collante della squadra quanto a sonorità, nonostante non riprendano il tema linguistico di altri, e - a parte ciò - sono tra i miei artisti preferiti di sempre.

In loro, di base, c'è tutto ciò che amo della musica che ascolto. Sono sempre stato un grande fan della musica con richiami elettronici e cupi, un buon 70% delle mie playlist è di questo genere. Dovuto un po' all'insieme tra l'essere cresciuto ascoltando i Depeche Mode, band preferita di mia madre, e all'aver iniziato a cercare autonomamente musica intorno al 2010, quando ancora andava di moda la musica emo e anche una parte del pop inseriva elementi inquietanti su melodie non eccessivamente complesse (penso a Kerli, Disturbia di Rihanna, una parte della discografia di Avril Lavigne e la Lady Gaga di The Fame Monster). Non è strano, allora, che io sia così tanto fan dei Purity Ring, racchiudono tutto questo nella loro musica. Aggiungendo un altro dettaglio importante: i testi.

Avendo sempre ascoltato musica in inglese, per me i testi sono arrivati dopo il sound, quando ho iniziato a comprendere e parlare la lingua inglese ad un livello più decente di quello delle scuole elementari. E in quegli anni stavo riscoprendo le grandi band del passato, in particolare i Pink Floyd, e iniziando ad approcciarmi alle nuove band alt-rock e folk che iniziavano ad imporsi sul mercato, come Florence + The Machine, Of Monsters and Men, Mumford & Sons. Un punto in comune di queste band sono i testi evocativi e metaforici, che non si ritrovano spesso nella musica pop. Anche qua, alla scoperta dei Purity Ring ho avuto questa sorta di "rivelazione" di una band in grado di associare testi evocativi a quei sound pop che ho sempre e comunque amato.

I due brani che ho scelto - un singolo promozionale e un live - mostrano questi due aspetti e il modo in cui, pur prevalendo l'uno sull'altro a seconda dell'intento del brano, si mescolano mantenendo sempre e comunque una quota forte e riconoscibile per la discografia dei Purity Ring.

i like the devil (che è scritto in modo stilizzato ma, in realtà, sarebbe "I, Like The Devil", ossia "Io, come il diavolo") rappresenta l'aspetto testuale, ed è una canzone di protesta di stampo femminista. Ha uno dei testi e significati che preferisco in tutta la discografia dei Purity Ring, perché analizza la dicotomia tra demonizzazione e deificazione della donna. Il brano parte con un richiamo al passo biblico della Genesi in cui Eva, in rappresentanza del genere femminile, viene condannata al dolore del parto e alla soggiogazione all'uomo. Megan James, la cantante dei Purity Ring, è cresciuta in una famiglia religiosa e tradizionalista, e in quel verso ricorda la madre che, a tutti gli effetti, si caricava addosso il peso del benestare di tutta la famiglia solo perché credeva che quello fosse il suo unico ruolo al mondo nonché la chiave per la felicità. Questo tema è ripreso anche dalle altre strofe, in cui si condanna questo aspetto: nella storia dell'uomo la donna è stata demonizzata quando libera e deificata quando soggiogata, imponendo la mentalità che la felicità si ottenga diversamente in base al genere. Ma è una felicità imposta dall'alto, quindi non reale. Per questo, nel ritornello, Megan ripete che "I, like the devil, can fly / I, like God, can fly", perché in ogni persona, al di fuori del genere e qualsiasi altro aspetto, convivono aspetti positivi e negativi, ma non ci negano la possibilità di "volare", andare oltre quello che ci è consentito.

Sea Castle, al contrario, rappresenta l'aspetto evocativo e musicale. A tal proposito, ho deciso di giocare un live per mostrare i Purity Ring all'opera con una performance su un palco. I loro video musicali risultano sempre ben studiati e con un'estetica particolare, ma questa capacità viene trasmessa anche al setup dei live. Si sentono sempre discorsi su come l'estetica possa superare la musica in sé, ma a mio parere sono due aspetti complementari e imprescindibili per formare un'esperienza unica nell'ascoltatore. Tutte le performances live dei Purity Ring mantengono un filo conduttore estetico con i video e le produzioni musicali dei brani, per dare vita a qualcosa di veramente immersivo. In più, Megan ha una voce che live rende benissimo, trovo sia quasi impossibile distinguere tra live e inciso. Anche qui, tuttavia, c'è una componente testuale che trovo molto interessante. Il mare di cui parla il brano è il "mare interiore" di una persona, l'insieme di tutte le proprie esperienze, sensazioni, emozioni; quel mare che può avvolgere un'altra persona a noi amata nel dirle che ci siamo, che la comprendiamo, ma anche quel mare che gli altri potrebbero non vedere in noi, e non vedendolo non riescono a comprendere le nostre intenzioni. In un altro contrasto di temi, i Purity Ring parlano di questo mare sia come agitato di fronte a chi non ci comprende, sia come pronto a cullare chi ci ama, lasciando intendere che il soggetto a cui si rivolge il brano sia lo stesso in entrambi i casi. Questo "non riuscire a vedere il mare che è in grado di cullarti", quindi, può essere vista come una metafora di un amore che non funziona.

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Concludo con il cadeau. Sono molto felice di aver beccato France Gall, nonostante fosse originariamente la mia quarta scelta, perché... Ho trovato questo brano, not gonna lie. Mi vedevo già a schierare il suo brano con cui ha vinto l'ESC (che amo, per carità, ma lo trovavo un poco scontato) per disperazione. Diego libre dans sa tête è un brano di denuncia contro le dittature sudamericane degli anni '70 di Pinochet e Videla. Racconta di un dissidente politico incarcerato per la contrarietà alle politiche dittatoriali (il brano cita il "pensare delle parole troppo forte") che resta comunque libero di continuare a pensare, nonostante tutto. Scritto originariamente da Michel Berger e France Gall, è un po' il caso di studio "alla francese" dei brani originariamente interpretati da un artista che hanno raggiunto il successo con un altro. La versione originale, che ho portato in gioco nella versione rimasterizzata nel 2004, non ebbe lo stesso successo della cover, un po' più sensazionalistica (?) nel cantato. Personalmente, trovo che l'interpretazione delicata e commossa di France Gall sia molto più centrata e molto più attuale rispetto a uno stile di "canzoni contro la guerra" da anni 70/80 che puntavano molto sull'emozione facile. In più, l'essere un brano evocativo e diverso da quelli più scanzonati per cui è nota France Gall, colloca Diego libre dans sa tête nel terzetto in maniera sensata, nonostante sia totalmente diverso per genere dai Purity Ring.

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E questo è quanto