kairos ha detto
@Francofranco 

1. le canzoni devono essere interamente in dialetto? O possono avere delle parti non in dialetto? 

2. si possono scegliere anche duetti, no? In quel caso, entrambi i cantanti, non possono essere più scelti, giusto?   

1. Direi almeno una metà in dialetto.

2. Si ai duetti, e entrambi i cantanti non possono essere coinvolti in altri pezzi.

smiley ha detto  

Francofranco ha detto
Napoli è molto famosa anche per il suo dialetto ed è su questo che ci concentreremo. In questa prova ogni squadra sarà chiamata a scegliere tre canzoni in napoletano appartenenti a tre cantanti distinti. Il vostro obiettivo è raccontare la musica napoletana cercando di mostrare quante più sfaccettature possibili, provando a farla apprezzare anche a chi è riluttante nei confronti di questo genere.  

Franco, ci hai per caso spoilerato vike come giudice esterno?

  

Ho seguito la discussione nei giorni scorsi e ero rimasto sorpreso dal tempismo di questa prova  vediamo se riuscite a convincere anche lui

@DGS @taiki 

Capitani, come procede la prova in esterna?

DGS, credi che l'elemento in più possa fare la differenza? Pensi di aver sfruttato bene il blocco sugli artisti?

taiki, vi siete sentiti limitati dalla scelta di DGS di proibirvi l'uso di Pino Daniele e Liberato? Oppure è un ostacolo che supererete agevolmente?

Squadra Rossa

 

NAPOLI, OLTRE IL NEOMELODICO

 

Spesso, quando sentiamo parlare di canzone napoletana, la prima cosa che ci viene in mente sono i neomelodici e delle volte le canzoni un po’ trash che vanno virali sui social e/o youtube. Se da una parte non ci sono dubbi sul fatto che i neomelodici possano essere ricondotti a Napoli (grazie anche ai riferimenti presenti nei loro brani), dall’altra è veramente limitante associare tutta la musica napoletana a questo genere. Napoli è una città che pullula di cultura, un melting pot di varie culture che si influenzano a vicenda e queste sfaccettature si notano soprattutto nel modo in cui si esprimono gli artisti. Ragione per cui anche la musica napoletana si può distinguere in vari sottogeneri, tutti caratterizzati però dall’uso del dialetto come lingua principale. Questo non solo perché i cantanti si trovano meglio ad esprimersi come se stessero vivendo il proprio quotidiano, ma soprattutto perché il dialetto riesce ad essere musicale a tal punto che benché tu sia di un’altra regione, non puoi far altro che cantare comunque le canzoni napoletane.

 

La musica napoletana nasce nel diciottesimo secolo e nel corso degli anni non ha mai smesso di cambiare, evolversi. È un genere musicale così importante che alcuni tra i cantanti più famosi nel mondo hanno scelto di interpretarla, aiutando così ancora di più la sua diffusione. Negli ultimi anni, grazie anche a fenomeni di successo come Gomorra, nuovi modi di ascoltare la musica come spotify oppure la sua capacità di essere attutale, è cresciuta anche l’attenzione verso la canzone napoletana. Senza andare a scomodare i grandi classici come “O surdato ‘nnamurato”, “Funiculì, Funiculà” o addirittura il classico intramontabile e forse la canzone italiana più famosa al mondo “O sole mio”, abbiamo scelto tre brani di 3 diversi interpreti che hanno una loro importanza sullo sviluppo di questo genere.

