Una canzone natalizia dopo che è stato detto sarebbe la scelta più banale e scontata? Ma alloraaaa (voce Mara Maionchi). Premesso che è vero, ci sono canzoni che non parlano esplicitamente del Natale ma sono pervase da quell’atmosfera, credo che Underneath the tree sia una scelta bilanciata. È una di quelle canzoni così catchy, feel good, pervasa di un’allegria contagiosa, che ritengo siano molto importanti in un clima festivo.  Ricordo ancora di quando la ascoltai mentre la cantava a the voice usa (facile seguire survivor, i veri eroi sono quelli che si guardano l’altro show di Mark Burnett) perché fu amore al primo ascolto semicit. Era il 2013 e come ogni anno gli album natalizi non mancavano, ma Kelly impreziosì il suo con questo inedito che dimostra come sia possibile fare ancora belle canzoni natalizie che non hanno nulla da invidiare ai classici. Certo, qualcuno dirà è un’esagerazione, ma provatela ad ascoltarla e ditemi se non vi viene subito voglia di canticchiarla ballando per casa. Infatti, la ritengo la miglior nuova canzone natalizia dai tempi di AIWFCIY. “Presents, what a beautiful sight, don’t mean a thing if you ain’t holding me tight. You’re all i need underneath the tree”.

Era il 31 ottobre 2002, avevo dodici anni ed ero a scuola, quando una scossa di 6.0 gradi colpì il Molise. Fummo mandati a casa, senza che capissi la gravità della situazione. Rientrato a casa, iniziai a sentire le notizie del terremoto e del crollo di una scuola elementare. 

Nella mia testa, però, avevo solo la festa di Halloween che dovevo fare alla casa disabitata dei miei nonni. Non doveva saltare per nessuna ragione al mondo (nessuno mi rovinerà i piani). Avevo solo due amici ed avevo trovato il modo per guadagnare l’approvazione dei compagni della mia classe.

Dovetti annullare tutto. Mi incazzai di brutto. I miei cercarono di farmi ragionare, ma non servì.

Mi chiusi in camera, cuffie alle orecchie e volume al massimo per ascoltare Highway to Hell degli AC/DC, la canzone con cui avrei fatto partire la festa (la mia autostrada per l’inferno) nella serata in cui non ci dovevano essere segnali di stop, limiti di velocità.

Quell’inferno era “non mi importa del terremoto! Voglio fare la festa!”.

Era la fase in cui vivevo un po’ da ribelle e le mie prime trasgressioni.

Questa canzone fu il mio Halloween. 

C’è un periodo dell’anno in cui tutto si ferma, in cui le strade delle città diventano spettacoli di colori e le case si illuminano di gioia e amore. Natale è la festività che aspettano tutti e che riempie di felicità i cuori dei bambini ma anche dei più grandi, è la festività che unisce tutta la famiglia e gli amici per passare insieme un giorno indimenticabile.

Tuttavia, le luci di Natale, oltre a rendere magica perfino la notte più buia, celano un sottile strato di malinconia per tutte le persone che sperano di potersi ricongiungere con qualcuno che hanno perso nel corso della vita, per tutti coloro che sperano di poter ritornare a vivere il Natale come lo vivevano prima.

Probabilmente il Natale è magico anche per questo, non fa altro che avvicinarci alle persone che abbiamo vicino e stringerci più forte chi non abbiamo più accanto ma che portiamo sempre dentro di noi. Le luci di Natale colmano un vuoto che persiste durante tutto l’anno, ti fanno sentire meno solo e più vivo, l’aria natalizia rende meno fredda una lunga giornata di dicembre.

C’è sempre una luce di Natale dentro di noi, c’è sempre una speranza pronta a divampare.

Oh Christmas lights keep shining on

Schignano è un piccolo centro della Valle Intelvi a pochi minuti dal lago di Como. Qui si svolge uno dei carnevali più antichi della Lombardia, che mantiene ancora oggi il carattere di una manifestazione di origini medievali e che si caratterizza per le splendide maschere lignee.

