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Utente
2 maggio, 2016
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La scelta ceca mi piace, molto pure e sono sicuro di ritrovarmela tra le mie preferite alla fine del mese ma devo ammettere che avrei preferito altri risultati oh be' siamo abituati; Resta un'ottima proposta e sono sicuro che continuerà l'ottima striscia di risultati degli ultimi tempi
e si, peccato per la mancata finale televisiva. con il materiale che avevano poteva uscirci una gran bella serata.
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Utente
9 settembre, 2013
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In mattinata è andata in onda dal Gold Coast Convention and Exhibition Centre la seconda edizione di Eurovision – Australia Decides, aperta da una performance al pianoforte della vincitrice della scorsa edizione Kate Miller-Heidke (nona classificata all'Eurovision 2019 con Zero Gravity).
Come l'anno scorso è stata una finale nazionale all'insegna della diversità e del queer power, a partire dal gayssimo host Joel Creasey (accompagnato da una sempre in forma Myf Warhurst) per tacere delle bandiere arcobaleno in ogni angolo e della presenza di svariate quote LGBT fra i cantanti in gara. Non c'è nulla di male ed è comprensibile se pensiamo a quale sia la composizione del pubblico a cui SBS si rivolge (principalmente LGBT e figli di immigrati europei), ma allo stesso tempo mi chiedo quanto giovi continuare a perpetuare l'idea (sbagliatissima) che l'Eurovision sia appannaggio della sola comunità LGBT. Problema che per altro colpisce, in modo minore, anche il contest in sè e con cui la stessa EBU rischia di doversi confrontare nel futuro a venire.
Erano presenti come ospiti Dami Im (seconda classificata all'Eurovision 2016, miglior piazzamento della storia eurovisiva dell'Australia) e lo svedese Måns Zelmerlöw, già vincitore dell'Eurovision 2015, che compariva anche all'interno della giuria tecnica. I due hanno cantato da soli e in duetto, al termine del quale Dami Im ha annunciato nel tripudio generale la sua intenzione di partecipare ad Australia Decides per l'edizione 2021.
La favorita d'obbligo Montaigne ha rischiato di compromettere tutto con una performance non all'altezza, ma è riuscita a salvare parte del tesoretto messo assieme vincendo il voto delle giurie: seconda al televoto dietro alla fan favorite Casey Donovan, ha mantenuto sette punti di vantaggio e di conseguenza conquistato il titolo ed il pass per Rotterdam. Al terzo posto - ma mai in gara - si piazza Vanessa Amorosi, nota alle cronache per essersi esibita alle cerimonie d'apertura e chiusura delle Olimpiadi di Sydney 2000.
Vince dunque Jessica Cerro in arte Montaigne, 24enne di Sydney, con il brano Don't Break Me scritto e composto da lei stessa assieme ad Anthony Egizii e David Musumeci (già autori delle entry eurovisive australiane del 2016, 2017 e 2018: Sound of Silence di Dami Im, Don't Come Easy di Isaiah Firebrace, We Got Love di Jessica Mauboy). Montaigne ha due dischi all'attivo ed è famosa soprattutto per un featuring su un brano degli Hilltop Hoods, 1955, che ha ottenuto ben sei dischi di platino nel 2016.
La performance della finale:
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2 maggio, 2016
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Era una delle due che preferivo quindi contentissimo ma si l'esibizione va rivista in toto a partire dal look. Con Kate ce l'hanno fatta vedremo se si ripeteranno. ma per la sola canzone è una delle mie preferite tra quelle australiane
l'altra preferita era Jaguar che aveva pure un ottima messa in scena. non capisco come è affondata con le giurie, almeno il 5 posto al televoto è una magra consolazione...
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9 settembre, 2013
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Aggiornamenti in super ritardo causa fail del mio laptop
Rimando al topic apposito, ma per completezza voglio ricordare che è ufficiale e che il nostro 10° rappresentante all'Eurovision dal trionfale ritorno del 2011 sarà Antonio Diodato in arte Diodato, 38 anni, di Aosta, verosimilmente col brano Fai rumore scritto e composto da lui stesso assieme ad Edwyn Roberts.
