In particolar modo il brano segue le tre fasi di vita (infanzia, età adulta, vecchiaia) di un individuo spesso messo di fronte a difficoltà ed imprevisti; il celebre coro ‘We will we will rock you’ non è altro che un continuo tentativo di trasmettere carica e sostegno morale.

A me personalmente quel stomp, stomp, clap sound (battito ritmico di piedi e mani) ha trasmesso sempre carica e forza.

You better lose yourself in the music, the moment
You own it, you better never let it go
You only get one shot, do not miss your chance to blow
This opportunity comes once in a lifetime 

Lovers in the night

Poets trying to write

We don't know how to rhyme

But, damn, we try.

Per carattere tendo a essere spesso rinunciatario, pensando che a volte è inutile anche solo provare quando non si è sicuri di riuscire. Attraverso queste poche righe mi vengono date la carica e la voglia di dirmi che anche se non sono sicuro di saper fare una cosa devo almeno provarci, poi si vedrà. 

Quando ti alzi la mattina…e sai che devi affrontare una giornata dura, sai che devi prendere decisioni che non riguardano solo te, ma la vita di altri…..caffè e David Bowie a palla…e affronti la giornata….e dici a te stesso…..almeno proviamoci

In realtà non credo ci sia bisogno di una presentazione. Per me, Iron è il brano capace di "caricare" in assoluto, è stato già usato in trailer, come sottofondo di momenti epici, a sottolineare quanto questo brano sia in grado di dare una carica allucinante. I toni cupi e, come già detto, epici, contribuiscono a dare la sensazione di una motivazione quasi incazzata, in grado di infondere forza in chi ascolta. Non credo ci sia altro da aggiungere, spero che il brano comunichi a voi quello che comunica a me.

Questa canzone nasce da un'intuizione a dir poco geniale da parte di Miss Nina Simone. Si tratta di aver unito e riarrangiato in un'unica canzone due pezzi tratti dal musical Hair, che sono appunto "Ain't Got No" e "I Got Life". 

Nell'economia del musical, i due brani hanno un piglio quasi scanzonato, ma Nina Simone riesce ad amalgamarli e a dare vita a qualcosa di nuovo, con un senso ancora più profondo e fortemente connotato dal punto di vista sociale e politico ma, a mio avviso, soprattutto spirituale. 

È per questo motivo che io lo considero quasi un inno, il brano per eccellenza che riesce a darmi la carica, che mi scuote le spalle e mi dice: "Ehi, ricordati chi sei. Alzati e combatti". 

Il brano si compone di due momenti. Il primo è il momento "Quello che non ho. Quello che mi è stato tolto". 

Non ho una casa. Non ho scarpe. Non ho soldi. Non ho classe. Non ho madre. Non ho cultura. Non ho amici. Non ho istruzione. Non ho amore. Non ho nome. Non ho Dio. 

A legare il primo e il secondo momento, vengono inseriti dei versi determinanti, quelli che ci incoraggiano a non piangerci mai addosso e a reagire nonostante tutto. 

"E allora cos'è che ho? Perché sono vivo comunque? Sì, che cos'ho che non potranno mai togliermi?"

La forza di Miss Simone, in questa sua versione in particolare, è quella di dare potenza con la sua voce a quelle parole, di dar loro un significato intenso, di inciderle come graffiti. 

Ho la mia testa. Ho il mio cervello. Ho i miei occhi. Ho il mio sorriso. Ho il mio cuore. Ho la mia anima. Ho il mio sesso. Ho le mie mani. Ho le mie gambe. Ho il mio sangue. Ho la mia libertà. Ho la mia vita. 

Ho tutto quello che mi rende ciò che sono, tutto quello che mi serve per potercela fare. Ho me stesso, la mia forza, e fin quando avrò questo con me non la spunta nessuno. Niente mi può buttare giù. Niente può farmi arrendere. Col cazzo che mi arrendo. 

Innanzitutto Too Close è stato un brano che ho ascoltato moltissimo in un periodo poco luminoso. Questa canzone, in quel momento, era capace, anche se solo per qualche istante, di darmi la forza di cui avevo bisogno, di farmi urlare tutto quello che avevo dentro e permettermi di risvegliarmi da quel torpore. Certo, non è stato Alex Clare a farmi rialzare, ma la musica, in fondo, è anche una cura e ogni tanto serve una canzone che ti dia una svegliata e ti dica “muovi quel sedere, rialzati che puoi conquistare il mondo”.

Too Close racchiude tutta la forza e la solidità che cercavo nella canzone per questa categoria. Il brano è infatti un crescendo di potenza, dalla strofa soft all’esplosione nel ritornello, in cui l’elettronica aiuta a dare la spinta necessaria per scatenare tutta l’energia del brano. La voce di Alex Clare è un altro ingrediente fondamentale per dare vita a una scarica di adrenalina che ti investe come un uragano. Anche il testo parla di forza: della forza che serve per accettare una rottura, per andare avanti e, più in generale, per essere onesti con se stessi e ricominciare (I can lie no more/ I can hide no more/ Got to be true to myself/ And it feels like I am just too close to love you/ So I'll be on my way).

Insomma, sfido chiunque a non sentirsi investito dall’energia e dalla potenza di questo brano: un inno alla fortezza (e non solo alla forza), alla capacità di agire e di reagire.

