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7 agosto, 2013
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7 agosto, 2013
COVER
Gli Afterhours hanno spesso coverizzato brani sia di artisti italiani sia di artisti internazionali, eseguite sopratutto durante i concerti.
Mio fratello è figlio unico (originale di Rino Gaetano)
The bed (originale di Lou Reed)
Dolphins (originale diTim Buckley)
Hey Joe (originale di Jimi Hendrix)
Se telefonando (originale di Mina)
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7 agosto, 2013
Tour 2016
Il tour estivo degli Afterhours inizierà a Luglio, un mese dopo l'uscita del nuovo album. Per ora son previste dodice date:
08/07 Genova, Goa Boa Festival – Porto Antico
10.07- Avezzano (Aq), Kimera Rock Festival
14.07- Milano, Market Sound
15.07- Torino, Flower Fest
19.07 -Roma, Rock In Roma
06.08 -Treviso, Suoni Di Marca
08.08 – Lignano Sabbiadoro (Ud), Beach Arena
10.08 – Tindari (Me), Indiegeno Fest c/o Teatro Greco
12.08 – Ragusa, Castello Di Donna Fugata
13.08 -Lamezia Terme (Cz), Colorfest
27.08 -Empoli (Fi), Beat Festival
03.09 – Cagliari, Arena S.Elia
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7 agosto, 2013
Ieri gli Afterhours (Manuel Agnelli e Rodrigo D'Erasmo) erano ospiti a King Kong, programma di Radio 1. Hanno eseguito in anteprima alcuni brani del nuovo CD.
Ecco il podcast della puntata: http://www.kingkong.rai.it/dl/.....c8c71.html
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7 agosto, 2013
Tour Instore
L'album verrà presentato in una serie di appuntamenti instore presso la Feltrinelli. Ecco le date già annunciate:
9 giugno – Milano P.za Piemonte
10 giugno – Torino Porta Nuova
11 giugno – Bologna P.za Ravegnana
12 giugno – Firenze RED – P.za Repubblica
15 giugno – Roma Via Appia Nuova
16 giugno – Napoli P.za dei Martiri
20 giugno – Catania Via Etnea
21 giugno – Palermo Via Cavour
23 giugno – Lecce Via Templari
24 giugno – Bari Via Melo
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28 novembre, 2015
amers ha detto
Ieri gli Afterhours (Manuel Agnelli e Rodrigo D'Erasmo) erano ospiti a King Kong, programma di Radio 1. Hanno eseguito in anteprima alcuni brani del nuovo CD.Ecco il podcast della puntata: http://www.kingkong.rai.it/dl/.....c8c71.html
Il suo modo di parlare mi intriga un sacco sembra una di quelle persone che ti dicono il mondo ma con quel fare un po distaccato che ti attrae.
Io non vedo l'ora che sia Martedi e spuntino le prime impressioni di lui e gli altri come giurati (Il 31 ci sono le prime audizioni di X Factor)
PS:Sono andato in fissa con Voglio una pelle splendida la versione con Samuel dei Subsonica poi
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7 agosto, 2013
Capo Horn ha detto
amers ha detto
Ieri gli Afterhours (Manuel Agnelli e Rodrigo D'Erasmo) erano ospiti a King Kong, programma di Radio 1. Hanno eseguito in anteprima alcuni brani del nuovo CD.Ecco il podcast della puntata: http://www.kingkong.rai.it/dl/.....c8c71.html
Il suo modo di parlare mi intriga un sacco sembra una di quelle persone che ti dicono il mondo ma con quel fare un po distaccato che ti attrae.
Io non vedo l'ora che sia Martedi e spuntino le prime impressioni di lui e gli altri come giurati (Il 31 ci sono le prime audizioni di X Factor)
PS:Sono andato in fissa con Voglio una pelle splendida la versione con Samuel dei Subsonica poi
oh *_* che bello leggere queste parole benvenuto nel club
Voglio una pelle splendida è una delle migliori del loro repertorio, e concordo assolutamente su Samuel, ha reso fantastica la versione
dede il mio compito è farli conoscere
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7 agosto, 2013
Il gruppo continua con le ospitate: dopo Radio 1 son stati ospiti di Radio 2 nel programma Rock and Roll Circus. Hanno suonato nuovamente due brani del nuovo CD: Non voglio ricordare il tuo nome e Ti cambia il sapore e hanno regalato una bellissima versione live di Padania.