Restando in attesa della versione adattata (perché questa è di 3:36) vi lascio col video ufficiale:
Contemporaneamente alla finale del Festival si teneva anche quella dell'edizione 2020 di Supernova, che come avevamo detto ha ridotto quest'anno da tre serate ad una. La finale era condotta da Toms Grēviņš, Ketija Šēnberga e Beta Beidz, con i nove finalisti giudicati unicamente dal voto del pubblico (sia SMS, sia gratuito su internet). Era presente anche una giuria internazionale con solo diritto di parola, i cui membri erano l'estone Maarja Merivoo-Parro, la lituana Gerūta Griniūtė, il finlandese Petri Mannonen e il lettone Artis Dvarionas.
Tra le nove proposte in gara (di livello medio veramente molto basso) ha vinto facilmente la favorita d'obbligo, ovvero Samanta Tīna che con la sua Still Breathing ha raccolto il 35,42% delle preferenze. Alle sue spalle si piazza Katrīna Dimanta (già rappresentante lettone nel 2014 come membro del gruppo Aarzemnieki) che porta a casa il 28,12% e la palma di canzone più televotata, mentre chiude terza la mia fave Anna Madara Pērkone in arte ANNNA con la sua ode alle T-shirt in poliestere che totalizza il 16,83%.
Samanta Poļakova, in arte Samanta Tīna, rappresenterà la Lettonia a Rotterdam con il brano Still Breathing scritto da lei stessa assieme ad Aminata Savadogo (6° all'Eurovision 2015 sempre in rappresentanza della Lettonia). Per Samanta arriva finalmente la vittoria dopo ben otto tentativi, sei in Lettonia e due in Lituania, equamente distribuiti dal 2012 ad oggi.
Il live dalla finale:
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2 maggio, 2016
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Se Samanta non vinceva stavolta veramente non vinceva più, con la concorrenza che c'era...
e alla fine veder vincere e andare all'ESC questi personaggi che vedi provarci un anno si e l'altro pure è bello, se non altro c'è la possibilità che non li vediamo così spesso. Magari ci riusciamo con Markus Riva la prossima volta
E poi c'è il risultato più scontato della stagione da Malta, ancora più scontata della vittoria di Ira Losco ai tempi del MESC... Destiny sarebbe sbarcata al contest dei grandi prima o poi per quanto personalmente avrei aspettato ancora un po' per non bruciarla. Ora devono trovare un brano all'altezza
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9 settembre, 2013
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BlueBlau ha detto
E poi c'è il risultato più scontato della stagione da Malta, ancora più scontata della vittoria di Ira Losco ai tempi del MESC... Destiny sarebbe sbarcata al contest dei grandi prima o poi per quanto personalmente avrei aspettato ancora un po' per non bruciarla. Ora devono trovare un brano all'altezza
Il bello è che ci son rimasto male perché X Factor Malta sembrava andare in tutt'altra direzione, cioè il messaggio che stava passando era "vincerà chiunque ma non Destiny".
Infatti dai live in poi l'ho mollato del tutto perché non volevo trovarmi a dispiacermi per la sua sconfitta #einvece
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9 settembre, 2013
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VARIE ED EVENTUALI/6
Norvegia
Siamo giunti ormai alla fine dell'edizione della memoria del Melodi Grand Prix, che ha lasciato alla (nostra) memoria più che altro tanti brani inutili e un livello decisamente non all'altezza delle aspettative.
Completano il campo delle qualificate alla finale i seguenti brani:
- dalla quarta semifinale Over The Sea di Magnus Bokn, scritta e composta da Alexander Rybak (vincitore dell'Eurovision 2009 con Fairytale, 15° nel 2018 con That's How You Write A Song) assieme a Joakim With Steen AKA JOWST (rappresentante norvegese all'ESC 2017 con Grab The Moment) e da Bokn stesso.
- dalla quinta ed ultima semifinale I Am Gay di Liza Vassilieva, scritta da quest'ultima assieme ad Audur Agnar Guldbrandsen, Stian Nyhammer Olsen e Myrtoula Røe. Di quest'ultima canzone c'è da dire che a quanto pare Vassilieva non è effettivamente gay e si è trovata a portare in gara questo brano solo perché non sono riusciti a trovare un interprete LGBT adeguato ma la NRK lo voleva lo stesso all'interno della competizione.
