Utente
11 novembre, 2015
Waves of Music ha detto
Concordo molto con questo passaggio della recensione di RSLa Tatangelo ha una voce che spacca, l’intonazione è super, ma il brano è sba-glia-tis-si-mo. Anna io e te dobbiamo fare un discorsetto: sei un’icona gay, sei bona, basta co’ ‘ste lagne, divertiti! Fai la muchacha sexy, non Suor Cristina. E su! Ti voglio più baraccona, nel senso più positivo e divertente del termine.
Anche io mi sono soffermata su questo commento. E concordo
Utente
24 ottobre, 2013
Waves of Music ha detto
Concordo molto con questo passaggio della recensione di RSLa Tatangelo ha una voce che spacca, l’intonazione è super, ma il brano è sba-glia-tis-si-mo. Anna io e te dobbiamo fare un discorsetto: sei un’icona gay, sei bona, basta co’ ‘ste lagne, divertiti! Fai la muchacha sexy, non Suor Cristina. E su! Ti voglio più baraccona, nel senso più positivo e divertente del termine.
Utente
23 dicembre, 2015
Sembra un articolo per ridere ma non ne sono certo
https://www.esquire.com/it/cultura/musica/a25960996/sanremo-2019-canzoni-in-gara/
Utente
7 agosto, 2013
Claudia Fascia per la Gazzetta di Parma, inserisco soltanto i voti:
NEK: 5
NINO D’ANGELO E LIVIO CORI: 7
ULTIMO: 7+
THE ZEN CIRCUS: 7
FEDERICA CARTA E SHADE: 4
ARISA: 6,5
SIMONE CRISTICCHI: 6,5
ACHILLE LAURO: 6
FRANCESCO RENGA: 5,5
NEGRITA: 7
EINAR: 4
PATTY PRAVO con BRIGA: 5,5
BOOMDABASH: 6
ANNA TATANGELO: 4,5
MAHMOOD: 6,5
PAOLA TURCI: 7
DANIELE SILVESTRI con RANCORE: 7,5
EX-OTAGO: 6+
MOTTA: 6,5
LOREDANA BERTÈ: 6,5
ENRICO NIGIOTTI: 6,5
IRAMA: 8
GHEMON: 6,5
IL VOLO: 5
Banned
29 settembre, 2016
LIBERO
Nek - Mi farò trovare pronto (Riassunto: lui vorrebbe essere pronto ad affrontare l' amore, ma per l' amore non si è pronti mai). La canzone di Nek sembra incredibilmente una canzone di Nek. Dice «sono pronto/ sono pronto/ a non esser pronto mai». Grazie per l'informazione. Voto: 5
Nino D'Angelo e Livio Cori - Un'altra luce(Riassunto: lui e l'altro si scambiano punti di vista travolti da sonorità oniriche). Nino può piacere o non piacere ma no, non è mai banale. E con la botta di freschezza di Cori Livio il brano funziona eccome. «Na luna ngopp o mare ca t' accumpagna a sera». Ci fa piacere. Voto: 7
Ultimo - I tuoi particolari (Riassunto: pensieri assai profondi e ben elaborati). Previsione di clic su Youtube nella prima settimana: 10 milioni. Più dolce e meno sofferente del solito, il ragazzo esploso proprio a Sanremo un anno fa... sa quel che fa (rima fatta). «Siamo soltanto bagagli/viaggiamo in ordini sparsi». Voto: 7
Zen Circus - L'amore è una dittatura(Riassunto: non bisogna avere paura del "diverso"). Chi li conosce da tempo dirà «è il loro pezzo tipico». Chi non li conosce dirà «beh, forse un filo retorici ma bravi». Hanno qualcosa da dire. «Hai la democrazia dentro al cuore/Ma l' amore è una dittatura». Voto: 7.5
Federica Carta e Shade - Senza farlo apposta(Riassunto: l'amore è spesso tormentato. Questo lo è di sicuro). Ha tutte le caratteristiche per spopolare in radio. E tutti diranno «fa schifo». E tutti la ascolteranno. «C'è la luna piena/Ma tu hai la luna storta». Brrrr. Voto: 6
Arisa - Mi sento bene (Riassunto: Io sto bene e me ne frego abbastanza del passato). Parte che sembra il brano di un musical. Prosegue che sembra lo spot di una palestra. Continua che sembra la sigla di un cartone animato. Finisce ancora tipo musical. «E più non penso e più mi sento bene». Ecco, non pensarci. È talmente brutta che forse in realtà è bella, ma al momento non ce la sentiamo. Voto: 5
Simone Cristicchi - Abbi cura di me(Riassunto: esaltazione della vita che è bella). Cristicchi sa scrivere assai bene, ma se questa la mettono dopo le 23 mia nonna va in catalessi e si sveglia a Pasquetta. Bravo è bravo, per carità, ma sembra «Cristicchi che canta Ultimo che canta Cristicchi che canta Ultimo». «Ti immagini se cominciassimo a volare». Anche no. Voto: 5, ma molti daranno 8.
