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Gli ascolti dei giornalisti
Daduz
Utente ORO

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19 gennaio, 2019 - 11:17
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Bigboj91 ha detto
Ma Dondoni si è dimenticato della coppia Carta/Shade?  

Mea culpa.

Federica Carta & Shade
Senza farlo apposta
Voto 6- : Ricorda molto il super hit Irraggiungibile, ma non bastafare la copia di una canzone fortunata per arrivare al numero uno; non bastano milioni di clic per diventare artisti con una carriera.

GuSpe
Utente 5xP

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19 gennaio, 2019 - 11:19
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Bigboj91 ha detto
Ma Dondoni si è dimenticato della coppia Carta/Shade?  

Oddio spero ci sia solo un errore nel copia-incolla altrimenti... lol

calacolo
Utente DIAMANTE

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19 gennaio, 2019 - 11:24
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Il Tempo https://www.iltempo.it/cultura-spettacoli/2019/01/19/news/sanremo-2019-brani-canzoni-testi-gara-festival-cantanti-voto-1104875/

Nek canta Mi farò trovare pronto, che firma insieme a Luca Chiaravalli e Paolo Antonacci (figlio di Biagio ndr). Il ritornello prende. "Sono pronto sono pronto / A non esser pronto mai  / Per essere all’altezza dell’amore". Duetterà con Neri Marcoré. Un titolo che a nostro avviso e visto le continue esperienze personali, non ultima quella in Brasile con la Comunità Nuova Orizzonti, ci fa pensare a un riferimento "biblico". Voto 6

Nino D’Angelo e Livio Cori con "Un’altra luce". Brano raffinato in dialetto napoletano per cantare l’amore “ je tu veco accussi... luce nel tuo sorriso". Voto 7 1/2

Ghemon canta "Rose viola". Ricorda Alex Baroni con rime tra “viola e lenzuola”. Voto 6 1/2

Ultimo con "I tuoi particolari" ballad intensa vince per la sua vocalità cresciuta. Voto 8

The Zen Circus con "L’amore è una dittatura" fotografano la società moderna con un singolo che è un ritornello rindondante e incalzante “le porte aperte, i porti chiusi". Voto 8

Federica Carta e Shade con "Senza Farlo apposta" sposano lo stile trap e saranno campioni nelle hit radiofoniche. Voto 6

Arisa con "Mi sento bene". Brano con intro disneyano che si trasforma in un pop  fresco e leggero. Voto 6

Achille Lauro canta "Rolls Royce". Vola con la sua rolls, complice l’auto-tune. Voto 6

Francesco Renga con "Aspetto che torni". Si conferma la più bella voce maschile del panorama italiano con un testo scritto da Tony Bungaro che gli calza a pennello. Voto 7

Negrita con "I ragazzi stanno bene insieme". Un inno alla vita in stile rock. Voto 6

Daniele Silvestri con Rancore cantano "Argentovivo". Ha un pezzone complice il rapper romano Rancore. Acrobata della parola cantautorale torna ad essere un menestrello. Voto 9

Enrico Nigiotti canta "Nonno Hollywood". Nostalgia canaglia per un’Italia che non c’è più. Sorprende. Voto 6 1/2

Patty Pravo e Briga con "Un po' come la vita". Sono qualcosa che non ti aspetti. La regina del Piper con la sua delicatezza accarezza il graffiato di Briga. Voto 8 1/2

Boomdabash "Per un milione". Il reggaeton che farà impazzire le radio. Voto 8

Loredana Berté con "Cosa ti aspetti da me". Pezzo energico cucito addosso da un grande Gaetano Currei. Voto 6 1/2

Anna Tatangelo canta "Le nostre anime di notte", ballata classica che conferma le sue qualità canore. Voto 6

Mahmood - Soldi con "L'autotune" che fa da apripista un pezzo in stile trap con un tema non banale. Voto 6

Paola Turci e "L’ultimo ascolto". Il bisogno, l’importanza di avere qualcuno accanto che ci protegga, qualcuno che soprattutto ci sappia amare sviscerato come solo la Turci sa fare. Voto 7 

Ex Otago canta "Solo una canzone". Canzone radiofonica e romantica. Voto 6

Motta con "Dov’è l’Italia". Moderno nelle sonorità riesce a creare una sinergia con le parole che tagliano come i diamanti. Voto  7 1/2