- già ammessi alla finale Attention di Ulrikke Brandstorp, scritta e composta da Ulrikke stessa assieme a Kjetil Mørland (ESC 2015 per la Norvegia, assieme a Debrah Scarlett, ottavi assoluti con l'iconica A Monster Like Me) e Christian Ingebrigtsen degli A1; Hurts Sometimes di Tone Damli Aaberge, scritta e composta da Helge Moen, Jim Bergsted, Jethro Fox, Tone Damli Aaberge. Ulrikke in particolare ha fornito una delle performance più convincenti dell'intera stagione, tanto che al momento è la favorita d'obbligo.
Islanda
É iniziata sabato sera anche l'edizione 2020 del Söngvakeppnin, in diretta dalla familiare cornice dell'Háskólabíó con il confermatissimo trio di conduttori Fannar Sveinsson, Benedikt Valsson e Björg Magnúsdóttir.
Malgrado le favorite vere e proprie siano nella seconda semifinale, abbiamo subito avuto in dote da questa prima cinque proposte convincentissime - confermando l'idea che si tratti di una delle migliori edizioni di sempre per questa selezione. Hanno passato il turno la band metal DIMMA con Almyrkvi (Eclissi totale), dopo questa prima esibizione assurti al rango di favoriti, e il duo formato da Ísold & Helga, già hostess di Icelandair, con la loro bellissima e commovente Klukkan tifar (L'orologio ticchetta).
Sappiamo tutti che oltre alle quattro finaliste (2 da questa semifinale, 2 dalla prossima) sarà ammessa alla finale anche un'ulteriore wildcard: al momento è in atto una sollevazione popolare per assegnarla ad Elísabet Ormslev con Elta þig (Inseguirti)
Lituania
Le due semifinali lituane hanno ridotto le diciotto superstiti ad otto finaliste: dalla prima si sono qualificati Aistė Pilvelytė, i The Roop, KaYra e Rūta Loop, mentre dalla seconda hanno centrato il passaggio del turno Monika Marija, Moniqué, MEANDI e il gruppo The Backs.
La finale è in programma per domani sera e sarà decisa al 50% da una giuria di esperti e al 50% dal televoto. In caso di pareggio prevale il parere della giuria, il che sta già portando molti eurofan a mettere le mani avanti prevedendo una scelta non ottimale.
Ucraina
Sembrava che questa edizione del Vidbir non si dovesse fare, ma alla fine dall'anno scorso non è cambiato nulla o quasi (tranne l'ovvia e scontatissima sostituzione di Jamala in giuria con Tina Karol, meno inflazionata politicamente, mentre il produttore Yevhen Filatov ha lasciato il posto all'altro produttore Vitaliy Drozdov).
Hanno passato il turno Maryna Krut' con 99, il gruppo Go_A con Solovey (Usignolo) e la gimmick entry Vegan proposta da Jimmy Heil. Krut' ha ottenuto il massimo punteggio sia al televoto che con le giurie, ma per il bene dell'Ucraina spero ci sia qualcosa di più competitivo nella prossima semifinale.
Estonia
Anche l'Eesti Laul ha preso il via ieri sera con la prima semifinale, di cui denotiamo soprattutto il rifacimento della grafica dopo X anni La selezione si svolge presso il palazzetto dello sport dell'università di Tartu ed è condotta dai simpatici Karl-Erik Taukar e Tõnis Niinemets.
Formula analoga a quella dell'anno scorso (passano in finale 6 canzoni per semifinale, le 4 più alte nella classifica combinata giurie + televoto più altre 2 scelte dal solo televoto). Posto che le due favorite sono nella seconda semifinale in onda questo sabato, dalla prima centrano il passaggio del turno Rasmus Rändvee, Anett x Fredi, Egert Milder e Synne Valtri feat. Väliharf (recuperatevi soprattutto quest'ultima, un incrocio fra l'Arja Saijonmaa dei tempi belli e Higher Ground di Rasmussen). Il pubblico qualifica inoltre Stefan Airapetjan, già terzo classificato l'anno scorso, e l'eterna Laura Põldvere che cerca di tornare all'Eurovision dopo aver rappresentato l'Estonia nel 2005 (all'interno del gruppo Suntribe) e nel 2017 (in duetto con Koit Toome).