Achille Lauro - Rolls Royce (Riassunto: vivete pensando in grande e ispirandovi «ai grandi». Poi si vedrà...). Il vincitore che non vincerà mai perché non siamo pronti. La musica c' è, lui non si prende sul serio e se ne fotte. La Vita spericolata del 2019. E infatti arriverà ultimo. «Dio ti prego salvaci da questo giorni/tieni da parte un posto/ E segnati 'Sti nomi». Voto: 8.
Francesco Renga - Aspetto che torni(Riassunto: un amore allenta il dolore per la perdita della mamma). Ascolti la canzone di Renga («sei l'ossigeno che cerco/ quando resto senza fiato») e pensi: «Dove l'ho già sentita?». Ma certo! L'ha cantata Renga altre 24533 volte. Però il testo è di Bungaro e quindi si dirà «Beh, Renga con Bungaro è tanta roba». Voto: 5
Negrita - I ragazzi stanno bene (Riassunto: un uomo vuole far pace col mondo che è pieno di confini). Ecco qui i Negrita. Che son sempre bravi. Anche se il meglio l'hanno già dato. Però «Voglio un sogno da sognare/E voglio ridere» è da sei mesi senza condizionale. Voto: 6.5.
Einar - Parole nuove (Riassunto: Lui dice a lei che se lo lascia lui non la andrà a cercare. Ma poi ci andrà). «Io che cerco una risposta/ anche quando non c'è» aveva già vinto il premio «frase più usata di sempre nella storia delle canzoni» nel 1912. Ma Einar ha coraggio e la ripropone. Poi dice anche «Giuro che se te ne vai/ non ti verrò a cercare» e siamo al trionfo. Voto: 4.5
Patty Pravo con Briga - Un po' come la vita(Riassunto: cuore, amore e domande senza risposta). Molto eleganti. Elegantissimi. Davvero eleganti. E poi quel «Ma intanto dimmi il cielo/ dove va a finire»... elegantissimi. Davvero eleganti. Ma che noia però. Voto: 5
Boomdabash - Per un milione (Riassunto: lui ama molto lei e glielo dice apertamente). Orecchiabile con coretto orecchiabile e ritmica stra-orecchiabile. «E non c' è niente al mondo/ Di migliore di te/ Nemmeno vincere un milione» Pensaci bene. Voto: 6
Anna Tatangelo - Le nostre anime di notte (Riassunto: lei dice a lui quello che pensa di loro). Sembra una canzone della Pausini ma lo diciamo a bassa voce che poi qualcuno si incazza. «Le nostre anime di notte/ Sono più limpide che mai». Al buio son buoni tutti. Voto: 6
Mahmood - Soldi (Riassunto: champagne e Ramadan non vanno d’accordo). Mahmood tira in ballo la questione “integrazione” senza tanti giri di parole. Rime azzeccate, canzone assai piacevole. «Pensavi solo ai soldi, soldi. Io da te non ho voluto soldi». Voto: 6.5
Paola Turci - L'ultimo ostacolo (Riassunto: lei dice a lui che ci sono molti ostacoli da affrontare insieme). Paola, noi ti vogliamo bene da sempre, però basta. Mica te, tutti quanti. «Piove però/ siamo fuori pericolo». Occhio alle piogge acide. Voto: 5
Daniele Silvestri (e Rancore) - Argento vivo(Riassunto: crescere è complicato, soprattutto se sei immerso nel mondo “moderno” e i tuoi genitori non capiscono una fava). Daniele Silvestri è il meglio che c'è perché a differenza di molti ha sempre qualcosa da dire. E la dice bene. È pure Rancore la dice bene. «Questa prigione corregge e prepara a una vita/che non esiste più da almeno vent'anni». Voto: 8.