Einar con "Parole nuove". Un ballad classica da sonorità moderne. Voto 6

Irama canta "La ragazza con il cuore di latta". Un altro testo importante del Festival che si guadagnerà oltre il plauso del suo numeroso pubblico anche quello di un target più alto. Voto 6 1/2

Simone Cristicchi canta "Abbi cura di me". Mette in scena la sua esperienza teatrale per raccontare "il tempo che ti cambia fuori e dentro" complice un’apertura orchestrale spettacolare. Voto 8 1/2

Il Volo con "Musica che resta". Non si smentiscono complice anche Gianna Nannini che firma con loro il pezzo. Voto 6

Davidex
Utente 4xP

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124
19 gennaio, 2019 - 11:36
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Laura Berlinghieri - Amica

“les jeux sont faits, rien ne va plus”. Ecco quindi il “pagellone” delle 24 canzoni in gara al prossimo Festival di Sanremo.

Nek canta Mi farò trovare pronto, che firma insieme a Luca Chiaravalli e Paolo Antonacci (figlio di Biagio). Il ritornello prende. «Sono pronto sono pronto / A non esser pronto mai  / Per essere all’altezza dell’amore». Ma la canzone non convince. Parte lenta, poi si trasforma in quella che vorrebbe essere una hit dance. Il venerdì duetterà con Neri Marcoré. Voto: 5.

Nino D’Angelo e Livio Cori cantano Un’altra luce: una sorta di trap neomelodico. È un bel pezzo, che probabilmente subirà l’ostacolo del dialetto (buona parte del testo è in napoletano). Voto: 6 e mezzo.

Fin dall’annuncio del cast di Sanremo 2019, Ultimo era individuato da molti come il più titolato per la vittoria finale. E gli ascolti non possono non confermarlo. Canta I tuoi particolari, che firma da solo. Inizia come una ballata, intensa, supportata dal pianoforte. Poi cresce, come nello stile del cantautore romano. Ricorda Marmellata#25 e Le sei e ventisei di Cremonini. «Se solamente Dio / Inventasse delle nuove parole / Potrei scrivere per te / Nuove canzoni d’amore / E cantartele qui». Insieme a lui il venerdì ci sarà Fabrizio Moro, per riformare il duetto de L’eternità (Il mio quartiere). Voto: 7.

«Le porte aperte / I porti chiusi» in realtà è il solo riferimento al tema dei migranti nel pezzo degli Zen CircusL’amore è una dittatura. La loro è una delle canzoni più belle del prossimo Sanremo: una potente cavalcata “da film western”, che segue un climax trionfale. Nella serata dei duetti canteranno con Brunori Sas. Voto: 7+.

S.V. Senza farlo apposta, il pezzo portato dall’ex Amici di Maria De Filippi Federica Carta in coppia con il rapper Shade. Lui rappa le strofe, lei canta i ritornelli. Evitabile. Voto: 3.

Inizia come un brano disneyano, poi all’improvviso prende tutt’altra direzione Mi sento bene, la canzone di Arisa. Premiamo la sorpresa, la voce sempre meravigliosa e il pezzo. Che è bello. Un invito al vivere la vita con leggerezza: «Se non ci penso più / Mi sento bene / E più non penso / E più mi sento bene». Voto: 7.

Il suo era uno dei ritorni più attesi del Sanremo 2019. Non delude le aspettative Simone Cristicchi, che canta Abbi cura di me. Una lettera, un “manuale di istruzioni” alla vita, una lettera d’amore, non necessariamente indirizzata alla propria donna. Ma anche a un figlio, a un amico, a un affetto. «Abbracciami se avrò paura di cadere / Che siamo in equilibrio sulla parola insieme». Nella serata dei duetti canterà con Ermal Meta. Voto: 7 e mezzo.

L'(ex? No) trapper Achille Lauro si diverte a fare la rockstar. E lo fa con un pezzo, Rolls Royce, che è tutto riff di chitarra, e che firma – tra gli altri – con Davide Petrella. «Sdraiato a terra come i Doors / Suono per terra come Hendrix» un esempio. Ritmato e (stranamente) poco auto-tune. Voto: 4.

Francesco Renga fa Francesco Renga. Prima è stato scelto il pezzo, Aspetto che torni – scritto da Bungaro, che duetterà con lui il venerdì; ma ci sarà anche Eleonora Abbagnato – poi l’interprete. Canzone sanremese, che si perde nel “mare magnum” della sua discografia (e delle canzoni sanremesi). Quindi evitabile. Voto: 5.

