KAMA TRIBE (GIALLO)

(da sinistra: Julie, Gavin, Aurora, Ron Victoria, Eric, Aubry, Joe e Julia)

Joseph “Joe” Anglim ha 29 anni, viene da Ogden, Utah ed è un multimedia artist (qualsiasi cosa esso significhi)

Partiamo subito dallo scontato favorito #1 alla vittoria di questa stagione. Joe Anglim nasce come disegnatore di gioielli dell’Arizona (e sostenitore del radio host cospirazionista americano Alex Jones – una delle persone più DEPRECABILI del pianeta Terra – ma siamo qui a parlare di Survivor e non di politica quindi let’s move on) quando si presenta ai nastri di partenza di Worlds Apart (S30) all’interno della tribù dei No Collar. Joe si introduce immediatamente come un concorrente fortissimo nelle prove fisiche (verrebbe da dire, e c’è chi l’ha pure calcolato, il più forte di tutti i tempi), riuscendo a sostenere al meglio la sua squadra per poi venire fatto fuori dopo il merge alla prima sconfitta una volta messo in minoranza. Non pago della prima esperienza fallimentare, torna l’anno dopo per Cambodia (S31) e decide di giocare (I kid you not) nello STESSO IDENTICO modo – venendo nuovamente messo in minoranza e fatto fuori una volta persa la prima prova immunità (quella di resistenza dove svenne per il caldo e regalò la vittoria a Keith Nale). Sulla carta, Edge of Extinction sembra la stagione scritta apposta per lui: se pure verrà fatto fuori presto, vincere l’ultima prova e rientrare in gara in F5 a un passo dalla vittoria dovrebbe essere un gioco da ragazzi per il concorrente fisicamente più forte di tutti i tempi. La sua vittoria rischierebbe di risultare il proverbiale salto dello squalo per il franchise, ma se serve a far contento Jeff Probst e togliergli dalla mente quest’idea che chi viene eliminato può rientrare in gioco e vincere tutto quanto ben venga

Aubry Bracco ha 32 anni, viene da Los Angeles e lavora come marketing director.

Terza partecipazione anche per Aubry: seconda classificata (ma a detta di molti, fra cui Probst, meritava la vittoria) in Kaôh Rōng (S32) dove era inserita nella tribù dei Brains, quinta in Game Changers (S34) con un editing fra l’invisibile e il Charlie Brown della situazione. Threat interessante dal punto di vista sociale, strategico e a tratti anche fisico, Aubry potrebbe beneficiare di una fase in cui il franchise ha provato a trovare diverse sue emule (Hannah S33, Gabby S37) proprio nel momento in cui lei ha avuto un bel passo falso e quindi potrebbe benissimo essere sottovalutata dai compagni. Da tenere d’occhio anche in chiave Extinction Island.

Victoria Baamonde ha 23 anni, viene da Bronx, New York ed è una cameriera.

Victoria è una superfan accanita del Bronx, si è preparata a lungo prima di partecipare, si ispira a Malcolm Freberg (yay!) ed ha una personalità un po’ eccentrica e televisivamente interessante. La mette a rischio l’essere l’unica fra i tanti giovani in gara a venire dalla zona di New York, cosa che potrebbe costarle molto nel pre-merge se i suoi compagni di tribù fossero alla ricerca di un boot facile e non riuscissero a relazionarvicisi. Se arriva al merge può fare danni, e la voglio davvero vedere come mia scommessa #1 per questa stagione.

Julia Carter ha 24 anni, viene da Bethesda, Maryland e lavora come aiuto medico.

Julia ha una bellissima storia personale: ha cominciato a seguire Survivor dopo la morte del padre, un po’ per superare il trauma e un po’ per aiutare sé stessa a “sopravvivere” le sfide che la vita le ha posto. Ha un background di studentessa di medicina ed appare immediatamente come “buona” e degna di fiducia; il rischio è che lo sia troppo, e in un modo che potrebbe impedirle di dare la zampata necessaria al momento opportuno. Ha inoltre il problema di essere una donna giovane di colore in un’edizione molto “bianca”, ma se passa i primi voti e riesce a costruire legami solidi potrebbe andare molto avanti.