Ciò che mi ha spinto ad affidarmi a questo meraviglioso brano si annida soprattutto nella tematica e nel testo, e nell’interpretazione che io ho sempre dato a quest’ultimo. Credo che il tema di fondo di ATAHT sia, da una parte, l’importanza della comunicazione, dall’altra la difficoltà di comprendere le proprie emozioni e quindi di comunicarle (E il cuore è difficile da tradurre, possiede un linguaggio tutto suo recitano i primi versi della canzone). È un tema che sento in maniera molto personale: se magari riesco a esprimermi senza particolari problemi quando si tratta di parlare – virtualmente - di musica, come in questo caso, o di letture, di film e cose simili, al contrario, quando si arriva a una conversazione a tu per tu sento che mi manca qualcosa. Basti pensare che, anni fa, una persona, nello scrivermi un pensierino, mi invitò a cercare di migliorare le mie capacità comunicative, ricordandomi che esse sono essenziali nei contatti umani. Per questo riesco a calarmi totalmente nei panni di Florence quando in questo brano canta E le parole stanno fuggendo, tornando indietro tutte danneggiate: sono danneggiate, credo, perché sono un po’ vuote, convenzionali, non sono cristalline, né possiedono la resistenza di quelle parole sincere che non hanno paura di rivelarsi all’interlocutore nei loro aspetti tanto positivi quanto negativi. È una situazione secondo me anche comune, penso che molte volte si abbia paura di esporsi tanto, nel timore di scoprire di non essere rilevanti per quella persona, o magari di ferirla.

Florence e il suo gruppo, invero, riescono a scavare ancora più in profondità, e alla radice vera della questione: quanto conosciamo noi stessi, quanto sappiamo analizzare le nostre emozioni? Il ritornello infatti afferma E darei tutto questo e anche il Paradiso / lo darei tutto per un solo momento / in cui io possa capire il significato della parola che vedi / perché la scarabocchio da sempre / ma non mi restituisce mai alcun senso: emozioni, stati d’animo che non riusciamo a comprendere, e quindi a esprimere, quando compiono il viaggio dall’interno all’esterno assumono la fisionomia di incomprensibili scarabocchi (come non pensare a certa poesia primonovecentesca, per esempio alle montaliane sillabe storte e secche?). Non è questo però l’aspetto che mi interessa della canzone in questo contesto. Ciò che mi preme mettere in evidenza è che, qualunque sia la causa del ‘blocco’ comunicativo, nella parte finale della canzone Florence compie uno scatto agonistico, lei alza la testa, decide che è arrivato il momento di cercare una soluzione:

No (e spero che, come me, anche voi riusciate a percepire la convinzione, la forza positiva con cui questo No viene modulato dalla colorata voce dell’artista), le parole sono un linguaggio

Ed esso non merita un tale trattamento

E tutte le mie frasi esitanti non sono mai equivalse

A niente che valesse questa sensazione

Tutto questo paradiso non potrebbe mai descrivere

Una tale sensazione, come se stessi guarendo

Le parole non sono mai state tanto importanti

È esattamente qui la carica psicologica che la canzone mi infonde, una canzone che mi ispira e fortifica… poi chiaramente una canzone da sola non basta credo, sta a noi decidere se sentirci forti soltanto per quei 3/4/5 minuti oppure essere coraggiosi e lasciare che la canzone, nel suo piccolo, ci cambi.

Un’ultima cosa che voglio sottolineare è quanto, in questa canzone, la forza che il testo mi infonde sia strettamente legata a un pervasivo senso di libertà che invece è più diffusamente veicolato dalla componente musicale. 

Immaginatevi una piscina, acqua non troppo alta e 40 persone dentro.

In programmazione c'è Acquagym ma tu ne sai meno di zero quindi vai su spotify ed inserisci acquagym. Tra le prime canzoni c'è questa e appena parte me ne innamoro e inizio ad inventarmi i passi nella testa.

Collego cellulare alla cassa e si parte. Un successo, vedere 40 persone ballare tutte insieme divertite è stato un successo e la mia coreografia è diventata il tormentone dei miei ospiti.

Oltre alla versione piscina è stata fatta anche la versione spiaggia. Eh niente, da quella mattina è diventata la mia sveglia sul cellulare e mi dà una carica anche durante la corsa.

Il ritornello trovo dia una carica pazzesca, ma anche le strofe riescono a crearne altrettanta. C'è una fortissima energia che viene veicolata anche a livello vocale e dalle scelte strumentali.  A livello testuale c'è un forte senso di empowerment, è tutto teso al coraggio di osare, al mostrare le proprie capacità, anche a costo di faticare, fino a quando non si saranno dimostrate in tutto il loro valore.  

Oh Damn, the war is coming!
Oh Damn, you feel you want it!
Oh Damn, just bring it on today!

You can't live without the fire
It's the heat that makes you strong
'Cause you're born to live and fight it all the way
You can hide what lies inside you
It's the only thing you know
You're embracing that, never walk away
Don't walk away

Sin dalla prima volta che la ho sentita mi è venuto subito di fare i gesti stile boxeur e Sharon Den Adel, la cantante della band, durante i live anche lei mima i movimenti della boxe e nel video backdrop, durante il The Unforgiving Tour e il successivo Hydra Tour, il protagonista maschile si fortifica attraverso la boxe per combattere i cattivi perchè come canta Mengoni " siamo tutti Muhammed Alì " 

Inoltre, a maggio 2014, sono andato a festeggiare il mio compleanno andandoli a vedere per la prima volta in Olanda perchè registravano ad amsterdam il DVD che poi venne intitolato "Let Us Burn" e  durante questa canzone mi hanno fatto ben 3 primi piani perchè ero INCONTENIBILE!!! *gifmelofacciodasolal'entusiasmo*

Per esempio sul primo "Oh Damn", ero praticamente per 3/4 fuori dalla transenna da quanto ero esagitat@ LOL

Spero faccia lo stesso effetto anche a voi