E che gli vuoi dire ai Negrita? Niente: perché fanno i Negrita. Firmano I ragazzi stanno bene insieme a Il Cile. «Non ho tempo per brillare / Voglio esplodere che la vita è una poesia / Di storie uniche». Trionfale, dichiarazione di intenti o manifesto programmatico. Libretto di istruzioni per se stessi. Voto: 5.

Quella di Daniele Silvestri – Argento vivo – è probabilmente la canzone più bella del Sanremo 2019. Con una sorpresa: il lungo inserto rap di Rancore, che salirà sul palco tutte le sere. Insieme cantano Argento vivo: un testo lungo, intenso. Storia di un ragazzino di 16 anni, da 10 in carcere (perché? È una metafora?). In trappola. Un ragazzino che una volta era «argento vivo». Il venerdì i due proporranno il pezzo con Manuel Agnelli. Voto: 7 e mezzo.

È bella la canzone di Enrico Nigiotti: cantautore nostalgico che, partendo dai ricordi del nonno, dipinge e rimpiange un mondo che ora non esiste più. «Mi manca la Livorno che sai raccontare» canta in Nonno Hollywood. C’è curiosità per il duetto con Paolo Jannacci, venerdì sera. Voto: 6 e mezzo.

Loro sono la “strana coppia” del Sanremo 2019: Patty Pravo e Briga. Cantano Un po’ come la vita. I due sembrano essere piuttosto assortiti e il brano si mantiene sulla media del “discreto”. Voto: 6.

Loro potrebbero essere quello che furono Gabbani nel 2017 e Lo Stato Sociale l’anno successivo. Hanno un unico problema (anzi, due) i Boomdabash, i trionfatori dell’estate 2018 insieme a Loredana Berté con Non ti dico no. Intanto che la canzone è fuori tempo: può essere il nuovo tormentone estivo, ma a febbraio. E poi perché il pezzo è piuttosto debole. Reggae. Ma magari piace. Il brano è Per un milione. Lo firma anche Rocco Hunt, che salirà sul palco per il duetto del venerdì. Voto: 5 e mezzo.

Parliamo allora di Loredana Berté. Canta Cosa ti aspetti da me, che porta la firma anche di Gaetano Curreri. E, effettivamente, qualcosa in più era lecito aspettarselo. L’energia c’è, ma – ci ripetiamo – poteva essercene di più. Vedremo cosa farà sul palco. Anche venerdì, quando insieme a lei ci sarà Irene Grandi. Voto: 5 e mezzo.

Evitabile anche il pezzo di Anna Tatangelo, Le nostre anime di notte. Una ballata che prevedibilmente non godrà di un grande futuro. Nella serata dei duetti, la Tatangelo salirà sul palco con Syria. Voto: 4.

Sorprende positivamente il pezzo di MahmoodSoldi, firmato dall’ex X Factor(ed ex Sanremo Giovani) insieme a Dardust e Charlie Charles. Con Einar proviene dalle selezioni di dicembre delle Nuove Proposte. Canzone molto “swag” e con parecchio auto-tune… che non ci sarà invece sul palco dell’Ariston: parola sua. Il pezzo potrebbe salire ulteriormente grazie al featuring con Gué Pequeno la sera dei duetti. Voto: 6.

Ci si attendeva qualcosa di più, magari il graffio di Fatti bella per te, da Paola Turci, che canta L’ultimo ascolto, scritta – tra gli altri – insieme a Luca Chiaravalli. Comunque un buon pezzo. Sarà un’interpretazione teatrale quella di venerdì sera, quando a salire sul palco sarà anche Beppe Fiorello. Voto: 6.

Un buon pezzo quello degli Ex Otago che, giovani, cantano dell’amore quando giovani non si è più. «Non è semplice / Scoprire nuove tenebre / Tra le tue cosce / E dietro le orecchie» cantano in Solo una canzone. Voto: 6.

Mentre ci si sarebbe atteso qualcosa di più da Motta, che firma un brano – Dov’è l’Italia – che fa riferimento al tema dell’immigrazione. Ai viaggi in mare. Anche se è un riferimento solo suggerito. «Dov’è l’Italia amore mio? / Mi sono perso». Voto: 6+.

Vuole fare ballare Einar. E forse ci riuscirà pure. Però la canzone che porta, Parole nuove, in realtà non è niente di nuovo. E, soprattutto, è brutta. Voto: 3

Tra i giovani, il più popolare è certamente Irama, che canta La ragazza con il cuore di latta. La ragazza in questione subisce le violenze del padre, Irama racconta la sua storia. Pezzo costruito bene. Ma le canzoni non andrebbero costruite. Voto: 4.