 

 

 PINO DANIELE - TERRA MIA

 

 

Il nostro viaggio inizia con Pino Daniele, uno dei più grandi cantautori italiani, capace di fondere diversi generi musicali nelle sue canzoni e di creare un nuovo sound napoletano che unisce le melodie mediterranee con le sonorità blues, jazz, soul e rock. È riuscito a conciliare la tradizione napoletana alle suggestioni di respiro internazionale. In un’intervista, ha descritto in particolare una canzone delle sue definendola come un brano in cui esprime tutto ciò che sente, tutto ciò che vuole dire, esprime l’universalità, esprime sé stesso, esprime Pino Daniele. La canzone si chiama “Terra Mia”, parla di un ragazzo di qualsiasi regione che fa una riflessione sulla propria  terra e si rende conto di quante cose sbagliate ci siano, come il non sentirsi mai abbastanza o come la paura di morire. Tutti ci interroghiamo sul mondo, tutti riflettiamo ogni giorno sulla nostra esistenza arrivando perfino a pensare qualcosa di cui subito dopo ci pentiamo, sopraffatti da un sentimento di sofferenza nei riguardi di una società sbagliata nei nostri confronti e che ci fa sentire sbagliati. “Terra mia” è il grido di tutti coloro che si sentono incapaci di cambiare pacificamente il mondo ma che hanno la forza di vedere e apprezzare la propria terra e soprattutto di avere una speranza accesa nei confronti della libertà. La “Terra mia” a cui si fa riferimento non è solamente la sua terra, la Campania, bensì è la terra di ciascuno di noi, è il mondo in cui riponiamo ogni giorno un briciolo di speranza.

 

 

 LIBERATO - TU T'E SCURDAT' 'E ME

 

 

Chi è Liberato? È un po’ la domanda che dal 2017 ci siamo posti tutti almeno una volta. Il volto del cantante non è noto, ma quello che è sicuro è che si tratta di un artista che ha dato nuova linfa alla canzone napoletana. Si tratta di un cantante difficile da posizionare sotto un solo genere musicale poiché mischia neomelodico con l’elettronica, l’indie, l’rnb e spesso e volentieri anche con la dance. Quello che lo distingue dagli altri è proprio questa sua capacità di saper fondere questi vari generi e l’uso del dialetto napoletano stretto con qualche sprazzo di inglese. “Tu t’e scudart’ ‘e me” è il brano di maggior successo di Liberato la produzione dance si unisce con riferimenti alla realtà di Napoli attraverso citazioni di alcuni luoghi importanti della città. La canzone ci racconta la storia di un amore giovanile, con una ragazza molto bella ed elegante, proveniente da un ambiente diverso da quello del suo ragazzo cresciuto in una realtà decisamente più difficile. Il ragazzo le rivolge delle parole d’amore, per riconquistarla dopo un tradimento, citando alcuni famosi luoghi della città, come Forcella, Nisida, Marechiaro e Mergellina.Per un napoletano queste citazioni permettono di sentirsi a casa anche da lontano, fanno riaffiorare i ricordi, mentre per tutti gli altri possono rappresentare dei posti in cui voler essere trasportati per sognare un po’ con la magia di Napoli attorno.

 

 

 

LA NIÑA - CROCE

 

 

 

 

A farci compagnia, in quest'ultima tappa alla scoperta della nuova Napoli, è La Niña. Con La Niña viene mostrata finalmente anche la parte femminile, sensuale ed alternativa di Napoli. Un ulteriore scoperta, testimone dell'evoluzione sonora di Napoli. Con Croce, La Niña racconta una storia d'amore tormentata, terminata con la morte del proprio partner. Una confessione spirituale dove La Niña tenta attraverso la musica di arrivare allo spirito che trascende il nostro mondo, cercando per l'ultima volta di dire a questa persona addio, di dirle quanto era importante per lei e quanto lei l'amasse. Un brano che ancora una volta si discosta dalle altre due proposte, portando un sound urban e dalle tinte trap, non rinunciando però all'utilizzo del dialetto, il quale secondo lei dona al brano un aura mistica, selvaggia, imprevedibile. La Niña vi porta così in in nuovo angolo di Napoli, terminando così questa sorta di via crucis nel cuore di una Napoli inedita.

 

I risultati della prova in esterna saranno dati domani in mattinata

Vi lascio con il commento, e relativo voto, di ogni giudice

amers

Francofranco

alessandrino

 

Questo significa che a vincere è la squadra