Ex-Otago - Solo una canzone (Riassunto: lui dice a lei che è difficile stare insieme, soprattutto dopo 10 anni). Gli Ex-Otago hanno ragione, alla lunga ci si rompe le balle. Loro lo dicono meglio e danno speranze. «Non è semplice/ restare complici/ un amante credibile/ quando l'amore non è giovane». Voto: 6.5
Motta - Dov'è l'Italia (Riassunto: probabilmente parla di amore. E forse anche di immigrazione. Anzi, è così). Non si capisce molto, ma questo non significa nulla. Le canzoni di Motta meno le capisci più son belle. Comunque ce l'ha con un certo tipo di Italia e di italiani («dov' è l'Italia amore mio/ mi sono perso»). Voto: 7.5
Loredana Berté - Cosa ti aspetti da me(Riassunto: lei dice a lui di non pretendere troppo che in fondo lui non è che sia tutta 'sta favola). Parole di Curreri, voce della Bertè, melodia assai ritmata = buon risultato («Che cosa vuoi da me/ che tanto non lo vuoi / quello che cerchi tu da me»). Voto: 6.5
Enrico Nigiotti - Nonno Hollywood(Riassunto: lui dice al nonno che gli manca molto e che lo ha lasciato in un mondo pieno di merda). Il nipote che parla al nonno funziona sempre. Anche in questo caso. «Nonno mi hai lasciato dentro un mondo a pile/ centri commerciali al posto del cortile». Voto: 7
Irama - La ragazza con il cuore di latta(Riassunto: lui dice a lei che pensa lui a tutti e due e soprattutto a farle dimenticare il padre che la menava). Stucchevole quanto basta per fare impazzire milioni di giovani donne. «Ma non sei più da sola/ ora siamo in due / io ci sarò comunque vada». Le solite promesse, poi scappano con la segretaria. Voto: 6.5
Ghemon - Rose viola (Riassunto: lui parla bene di lei ma forse le sta un po' sui maroni). Ecco, anche questa canzone è «elegante», ma è elegante per davvero, originale, pulitissima. «Frasi squisite quelle tue/ che ora sanno di cibo per gatti». Chiarissimo. Voto: 7
Il Volo - Musica che resta (Riassunto: lui dice a lei che loro sono molto belli e speciali). Sì sono messi in 5 per scrivere questa canzone, pure la Nannini, e forse piacerà molto. Ma a noi non ci frega. Proprio no. L' acuto alla Al Bano lo può fare solo Al Bano. «Tra miliardi di persone/ Ti ho riconosciuto nella confusione». Te credo, se urlate così è facile. Voto: 5
Utente
23 dicembre, 2015
Vanity Fair si sveglia oggi con l'articolo
Utente
23 dicembre, 2015
EurofestivalNews riassume i pareri dei giornalisti!
E suddivide i pareri in Positivi, Negativi e Neutri.
Vincono il preascolto Daniele Silvestri, Motta e Mahmood, non va tanto bene a Einar, Federica Carta & Shade e Il Volo.
Utente
28 maggio, 2018
Laura Berlinghieri - FOXlife
Le pagelle delle canzoni di Sanremo 2019
- Nek: Mi farò trovare pronto. "Sono pronto sono pronto / A non esser pronto mai / Per essere all’altezza dell’amore" canta Nek nel ritornello di Mi farò trovare pronto, canzone che ha scritto insieme a Luca Chiaravalli e Paolo Antonacci, figlio di Biagio. Il brano è una super hit pop - dance, che sembra fatta apposta per far ballare. Una canzone che entra appieno nella recente produzione dell'artista emiliano, soprattutto nella sua "nuova vita" dopo il Sanremo del 2015. Un pezzo che potrebbe funzionare bene nelle radio.
- Nino D'Angelo e Livio Cori: Un'altra luce. La canzone in dialetto quest'anno la portano Nino D'Angelo e Livio Cori, una delle strane coppie del Sanremo 2019. Il primo, tra i cantanti più conosciuti e apprezzati del genere neo melodico. Il secondo, quelli che in molti credono essere Liberato. Insieme presentano Un'altra luce: decisamente una bella canzone, ma che con ogni probabilità subirà "l'effetto dialetto", con l'inevitabile difficoltà della comprensione del suo testo per alcuni.
- Federica Carta e Shade: Senza farlo apposta. Un'altra coppia, decisamente più canonica, è quella formata da Federica Carta e Shade. Lei proviene dalle fila di Amici di Maria de Filippi, mentre lui è un rapper. E si dividono il brano nel modo più classico: lei canta il ritornello, mentre lui rappa le strofe. Cantano Senza farlo apposta, non certo un brano indimenticabile. Sarà probabilmente loro la quota giovane pubblico da talent show.
- Patty Pravo e Briga: Un po' come la vita. Ancora una "strana coppia" è quella composta da Patty Pravo e Briga, che cantano Un po' come la vita. Un brano che divide, tra chi ritiene che lo strano esperimento sia riuscito e chi invece pensa che i due, così distanti (a livello anagrafico, ma soprattutto di repertorio) siano mal assortiti. Superato l'effetto sorpresa, rimane un buon pezzo: migliore di altri, peggiore di altrettanti.