L’anno scorso ci si lamentava dell’assenza dei rapper. Certo quest’anno non si può dire lo stesso. Ghemon canta Rose viola. Il pezzo convince, la voce c’è. Voto: 6.

L’impressione (e la speranza) è che l’epoca del Volo sia terminata. Musica che resta vede la firma anche di Gianna Nannini (ah!!!). Non crediamo che questa canzone resterà. Voto: 3.

matti
Cesena
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19 gennaio, 2019 - 11:37
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Salvatore ha detto
Io ho una PAURA per Arisa...piango2

A sto punto spero anche solo in una top 10, ma dopo queste prime impressioni mi sa che non riuscirà nemmeno ad entrare tra i primi 15.  toofunny2toofunny2toofunny2  

Ragazzi ma con La Notte Arisa ebbe dei voti imbarazzanti, poi sappiamo tutti come è finita. Sono solo ascolti di giornalisti che devono scrivere dei pezzi basati appunto solo su UN ASCOLTO.

Stiamo tranquilli, l'ansia lasciamocela per quella settimana ahahahha 

matti
Cesena
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19 gennaio, 2019 - 11:42
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Salvatore ha detto
"Mi Sento Bene" sarà la nuova Occidentali's Karma?  catecaselli

(Seh, magari  plsnot)  

Rispondo ancora a te. Si, dopo le prime recensioni l'ho pensato subito. excited

GuSpe
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19 gennaio, 2019 - 11:42
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anche qua...'L’impressione (e la speranza) è che l’epoca del Volo sia terminata. '

Io queste cose dette da un giornalista poi proprio non le capisco. Non sono il mio genere ma devo addirittura sperare che la loro epoca sia terminata? E che cosa mi hanno fatto di persona questi, mi hanno fregato il parcheggio al centro commerciale?

matti
Cesena
Utente 2xDIAMANTE

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19 gennaio, 2019 - 11:46
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Il Volo che annoia anche i giornalisti...li voglio vedere fuori dal podio. clapclapclap

KassaD1
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19 gennaio, 2019 - 11:54
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Einar si è aggiudicato l'ultimo posto ahh, Abbate's revenge.

Vedo molte critiche per Loredana, boh non me l'aspettavo.

Signorina Silvani
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19 gennaio, 2019 - 12:21
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Fob92 ha detto
Te credo che Mahmood "ricorda Mengoni", gli ha scritto tre canzoni dell'ultimo album!
Hype pazzesco per lui.   

Glielo dissero ad XFactor che era troppo "mengoniano" nel modo di cantare, glielo disse Morgan, se non ricordo male. 

"Mengoniano" è un aggettivo che gira da anni, soprattutto ai provini di XF.

" Ah ... anche poeta ! "

Reputation1989
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19 gennaio, 2019 - 12:29
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Signorina Silvani ha detto

Glielo dissero ad XFactor che era troppo "mengoniano" nel modo di cantare, glielo disse Morgan, se non ricordo male. 

"Mengoniano" è un aggettivo che gira da anni, soprattutto ai provini di XF.  

In realtà lo disse a madh se non sbaglio 

calacolo
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19 gennaio, 2019 - 12:36
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Sbaglio o mancano tanti articoli? Lo scorso anno non c'era anche RTL ad esempio?

calacolo
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19 gennaio, 2019 - 12:38
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Mangiarotti per Quotidianonet

Le canzoni che piaceranno. Nek (Mi farò trovare pronto), ballatona rock pop, sul pulsare di radio e discoteca, con un nuovo decalogo di sopravvivenza alle regole, leggi, principi della coppia. E piccola apertura melodica. Bizzarra è Arisa (Mi sento bene), quattro buone idee a trenino, dalla romanza leggera alla Matia Bazar e Battiato, atmosfere retrò, amarcord e una vocalità nuova. Se non ci penso più mi sento bene. Ultimo (I tuoi particolari) è tra i favoriti. Il tema, ricorrente, dell’ambiguità dell’abbandono, reale o percepito, la forza dei ricordi, la tenerezza come chiave di contatto e una voce che vira verso Tiziano Ferro. L’alternativo che trascina.

