Io da gay sono d’accordo con @Damiano (spero di aver taggato quello giusto ) e penso che in Italia in particolare ma anche in tanti altri Paesi spesso siano stati dati riconoscimenti troppo affrettati a personaggi che si sono rivelati non essere poi così friendly (da Iva Zanicchi alle pur meravigliose Tatu ).

Ma da fan di Annalisa sono convinto che sia una scelta giusta. Intanto perché come dice shadow pur esponendosi poco (ma in generale proprio) è abbastanza chiaro che sia un’alleata, oltre che molto amata dalla comunità. Però ecco, non siamo dalle parti di Renato Zero, per capirci.

Inoltre, pur non essendosi mai molto esposta in generale, in realtà nella sua carriera ha fatto capire non solo il suo orientamento politico, ma si è anche espressa più volte su varie questioni legate ai diritti. Il punto è che fino a 3-4 anni fa le sue dichiarazioni ce le filavamo praticamente solo noi fan  adesso non ho né tempo né voglia di andare a cercarle, ma sono sicuro di quel che dico perché me lo ricordo.

Infine, nulla vieta che possa sorprenderci il giorno del Pride con un bella bandiera rainbow e un bel discorso, come aveva fatto uno o due anni fa quando aveva fatto un discorso sul rischio di un disastro nucleare a causa del conflitto in Ucraina.

Insomma, pur sembrando sulla carta una scelta solo commerciale sono convinto che non lo sia e diamole fiducia 

Per me lei è super friendly ed è azzeccatissima

mattodie ha detto
Annalisa in pratica sta facendo (meglio e con risultati più importanti) il percorso di Elodie del 2022 

brava brava brava   

Che a sua volta ha fatto (meglio e con risultati più importanti) il percorso che Annalisa aveva tentato già nel 2016 fra Se avessi un cuore e Used to you.

Senza nulla togliere a nessuna delle due, che amo, ma non hanno inventato la musica Dance-Pop. Sono pazzesche e io sto fuori da anni per entrambe e certamente hanno rivitalizzato un genere agonizzante in Italia da anni, ma non è che Elodie ha inventato qualcosa e Annalisa la sta copiando. Si sono inserite entrambe con grande successo in un filone che purtroppo in Italia non era in buona salute prima di loro (e quindi tanti applausi a entrambe per questo), ma che esisteva (da Paola e Chiara negli anni Novanta/Duemila, a Rettore/Bertè/Giuni Russo/Marcella/Viola Valentino e tante altre negli anni Ottanta, senza dimenticare la Carrà negli anni Settanta che lei forse sì che è stata una pioniera di un genere, in Italia e anche in molti altri Paesi al mondo, soprattutto latini).