Ron Clark ha 45 anni, viene da Atlanta, Georgia ed insegna presso la Ron Clark Academy.

Ron è un personaggio a pieno titolo, avendo avuto addirittura un film sulla sua vita (The Ron Clark Story, con Matthew Perry nel ruolo di protagonista) girato nel 2006 e insignito di mille e più premi. Questo per il suo impegno nel campo del sociale come educatore di ragazzi svantaggiati, che lo ha portato nel 2007 a fondare la propria scuola media – la Ron Clark Academy. La sua storia è sicuramente qualcosa che a Survivor gli può giocare contro, ma non tanto da farlo riconoscere dai suoi compagni di tribù (posto che ha già fatto TV, è stato da Oprah Winfrey e ha partecipato a The Price Is Right nel 2002). Non credo abbia speranze di vittoria, ma mai dire mai.

Eric Hafemann ha 34 anni, viene da Livermore, California e lavora come vigile del fuoco.

Eric è un vigile del fuoco basato in California, con un background simile a quello di Luke Toki della quarta edizione australiana (ha un figlio piccolo, Levi, a cui è stato diagnosticato l’autismo). Non sembra però possedere una conoscenza del gioco adeguata a far bene e sembra davvero in gara soltanto per la parte “avventurosa” di Survivor, un approccio che ormai nel 2019 non basta più. Non credo possa durare granché nel gioco vero e proprio, anche se Extinction Island può venire in suo soccorso.

Aurora McCreary ha 32 anni, viene da Orlando, Florida ed è un avvocato divorzista.

Aurora ha una personalità a tratti aggressiva e si presenta come una manipolatrice che a volte non sa tenere la bocca chiusa: si paragona a Tyson (ci sta, anche se lei ci vede più la parte villain di Tocantins) e Ciera (ALLARME ROSSO). Dalla sua parte gioca il background atletico (arrampicate, adventure racing) e l’età, che la mette più o meno al centro di un cast comunque molto giovane. Non mi convince molto dal punto di vista del gioco, ma potrebbe dare soddisfazioni come villain.

Julie Rosenberg ha 46 anni ed è una fabbricante di giocattoli da New York.

Assieme a Reem, Julie è la concorrente più anziana dell’edizione: ha due figli, un background da superfan e tantissimi tentativi di partecipazione (ben 17 applications mandate in 18 anni, quasi un record!). Se riuscisse a restare in gioco nel gioco “vero” avrebbe grandi chance, come del resto abbiamo visto per tante donne sulla quarantina negli ultimi anni (Denise, Dawn, Trish, Caroline…), ma le sue chance crollerebbero se venisse spedita su Extinction Island, anche per la sua scarsa esperienza di vita all’aperto.

Gavin Whitson ha 23 anni, viene da Erwin, Tennessee ed è il direttore di un programma YMCA.

Gavin è la “quota sud” dell’edizione, che come abbiamo visto di recente con Donathan (S36) e Nick (S37) paga sempre o quasi. Come i suoi predecessori, Gavin intende usare la percezione che molti americani hanno del forte accento del sud come caratteristica di “stupidità” per convincerli che non è intelligente e smaliziato quanto, in realtà, è. Rischia di essere preso poco sul serio per il suo aspetto che dimostra meno anni dei 23 che in effetti ha (un po’ il contrario di Michael S36, che aveva 18 anni e ne dimostrava 23) e non mi piace né il suo citare Keith Nale come ispirazione e il dare troppa importanza alle prove fisiche, però può benissimo dire la sua se aspetta il momento giusto e riesce a nascondersi dietro ai returning players.