Tutta la sfilata si basa sulla contrapposizione di due personaggi principali: i belli e i brutti E rappresentano la metafora della vita I primi indossano raffinati vestiti, molto colorati e ricoperti di pizzi e scialli. I cappelli sono ornati da fiori e animali in carta e tessuto e impreziositi da fiocchi e penne di fagiano. I brutti, invece, hanno un aspetto inquietante: indossano vesti povere e sporche e trasportano oggetti di uso quotidiano come scope, valigie e ombrelli rotti e si divertono durante la sfilata a spaventare e sporcare i visitatori.

Ai guai della tua vita, penserai domani (filosofia del carnevale)

La canzone che ho scelto è "il Carnevale " di Caterina Caselli che il celeberrimo casco d'oro lancio' nel 1968, ma nonostante siano trascorsi 52 anni, non ha perso la sua freschezza ed il suo impatto; è un brano straniante perchè parla della fine di una storia associata tuttavia ad un momento di grande festa, euforia collettiva,divertimento e dissimulazione come dovrebbe essere il carnevale che ,come tutte le feste,nasconde il suo lato malinconico e pessimistico e mai come in questo periodo speriamo con tutto il cuore di poter dire presto come Caterina in questa canzone:"e questa maschera ormai non serve piu'!

Sono il tipo che si mette le mani davanti al viso quando guarda un film horror perché l'ignoto mi ha sempre messo un po' timore, forse perché mi è difficile decifrare qualcosa di misterioso, tenebroso o - meglio - ignoto.

Riesco ad apprezzare questa festività solo vivendola da "spettatore": mi piace l'area spettrale che si ha durante la settimana di Halloween, ne sono affascinato finché questa rimane distante da me e non mi avvolge.

Non è stato facile scegliere il brano perché non volevo risultare scontato e, pur essendo il primo invention, ho voluto rischiare con un pezzo di Bjork che mi ha sempre trasmesso un po’ di timore e di ansia, quegli stati d’animo che più collego a questa festività. L’associazione più diretta è data sicuramente dal testo macabro e horror, invece, quella indiretta può essere offerta da questo sottofondo musicale cupo e da questa voce spezzata e molto ansiogena.

La canzone che mi è venuta immediatamente in mente per il tema Halloween è Emperor's new clothes. Il pezzo di per sé non c'entra nulla con la festività, né allude ad essa, però a mio pareri lo ricorda sotto molti punti di vista.

Il video, seppur non sia al centro della prova, merita una menzione vista la presenza di molti elementi che ricordano la festività: Uriel-demone, le ossa, gli scheletri, i teschi parlanti, l'ambientazione tetra e infernale...

Ma parlando musicalmente, la canzone ha molti elementi che secondo me ricordano Halloween. In primis le parti di coro, che sono praticamente un must nella stragrande maggioranza delle canzoni di Halloween.

Non lo è di meno il ritmo della canzone. Lo staccato iniziale della canzone ricorda quello di This is Halloween: ogni battito è ben scandito dalla stessa nota, e ciò viene riproposto per tutta la durata della canzone, seppur meno preponderantemente vista la presenza del resto dell'accompagnamento.

Infine la melodia delle strofe: è cupa e tetra, con delle sequenze di note che si ripetono regolarmente. La voce particolarmente bassa di Uriel - che è famoso per le note alte che riesce a raggiungere - caratterizza perfettamente il mood tenebroso delle strofe.

Premessa: mi è sempre capitato di trascorrere il ferragosto fuori casa e fuori regione per trascorrere le vacanze estive. Personalmente ho sempre vissuto questa festività con uno stato d’animo ambiguo: da una parte ero tutto un fremito perché il 15 agosto voleva dire passare la giornata con gli amici fino a sera tarda, gavettoni, risate intorno a un falò, grigliate ecc…; dall’altra vi era un po’ di tristezza, malinconia perché voleva dire che il giorno dopo tutto sarebbe finito e io sarei tornato al solito tran tran quotidiano tornando nella mia dimora. Soprattutto quando ero più piccolo, ricordo le lacrime nel dover salutare i consueti amici appartenenti alla “comitiva estiva” che ogni volta si formava spontaneamente nei villaggi. Ebbene, questa canzone diventò la mia colonna sonora che accompagnava ogni anno questi momenti e lo è tuttora, solo che oggi quando la ascolto non piango più ma spunta solo un sorrisino sul mio volto

Quando penso al Natale, le immagini che arrivano alla mia mente sono tante: gli ultimi regali da impacchettare, la tavola apparecchiata con l’aiuto di mamma, le luci di Natale che illuminano il soggiorno, il coro della Chiesa che intona Last Christmas, il film ‘Una poltrona per due’ su Italia 1 e gli spacchettamenti di tutti i regali insieme ai miei cugini.