- Ultimo: I tuoi particolari. Se dovessimo fare una scommessa sulla vittoria del Festival, questa sarebbe tutta a favore di Ultimo, che quest'anno proverà a fare quello che finora era riuscito al solo Francesco Gabbani: trionfare tra le Nuove Proposte e, l'anno successivo, nella categoria riservata ai Campioni. Il cantautore romano presenta I tuoi particolari, una canzone d'amore, con un ritornello candidato a "frase dei diari" per il prossimo anno scolastico. "Se solamente Dio / Inventasse delle nuove parole / Potrei scrivere per te / Nuove canzoni d’amore / E cantartele qui".
- Arisa: Mi sento bene. È senz'altro un bel ritorno quello di Arisa, che sul palco dell'Ariston canta un inno alla vita: Mi sento bene. Un brano che all'inizio potrebbe benissimo essere inserito nella colonna sonora di qualche film Disney, ma che poi con un colpo di reni si rivoluziona trasformandosi in una hit dance irresistibile. «Se non ci penso più / Mi sento bene / E più non penso / E più mi sento bene». Arisa si rivolge all'ascoltatore, invitandolo a vivere la vita con più leggerezza e a staccare ogni tanto il cervello.
- Simone Cristicchi: Abbia cura di me. Un altro ritorno molto atteso è quello di Simone Cristicchi, che non tradisce il suo recente passato teatrale, portando quella che a tutti gli effetti potrebbe essere considera una poesia: Abbia cura di me. "Abbracciami se avrò paura di cadere / Che siamo in equilibrio sulla parola insieme" canta nella sua lettera d'amore, da far leggere a un amante, un amico, un fratello. A chiunque si voglia bene.
- Francesco Renga: Aspetto che torni. Un ritorno invece evitabile è stato quello di Francesco Renga, che canta un brano scritto da Bungaro, proposto al Festival di Baglioni e proprio da quest'ultimo inoltrato all'artista bresciano. La canzone in questione è Aspetto che torni: paradossalmente, canzone in perfetto stile Renga, ma che se fosse uscita dieci anni fa avrebbe fatto la medesima figura.
- Zen circus: L'amore è una dittatura. Tra i brani più sorprendenti del Festival rientra sicuramente L'amore è una dittatura, presentata dagli "outsider" Zen Circus. Cantano di amore? Sì, ma non solo. Loro portano anche la politica, la famosa "umanità" cui facevamo riferimento prima. "Le porte aperte / I porti chiusi" in realtà dicono a un certo punto del testo. Il brano potrebbe benissimo essere inserito all'interno della colonna sonora di un film western.
- Achille Lauro: Rolls Royce. Forse l'artista che più di ogni altro sarà capace di catalizzare l'attenzione del pubblico dal palco dell'Ariston. In Rolls Royce, brano che firma insieme a Davide Petrella, si diverte a fare il punk, "scomodando" autentici miti del rock come Elvis Presley, Amy Winehouse, i Doors e Jimi Hendrix. Un brano meno trap della sua produzione fino a questo momento, in cui a farla da padrona è il riff di chitarra che caratterizza l'intera canzone, dall'inizio alla fine.
- Paola Turci: L'ultimo ascolto. Troviamo la mano di Luca Chiaravalli anche in L'ultimo ascolto, il brano che sarà presentato sul palco dell'Ariston da Paola Turci. Lei, a Sanremo, ha sempre fatto delle ottime figure. Questa volta il pezzo, seppur superiore alla media, appare comunque meno potente rispetto a quelli precedentemente portati. Però ci attendiamo la prova sul palco, per un giudizio definitivo.
- Negrita: I ragazzi stanno bene. Da un "rocker improvvisato" a un gruppo che invece del rock ha fatto la sua cifra stilistica. I Negrita, che all'Ariston canteranno I ragazzi stanno bene, pezzo che vede tra gli autori anche Il cile. I brani indimenticabili sono altri. "Non ho tempo per brillare / Voglio esplodere che la vita è una poesia / Di storie uniche" canta Pau nella sua cavalcata da climax ascendente.
- Ex Otago: Solo una canzone. Gli Ex Otago potrebbero essere la sorpresa dell'edizione. Cantano Solo una canzone, che è bel brano. Da loro forse ci si aspettava il pezzo da ballare, invece portano un brano d'amore che racconta dell'innamorarsi durante l'età adulta. Paradossale, per una band composta da giovani. Eppure il pezzo convince.