Daniele Silvestri (Argentovivo) con Rancore. Testimonianza cruda del disagio giovanile, un sedicenne che vive, da quando era bimbo, la scuola e la famiglia come una prigione, le prospettive di vita come irreali. Alzando il volume della musica, rifugiandosi in un mondo virtuale. Avevo l’argento vivo, mi avete messo da solo davanti a uno schermo. Batteria, elettronica, movimenti e onde di una grande orchestra. Geniale. 

Favorito, ovviamente, Il Volo (Musica che resta) con una romanza leggera che li avvicina al pop. Irama (La ragazza col cuore di latta) affronta il tema della violenza domestica in una dichiarazione di cura e di amore, anche quando lei è incinta. Il sentire comune a Simone Cristicchi (Abbi cura di me), con una declinazione poetica diversa, la voglia di volare fra le montagne e il mare, abbracciami se avrai paura di cadere. Nino D’Angelo e Livio Cori (Un’altra luce) si guardano negli occhi cercando fra due generazioni una resurrezione.

Piaceranno le band. Zen Circus (L’amore è una dittatura) torrenziale arringa d’amore. Hai la democrazia dentro il cuore, ma l’amore è una dittatura, fatta di imperativi categorici ma nessuna esecuzione. Mentre invece l’anarchia la trovi dentro ogni emozione. Negrita (I ragazzi stanno bene), chitarre anni ‘60, fischio e melodia, Politica: «dei fantasmi sulle barche da barche senza un posto, come un comandante a cui conviene il gioco sporco». Ma i ragazzi stanno in strada con furore. Ex Otago (Solo una canzone) canzone d’amore e sesso esplicito, ma è solo una canzone, abbracciami amore. Boomdabash (Per un milione), reggae 4.0, non ti cambierei per un milione perché sei tu che porti il sole.

Il linguaggio. Motta (Dov’è l’Italia) fra sentimentale e sociale, in un Paese reale e psichico dove ci si può perdere e ritrovare. Bello il ritratto del nonno ruspante e livornese di Nigiotti (Nonno Hollywood), insolito il linguaggio erotico di Ghemon(Rose viola). Autobiografica e anni ‘60 Loredana Bertè (Cosa ti aspetti da me), come Anna Tatangelo (Le nostre anime di notte), quasi un selfie. Evocativa Patty Pravo (Un po’ come la vita) con Briga. Forte e diretta Paola Turci (L’ultimo ostacolo). 

Non banale Mahmood (Soldi), vaffa generazionale fra un giovane egiziano libero e un padre finto tradizionalista. Beve champagne sotto ramadan, alla tv danno Jackie Chan, fuma narghilè, chiede come va. Una bella classica canzone per Francesco Renga (Aspetto che torni). Esibizionista e citazionista vintage Achille Lauro (Rolls Royce), solo generazionali Einar (Parole nuove), Federica Carta e Shade (Senza farlo apposta). Ma li voteranno. 

Daduz
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19 gennaio, 2019 - 12:49
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RollingStone

“Mi farò trovare pronto” di Nek (Voto: 7)

Filippo Neviani è uno che, quando partecipa al festival, lo fa ragionando bene sul prodotto che porta. Anche questa edizione non è da meno. Prepariamoci psicologicamente, perché questa canzone la sentiremo per tutta la primavera. Nek, parafrasando il suo brano, si fa trovare pronto. E lo fa con un pezzo elettopop che funziona. Un bel po’. Nella serata di venerdì duetta con Neri Marcorè.

“Un’altra luce” di Nino D’Angelo e Livio Cori (Voto: 6)

Il pezzo ricorda, anche se vagamente, le atmosfere di O’ viento di Clementino. Ha solo un problema, non parte mai. Nino D’Angelo (anche con l’autotune) è bravissimo, non gli si può proprio dire niente. È lui che salva il brano, un po’ insipido, sull’incontro tra due generazioni, come tra padre e figlio. Vi ricordate l’operazione che Morandi fece con Barbara Cola per lanciarla? Ecco, siamo su quella lunghezza d’onda. Livio Cori è, probabilmente, ancora un po’ acerbo.

“I tuoi particolari” di Ultimo (Voto: 7)

La voce struggente di Ultimo è perfetta per raccontare la fine di un sentimento, di un amore, di un qualcosa che c’è stato. Nota dopo nota ci immergiamo nel dolore per qualcosa che non c’è più. L’amore cambia, i sentimenti cambiano. La canzone, in un crescendo ricco di pathos, mette in risalto tutta la bravura del cantautore made in San Basilio, uno dei quartieri più difficili di Roma. Nella serata di venerdì duetta con Fabrizio Moro.

