Leviamoci il pensiero

Slipknot
Duality: ok, promuovo la scelta. Vorrei dirvi perché ma faccio fatica a trovare i termini tecnici giusti. Semplicemente, anche se è un brano del 2004, credo che avrebbe funzionato benissimo anche 5 o 10 anni dopo. Forse anche 16! È un brano certamente non leggero ma, in fondo, ha quei due o tre elementi che potrebbero piacere anche a un pubblico più trasversale e meno preparato.
Unsainted: ecco forse questo brano è un po' più escludente. Vorrei farvi vedere la mia faccia mentre lo sto ascoltando... Il growl così esplicito, boh. Io sono incompetente però mi sembrano cose che ascolticchiavo nel 2007, quando la mia amica Giulia mi faceva ascoltare i primi gruppi emo. Però ci sono degli elementi interessanti (che avrei privilegiato al growl), che mi fanno percepire una certa evoluzione.

The Darkess
I Believe in a thing called love: promuovo anche questa scelta in quanto, come Duality, questo brano non è autoreferenziale e si lascia ascoltare da un pubblico ampio e non per forza del mestiere. Lo apprezzo.
Rock and Roll Deserves To Die: come gli Slipknot, anche i The Darkness sembrano essersi chiusi un po' a riccio, con il passare degli anni. Ci sta eh. Insomma, ti fai le ossa, cresci e nella vita decidi che vuoi fare solo ciò che vuoi. Idem quando sali sul palco. Qui però mi sembra che si siano allontanati un po' troppo da ciò che ho sentito nel brano precedente. Se non fosse per la voce del frontman, non so se avrei associato i due pezzi.

Judas Priest
Painkiller: madò avrei troppo dovuto fare una videoreaction per commentare questa playlist. Allora. Ci sta. Perché they're gonna give the metallari everything they want e, finora, non avevamo avuto una proposta così pura. Detto questo, tolgo i panni del giudice e...sei minuti di sta roba? Really?
Necromancer: forse i nostri amici Juads fanno il percorso inverso agli altri due, diventando più digeribili con il passare degli anni. Poi il titolo della canzone è iconico: mi ci vedo a urlare "Necromanceeer" vestito da Salem The Cat al prossimo Halloween.

Marilyn Manson
The Beautiful People: madò, in questa Lineup l'arrivo d(e)i Marilyn Manson è - per me - quasi come sentire Coez. Canzone pazzesca, iconica, trasversale, coinvolgente, rock. Talented, brilliant, incredible, amazing, show stopping, spectacular, never the same, totally unique... Perfetta!
Revelation #12: meh, ci fate The Dope Show?

Korn
Freak on Leash: scelta interessante. Riesce a essere "pura" come Painkiller ma anche eterogenea e trasversale come altre proposte. C'è anche quel pizzico di nostalgia, non so, che mi riporta indietro a quando, con gli amici, si facevano i tornei di Guitar Hero (a cui, ça va sans dire, non partecipavo). Mi è cresciuta molto durante l'ascolto!
H@rd3r: un po' come tutti, Judas Preist esclusi, la proposta recente mi convince meno del successo del passato. Con lei si chiude il concerto e, vi dirò, non mi fa andare via particolarmente entusiasta sebbene riconosca una grande maturità, anche solo per il significato del brano.

Diciamo che, se l'obiettivo era "promuovere la musica recente di tali artisti", per me solo uno, massimo due di voi, di voi ce l'hanno fatta. Degli altri, semmai, ho voglia di ascoltarmi la produzione storica. Nel senso: le discografie ci sono e sono ottime. I nomi sono di richiamo. E certo il pubblico ci sarà. Ma, davvero, l'espediente di questo concerto di associare un brano vecchio a uno nuovo mi sembra l'unico modo per catturare l'interesse e richiamare gente. Perché altrimenti, secondo me, con solo i 5 brani nuovi, avremmo fatto poco. Volendo riassumere con una frase: thanks God we can vivere di rendita!