Ciò che io contesto di questo Sanremo è il clima di santificazione, contemplazione lisergica, e allucinazione collettiva che si è creato attorno a Mengoni  sin dall'stante in cui è stato fatto il suo nome. A prescindere dal pezzo, si era già deciso che sarebbe stato favorito; l'impressione è che anche la stampa abbia dovuto accodarsi a questo sentimento diffuso  (facendo da grancassa con recensioni eccessivamente entusiastiche di un pezzo che è discreto ma simile a tanti altri del suo repertorio). A proposito dei giornalisti, non trovo neanche troppo professionale da parte di questi ultimi vi sia tutta questa familiarità con  cantanti che dovrebbero giudicare con imparzialità. L'entourage di Mengoni  ha addirittura allestito il cosiddetto lido Mengoni, uno spazio in cui invitare ospiti e, per l'appunto, giornalisti. Suona un po' come una cosa elitaria, tipo club da golf. Ovviamente non è farina del sacco di Mengoni ma della macchina di marketing assurda che ha alle spalle(vedi quanto sono attivi i suoi social), però trovo che alla base dell'operazione ci sia una certa ruffianeria.