“L’amore è una dittatura” di Zen Circus (Voto: 7 e ½)

Brano cadenzato da un ritmo che richiama, smaccatamente, il tic tac di un orologio. Gli Zen Circus vomitano tutto il male del mondo in questa canzone – praticamente senza ritornello, ma zeppa di ritmo – che è, soprattutto, un’accorata ricerca di speranza. Tra i pezzi migliori di questo festival. La serata di venerdì duettano con Brunori SAS.

“Senza farlo apposta”di Federica Carta e Shade (Voto: 3)

Rap ruffiano alla Fedez con rime che, a confronto, Tre parole di Valeria Rossi sembra avanguardista. Funzionerà (quasi sicuramente) in radio. A ogni modo, non credo ce ne ricorderemo. Onestamente non ne sentivamo neanche così tanto il bisogno.

“Mi sento bene” di Arisa (Voto: 7)

Il senso della vita secondo Rosalba. Più che una canzone uno show del sabato sera, con tanto di sigla (vale a dire un intro molto sanremese) che lascia spazio a una pop song super catchy puntellata di gorgheggi. Un ritmo movimentato che va in contrasto con il testo della canzone, che parla della ricerca di trovare una risposta a ciò che succede quando tutto finisce. Arisa resta nella top 3 delle più belle voci italiane. Brava!

“Abbi cura di me” di Simone Cristicchi (Voto: 6 e ½)

Molti di noi pensano che Cristicchi sia una perla rara. Il pezzo, nonostante sia molto poetico e ricco di sentimento, è troppo simile al mondo di Ti regalerò una rosa. Un senso di déjà vu aleggia per tutto l’ascolto della canzone dall’arrangiamento essenziale. C’è bisogno di gente come Cristicchi, ma forse ci si aspettava qualcosa di più.

“Rolls Royce” di Achille Lauro (Voto: 8)

Il pezzo più rock’n’roll degli ultimi dieci anni. Achille Lauro sta a Vasco come Rolls Royce sta a Vita spericolata. Un personaggio pronto a sparigliare le carte del festival tirando in ballo i Doors, Amy Winehouse, Elvis, i Rolling Stones e Axl Roses. E poi uno che accosta l’amore a un sexy shop merita solo tantissima stima.

“Aspetto che torni” di Francesco Renga (Voto: 2)

Renga che fa Renga. Sembra quasi che il buon Renga abbia paura a evolversi artisticamente. Resta in una comfort zone che non mi piace. La voce è bella (abbiamo capito!), ma non si può fare affidamento solo su quello. Soprattutto se il pezzo è la solita, terribile lagna. Nella serata di venerdì si esibisce con Bungaro (autore del brano) e la ballerina Eleonora Abbagnato.

“I ragazzi stanno bene”di Negrita (Voto: 5)

Un po’ spiace che i Negrita arranchino nel trovare un barlume di novità. Sembra un pezzo fatto su misura dei fan: le sonorità sono quelle dei Negrita. Come se copiassero loro stessi. Ma si può? È un vero peccato perché il testo non è affatto male: parla di speranza, di navi che non hanno porti in cui attraccare e mettono in ballo un “comandante” che ricorda tanto un certo “capitano”.

“Parole nuove” di Einar (Voto: 2)

Einar lo potremmo chiamare Renghino. Personalmente non vorrei stroncare Einar, ma la canzone è innovativa come può esserlo una puntata della Prova del cuoco del 2000. Le parole del titolo saranno pure nuove, ma giusto quelle. Innovazione pari a zero.

“Un po’ come nella vita” di Patty Pravo e Briga (Voto: 5)

Che dire? Uno non vorrebbe prendere di mira il brano di una signora della canzone come la Pravo, ma questo pezzo, nato sicuramente con le migliori intenzioni, non si capisce dove voglia andare a parare. L’idea penso fosse quella di un accostamento insolito ma vincente come, ad esempio, il prosciutto coi fichi. Il risultato – ahimè – sembra più il caffè col sale. Manca una spinta propulsiva che faccia volare il brano. Peccato, tutto ha il sapore di un’occasione mancata. C’è una nota positiva però: Briga ha una voce niente male, bella ruvida. Una rivelazione.