- Anna Tatangelo: Le nostre anime di notte. Anna Tatangelo canterà Le nostre anime di notte, classico brano sanrmese e classico brano che ci si aspetterebbe da Anna Tatangelo. Difficilmente farà classifica.
- Motta: Dov'è l'Italia. "Dov’è l’Italia amore mio? / Mi sono perso» si chiede Motta in Dov'è l'Italia. Altro brano che affronta il tema "umano" delle migrazioni, e infatti scritto in larga parte sull'isola di Lampedusa. Motta è un fuoriclasse, la canzone forse non tra le più belle della sua discografia, ma certamente una perla a Sanremo.
- Daniele Silvestri e Rancore: Argento vivo. Cantata da Daniele Silvestri in coppia con Rancore, è la canzone più titolata alla vittoria del premio della critica. Un testo lungo, intenso, in cui un ragazzino di 16 anni racconta in prima persona la sua esperienza di prigionia: metafora o realtà? Il lungo inserto rap fa crescere ulteriormente quello che già di per sé appare come il migliore pezzo dell'edizione.
- Enrico Nigiotti: Nonno Hollywood. Sorprende Nonno Hollywood di Enrico Nigiotti. Un brano che è un'ulteriore conferma della cifra cantautorale di Enrico Nigiotti, il ragazzo che già avevamo visto sul palco di Sanremo Nuove Proposte (oltre che di Amici di Maria de Filippi e X Factor). Canta di una Livorno che non c'è più, la rivive attraverso i ricordi e racconti del nonno... nonno Hollywood. Ma ora neanche lui c'è più e rimane solo la nostaglia.
- Boomdabash: Per un milione. La sorpresa del 2019 potrebbe essere rappresentata dai Boomdabash, già trionfatori dell'ultima estate musicale italiana, grazie al singolo Non ti dico no, cantato in coppia con Loredana Berté. A Sanremo portano il reggae e probabilmente, nonostante manchi ancora qualche mese, Per un milione diventerà il tormentone anche dell'estate prossima. O quantomeno porterà un po' di calore estivo nelle case del pubblico del Festival.
- Loredana Berté: Cosa ti aspetti da me. Parliamo allora di Loredana Berté, finalmente riuscita a tornare a Sanremo, dopo i tanti tentativi. Prova il colpaccio con Cosa ti aspetti da me, brano firmato - tra gli altri - dal frontman degli Stadio, Gaetano Curreri. Probabilmente ci saremmo aspettati qualcosa di più, maggiore graffio. Ma Loredana è una delle classiche artiste in grado di trasformare un pezzo al contatto con il palco, quindi dare un giudizio definitivo nel suo caso è veramente impossibile.
- Mahmood: Soldi. Un piccolo "giallo" intorno a Soldi, cantata da Mahmood, proveniente dalle Nuove Proposte. Un brano cantato quasi esclusivamente con l'autotune, utilizzato non per intonare la voce, ma come mero effetto stilistico. Il cantante, però, forse per prevenire le polemiche, ha deciso di salire sul palco dell'Ariston con la sua "nuda voce": niente autotune, quindi. Il brano è bello, molto cool e decisamente il più contemporaneo di questa edizione del Festival.
- Einar: Parole nuove. L'altro giovane uscito dalla gara delle Nuove Proposte e catapultato direttamete tra i Campioni è Einar. Che però, di fronte a Mahmood, perde malamente. Canta Parole nuove, che suona come una dichiarazione di intenti, totalmente sbagliata. La sua canzone non è nulla di nuovo. Probabilmente il pubblico a casa, ascoltandola, ballerà. Ma ne avremmo fatto volentieri a meno.
- Irama: La ragazza dal cuore di latta. E ancora un ragazzo: Irama, proveniente da Amici di Maria de Filippi. Ma lo avevamo già visto a Sanremo, tra i Giovani, nell'anno di Gabbani ed Ermal Meta. Lui canta La ragazza dal cuore di latta, brano che parla delle violenze di un padre sulla figlia. Ma poi lei cresce e nel suo corpo inizierà a battere un altro cuore: non di latta questa volta. La canzone è costruita bene, nel senso che probabilmente piacerà al pubblico del cantante.
- Ghemon: Rose viola. È molto cool Rose viola di Ghemon. In grado di portare il rap e lo swag sul palco di Sanremo, mettendo d'accordo i giornalisti e facendo apprezzare il pezzo anche ai detrattori del genere. D'altra parte, la canzone c'è, la voce anche. Quindi inattaccabile.