QUI il podcast
QUI invece l'intervista rilasciata a Radio Popolare
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7 agosto, 2013
Dal ilMucchio.it: Manuel Agnelli parla del nuovo album, canzone per canzone.
DISCO 1
Grande
Chitarra acustica e voce lacerante, crescendo di violino: "Tu giurami che noi / non moriremo mai"
È un sogno di mia sorella Silvia: da bambina era convinta che nessuno della nostra famiglia sarebbe mai morto. Io l’ho trasformato in un sogno in cui faccio una sorta di patto tacito con mio padre. Lui muore e tradisce questo patto per farmi crescere perché io, con la sua scomparsa, divento grande, divento adulto definitivamente. ‘Grande’ è anche quel qualcosa in più che cerchiamo e non sappiamo cos’è, se c’è… Nonostante non sia una ballata standard, la canzone non poteva che essere chitarra e voce perché è molto personale”.
"Avevamo un patto io e te / e l’hai tradito tu / Perché io diventassi / grande / scoprendo che il dolore non era / la destinazione / vera”.
Il mio popolo si fa
Il brano affronta varie forme di dipendenza tipiche degli italiani, riallacciandosi con il suo rock irruente e la sua impronta maggiormente sociale al precedente album Padania: “La mia generazione / visse nella bugia / che il mondo poteva cambiare / ma se non puoi fare / niente di bello / devasta qualcosa di bello”.
“Padania presentava un’emotività fredda e corrispondeva a un’osservazione quasi sconsolata, mentre Folfiri o Folfox è più ‘caldo’. Ci è tornata parecchia rabbia, senza freni. È uno sfogo, non un giudizio morale. Cerco di raccontare la violenza che c’è nella superstizione, nel credere all’influenza della sfiga. Musicalmente ci ha eccitato subito, è uno dei primi pezzi venuti fuori ed è sempre stato quello che volevamo far ascoltare per primo al pubblico”.
L’odore della giacca di mio padre
Un episodio cantautorale al pianoforte, pervaso dai ricordi e squarciato quando dalle elettriche quando da violini distorti, che ci fa immaginare come potrebbe essere Agnelli in veste solistica: “Sì, lo so che tu / resti dentro di me”.
“Ho sempre trascurato il pianoforte,eppure è lo strumento che so suonare meglio. Negli ultimi anni sono tornato a studiare la musica classica, ma anche ad ascoltare tanto jazz, specie Bill Evans. Non è detto che un domani non faccia un disco da solista, perché rivelerebbe senz’altro una versione di me molto diversa sia come cantante sia come autore. Questo è un brano ancora una volta molto personale, quindi portato per la maggior parte avanti per conto mio”.
Non voglio ritrovare il tuo nome
Il secondo estratto dall’album, un pop marziale con synth sottotraccia che nello stile si riallaccia vagamente ad alcune ballate risalenti a Non è per sempre. Non c’è bene né male assoluto, solo l’importanza del libero arbitrio: “Scava sotto i buoni / c’è un cadavere / sotto i cattivi un angelo / ucciso da un’idea”.
“Il pezzo riguarda la chiusura di un cerchio: archiviare qualcosa per ripartire e tornare a essere di nuovo te stesso. Anche se non le viviamo più, certe esperienze ci condizionano tantissimo la vita, persino se sono delle sciocchezze. Mai come in questo periodo ho avvertito il bisogno di tornare a essere libero interiormente. Nel testo parlo di una persona che non so neanche chi sia a dir la verità, forse la mia prima ragazzina inglese, di quando ero appena diciannovenne. Rappresenta ciò che ti rimane dentro e che riesci finalmente a sublimare e buttar fuori, non necessariamente a sconfiggere”. “Occhi blu / non respiri più con me”.
