Utente
7 agosto, 2013
"Via col vento", icona del cinema mondiale e uno dei film preferiti del presidente Donald Trump, è razzista e come tale, sullo sfondo delle proteste seguite all'uccisione del nero George Floyd da parte della polizia di Minneapolis, è stato ritirato dalla piattaforma HBO Max. La tormentata storia d'amore di Rossella O'Hara e Rhett Butler, ambientata negli anni della Guerra Civile, "è il prodotto del suo tempo" e "presenta alcuni pregiudizi etnici e razziali che sfortunatamente sono stati comuni nella società americana", ha spiegato un portavoce del servizio in streaming.
AGI - È razzista chiamare moretto un dolce al cioccolato che peraltro nasconde il candore di un’anima di panna? Sì, per i supermercati della Migros, nota catena svizzera, che hanno stabilito, dopo anni di polemiche e petizioni, di ritirare dagli scaffali la golosità prodotta dal 1946 dalla Dubler, azienda del Cantone dell’Argovia, nel nord del Paese, dove sono conosciuti come Mohrenkopf, 'teste di moro'.
Oggi in radio non parlavano d'altro...voi cosa ne pensate?
Utente
7 agosto, 2013
Uno della radio ha fatto un bel commento sul discorso di "Via col vento" e cioè che il film è ambientato in un certo periodo storico e lo presenta quindi se in quel periodo c'era la schiavitù è un dato oggettivo. Un conto è se un film ha la trama principale in qualcosa che manda messaggi sbagliati ma l'ambientazione cinematografica è un'altra cosa. Molto va ad interpretazione e questa è una linea sottile. Come il nome dei cioccolatini, a me personalmente subito non veniva da collegarli a una persona nera, sicuramente non in modo discriminatorio (da me la si chiama così in modo bonario, se si vuole denigrare si usano altre parole) quindi subito ho pensato fosse una cosa "esagerata" però non so se altri la possono vedere in altri modi.
Banned
7 agosto, 2013
matteo.m ha detto
Capisco Via col vento... ma il Moretto? La cosa sta degenerando
Be'... per me, al massimo, tra le due, avrebbe più senso ritirare o ri-brandizzare tali cioccolatini.
La cosa di 'Via col vento' invece mi ricorda la storia del rimuovere l'appellativo 'Nigger Jim' all'interno della produzione di Twain.
Come si può essere cosi stupidi da non capire che il valore, riflessioni anti-razziste, casomai scaturiscano da tale forma e che altrimenti non abbia senso?
Che si stia degenerando è palese: mai avrei pensato che sarei divenuto un "reazionario" ma l'assurdità della PC di questo decennio ci sta riuscendo.
Ovviamente cose come la statua abbattuta in UK già sono una storia diversa.
Utente
6 dicembre, 2019
FILM Trovo sia una pensata commerciale. Io lo ricordo. Lo stereotipo della domestica di colore che nonostante abitasse da anni in patria parla a malapena la lingua come se fosse troppo complicato impararla. In una scena mi sembra di ricordare il "padrone di casa" minacciare i domestici con un "vi frusto". Crudo e condannabile certo ma a pensarci forse più realistico di "Domani è un altro giorno". Ieri sera poi l'Hbo ha fatto un comunicato nel quale il film tornerà fra una settimana (quindi già tutto organizzato, dai) con un' introduzione di uno storico afroamericano. Mi sembra una bella idea: contestualizzare e raccontare cosa succedeva nell'America della guerra della seccessione e negli anni a seguire.
Utente
24 dicembre, 2017
Io credo ancora nel valore dell'educazione. Sarà che educare è il mio lavoro da 15 anni, ma sono convinto che sia lo strumento più efficace per tirar fuori il meglio dalle persone. Certo, è la strada più lunga e complicata, ma non credo che eliminando film, statue o cioccolatini (!) si possa debellare la mancanza di rispetto verso il prossimo... Magari fosse così semplice!