Il Natale, grandi o piccoli che siamo, è un vortice di sentimenti contrastanti.

Il Natale per me è famiglia.

Ho scelto la canzone ‘Shake up Christmas’ perché, nonostante non sia tra le più popolari e inflazionate, è quella che quando l’ascolto mi porta a rivivere dei bellissimi ricordi legati alla mia infanzia.

Mi ricorda i cenoni della vigilia con tutta la famiglia.

Mi ricorda le tavolate da 20-25 persone.

Mi ricorda le cantate di gruppo.

Mi ricorda, semplicemente, la famiglia.

“Shake it up
Shake up the happiness
Wake it up
Wake up the happiness
Come on you all
It’s Christmas time”

Sulle note di questo ritornello, ogni anno, ancora oggi, il giorno di Natale sveglio i miei genitori urlando ‘wake it up, it’s Christmas time’.

È una tradizione. E sono felice così.

Abitando a 5 km dal mare, ho sempre dato per scontato che esso fosse facilmente accessibile, finché, crescendo, ho fatto amicizia con alcuni ragazzi in villeggiatura e ho iniziato a trascorrere le mie estati insieme a loro.

Fine dell’Estate mi riporta alla mente quei giorni della mia infanzia e, soprattutto, della mia adolescenza, in cui Ferragosto rappresentava un periodo di spensieratezza, in compagnia dei miei coetanei villeggianti, con la tacita consapevolezza che quella giornata rappresentava, anche, una data-limite: da lì a pochi giorni, se non già l’indomani, tutti sarebbero ripartiti per le varie città e avrebbero, forse, fatto ritorno l’estate successiva.

Ferragosto, per me, rappresenta la fine dell’estate e, proprio per questo, ho scelto questa canzone: sappiamo tutti come e quanto sia difficile affrontare il rientro dalle ferie, porre fine ai nostri amori estivi, nati sotto l’ombrellone, e fare ritorno al tedio e alla routine della nostra vita quotidiana.

15 Agosto, siamo esattamente alla metà del mese, che siate in spiaggia sorseggiando un moscow mule o tra le strade affollate di città, a saltellare tra la schiuma o a scatenarvi in discoteca, l’importante è festeggiare l’estate che sta per volgere al termine. Voi direte che Agosto non termina di certo il quindici Agosto, ed è vero, però il giorno di Ferragosto ha qualcosa di diverso. È circondato da un aura esageratamente festosa, allegra, e chiunque si lascia trasportare dall frenesia di questo giorno. E quale scelta migliore per il giorno più caldo dell'anno se non Riccione dei Thegiornalisti? Un brano che racchiude l'anima della festività di Ferragosto. Riccione è una canzone energica, ballabile, orecchiabile, che mantiene però la propria identità. La contaminazione di generi è evidente, l'anima indie è percepibile, e in tutta la canzone, nonostante regni un ritmo più movimentato, possiamo ritrovare dei passaggi più lenti, e se vogliamo "nostalgici". È un inno al divertimento, a godersi il momento e non pensare al domani. Il brano riprende quindi l'essenza di Ferragosto:

festeggiare l’estate che volge al termine e rendere unico un giorno che, altrimenti, sarebbe solo un giorno qualsiasi di metà agosto.

Il Carnevale è una festività che non ho mai sentito molto, non ho tanti ricordi come, invece, ho per le altre. Da bambino l'ho sempre apprezzato poco, a causa probabilmente dei costumi scomodi e osceni che mi faceva indossare mia madre.

Poi, crescendo, qualcosa è cambiato: festeggiare il Carnevale è diventato un appuntamento fisso, grazie a Venezia. Lì assume un fascino e una magia unici. Tra maschere ,misteriose, eleganti, inquietanti e buffe ti sembra di essere all'interno di una fiaba.

"Masquerade" di Lindsey Stirling credo funzioni da ottima colonna sonora a questa scenografia.