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9 settembre, 2013
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Primo Super Saturday dell'anno (belli i tempi in cui il Super Saturday era uno solo, quello dove sceglieva il maggior numero di nazioni) e tre nuove scelte da scoprire!
Alla fine l'Armenia ha messo davvero assieme una nuova edizione di Depi Evratesil, due anni dopo l'ultimo tentativo. Non so dire molto del programma perché sono arrivato troppo tardi e poi c'erano cose più interessanti da seguire, ma in gara c'erano 12 artisti giudicati da una giuria di professionisti armeni, da una giuria internazionale e dal televoto. Alla faccia della trasparenza non è stato reso noto nemmeno un nome dei membri che componevano le varie giurie
Alla fine non c'è stata storia perché la favoritissima Athena Manoukian ha conquistato 118 punti dalle giurie, con la prima inseguitrice (EVA Rida) a soli 79. I punti del televoto, assegnati a scalare da un set prestabilito (60 alla prima, 55 alla seconda, 50 alla terza e così via) come al Melodifestivalen dei gai vecchi tempi, non potevano cambiare la situazione e non l'hanno fatto. Athena si è piazzata terza al televoto dietro Vladimir Arzumanyan, già vincitore del Junior Eurovision 2010, e l'inutilissima ERNA - staccando così il biglietto per Rotterdam con un totale di ben 168 punti. I summenzionati ERNA e Arzumanyan completano il podio con rispettivamente 120 e 118 punti.
Rappresenterà l'Armenia all'Eurovision 2020 cercando di riportarla in finale dopo due anni di fail assortiti Athena Manoukian, 25 anni, cantante dance/pop di origine greca. Il brano si intitola Chains On You ed è scritto da Athena stessa assieme a tale DJ Paco.
EDIT: a una certa fra qui e maggio arriverà revamp etnico
La Lituania ha proposto anche quest'anno la loro consueta ed estenuante finale nazionale, rebrandizzata però con il nome di Pabandom iš naujo AKA "Proviamoci ancora". Quasi una minaccia, ma a quanto pare ha funzionato perché per la prima volta in anni ho visto nei loro confronti, in giro per l'internet, qualcosa di simile all'interesse
Non c'è molto da dire sulla gara in sè perché i favoritissimi The Roop con On Fire hanno DOMINATO il televoto (34585 preferenze raccolte contro le diecimila e rotti della seconda classificata) e questo è bastato per far accodare anche le giurie, che in caso di pareggio avrebbero avuto la preminenza sulla scelta del vincitore. 12 + 12 = 24 pieno per i The Roop, che conquistano il titolo davanti a Moniqué seconda con 20 punti (10 televoto, 10 giurie) e Monika Marija terza con 15 (7 televoto, 8 giurie). Aistė Pilvelytė fallisce invece il suo dodicesimo tentativo di rappresentare la Lituania, piazzandosi quinta con un pezzo schlager estratto direttamente dagli scarti di un Melodifestivalen di fine anni '00.
I The Roop sono una band rock / pop rock / soft rock/ dance rock / indie (cit.) composta da Vaidotas Valiukevičius, Robertas Baranauskas e Mantas Banišauskas, che coincidentalmente sono anche gli autori di On Fire. Hanno già partecipato alla finale nazionale lituana nel 2018 classificandosi al terzo posto.
Dopo sei settimane di passione, la Norvegia ha chiuso l'edizione della memoria del Melodi Grand Prix con uno dei finali più incredibili degli ultimi anni. In gara erano rimaste 10 canzoni (5 prequalificate + 5 vincitrici delle varie semifinali) su cui svettava la power ballad di Ulrikke Brandstorp, data per favorita da tutto il mondo ma su cui gravava la minaccia di una vittoria della preferita di Spotify (Raylee) o della bruttissima copia dei KEiiNO vincitori l'anno passato (Rein Alexander).