Ti cambia il sapore
Ironia molto amara, un riff di violini elettrici su una progressione ritmica quasi new wave. La canzone sembra interrogarsi sull’eventualità di una vita dopo la morte, sulla presenza – o per meglio dire, sull’assenza – di Dio: “Credo in una via / alla quale / io non ho / pensato già”.
“Non è certamente uno degli episodi più positivi del disco… Il suo titolo deriva dal fatto che, quando fai chemioterapia, il senso del gusto cambia. C’è un minimo di speranza, ma i dubbi che mi pongo sono gli stessi che si pone Dio: ‘Ci credi davvero a Dio? / Ci credi davvero, Dio?’. Sarà anche retorico, ma davanti a un certo tipo di situazioni ti chiedi come cazzo faccia a esistere Dio, quale sia il suo progetto e perché noi non dobbiamo capirlo. Sono discorsi quasi da bar, ma ho visto mio padre andarsene senza avere timore: lui alla fine non credeva sul serio e non si è convertito sul letto di morte per semplice paura… Ho il dovere di farmi un certo tipo di domande con altrettanto coraggio”.
San Miguel
Sperimentazione tra Einstürzende Neubauten e Swans, spoken inquietante e misterioso, dissonanze e riverberi spettrali. “Ovunque io vada / ho il tuo amore che mi protegge / In una terra di predatori / il leone non teme lo sciacallo”.
“Quello che apprezzo dei testi aperti è che chiunque può trovarci ciò che vuole. I testi chiusi, quelli troppo cantautorali, non forniscono tale libertà e si trasformano in una gabbia. ‘San Miguel’ è la preghiera dei piloti che portano la cocaina dal Perù alla Bolivia, quindi le parole sono pronunciate in volo. Piloti che tutti vogliono uccidere o abbattere: gli spacciatori concorrenti, la polizia, i committenti in caso di lavoro svolto male… Piloti che diventano ricchi, ma che è dunque difficile sopravvivano. La mia compagna pensava avessi scritto il brano per il mio amico spagnolo Miguel, toltosi la vita anni fa in Argentina. Il brano parla in realtà della disperazione delle persone che vogliono trovare conforto nella superstizione, ma lo fa in maniera meno arrabbiata rispetto a Il mio popolo si fa. Capisco questa forma di disperazione e non la disprezzo se profonda. Disprezzo, al contrario, la paura volgare del gatto nero…”.
Qualche tipo di grandezza
Coinvolgente cavalcata rock anni 90 con le chitarre assolute protagoniste, che si collega spontaneamente a Grande. “Sì, si torna lì”. Stavolta si cerca “Qualche tipo di grandezza / Qualcosa che / bruci sulla pelle”, per avere la certezza di essere veramente vivi.
“È un pezzo molto anni 90, ma non era esattamente così all’inizio. Abbiamo spinto su quel versante perché funzionava meglio. C’erano elementi interessanti, infatti, che risultavano forzati: abbiamo ridotto il break africanoide, abbiamo tolto i cori… Il pezzo è diventato ancora più grunge”.
Cetuximab
Primo strumentale in scaletta: un folle digital metal. “Il cetuximab è un anticorpo monoclonale che serve ad attirare la chemio soltanto sulle cellule malate. Aiuta in sostanza a fare una terapia più selettiva e prolunga la vita dei pazienti, ma ha effetti devastanti e abbastanza mostruosi sopratutto sulla pelle causando pustole ed escoriazioni. Questo brano cresce come il mostro cresce dentro sempre più. A livello sonoro abbiamo provato a sperimentare: la prima parte è tutta suonata, mentre nella seconda subentrano delle piste di tracce scartate che abbiamo aperto e sovrapposto al pezzo principale. Quello che si sente alla fine sono una ventina di brani che procedono contemporaneamente, seppur chiaramente con strumenti selezionati”.
Lasciati ingannare (una volta ancora)
Partenza acustica, interpretazione vocale – “Cambiami la vita / una volta sola”, “Io sarei il tuo / sconosciuto per caso / La parte che non sai” – e batteria in evidenza.