 

MANU TRIBE (BLU)

(da sinistra: Wendy, The Wardog, Kelley, Chris, David, Keith, Reem, Rick e Lauren)

David Wright ha 44 anni, viene da Sherman Oaks, California ed è un autore televisivo.

Ritroviamo David a quattro anni di distanza da Millennials vs. Gen X (S33), stagione nella quale si piazzò quarto e venne eliminato a un passo dalla scontata vittoria. Sicuramente un concorrente come David – timido, poco atletico, aiutato nella sua stagione da una serie infinita di vantaggi e idol – parte senza i favori del pronostico in una stagione dove avrà tutti contro e rischia di mettersi subito in mostra per tutti i motivi sbagliati. Dalla sua gioca una comprovata capacità di non arrendersi alle difficoltà e ovviamente il format di Extinction Island (anche se dubito che potrebbe vincere una prova fisica contro Joe Anglim)

Kelley Wentworth ha 31 anni, viene da Seattle, Washington e lavora come marketing manager.

Kelley piace proprio a tutti: fatta fuori un po’ ingiustamente in San Juan del Sur (S29), edizione Blood vs. Water nella quale era associata al padre Dale – erano peraltro stati dirottati a Survivor dal casting di The Amazing Race – è emersa come concorrente interessantissima e fan favorite durante Cambodia (S31), dove si è classificata quarta assoluta dopo un bel percorso come underdog. Il suo principale claim to fame è l’avere annullato ben nove voti contro di lei grazie a un idol giocato magistralmente. Sarà interessante vederla mettersi alla prova con un cast sicuramente conscio delle sue potenzialità, cosa finora mai successa.

Reem Daly ha 45 anni, viene da Ashburn, Virginia e lavora come venditrice.

Reem è un po’ la nuova versione di Lauren Rimmer (S35), ma davvero un po’ inutilina e poco interessante (anche nella biografia, dove si dilunga pochissimo ed è ai limiti del soporifero). Fan del programma fin dagli inizi, Reem si propone come una concorrente dotata di un forte social game, schietta e onesta quando serve e capace di mettersi al servizio degli altri. Si paragona a Stephanie LaGrossa (te piacerebbe) e Rudy Boesch (yawn). Rischia di essere la prima eliminata, ma se tira molto avanti potrebbe diventare la proverbiale goat di questa edizione.

Dan “The Wardog” DaSilva ha 38 anni, viene da Ossining, New York ed è uno studente di legge/giocatore di poker/ex veterano dell’esercito.

Qualcuno ha detto “clone di Tony Vlachos”? The Wardog è un veterano dell’Afghanistan con un background nella scuola di legge (università di Pepperdine) ed è il concorrente di questa edizione che inevitabilmente se ne esce con un “non mi si può paragonare a nessuno degli oltre 400 concorrenti passati”, subito prima di menzionare il voler giocare aggressivo come Tony e Joe Mena – che ricorda entrambi per la testa rasata e la personalità aggressiva e la confidenza nell’essere il migliore in qualsiasi campo conosciuto all’essere umano. Forse il concorrente che più di tutti chiama la proverbiale botta sui denti, ma che proprio per i suoi trascorsi potrebbe beneficiare più di molti altri del twist di Extinction Island.

Rick Devens ha 33 anni, viene da Macon, Georgia ed è il conduttore di un notiziario del mattino.

Sulla carta Rick, news anchor per il canale televisivo WGXA nella zona di Macon, ha davvero i numeri per fare bene: Survivor fan ma non troppo, nerd ma non troppo, atletico ma non troppo, energetico, bravo a relazionarsi con le persone (skill sicuramente importante nel suo lavoro), amichevole ed interessante. L’unica cosa che rischia è l’essere preso di mira perché TROPPO likable, specie dopo il merge (che dovrebbe raggiungere abbastanza in carrozza, anche grazie ai suoi trascorsi come Eagle Scout). Da tenere d’occhio.