“Per un milione” di Boomdabash (Voto: 6-)

Senti ‘sto pezzo ed è subito Festivalbar. Ti aspetti che da un momento all’altro arrivino anche Alessia Marcuzzi, Corona. E che ci si sposti tutti a Lignano Sabbiadoro, con finale all’Arena di Verona inonda su Italia 1. In realtà i ragazzi non riescono a bissare la hit Non ti dico no. Per un milione è carina, per carità, con tutti i ritmi giamaicani a loro tanto cari. Ci hanno provato, hanno fatto bene, ma gli è andata così così. Nella serata di venerdì si esibiscono con Rocco Hunt.

“Le nostre anime di notte” di Anna Tatangelo (Voto: 4 e ½)

La Tatangelo ha una voce che spacca, l’intonazione è super, ma il brano è sba-glia-tis-si-mo. Anna io e te dobbiamo fare un discorsetto: sei un’icona gay, sei bona, basta co’ ‘ste lagne, divertiti! Fai la muchacha sexy, non Suor Cristina. E su! Ti voglio più baraccona, nel senso più positivo e divertente del termine.

“Soldi” di Mahmood (Voto: 😎

Qui si fa sul serio ragazzi. Mahmood miscela sapientemente immagini nitide come il Ramadan, la tv, Jackie Chan, il narghilè. Il pezzo è fresco, l’inciso martellante e terribilmente cool. È un giovane uomo che ha stile, vive il suo tempo. E lo traduce in musica. Non dimentica il passato, ma è proiettato prepotentemente verso il futuro. Il sangue che gli scorre nelle vene è misto come le sonorità di cui è paladino. Oh, non voglio sentire paragoni con Mengoni, perché non c’entra nulla eh. Nella serata di venerdì si esibisce con Guè Pequeno.

“L’ultimo ostacolo” di Paola Turci (Voto: 7)

La Turci, con la sua voce sofferta, è una signora cantante. Un’artista coerente, fedele a sé stessa, ma senza auto-scimmiottarsi. È brava e, onestamente, la trovo pure parecchio sottovalutata. Un suo pezzo è sempre una boccata d’ossigeno e questo mantiene lo stesso trend. Nella serata di venerdì si esibisce con Beppe Fiorello.

“Argentovivo” di Daniele Silvestri (Voto: 9)

Il pezzo più tosto del festival, un pugno nello stomaco che lascia tramortiti, ma non indifferenti. Silvestri è un poeta che maneggia parole come fossero pietre. Pietre che vengono lanciate, con un sound ipnotico, contro i vetri della società, pietre che creano discussioni, che fanno pensare. Silvestri racconta in prima persone le problematiche adolescenziali, si mette in gioco. Se non ci fosse un cantautore come lui bisognerebbe inventarlo. È così, senza “se” e senza “ma”. Il pezzo ha anche una sorpresa svelata durante l’ascolto: il featuring con il rapper Rancore. Una canzone davvero sbalorditiva. Nella serata di venerdì si esibisce con Manuel Agnelli.

“Solo una canzone” di Ex-Otago (Voto: 5)

Ballad sull’amore a una certa età, che diventa un qualcosa di diverso e, a volte, il sentimento finisce. Testo interessante e veritiero, ma musicalmente qualcosa non torna. Un’occasione persa per la band genovese? Aspettiamo l’esibizione all’Ariston.

“Cosa ti aspetti da me”di Loredana Bertè (Voto: 6-)

Inizio figo, ritornello che non plana. La Bertè si ostina ad andare a Sanremo, anche se lì ha preso solo schiaffi. Sembra quasi che cambierebbe pelle per esibirsi all’Ariston. Lì dovrebbe tornarci, certo, ma solo per ritirare un (meritato) premio alla carriera. Nella serata di venerdì duetta con Irene Grandi.

“Nonno Hollywood” di Enrico Nigiotti (Voto: 4)

La classica canzone sanremese che si candida a vincerlo davvero, il festival. Il ricordo del nonno ha un sapore vagamente democristiano, pronto a fare breccia nei cuori delle nonnine abbonate a Rai1. E Nigiotti era quello dall’aria rock? Mah…del resto anche Britney cantava I love rock’n’roll. Nella serata di venerdì si esibisce con Irene Grandi

“Dov’è l’Italia” di Motta (Voto: 8 e ½)

Un pezzo bellissimo sui migranti. Comincia con il mare e prosegue con un ritmo incalzante e un testo molto emozionante. Motta si conferma uno dei più talentuosi cantautori della nuova generazione.