“Volevo un ritornello quasi con la cassa in quattro, che poi Tommaso Colliva ha mixato più coerentemente. Volevo in pratica che, quando arriva il ritornello, vi fosse un altro tipo di soluzione rispetto alla canonica ballata rock. Gli Afterhours avevano già fatto brani simili: se riesci a sorprendere un minimo chi ascolta, le cose diventano più potenti ed emozionanti”.
DISCO 2
Oggi
“Ci sono pianoforte, tastiere, synth”. Una seconda apertura delicata, dal testo bellissimo. Vivere l’attimo (“Puoi guidare senza meta e / capire che c’è / un tempo in noi / ed è questo se vuoi”), sostituire la gioia al dolore (“Ti direi che oggi / può guarire tutto”).
Folfiri o Folfox
La title track equivale a un altro momento sperimentale: a dispetto della cupezza del titolo, che si rifà ai trattamenti chemioterapici ai quali si è sottoposto il padre di Manuel, l’approccio è ludico e le parole sono scandite in quella che diviene una bizzarra filastrocca. La voglia di lottare prevale sul fatalismo: “So che la sanità / può curare i suoi / grandi numeri ma / non me / E tu sei da sempre un ribelle ma / morirai per un protocollo sai”.
“Quanto tocco temi importanti, fatico a essere troppo pesante nel linguaggio. Il modo in cui è morto mio padre è assurdo e ha a che fare con la concezione della medicina occidentale: siamo tutti grandi numeri, i protocolli vengono usati come soluzioni. Molti medici mi hanno rivelato di essere fatalisti: forse a loro serve per andare avanti, ma è tremendo non prendersi delle responsabilità e non aver paura di fallire perché ci si affida al destino. Io non l’accetto e correrei a farmi curare da qualcun altro…”.
Fa male solo la prima volta
Incalzante ritornello elettrico e stranianti cambi di direzione. “Entra nel futuro / Entra in questo porno”. “Concerne la verginità interiore, l’anima: perderla fa male solo la prima volta. È anche una considerazione cattiva nei miei stessi confronti: canto che ho giocato così bene che mi sono scordato che dovevo vincere, cioè mi sono dimenticato l’obiettivo. Giocare bene può essere figo, ma per raggiungere uno scopo non è obbligatorio. Quando prendo per il culo qualcuno, spesso quel qualcuno sono io”.
Noi non faremo niente
Un incantesimo acustico, avvolto da riverberi onirici: “E non sento niente / e se non sento più / niente mi può fare male”.
“È una constatazione che capita a tutti coloro che provano un forte dolore o malessere: desiderare di non sentire niente. Un’esortazione affine c’è in Grande. È una delle soluzioni, volendo: se non senti niente, non senti niente neppure in negativo. ‘Noi non faremo niente’ è una frase di Caterina de’ Medici, pronunciata durante la strage di Parigi in cui furono uccisi i protestanti accorsi per il matrimonio di sua figlia: tutti la esortavano a compiere gesti anche terribili e lei scelse di non reagire. A volte le persone che soffrono si immobilizzano, invece di continuare a sbattere la testa come mosche impazzite. C’è chi si annulla completamente e pensa che prima o poi le cose si risolveranno da sole. È capitato persino a me”.
Né pani né pesci
Una classica, intensa ballata rock che colpisce la pancia con giro e solo di chitarra. “Io mi eccito a dir la verità”, canta Manuel. E la verità è che è finito il tempo dei miracoli: “Abbracciati a quel che hai / Nessuno ormai / porterà né pani né pesci”.
“È una riflessione disperata. All’interno di una crisi, anche proprio fisica, ti aspetti che arrivi qualcosa che però non arriverà. La metafora è che non ci sarà nessun salvatore, non ci sarà nessuno che verrà a salvarti”.
Ophryx
Secondo strumentale in scaletta, opposto speculare di Cetuximab. Stavolta la scena è occupata dagli archi drammatici di Rodrigo D’Erasmo, che firma il brano e figura peraltro come produttore addizionale del disco. “Rodrigo è una figura preziosa, è un musicista straordinario”.
Fra i non viventi vivremo noi
Poco più di due minuti velocissimi e filo-punk, dal drumming sfrenato. Contro ogni prigione mentale, incluse quelle della musica cosiddetta indie: “È una madre piena di attenzioni il pubblico che abbiamo noi / ma alla mamma non disobbedire o saranno guai”.