Protestare - si intende in maniera civile - per episodi atroci come quello di Minneapolis è giusto e sacrosanto, e guai a far finta di nulla perché non è una questione esclusivamente statunitense (e quella della mancanza di rispetto - che si chiami razzismo, omofobia, sessismo, bullismo, etc. - è una pandemia da sempre assai permeata nel nostro pianeta). Eliminare un film (e qui riprendo il commento riportato da Semota sul contesto storico in cui è ambientato) o un qualunque simbolo comunemente accettato (ad es. un cioccolatino esistente da oltre due secoli al quale, volendo, si potrebbe semplicemente dare un altro nome) perché in qualche modo richiamano un pregiudizio, mi lascia qualche perplessità, pur comprendendo che ciò possa toccare chi subisce in prima persona una delle varie forme di mancanza di rispetto sopra citate. E qui ripenso al discorso che si faceva tempo fa su Tale e Quale Show e l'imitazione dei cantanti afroamericani, relativamente alla contestualizzazione di ciò che ci circonda: da una parte ci sono cose concepite per offendere (e per le quali non c'è giustificazione che tenga), dall'altra ci sono cose che hanno tutt'altro scopo e improvvisamente si scoprono portatrici di valori negativi, secondo un punto di vista rispettabilissimo, ma che forse non tiene conto del contesto, concentrando l'attenzione sul singolo dettaglio.
A mio parere, è assolutamente giusto e sacrosanto combattere, ma facendo attenzione a non cadere in estremizzazioni che possono rivelarsi estremamente controproducenti, allontanando l'attenzione della gente dal problema vero e proprio.
Utente
11 novembre, 2015
D'accordo con Semota.
Un film mostra le cose come stavano in quel momento, come un film sull'Olocausto mostra l'Olocausto, un film che parla di quegli anni li racconta com'erano. Non vedo motivo di toglierlo se non far sì che ne parlino. Però magari semplicemente volevano, vista la situazione, rimetterlo a disposizione con la premessa di cui parlano, e quindi magari si è creato un caso per nulla.
Quel dolcetto si chiama così, ma in alcuni posti si usava un nome ancora meno politically correct, me lo ricordo da quando ero piccina. In realtà mi pare che non lo abbiano tolto, da quello che ho letto lo producono diverse ditte, solo una di queste aveva mantenuto il nome originario, e lo hanno ritirato solo per rimetterlo sul mercato con altro nome.
Credo che ultimamente si stia cercando di fare di ogni iniziativa (che magari veniva intrapresa anche prima) un caso, per far sì che sembri ridicola e ridicolizzare di conseguenza tutto quello che sta accadendo in giro. Insomma, ho l'impressione che fare di queste cose dei casi stia servendo a togliere importanza al fatto principale, per togliere autorevolezza al concetto di base, alle lotte che si stanno facendo ovunque nel mondo.
Spero di sbagliarmi
Game Ranking Winner 2017/2018
Game Ranking Winner 2020/2021
Utente
7 agosto, 2013
Utente
30 aprile, 2020
Può essere che per il film "Via col vento" si tratti di una trovata commerciale, se così non fosse lo troverei preoccupante perché la trama del film è inserita in un determinato contesto storico che non solo non rende il film censurabile per razzismo, ma, inoltre, é utile per documentare a futura memoria ciò che è accaduto in passato (come i film sull'olocausto giustamente citati da Guspe).
Trovo difficile anche associare una connotazione razzista al nome del cioccolatino. Per fare un altro esempio, negli anni '80 erano in commercio delle caramelle gommose alla liquirizia chiamate "Morositas", nel cui spot pubblicitario la protagonista era la bellissima modella nera Cannelle (qui potete vedere lo spot originale dell'epoca).
È evidente che il nome della caramella facesse volutamente riferimento al colore della pelle della modella, ma non certo in modo dispregiativo, tutt'altro.
Perciò, a mio avviso, non è tanto il nome in sé del prodotto, quanto l'intenzione con cui lo si utilizza a fare la differenza.
In conclusione, è doveroso protestare per una giusta causa, ma condannare tutto a prescindere lo trovo un atteggiamento inutile e, soprattutto, dannoso perché sposta l'attenzione dal vero problema.
Banned
16 maggio, 2019
"Via col vento", icona del cinema mondiale e uno dei film preferiti del presidente Donald Trump, è razzista e come tale, sullo sfondo delle proteste seguite all'uccisione del nero George Floyd da parte della polizia di Minneapolis, è stato ritirato dalla piattaforma HBO Max. La tormentata storia d'amore di Rossella O'Hara e Rhett Butler, ambientata negli anni della Guerra Civile, "è il prodotto del suo tempo" e "presenta alcuni pregiudizi etnici e razziali che sfortunatamente sono stati comuni nella società americana", ha spiegato un portavoce del servizio in streaming.
AGI - È razzista chiamare moretto un dolce al cioccolato che peraltro nasconde il candore di un’anima di panna? Sì, per i supermercati della Migros, nota catena svizzera, che hanno stabilito, dopo anni di polemiche e petizioni, di ritirare dagli scaffali la golosità prodotta dal 1946 dalla Dubler, azienda del Cantone dell’Argovia, nel nord del Paese, dove sono conosciuti come Mohrenkopf, 'teste di moro'.