- Il Volo: Musica che resta. Infine, porta la firma anche di Gianna Nannini Musica che resta, il brano che sarà portato da Il Volo, nuovamente sul palco dell'Ariston dopo il successo con Grande amore. Portano una sorta di secondo capitolo del pezzo che li vide trionfare a Sanremo, ma sono in molti a dimostrare un certo scetticismo sul fatto che sia la loro musica a restare.
Banned
23 dicembre, 2018
Ecco le pagelle delle prime due serate di Michele Monina, che è uno dei critici più conosciuti e discussi d'Italia:
PRIMA SERATA:
Ferdinando Salzano: 10
Finito suo malgrado al centro dell’attenzione Salzano fa spallucce e porta a casa tutto quello che aveva previsto, Sanremo e tutto il cucuzzaro. Magistrale.
Claudio Baglioni: 3
Il cast, non fosse stato assemblato in quel modo lì, meriterebbe, ma il suo silenzio imbarazzante è appunto imbarazzante. Vergogna.
Bisio e Virginia Raffaele: 5
Sui social dicono che sono stati peggio di Favino e la Hunziker, più legnosi. Non sapevamo che esistessero così tante sfumature di legno.
Francesco Renga- Aspetto che torni: 7
Renga torna a fare l’ometto. Di colpo, tra un Troppa luce e l’altro, torna a parlare di cose da adulti. Brano non eccezionale, ma sicuramente interessante, che ben lascia pensare a quel che arriverà anche col nuovo album. Oggi ha dato poco, un 60%. Comunque Bentornato.
Nino D’Angelo e Livio Cori- Un’altra luce: 6,5
Gli Almamegretta li abbiamo avuti. Liberato pure. Quindi siamo in zona cover band e magari ci si poteva aspettare altro. Poi, chiaro, c’è assai di peggio, eh. Diciamo carina.
Nek- Mi farò trovare pronto: 2
Nek dice che si farà trovare pronto, ma in amicizia gli direi di non farsi trovare proprio, perché quelli che lo apprezzano per la sua voce e il suo essere un bravo musicista, se sentono questa canzonaccia, je menano.
The Zen Circus- L’amore è una dittatura: 7,5
Bella canzone fuori contesto. Che per scrittura in mezzo alle ventiquattro sanremesi spicca, non sola ma neanche nella folla. Una canzone mondo che parla dell’oggi con una lingua ricca che non è esattamente quella d’oggi, per fortuna.
Il Volo- Musica che resta: 7
Mi ripeto, se l’Italia vuole avere una chance di vincere Eurovision è su di loro che deve scommettere. Io non sono Eurovision, e pur riconoscendo esattamente dove il loro progetto sta guardando vorrei sentirli cantare qualcosa di meno classico. Comunque su quel palco ci stanno benissimo.
Loredana Bertė- Cosa ti aspetti da me: 7
Se Renga è tornato, Loredana è stratornata. In gran forma fisica, in ottima forma vocale, con un brano che la esalta che, miracolo, dal vivo rende più che su disco. Bella.
Daniele Silvestri e Rancore- Argento vivo: 10
Canzone incredibile, che riesce in quattro minuti a raccontare l’adolescenza, la difficoltà di capirla, la difficoltà di essere capìti, dal punto di vista di un padre, dal punto di vista del rancore di un ragazzo. Un capolavoro assoluto.
Federica Carta e Shade- Senza farlo apposta: 5.5
La mia televisione è in ostaggio dei miei figli. È dentro a fianco delle repliche dei telefilm di Ariana Grande ci vivono Shade e Federica Carta.
Ultimo- I tuoi particolari: 5
Mi ripeto Zarrillo cantato da Tiziano Ferro. Lui si sa muovere bene, e canta bene, ma la canzone è un po’ paracula e si fa dimenticare presto, spero. Facci sentire altro.
Paola Turci- L’ultimo ostacolo: 9
Dopo il primo ascolto ho scritto che a sentirà Paola Turci cantare questa canzone verrebbe da innamorarsi di lei, ci si innamorasse delle voci. A vederla e sentirla dall’Ariston, beh, ci si innamora e basta. Davvero un capolavoro, lei, la sua voce e la sua presenza. Molto bella e forte la canzone.
Motta- Dov’è l’Italia: 8
Se rinasco voglio essere come Francesco Motta. Uno che non ha paura di dirsi felice, benché la felicità non faccia vendere, non ha paura di piangere e soprattutto non ha paura di scrivere canzoni che partono da dentro, sia cuore o stomaco e arriva dritta in faccia. Bravo, Francė.
Boomdabash- Per un milione: 4
Per un milione non li ascolterei, figuriamoci gratis.
Patty Pravo e Briga- Un po’ come la vita: N.C.