Tecnicamente la selezione doveva essere giudicata al 100% dal televoto, in tre turni consecutivi che avrebbero ridotto le canzoni da 10 a 4 a 2. Il problema è stato che al primo turno c'è stato un fail tecnico dell'app di voto (Iowa caucuses say hi) che ha portato alla necessità di utilizzare una giuria di back-up di 30 elementi. Hanno passato il turno Ulrikke, Raylee, Kristin Husøy e Liza Vassilieva, mentre Rein Alexander - che se tutto fosse andato come doveva andare avrebbe potuto vincere tutto quanto, visto il supporto che aveva in studio - si è dovuto immediatamente accomodare ai tavolini.
Il secondo turno ha tolto dalla competizione Raylee e Liza, lasciando la scena allo scontro a due fra Ulrikke e la sempre più sorprendente Kristin (la cui vittoria era data fino a stamattina a 75/1, ma che ha avuto il merito di crescere esibizione dopo esibizione). Il voto finale era diviso in cinque calling corrispondenti alle cinque regioni della Norvegia: dopo alcuni calling interlocutori (Ulrikke avanti di poco nel sud e nell'ovest, la sua avversaria di pochissimo nel nord) Kristin ha fatto il pieno nella "sua" Norvegia centrale, lasciando pensare a un possibile upset dato che all'ultima giuria il suo vantaggio era di quasi trentamila voti. Ma la Norvegia dell'est, roccaforte e regione di nascita di Ulrikke, ha sovvertito il risultato assegnando 102k a lei e solo 69k a Kristin, per un risultato finale che laurea Attention vincitrice per il distacco super esiguo di soli 5 678 voti su circa quattrocentomila.
(QUI il video epico della conta dei voti)
Vince quindi l'edizione numero 60 58 del Melodi Grand Prix Ulrikke Brandstorp, 24enne di Sarpsborg già quarta classificata nel 2017. La canzone si intitola Attention ed è scritta da Ulrikke assieme a Christian Ingebrigtsen (ex membro della boyband A1) e Kjetil Mørland (ottavo all'Eurovision 2017 con A Monster Like Me, fatto fuori al primo turno dello scorso Melodi Grand Prix con En livredd mann (Un uomo spaventato)).
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Game Ranking Winner 2021/2022
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Utente
30 novembre, 2019
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Utente
2 maggio, 2016
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io non potevo credere che con un voto via app fossero passate 4 donne poi ho letto dei problemi di voto e della giuria di riserva e tutto era più chiaro
delle quattro solo Liza era assolutamente da evitare; Raylee ci stava per quanto sia l'ennesima Fuego girl Ulrikke e Kristin erano tra le migliori nel complesso quindi duello finale giustissimo e combattuto, mi andavano bene entrambe anche se il mio debole per Morland mi rende molto contento che abbia vinto Attention, che vedo fare molto bene anche in quella semifinale, stile Proud macedone (purtroppo per noi, c'è da dirlo)
convinto che l'anno prossimo cambiano tutto perché a parte i duelli che sono sempre un idea pessima in ogni latitudine, solo un prequalificato su 5 che passa il turno non è positivo, ma per niente (anche se credo che Akumi e Tone abbiano pagato la concorrenza di Raylee e Kristin, che avevano il traino della semifinale)
On fire credo sia in automatico tra le mie preferite proposte lituane (non c'è tanta concorrenza: 2009, 2018, qualcun'altra che non ricordo). Ed è una delle migliori finora, se non è la mia prima poco ci manca. La selezione non l'ho seguita tanto ma ho recuperato anche un altro paio tra cui Monique e anche lei sarebbe stata un ottima scelta
ho provato a seguire l'Armenia visto che Vidbir è lento ma non ho resistito più di un paio visto che erano tutte sul disagio andante. Alla fine ha vinto una delle migliori, se non la migliore per quanto non so ancora interpretarla.
