Ira

Iniziamo oggi ad addentrarci nel mondo di questa emozione. L'ira è una protagonista della nostra esistenza e, in quanto tale, gli psicologi a più riprese si sono soffermati ad analizzarla. Ed è così che si sono create due correnti di pensiero: chi la ritiene un'emozione primaria, cioè dotata di caratteristiche proprie che la rendono universalmente riconoscibile, e chi, invece, ritiene che non vi siano emozioni primarie, bensì propende per l'idea che le caratteristiche che gli altri studiosi reputano intrinseche siano in realtà adducibili a processi cognitivi. Ekman trova un punto d'accordo: il programma di espressioni facciali è intrinseco, ma può essere modificato da fattori esterni, quali i processi cognitivi. Abbiamo fatto riferimento a caratteristiche intrinseche. Quali sono? Ve ne sono alcune non osservabili, come l'aumento della frequenza cardiaca, l'aumento della pressione sistolica e diastolica, un maggior tono muscolare, altre ben osservabili, che riguardano soprattutto l'espressione facciale.

Il soggetto che vive questa sensazione è in grado di riconoscerla e, come tale, avendone riconosciuto le cause, è in grado di attivare un piano razionale per contrastare la causa stessa dell'ira. L'attivazione del piano razionale prevede meccanismi diversi in base all'età.

In particolare i bambini esprimono l'ira con una violenza sul piano fisico, mentre il raggiungimento di età sempre maggiori porta anche ad uno spostamento della violenza prevalentemente sul piano dialettico. Ed è per questo che ho riportato un esempio di ragazza presa dall'ira che intrattiene un acceso confronto verbale con lo schermo del pc, che però ha la meglio. Appare quindi evidente come l'ira sia riconducibile ad uno stato interno che si riproietta esternamente e che questo stato interno ha molteplici cause, fondamentalmente esterne. Ed è quindi chiaro che il ruolo sociale dell'ira sia centrale.

Studi di etologia, infatti, dimostrano come l'animale (tanto più quello meno evoluto) esibisca l'ira e, di conseguenza, aggressività, per cui l'esibizione stessa dell'emozione lo porta ad avere un nuovo ruolo sociale, a ridefinire i propri parametri esterni. Gli studi di Timbergen, infatti, dimostrano che l'animale tende ad esibire l'ira per un bisogno innato di conservazione della specie, quindi per un ruolo di difesa o di mantenimento dello stato sociale, in modo da difendere il territorio da altre eventuali belve. In realtà si è osservato che la progressiva razionalizzazione portata da animali via via più evoluti porti ad una diminuzione di questo istinto aggressivo, a favore, piuttosto, di un'introduzione di un codice simbolico al fine di comuniare con la realtà. Però, nel video, ho preferito portare un esempio di  animali meno evoluti nel loro habitat naturale che competono per manifestare la propria supremazia.

Stop io ho finalmente votato, che agonia

Sera ragazzi, oggi giornata pienissima al lavoro! Bhè, concordo con Cassa riguardo la strategia, ma nel mio caso, se è quello che penso io, non è possibile farlo XD

Inutile dire di guardare il più forte nella prova, visto che ogni volta sarà diversa.