Canzone interessante, interpretazione meno, forse per i problemi tecnici che hanno creato disagi all’inizio. A noi Patty con Briga non convince, ma aspettiamo di sentirla in maniera più consona per dire.
Simone Cristicchi- Abbi cura di me: 8
Emozionante. Lui e la canzone. Preghiera intensa, parte lenta e poi ti prende il cuore e se lo tiene in ostaggio. Parla di massimi sistemi, ma con la lingua che solo i poeti sanno maneggiare. Tocca avere cura di artisti come lui.
Achille Lauro- Rolls Royce: 5
Al primo ascolto questa cover di 1979 degli Smashing Pumpkins entusiasma. Al secondo un po’ meno. Al terzo ha già rotto i coglioni. E siamo solo a martedì.
Arisa- Mi sento bene: 7
A differenza di Achille Lauro la canzone di Arisa è un diesel, strano perché il brano è in parte ballabilissimo, che conquista a ogni ascolto. Vogliamo però vederla ballare. Adesso.
Negrita- I ragazzi stanno bene: 7
I ragazzi sono sempre tosti. Mangiano il palco e lo fanno portando una canzone che parla dell’oggi con una lingua che arriva dritta a tutti. Rock come attitudine, nonostante un ritmo non troppo incalzante. Riconciliano con l’idea di fare musica con sudore e sangue. Grandi. Sempre.
Ghemon- Rose viola: 7,5
Quando si dice un artista di classe e caratura. Ghemon c’è, come certe scritte sui cartelli dell’autostrada, e c’è con una canzone sensuale, moderna, contemporanea. Solido, se la solidità fosse una parola capace di trasmettere anche la leggerezza che Ghemon, coi suoi toni cupi, comunque porta sempre con sé. Solido, appunto.
Einar- Parole nuove: 2
Se serve usane anche di vecchie, Einar, perché quelle nuove usate per non dire un cazzo non è che siano così esaltanti. Ha vinto Sanremo Giovani ma è il più vecchio di tutti, anche più del Festival.
Ex- Otago- Solo una canzone: 4
Per fortuna, che se erano due era da spararsi sui coglioni.
Anna Tatangelo- Le nostre anime di notte: 6,5
Anna ha una gran bella voce, che usa per cantare canzoni che ne mettono in risalto le sfumature. A mio avviso potrebbe e dovrebbe osare di più, ponendosi in un segmento di mercato che non esiste, in Italia, quello di Lady Gaga. Stavolta va sul classico, con onestà. Ma non mancherò di dirglielo, visto mai…
Irama- La ragazza con il cuore di latta: N.C.
Certi temi necessitano le parole giuste e la credibilità giusta per essere raccontate. La prova di Irama sul palco, con tanto di coro gospel mi ha messo dubbi a riguardo. Qualcosa non mi ha convinto, forse proprio perché raccontata così di colpo questa storia è diventata artificiosa, meno diretta, magari non meno sincera ma meno diretta. Sospendo il giudizio, per rispetto a chi in questo tema è incappato e anche verso Irama stesso. Vediamo al secondo passaggio.
Enrico Nigiotti- Nonno Hollywood: 7
Bravo Enrico. Bella canzone che ti indica la strada che devi intraprendere. Quella del cantautorato. Sempre non abbandonando quella livornesità che tanto ci piacciono, ma con qualcosa di importante da raccontare. Maturo.
Mahmood- Soldi: 7
Il vincitore della seconda serata dedicata a Sanremo Giovani arriva per ultimo sul palco dell’Ariston, quando le prime luci dell’alba illuminano il mare. Peccato, perché ha una canzone che sicuramente convincerà i più giovani, già a scuola durante la sua esibizione. Un brano urban fresco, con i suoni più moderni tra quelli sentiti fin qui. Destinato a esserci.
Andrea e Matteo Bocelli: 7
Che gli vogliamo dire a uno che ha portato a casa la doppietta primo posto in classifica USA e UK? Bravo. Forse anche troppo. Sembra quasi disumano, caspita. Però bravo.
Giorgia: 9
Giorgia incanta, e giustamente è lì come superospite. Gli altri meno di lei, e tant’è. Giorgia incanta e non le si può non volere molto bene.
SECONDA SERATA:
Ferdinando Salzano: 10
Avete presente il dottore con l’accento tedesco che mangiava le polpette di fronte a un Fantozzi in dieta ferrea? Ecco, Salzano si è mangiato tutte le polpette e ha detto agli altri “tu mangia?”. Un vero King.