Oggi in radio non parlavano d'altro...voi cosa ne pensate?
Che se non sanno dove piazzare le scorte di cioccolatini invendute e le devono buttare, mi offro volontario. Sacrifico la mia glicemia per una nobile causa.
(Chissà se Nanni Moretti dovrà cambiare nome!)
Poi onestamente e seriamente, per i cioccolatini non so: magari se fossi brufoloso e qualcuno avesse l'idea di chiamare una pizza[1] "Brufolina", forse ci resterei male. Oltre a non mangiare la pizza perché l'accostamento di idee mi farebbe schifo, ma vabbé.
È una questione complicata, come per il colore "testa di moro". Può essere fastidioso essere nero e sentir dire: "Uh, guarda che bella quella valigia testa di moro."?
Non esistendo un color "testa di caucasico" non posso dirlo con certezza (anche se -come nome di colore- non mi pare così offensivo, solo potenzialmente prono a pericolose assonanze).
Per "Via col vento" mi pare si sia fatto un discorso sul paternalismo: gli schiavi che in fondo stavano bene da schiavi, erano affezionati, i padroni che -se non proprio buoni- erano almeno decenti, roba così. Alla fine è un film, ci saranno altri che rappresentano la situazione diversamente, magari esagerando in un altro modo. Calcolando che è un film che mi piace pure, mi roderebbe se dovessero alterarlo. Ma finché non lo tagliano e ci mettono un'aggiunta storica, chissene: il fast forward esiste per una ragione.
[1] Faccia di pizza è, per qualche ragione, un appellattivo spesso dato a chi ha troppi brufoli.
Utente
5 aprile, 2018
Alpha ha detto
Può essere che per il film "Via col vento" si tratti di una trovata commerciale, se così non fosse lo troverei preoccupante perché la trama del film è inserita in un determinato contesto storico che non solo non rende il film censurabile per razzismo, ma, inoltre, é utile per documentare a futura memoria ciò che è accaduto in passato (come i film sull'olocausto giustamente citati da Guspe).
Quoto!!!
GuSpe ha detto
Credo che ultimamente si stia cercando di fare di ogni iniziativa (che magari veniva intrapresa anche prima) un caso, per far sì che sembri ridicola e ridicolizzare di conseguenza tutto quello che sta accadendo in giro. Insomma, ho l'impressione che fare di queste cose dei casi stia servendo a togliere importanza al fatto principale, per togliere autorevolezza al concetto di base, alle lotte che si stanno facendo ovunque nel mondo.
Quoto!!!
Utente
24 agosto, 2015
GuSpe ha detto
D'accordo con Semota.Un film mostra le cose come stavano in quel momento, come un film sull'Olocausto mostra l'Olocausto, un film che parla di quegli anni li racconta com'erano. Non vedo motivo di toglierlo se non far sì che ne parlino. Però magari semplicemente volevano, vista la situazione, rimetterlo a disposizione con la premessa di cui parlano, e quindi magari si è creato un caso per nulla.
Quel dolcetto si chiama così, ma in alcuni posti si usava un nome ancora meno politically correct, me lo ricordo da quando ero piccina. In realtà mi pare che non lo abbiano tolto, da quello che ho letto lo producono diverse ditte, solo una di queste aveva mantenuto il nome originario, e lo hanno ritirato solo per rimetterlo sul mercato con altro nome.
Credo che ultimamente si stia cercando di fare di ogni iniziativa (che magari veniva intrapresa anche prima) un caso, per far sì che sembri ridicola e ridicolizzare di conseguenza tutto quello che sta accadendo in giro. Insomma, ho l'impressione che fare di queste cose dei casi stia servendo a togliere importanza al fatto principale, per togliere autorevolezza al concetto di base, alle lotte che si stanno facendo ovunque nel mondo.
Spero di sbagliarmi
Brava Guspe!
Comunque è un po' il pensiero che mi ponevo, in maniera un po' ingenua, lo scorso anno:
Banned
16 maggio, 2019
GuSpe ha detto
D'accordo con Semota.Un film mostra le cose come stavano in quel momento, come un film sull'Olocausto mostra l'Olocausto, un film che parla di quegli anni li racconta com'erano. Non vedo motivo di toglierlo se non far sì che ne parlino.
