L’AMORE È FEMMINA (OUT OF LOVE)

“This is the mess you left, I’m out of love and It’s a fact”

Nel 2012 si era sparsa la voce che il mondo sarebbe finito. Quando poi non è più successo, hanno detto che i Maya erano stati fraintesi. Non la fine del mondo in quel senso, ma la fine di un mondo e l’inizio di un mondo nuovo.

Io, quel 2012, l’ho vissuto in bilico su una corda tesa, tra un mondo che mi sembrava finito e uno che stava per cominciare. È stato l’anno della mia laurea, l’anno della prima partita di serie A della Samp vista allo stadio, a San Siro, dove all’improvviso dagli altoparlanti si sente la voce di Nina cantare “Per le Strade”.  È stato l’anno di amicizie finite. L’anno dell’emozionante incontro dal vivo con gli amici conosciuti su Reality House. È l’anno in cui per la prima volta mi innamoro di un ragazzo e in cui piango in automatico ascoltando “Per Sempre”, che mi sembra così dannatamente scritta per lui (ma di questo parleremo in un altro Gala, o forse in un altro mondo).

È l’anno di grazia di Nina. Dopo l’ottimo terzo posto e il premio della critica portato a casa nel 2010 tra le nuove proposte, quella ragazza così speciale, che in poco tempo mi aveva conquistato, approda tra i big.  Si classifica settima, il suo miglior piazzamento nella categoria. Qualcuno, però, nota in lei qualcosa di particolare e decide che sia lei quella giusta per partire alla volta di Baku, destinazione Eurovision Song Contest 2012.  

Ricordo un entusiasmo immenso e un’attesa snervante, passata a spulciare YouTube alla ricerca di qualsiasi contributo possibile. Le prove, le interviste alle tv straniere in cui scherza con tutti in un inglese perfetto, gli incontri con gli artisti delle altre nazioni, i commenti e le reazioni di tutti gli appassionati d'Europa all’ascolto della sua “L’amore e femmina”, per l’occasione riscritta in “Out of love”. Un pezzo grintoso e dal ritmo deciso, che maschera un testo pieno di sofferenza, frasi che capivo alla perfezione. “I dried my tears, but you want more”.  

Quella sera avevo il cuore in gola, ero emozionato come se a salire sul quel palco dovesse essere una mia parente. Anzi, nemmeno quando in tv ci è andata mia madre, come concorrente di Sarabanda, mi sono emozionato così. Era la mia Favorite Singer che per una sera diventava la Favorite Singer di tutta Italia, e forse anche oltre.

Quando è arrivato il suo turno, subito dopo Anggun, è come se per tre minuti e mezzo si fosse aperta un’altra dimensione. Lei bellissima, elegante, sicura, perfetta. Un’esibizione magnetica in cui vengono fuori tutto il suo carisma e tutta la sua bravura. La canzone un piccolo gioiellino. “Non c’è gara! Se le mangia tutte!” grida il commentatore alla fine dell’esibizione. Ed ha ragione.

A Baku nasce la leggenda di Nona Zilli, che si ripeterà a Sanremo 2015. Al di là del risultato, una posizione ottima, la migliore che l’Italia abbia raggiunto con un’interprete femminile dal suo ritorno all’ESC del 2011. Nina è anche la seconda più votata, dopo la vincitrice Loreen, nella classifica OGAE, stilata ogni anno da un network di circa quaranta fan club del Contest in Europa.

L’esperienza di Nina all’Eurovision per me è un’immensa fonte di gioia. È come veder giocare la Samp in Champions League e vederla far bene, supportata anche dai tifosi delle altre squadre. È il ricordo di quella serata perfetta. È il pensiero di un intero continente che ha dato merito ad un’artista che forse in Italia non ha raccolto tutto quello che merita. Sempre troppo qualcosa o troppo poco qualcos’altro. È il motivo per cui sono orgoglioso quando becco un’improbabile cover hard rock scandinava di Out of love (only the brave) o quando nei commenti ai video di Nina ne trovo qualcuno in una lingua diversa che spera di poterla rivedere all’ESC.

La ragazza di provincia, quella che cantava nei piccoli club e che quella sera si prese il palco più bello d’Europa.

In queste settimane ho scritto fiumi di parole per raccontare Giorgia, la sua musica, la sua storia e per raccontarvi la MIA Giorgia. Ho cercato di farvi capire perché per me è così speciale come persona e come artista! Per questo stavolta voglio lasciare che a parlare sia la sua voce. Se deve essere un saluto, e spero di no, voglio lasciarvi con il ricordo della mia canzone preferita: “Gocce di memoria” e di questa esibizione che per me è strepitosa, con una Giorgia che quella sera era davvero ispirata!

GIORGIA E @Teolino 

Congratulazioni ragazze, approdate al 7° Gala