Gwendolyn “Wendy” Diaz ha 25 anni, viene da Bell, California ed è una piccola imprenditrice.

Wendy si è fatta notare fin dal promo della stagione per i suoi capelli blu, la sua energia e il suo voler emergere dalla massa (un po’ come Lyrsa l’anno passato). Da una parte è giovane e sembra pronta a mettersi in mostra con delle BigMoves^TM che farebbero felice la produzione, dall’altra rischia di venire subito messa ai margini della sua tribù ed essere portata a strafare per questa ragione. Può andare molto avanti, ma rischia sicuramente tanto sui primi voti in quella che è abbastanza chiaramente la tribù degli underdog.

Lauren O’Connell ha 21 anni, viene da Waco, Texas ed è una studentessa all’università di Baylor.

Lauren è un po’ la versione giovane di RC Saint-Amour di Philippines: atletica, titolata, prone a credere in sé stessa (fin troppo). Ha un background come sportiva, facendo parte della squadra di calcio dell’università di Baylor (una squadra di Division I della NCAA, il massimo livello del sistema collegiale americano). Ama Gesù, la Bibbia e Parvati Shallow, che descrive come il suo spirito guida e il concorrente storico a cui si paragona. Può avere un suo perché, ma non credo sia destinata a lasciare un segno particolare su questa stagione.

Keith Sowell ha 19 anni, viene da Durham, North Carolina ed è uno studente di medicina a Duke.

Keith rappresenta il giovane superfan dell’edizione, con un background pseudo-religioso (ha fatto il catechista/educatore giovanile, e menziona Dio e la Bibbia non meno di tre volte in tutta la sua biografia) ma comunque abbastanza sgamato da giocare un gioco dove “è possibile vincere senza ferire, impossibile senza mentire” (cit.). Si paragona a Jeremy Collins perché “ha messo la famiglia al primo posto e ha giocato soltanto per loro” (?). Potenziale ne ha, ma rischia di essere messo un po’ subito all’angolo per l’avere poco in comune con molti dei suoi compagni di tribù (tolta Lauren).

Chris Underwood ha 25 anni, viene da Greenwood, South Carolina e lavora come direttore vendite di distretto.

A primo sguardo Chris sembra il classico muscle bro à la Reynold Toepfer (S26), con tanto di background come venditore e menzioni dei vari Malcolm/Rob/Ozzy come ispirazioni e concorrenti a cui si sente simile. Allo stesso tempo però ha delle buone credenziali come fan e un modo di fare amichevole e rilassato, che potrebbe aiutarlo nella prima fase del gioco (ma metterlo a rischio dal merge in poi). Potrebbe far bene se azzeccasse una striscia di vittorie nelle prove, o se riuscisse a battere Joe e rientrare in corsa da Extinction Island.

EPISODIO 2

Puntata un po' scontata ma giusto così, io son sicuramente un fautore eccessivo dell'idea che bisogna mantenere la tribe forte però Keith era una vera palla al piede e mica se lo potevano portare avanti al posto di Kelley, considerato che i gialli li han già massacrati in due prove su due.

Vedo comunque i returnees messi male un po' in entrambe le tribù (David meno, bella la sua partnership con Rick) e penso che almeno uno o due ci potrebbero già lasciare prima del merge.

Brava Wendy a ribaltare la situazione dopo l'eliminazione della sua alleata settimana scorsa e se becca il treno giusto potrebbe andare avantissimo. Bene anche The Wardog, che mi sembra stia apparendo come molto più tranquillo e sgamato rispetto alle premesse. Mi è piaciuto il suo puntualizzare come ogni mossa nel gioco debba essere razionale e non abbia senso pensare di blindsideare gente a caso tanto per.

Spero di vedere i gialli al TC o uno swap perché continuare a vedere i blu cannibalizzarsi a vicenda anche