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Utente
7 agosto, 2013
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quest'anno non riesco a seguire per niente le selezioni, sto ascoltando solo le canzoni scelte.
armenia: ma in che lingua è? non so come considerarla, sembrerebbe una cosa da decennio scorso ma non lo è, giudizio sospeso
lituania: il pezzo mi piace e non avrebbe bisogno di quel balletto al di fuori dell'esc, all'esc probabilmente ne ha bisogno perché non ha un ritornello memorabile
lettonia: finalmente la mitologica samanta tina ce l'ha fatta, pezzo non male ma non mi fa impazzire
australia: somiglia alla mia vicina di casa ma quel collare la coreografia
sicuramente si inventeranno qualcosa di meglio per Rotterdam ma comunque non mi piace
norvegia: ballad classica ma mi piace un sacco (ma è queen Agnete la terza a dare i voti?)
spagna: è di un basico intollerante, se la cercano la bottom 6
cechia: si adatta a farci sopra un bello staging (se ci riescono), devo ancora inquadrarla bene
albania: non la ascolto neanche, aspetto il revamp che con loro non si sa mai cosa ne viene fuori
comunque stranissimo vedere l'italia tra le primissime a tirar fuori la canzone, quest'anno se la prendono tutti comoda
e apriamo il capitolo italia visto che non ho commentato nemmeno durante sanremo: alla resa dei conti credo che sia stata scelta la canzone che si può piazzare meglio possibile all'esc, con buona pace dei discorsi sulle canzoni da esc e non da esc che non se ne può più, il ritornello arriva abbastanza presto ed è memorabile, lui la canta bene ma non sono sicuro di come possa andare con le giurie, comunque non vedevo alternative migliori, elettra non sarebbe andata da nessuna parte nemmeno doppiata totalmente come la azera di qualche anno fa, rancore che qualcuno vedeva da esc solo per un ta-ta-ta nel ritornello, really? la canzone di elodie ha una struttura troppo strana al primo ascolto ed è una cosa che a me piace da matti ma che non funzionerebbe coi votanti, non l'avrei vista piazzata benissimo anche se permetteva di dire che di aver mandato una cosa moderna e non una classic italian ballad, come se mandassimo sempre ballad e ci servisse una giustificazione, si sa che queste canzoni non attecchiscono facilmente con gli eurofan dei gruppi e delle top su youtube ma anche sticavoli, risultato possibile non saprei, secondo me un risultato alla mengoni col sud che ci riempie di voti e il nord che ci snobba è più che possibile ma dipende da tanti fattori, aspettiamo almeno il taglio, sicuramente eliminerei metà dell'instrumental, per il resto non saprei
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Utente
9 settembre, 2013
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BlueBlau ha detto
convinto che l'anno prossimo cambiano tutto perché a parte i duelli che sono sempre un idea pessima in ogni latitudine, solo un prequalificato su 5 che passa il turno non è positivo, ma per niente (anche se credo che Akumi e Tone abbiano pagato la concorrenza di Raylee e Kristin, che avevano il traino della semifinale)
Io abbastanza convinto che i prequalificati servissero a portare in fondo i nomoni attira-pubblico senza farli passare dalle forche caudine delle semifinali (e infatti dentro c'erano Didrik/Emil e Tone Damli, quest'ultima attesa come la seconda venuta di Cristo e poi fatta fuori al primo turno senza troppe cerimonie )
winner ha detto
norvegia: ballad classica ma mi piace un sacco (ma è queen Agnete la terza a dare i voti?)
Ebbene sì, è tornata a farsi viva in pubblico dopo 4 anni! Gli altri erano Margaret Berger (quarta all'Eurovision 2013), Tom Hugo (1/3 dei KEiiNO, sesti all'Eurovision 2019), Åge Sten Nilsen (frontman dei WigWam, noni all'Eurovision 2005) e Bjørn Johan Muri (quarto al Melodi Grand Prix 2010)
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9 settembre, 2013
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VARIE ED EVENTUALI/7
Islanda
Si è tenuta ieri sera la seconda semifinale dell'amato Söngvakeppnin - amato a questo giro un po' meno perché ci ha consegnato il passaggio del turno di una delle proposte a mio parere più ingiustamente pompate dalla fandom in questo 2020, quella Oculis Videre (Vedere con gli occhi) di Iva Marín Adrichem che già sembra aver prenotato la vittoria di tutto il cucuzzaro ma urla pesantemente FLOP a Rotterdam.
Assieme ad Iva si qualifica un beniamino del pubblico islandese, ovvero Daði Freyr Pétursson che assieme alla sua band Gagnamagnið ("L'ammontare dei dati", titolo anche della canzone che però verrà tradotta in occasione della finale con il nuovo titolo di Think About Things) sembra porsi idealmente come avversario numero uno di Iva verso la corsa al titolo.