Claudio Baglioni: 3
Quando le cose non girano non girano. Quest’anno è così. Il merdone di aver fatto arrivare a Sanremo tutti i finalisti di Sanremo Giovani per interpretare con lui Noi no e poi averli rimandati a casa senza averli fatti salire sul palco grida vendetta. Come se fossero mancati altri motivi per polemizzare con lui. Poi, vabbeh, paragonare L’essenziale di Mengoni a Emozioni di Battisti.
Bisio e Virginia Raffaele: 4
Due comici e un cantante, senza conduttore sono monchi. Ne facciamo le spese noi.
Achille Lauro- Rolls Royce: 4
Sid Vicious è morto esattamente quarant’anni fa. E aveva dietro Malcolm Mc Laren. Come dire, altra storia. Ma più che altro c’è già stato e abbiamo già vista tutto questo. E la canzone ascolto dopo ascolto perde pezzi, annoiando a morte, anche per assenza di ritornello. Poi l’autotune al contrario non si può proprio sentire. Comunque, fossi Billy Corgan chiederei i diritti d’autore.
Einar- Parole nuove: 2
Sei carino. Hai gli occhi verdi. Guarda che sono cose belle, mica qualcosa di brutto di cui attribuirci la colpa. Perché devi ammorbarci con una canzone così inutile?
Il Volo- Musica che resta: 7
Canone adatta alle loro corde. Interpretata con mestiere, e talento. Fossi uno che si appassiona per il bel canto plauderei, ma così non è. Mi limito a questa constatazione amichevole.
Arisa- Mi sento bene: 7,5
Madonna se è brava Arisa. Non sbaglia neanche volendo. La canzone è oggettivamente difficile, ma a lei non lo hanno detto e la canta con una naturalezza che lascia a bocca aperta. Perfetta.
Nek- Mi farò trovare pronto: 0
Ar cavaliere nero nun je devi cagà er cazzo. Per dire.
Daniele Silvestri e Rancore- Argento vivo: 10
Questa canzone ascolto dopo ascolto ti si pianta in quella porzione di cuore che tendenzialmente vorremmo tenere chiusa dentro una cassaforte, al riparo da emozioni troppo forti. E nel piantarsi lì apre la strada a emozioni difficili da gestire, specie per chi come me è padre e padre di adolescenti. Un capolavoro vero, nella parte di Silvestri come nella parte di quel genio assoluto di Rancore. Un capolavoro, ripeto.
Ex-Otago- Solo una canzone: 4
Prendi i Thegiornalisti. Ecco. Fagli scrivere una canzone bruttina anche per i loro standard. Ecco. Shakera. Fetta di limone. Ghiaccio tritato. È viene fuori solo una canzone scialbetta. Forza Grifone, comunque.
Ghemon- Rose viola: 7
Quest’anno la quota Urban se la giocano Ghemon e Mahmood. Tutti e de con belle canzoni. Ghemon è più di esperienza, e si sente.
Loredana Bertė- Cosa ti aspetti da me: 6
Secondo me è più brava lei che bella la canzone. E grazie al cazzo, è la Bertė. Doveva andare da superospite, altro che Amoroso e Mengoni.
Paola Turci- L’ultimo ostacolo: 9
Paola stasera dimostra, ce ne fosse bisogno, che si può prendere un cuore, il mio ma quello di chiunque sia in grado di ascoltare la musica e riconoscerne la bellezza, e farlo in ostaggio in poco più di tre minuti. Un gigante in un mondo di nani. Da brividi.
Negrita- I ragazzi stanno bene: 7,5
Ci voleva un po’ di attitudine rock, stasera. E a portarla non potevano che essere i ragazzacci di Arezzo. Canzone solida, che si impone ascolto dopo ascolto. Di legno e metallo. Con un testo tra i più importanti tra quelli in gara. Massicci.
Federica Carta e Shade- Senza farlo apposta: 6
I due ragazzi sono fragili. O meglio, lo è la loro canzone, che ha si il ritornello più orecchiabile insieme a quello di Ultimo, ma rimane una canzone esile. A portarli alla sufficienza è la loro attitudine, e la loro leggerezza. Ce ne fosse.
Fiorella Mannoia: 5
La canzone nuova è assai debole e lei va di routine. Peccato.
Mengoni: N.C.
Mi rifiuto di considerare Mengoni un superospite.
Pio e Amedeo: 8
Pio e Amedeo si mangiano il palco e con la loro ironia fintamente triviale ma in realtà raffinatissima e molto profonda mandano a casa Bisio e la Raffaele. Una ospitata meritata sul campo.
Riccardo Cocciante: N.C.
Notre dame de Paris è una eccellenza di Riccardo Cocciante che ha fatto il giro del mondo. Piacevole, anche più che piacevole, ma a mezzanotte e quaranta anche no.
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