“Ammetto che si tratta di una libera interpretazione di una dichiarazione appartenente a Oscar Wilde, che si adatta alla perfezione a quello che stiamo vivendo noi. C’è un discorso di appartenenza nei confronti della band che diventa morboso e inutile: quando gli spettatori si riconoscono in ciò che fai, la cosa li conforta e ti amano; quando non fai più quella cosa, è come se togliessi loro la medicina per sconfiggere il proprio malessere e di conseguenza ti odiano. È una vita intera che io sono tanto amato quanto odiato, per cui mi sono abituato e non ho paura ma mi dà ancora fastidio”.
Il trucco non c’è
Un arpeggio folk, il violino barocco e la voce che si fa recitata riallacciandosi a un album come Quello che non c’è, in particolare al brano Il mio ruolo. Ci si interroga ancora sull’identità divina: “Il trucco dov’è? / Il trucco qual è? / È che hai paura di cercarlo / per scoprire che / il trucco non c’è”.
Una mini-pièce dal grande pathos. “Rodrigo aveva costruito una suite di pizzicati, che io ho smembrato lasciando immutato l’inizio. È l’emblema della realizzazione del nuovo disco, con tante idee violentate, ed è un pezzo che riporta alla narrazione, che fornisce una chiave di lettura e che reputo indissolubilmente legato a quello successivo”.
Se io fossi il giudice
Corde acustiche ed elettriche in simbiosi, il violino più luminoso. La consapevolezza di vivere prevale sulla casualità: “Cammino come un uomo / e parlo come un uomo”. Una conclusione sospesa ma dopotutto speranzosa: “Ognuno ha un modo di / abbracciare il mondo / il modo che ho è soffrire / fino in fondo / Libero di non essere più me / libero di non piacerti più / libero di buttare tutto via”.
Una rinascita. “È la spiegazione del disco. La spiegazione del perché abbiamo fatto questo disco. È un pezzo che suona più fluido di quanto non lo sia la sua costruzione, che trasmette volutamente leggerezza ma è più complesso di quel che possa sembrare: ci sono tre ritornelli, quasi senza strofe. Volevo concludere l’album, per una volta tanto, con un brano più arioso”.
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7 agosto, 2013
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7 agosto, 2013
RASSEGNA STAMPA
Da "Mucchio Selvaggio"
Da "Blow Up"
Da "ROCKERILLA"
Da "Rolling Stone Italia"
Da "Rumore"
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7 agosto, 2013
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7 agosto, 2013
RASSEGNA STAMPA
Da "Il Fatto quotidiano"
Da "Il Tirreno"
Da "La Stampa"
Da "Il manifesto"
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7 agosto, 2013
Dopo un periodo di pausa, dovuto al mio nervosismo verso gli After, riprendo con le news 😀
Ecco le date del nuovo tour, che inizierà a Marzo:
9 marzo 2017 - Trezzo Sull'Adda (MI), Live Music Club
10 marzo - Rimini, Altromondo Studios
14 marzo - Bologna, Estragon Club
17 marzo - Castelfranco Veneto (TV), Arena Concerti Eurobaita al Lago
18 marzo - Parma, Campus Industry Music
20 marzo - Venaria Reale (TO), Teatro Della Concordia
22 marzo - Roma, Atlantico Live!
23 marzo - Napoli, Casa della Musica
25 marzo - Modugno (BA), Demodè Club
28 marzo - Milano, Alcatraz
30 marzo - Firenze, Obihall Teatro di Firenze
31 marzo - Nonantola (MO), Vox Club
Mentre ad Aprile inizierà il tour europeo:
BRUXELLES - Vk
20 aprile 2017
LONDRA - O2 Academy Islington
21 aprile 2017
DUBLINO - Opium Rooms
23 aprile 2017
AMSTERDAM - Sugar Factory
24 aprile 2017
Utente
7 agosto, 2013
Utente
7 agosto, 2013
Ma @amers che seguito hanno fuori dall'Italia?
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