Come ogni anno la produzione del Söngvakeppnin ci regala inoltre una wildcard che si aggiunge alle 4 finaliste nella line-up della finalissima del 29 febbraio: come ogni anno purtroppo non si tratta di una delle mie favorite d'obbligo bensì di Nína Dagbjört Helgadóttir con il brano Ekkó (Eco)
Ucraina
In archivio la seconda semifinale del Vidbir: si aggiungono in finale alle tre già annunciate settimana scorsa anche il gruppo TVORCHI con Bonfire, KHAYAT con Call For Love e David Axelrod con Horizon. Da notare come i cantanti ucraini abbiano un fetish enorme e inspiegabile per le maiuscole (quando non decidono di usare come pseudonimo il nome dell'ex stratega politico della campagna elettorale di Barack Obama )
Tra le eliminazioni contiamo purtroppo anche quella del collettivo femminile FO SHO con BLCK SQR, brano rap dedicato ai grandi capolavori dell'arte e al celebre Quadrato Nero di Kazimir Malevich
Estonia
Nessuna sorpresa in Estonia: dalla seconda semifinale si qualificano i due favoritissimi Jaagup Tuisk ed Uku Suviste, assieme a Inger Fridolin (che ritorna dopo l'ottimo debutto del 2019) e alla band Traffic (dove milita Stig Rästa, rappresentante estone all'Eurovision 2015 assieme ad Elina Born). Il pubblico aggiunge a questo quartetto magico anche Uudo Sepp e SHIRA; questi sei, più i sei qualificati di settimana scorsa, si giocheranno il titolo nella finalissima di sabato 29.
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Moderatore Junior
7 agosto, 2013
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Devo essere onesto, più si va avanti, più trovo quest'anno deboluccio Tra le canzoni in gara, Italia a parte per ragioni di affetto, trovo forti solo la Lituania e ora il Belgio. La prima mi piace musicalmente, la performance però potrebbe conferirle il grado di "joke act" dell'edizione, e sarebbe un peccato. La seconda è di mio gusto, ma in ambito ESC non è proprio ciò che speravo di sentire, si trascina un po' troppo in modo uguale a sé stesso. Le varie Australia, Norvegia, Armenia, Albania e via dicendo mi sembrano in generale carine, ma tutto sommato banali. Le altre big 5, al momento, proprio una tragedia.
Anche nelle finali nazionali non sto avendo chissà che grandi favoriti. Per ora ho trovato la selezione lituana quella più forte (che tipo mai avrei pensato di dirlo), molte canzoni della finale (Moniqué, Kayra, Ruta Loop) sarebbero state comunque interessanti. Anche l'Ucraina, che solitamente ha una selezione competitivissima, mi sembra in un anno di fiacca, forse anche per il ban agli artisti che si sono esibiti in Russia, che credo abbia negato l'accesso a tutti i nomi più forti. Anche la Svezia mi sembra un po' impantanata nella sua solita formula, che è sì vincente, ma come dico ogni anno, da grande fan di un sacco di artisti scandinavi, è proprio riduttiva. Salvo giusto Dotter, spero vinca lei. In Finlandia, Cicciolina a parte perché pretendo di avere quel brano sul palco, tutto molto meh.
In ogni caso, la sensazione generale è di non aver ancora ascoltato il brano del vincitore del 2020. Non riesco a immaginare nessuna delle canzoni scelte, né di quelle presenti ad oggi nelle finali nazionali, come possibile vincitrice. Se la cosa continuasse così, non mi dispiacerebbe. Mi piacciono sempre gli anni un po' più incerti, tipo il 2014, 2016 e 2019.
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Utente
9 settembre, 2013
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La Francia quest'anno ha deciso di combinare un dispetto un po' grosso a tutti gli eurofan degni di questo nome, cancellando la finale nazionale Destination Eurovision a causa degli ascolti non esaltanti della seconda edizione e defenestrando l'HoD Steven Clerima che assieme ad Edoardo Grassi aveva avuto il merito di riportare interesse per l'Eurovision in terra francese in favore di tale Alexandra Redde-Amiel, già direttrice del reparto entertainment di France Télévisions.