In verità, come dicevo sopra, la critica mossa è un po' diversa: non perché rappresenta una situazione di schiavitù, ma perché rappresenta i confederati e la loro relazione con i loro schiavi come troppo buona, dove gli schiavi sono fondamentalmente persone di famiglia, che stanno bene come stanno. (E, anzi, credo ci sia una scena in cui degli ex schiavi tornano dai loro padroni per chiedere di prenderli a lavorare, perché altrimenti non sanno dove andare, ma non vorrei confondermi con un altro film...)
Quindi è accusato di paternalismo.
Utente
7 ottobre, 2018
Scusate, ma approfondendo un minimo non credo sia difficile comprendere come la ratio della 'rivolta' contro Via col vento non sia relativa al fatto che mostri lo schiavismo, ma al fatto che, soprattutto tramite il personaggio interpretato da Hattie McDaniel, offra dello schiavismo una visione edulcorata e romanticizzata, a uso e consumo di un pubblico bianco che potesse trovarvi un personaggio nero principale innocuo e rassicurante (tra l'altro quello della Mammy era un personaggio dei Ministrels Show, cioè quegli spettacoli nei quali i bianchi imitavano, ridicolizzandoli, i neri). E le critiche al film non sono iniziate oggi, per motivi commerciali, ma sono state sollevate dalla comunità nera a partire dall'esordio della pellicola, eh.
La HBO non ha intenzione di condannare il film alla damnatio memoriae, ma di premettegli una sorta di disclaimer che parli di come lo sguardo del film sul tema schiavitù non sia neutro, ma che sia invece falsato, e questo lo trovo assolutamente lodevole.
Grazie Notturno.
Come sempre, noi che non siamo mai discriminati per il colore della nostra pelle pensiamo di saperne di più degli altri e ci permettiamo pure di ridicolizzare certe notizie (come fu ad esempio anche per la blackface a Tale a Quale, sempre su questo forum).
Addirittura tocca leggere "siamo senza speranza" perché il mondo cerca di eliminare anche nelle piccole cose come i cioccolatini o i film, ogni forma minima di velata discriminazione o sbagliata rappresentazione. Proprio queste piccole cose, sommate a tante altre ben più significative come ignoranza, disinformazione e paura, sono ciò che sfociano nel razzismo vero e proprio, quello grave e nocivo.
Come ha detto GuSpe poi, il caso del cioccolatino è emblematico perché in altre lingue ha nomi molto più discriminatori. Quindi in teoria basterebbe cambiare nome.
Utente
7 agosto, 2013
Utente
7 agosto, 2013
BertoBarto ha detto
Come sempre, noi che non siamo mai discriminati per il colore della nostra pelle pensiamo di saperne di più degli altri e ci permettiamo pure di ridicolizzare certe notizie (come fu ad esempio anche per la blackface a Tale a Quale, sempre su questo forum).
Beh ma qua non mi sembra si sia ridicolizzato nulla. I commenti sono comunque motivati e analizzano la cosa sotto vari punti di vista. E si è solo parlato delle due cose avvenute come fatti. Anche se non siamo discriminati direttamente possiamo esporre il nostro pensiero critico sulla cosa.
Addirittura tocca leggere "siamo senza speranza" perché il mondo cerca di eliminare anche nelle piccole cose come i cioccolatini o i film, ogni forma minima di velata discriminazione o sbagliata rappresentazione. Proprio queste piccole cose, sommate a tante altre ben più significative come ignoranza, disinformazione e paura, sono ciò che sfociano nel razzismo vero e proprio, quello grave e nocivo.
Qua ti rispondo con il post di Alpha che condivido in pieno "Perciò, a mio avviso, non è tanto il nome in sé del prodotto, quanto l'intenzione con cui lo si utilizza a fare la differenza". E l'intenzione con cui lo si legge.
Se iniziamo a pensare che tutto ciò che richiama il nero sia razzista andiamo oltre. E se diciamo che i "Moretti" sono razzisti lo si deve dire anche per il colore citato da Fang, per il "Negroni" e tutto quello che ci va dietro.
Sicuramente c'è qualcosa da fare ma non è togliere quello che uno può interpretare come no richiamante le persone di colore ma togliere la base di quella interpretazione. Secondo me questa cosa porta a effetti contrari di quelli voluti. Magari qualcuno non aveva mai pensato ai Moretti con quell'accezione...come io non avevo mai pensato alle Morositas finché non l'ho letto qua (non avevo proprio mai fatto il collegamento) e ora invece in un certo senso mi fanno fare discriminazione pensandolo.
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