“La ragazza col cuore di latta” di Irama (Voto: 5/6)

Il brano di Irama è un po’ un intruglione di tante cose. Una sorta di incontro tra i Gemelli Di Versi e gli Evanescence. Il risultato? Mary (dei GdV) 2.0 , perché di quello si tratta. Il cuore di latta della ragazza mi sa che è arrugginito.

“Rose viola” di Ghemon (Voto: 6-)

Il brano ricorda i Sottotono. E ha un riff magnetico…come quello dei Sottotono. Nulla di nuovo sul fronte occidentale, insomma. Il groove è too sexy, così come le sonorità smaccatamente R’n’B. Aspetto i live perché lui è molto bravo. Spero di ricredermi.

“Musica che resta” Il Volo (Voto: 5)

Sicuramente sono tra i papabili per la vittoria, ma Musica che resta non è un granché. Sembra, piuttosto, la scopiazzatura di Grande amore. Gli italiani all’estero fanno già la ola. W il bel canto, quindi.

Fred
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19 gennaio, 2019 - 13:10
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MAHMOOD!

Io regà non riesco a starvi dietro e a stare dietro a niente. Confesso di essere in grave difficoltà.

A me piacerebbe un'Arisa eurovisiva, secondo me a livello europeo funzionerebbe, un'Amelie italiana che farebbe dire AWWW SO CUTE, OH LA LA TRES JOLIE (e poi ho finito le lingue).

calacolo
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19 gennaio, 2019 - 13:15
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Se questi sono i commenti di tutti i giornalisti su Mahmood, hanno fatto bene a farlo vincere nella seconda puntata di Sanremo Giovani, (Baglioni e tutta la squadra conoscevano già i pezzi per Sanremo di tutti i giovani)... purtroppo è Einar che non è piaciuto a nessuno dei giornalisti.rolleyes Cioè potevamo farne a meno dato che già il suo genere è abbondantemente ricoperto da altri, Federica Abbate poteva dare qualcosa di diverso al Festival e soprattutto almeno 7 donne e non 6.

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19 gennaio, 2019 - 13:15
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In effetti dopo queste pagelle, non saprei proprio trovare un nome forte a livello eurovisivo. Non prendiamoci in giro, Silvestri, Cristicchi, e compagnia bella, in caso di vittoria, all'Eurovision non faranno NIENTE. 

A questo punto rimandiamo il Volo e Amen.

Anche se io continuo a sperare in Arisa.  plsnot Mi andrebbero bene anche Mahmood o Nek   

Olimpico85
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19 gennaio, 2019 - 13:19
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Ma la Venegoni si è espressa? Tra tutti questi articoli mi sono perso.

http://i64.tinypic.com/20f2hoz.jpg

Davidex
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19 gennaio, 2019 - 13:29
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Daduz ha detto
RollingStone

“Mi sento bene” di Arisa (Voto: 7)

Il senso della vita secondo Rosalba. Più che una canzone uno show del sabato sera, con tanto di sigla (vale a dire un intro molto sanremese) che lascia spazio a una pop song super catchy puntellata di gorgheggi. Un ritmo movimentato che va in contrasto con il testo della canzone, che parla della ricerca di trovare una risposta a ciò che succede quando tutto finisce. Arisa resta nella top 3 delle più belle voci italiane. Brava!

Qualcuno mi definisce la parola gorgheggi? deadbanana2

Almeno le recensioni positive hanno superato quelle negative. Ancora più curioso di ascoltarla excited 

GuSpe
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19 gennaio, 2019 - 13:32
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Io sinceramente ne esco un pochino confusa nel senso che l'impressione mia personalissima è che Il Volo non abbiano stupito più di tanto,ma anche altri per cui pensavo di leggere commenti sul genere 'wow' non hanno suscitato impressioni così esplosive.
I più apprezzati mi sembrano Silvestri (fuori dai giochi del televoto, credo), Achille Lauro (non ho idea di come potrebbe fare al televoto), Cristicchi (ma colpirà il grande pubblico o è destinato al premio critica?), Nigiotti (lui è più da demoscopica che da premio critica, anche se ha avuto buoni voti).
Alla fine Ultimo e Irama potrebbero fare bene e vincere perchè forti sia al televoto sia per la stampa, e Mahmood subito dietro.

Però mi devo anche ricordare che ogni anno poi quando sento i pezzi mi chiedo dove abbiano sentito determinate cose questi giornalisti...quindi ci sta che rimanga sorpresa già ai primi ascolti...

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