Sapevamo già da tempo il nome scelto internamente dalla delegazione e ne avevamo già parlato su queste pagine: Tom Leeb, 30enne cantante, attore e comico di Parigi, figlio del noto comico Michel Leeb e della giornalista Béatrice Malicet. In quella occasione era stata la Redde-Amiel stessa ad alzare le aspettative a dismisura, proclamando di avere in mano una possibile Eurovision winner in una canzone che "ci avrebbe fatto dimenticare tutte le altre 26 canzoni in gara".
Sennonché poi la canzone è stata svelata e abbiamo capito che si trattava, come molti temevano, della classica scelta operata da persone che credono di sapere cosa sia l'ESC ma sono rimaste indietro di una buona decina d'anni. Il brano scelto all'unanimità da una commissione specifica e che ha fatto commuovere ed innamorare molti di loro al primissimo ascolto si intitola The Best In Me ed è scritto da un team franco-svedese che servirà un paragrafo intero per menzionare: Thomas G:son (autore di mille entries eurovisive e melodifestivaliere, la più nota sicuramente Euphoria di Loreen), Peter Boström (correo di G:son in Euphoria), John Lundvik (5° classificato all'Eurovision 2019 per la Svezia con Too Late For Love, autore anche del brano che ha rappresentato il Regno Unito nella scorsa edizione), Amir Haddad (6° classificato all'Eurovision 2016 per la Francia con J'ai cherché (Ho cercato)), Tom Leeb e Léa Ivanne. Da notare che per G:son è la quindicesima canzone in gara all'Eurovision in rappresentanza di ben otto nazioni diverse: quest'ultimo record era già suo, mentre resta lontano quello delle 24 canzoni in 44 anni appartenente al tedesco Ralph Siegel.
E niente, se volete anche voi ridere della scelta francese e/o chiedervi come la Venier se sia tutto uno scherzo ecco qua sotto l'audio ufficiale:
La scelta della televisione fiamminga (incaricata quest'anno di selezionare il rappresentante belga all'Eurovision, dopo il flop della vallone RTBF all'Eurovision 2019 con Eliot Vassamillet e la sua Wake Up) è caduta su un nome apparentemente fortissimo: parliamo degli Hooverphonic, band di Sint-Niklaas che negli anni 2000 conobbe il successo internazionale con svariate hit al di fuori della loro nazione natia (in particolare Mad About You, che arrivò anche in Italia). Il gruppo è ancora in attività ma ha cambiato formazione molte volte ed è ora ridotto a tre elementi: la nuova cantante Luka Cruysberghs, il chitarrista Raymond Geerts e il bassista, tastierista e producer Alex Callier.
Il brano è stato presentato oggi, si intitola Release Me ed è scritto e composto da Alex Callier assieme a una nostra conoscenza: si tratta di Luca Chiaravalli, compositore, produttore ed arrangiatore che ha segnato successo dopo successo nelle ultime edizioni del Festival di Sanremo (Fatti bella per te di Paola Turci, Fatti avanti amore di Nek, Gigante di Piero Pelù e soprattutto le vittorie back-to-back di Un giorno mi dirai degli Stadio e Occidentali's Karma di Francesco Gabbani). La canzone è però più simile allo stile musicale degli Hooverphonic, anzi assomiglia molto a quella A Matter Of Time che due anni fa Callier scrisse per Sennek e con cui quest'ultima mancò a sorpresa la qualificazione. Visto l'inserimento del Belgio nella prima semifinale, molti già pronosticano un destino simile per Release Me
Il video ufficiale courtesy di Eurovision.tv:
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Utente
9 settembre, 2013
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Utente
2 maggio, 2016
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era difficile non avere una certa aspettativa sul Belgio e ancor più difficile non restare un po' delusi a primo ascolto. dal secondo in poi ero pazzo della canzone. Non è da vittoria, sicuramente, e avrei evitato di citare the losing game, ma non escluderei un buon risultato.
la Francia sto cercando le parole da ieri... perdere Destination Eurovision per questo è troppo deludente. a mente fredda e passata la delusione devo dire chè non è brutta ma offensivamente inoffensiva, che è quasi peggio. Che poi non è che il team che hanno scelto ha chissà che risultati, in particolare ultimamente
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