Utente
4 febbraio, 2018
Ieri il nostro ministro degli Esteri Luigi di Maio ha ricondiviso alcuni fotomontaggi in cui il suo viso è stato posto su quelli di celebri personaggi afroamericani come Michael Jordan o i Robinson:
https://www.instagram.com/p/CEXYpCJlRUC/?utm_source=ig_web_copy_link
Successivamente a questo post ovviamente la comunità italiana si è divisa tra le persone che lo hanno accusato di Blackface e persone che hanno ironizzato e riso con la superficialità insieme al ministro su questi meme.
Nel frattempo la notizia ha girato il mondo arrivando fino al NY times:
https://www.nytimes.com/2020/08/27/world/europe/italy-foreign-minister-luigi-di-maio.html
Visto gli avvenimenti che hanno scosso il mondo negli ultimi mesi e l'importante carica istituzionale ricoperta da Di Maio, voi cosa pensate di questa situazione?
Utente
7 ottobre, 2018
Mi piacerebbe che la call-out culture - cosa diversa dalla cancel culture, giusto per tranquillizzare (-.-) i fan del 'non si può più dire nullaaaaaaaaa' - fosse dotata di un maggiore peso in Italia, perché forse in quel caso la gravità e i significati negativi annidati dietro la Blackface sarebbero stati recepiti in maniera più generale sin da quando si è iniziato a parlarne e oggi non staremmo assistendo a questa roba squallida, o assisteremmo almeno a delle scuse e a degli interventi di sensibilizzazione al posto delle varie frasette di rito. Vero che tecnicamente la blackface non è stata realizzata da Di Maio, ma condividendo questi meme con una tale leggerezza lui ha praticamente, ufficialmente sdoganato la cosa a livello istituzionale, dimostrando tra l'altro di non avere seguito (o capito) assolutamente nulla del dibattito portato avanti dal movimento BLM, cosa abbastanza grave dato il ruolo ricoperto.
Dato che, come sempre, è necessario affrontare i discorsi a partire dall'ascolto delle parole delle persone più direttamente coinvolte, condivido il post di Bellamy, attivista afroitaliana, tra l'altro tra le responsabili del progetto Afroitalian Souls, un progetto volto a dare voce e visibilità alle persone afroitaliane, che vi consiglio di seguire.
https://www.instagram.com/p/CEZ_AKLj417/?utm_source=ig_web_copy_link
Utente
7 agosto, 2013
Fino a che si limitavano a Carlo Conti andava bene (non a me, 'ste robe han smesso di farmi ridere in seconda media circa), poi anch'io appena ho visto dei meme di dubbissimo gusto (per non dire squallidi) ho subito pensato a questo tipo di critiche.
Lui ripostandole dimostra la sua totale ignoranza in materia, cosa che se non mi stupisce da un lato (ma includo tutta la classe politica italiana, figuriamoci se hanno quella consapevolezza e sensibilità), dall'altro sta iniziando così a stancarmi.
Che strano uomo avevo io, con gli occhi dolci quanto basta...
Utente
9 settembre, 2013
Adoro che ogni volta partono le crociate sul "non si può più dire nulla" (no, non è vero, è solo un modo per difendere il loro diritto ad essere intolleranti verso chi gli pare) e poi una cosa del genere, per cui in qualsiasi altra nazione un politico sarebbe costretto alle dimissioni, riceve più eco mediatica all'estero che da noi.
Alla faccia della cancel culture e del politicamente corretto
Game Ranking Winner 2021/2022
Utente
30 novembre, 2019
Utente
14 febbraio, 2015
Trovo tutto ciò assolutamente esagerato, a me ha fatto ridere e non ci vedo nulla di razzista o derisorio per il colore della pelle in sé. Difendemmo le vignette di Charlie Hebdo sulla religione islamica in nome della libertà di espressione e ora ci indignamo per dei fotomontaggi palesemente stupidi e ironici.
Utente
4 febbraio, 2018
darix10 ha detto
Trovo tutto ciò assolutamente esagerato, a me ha fatto ridere e non ci vedo nulla di razzista o derisorio per il colore della pelle in sé. Difendemmo le vignette di Charlie Hebdo sulla religione islamica in nome della libertà di espressione e ora ci indignamo per dei fotomontaggi palesemente stupidi e ironici.
Non commenterò il paragone perchè tempo, contesto e natura dei due avvenimenti rendono il confronto fuori luogo e OT.
Mi limito a dire che tale commento come la stessa condivisione del ministro mostrano ancora come ci sia tanta superficialità sulle proteste portate avanti da altre comunità e specialmente sugli avvenimenti che stanno animando il globo in questo momento e su come vengano incredibilmente presi sotto gamba e classificati come "esagerazioni" da chi non ne sia direttamente coinvolto.
Mi fa molto piacere che Notturno abbia pubblicato una voce di chi invece è direttamente coinvolto in tali meccanismi, per provare a comprendere mettendosi nei panni di chi è interno alla vicenda e non continuando testardamente ad osservarla da persona totalmente esterna che non ci vede nulla di male, anche là dove ci sono persone che combattono per far aprire gli occhi sul fatto che invece qualcosa di male c'è.
In ogni caso qua la cosa più grave, e che rende altri confronti ancora meno paragonabili, è che parliamo di una vignetta condivisa da un ministro di un governo, per di più degli esteri, nell'attuale scenario internazionale su questo argomento. Un intruglio di superficialità, disinformazione e mancanza di professionalità e rispetto per gli avvenimenti, accentuato dalla carica che ricopre.
Utente
7 ottobre, 2018
darix10 ha detto
Trovo tutto ciò assolutamente esagerato, a me ha fatto ridere e non ci vedo nulla di razzista o derisorio per il colore della pelle in sé. Difendemmo le vignette di Charlie Hebdo sulla religione islamica in nome della libertà di espressione e ora ci indignamo per dei fotomontaggi palesemente stupidi e ironici.
Però dovresti spiegare perché da una cosa semplicissima come una abbronzatura si è sviluppata tutta questa cosa, forse perché 'ihihih, ora Di Maio sembra un neroooooo, ridicolizziamolo un po'!!!!11!!11!!1', con il sottotesto che ci sia qualcosa di sbagliato nella pelle nera? Questa cosa, oltre a essere certamente stupida, non ti suona razzista?
Ma poi io, e lo dico con sincerità, arrivo a capire le difficoltà che possono nascere nel comprendere la problematicità di una pratica sulla quale una riflessione ha per lungo tempo latitato (ora però se ne parla da un po', dunque magari anche meno scuse), quello che non comprendo è la mancanza di empatia con le persone che denunciano una situazione razzista che si nutre anche di queste cose, cose che, da un punto di vista bianco, possono sembrare meno gravi; mi sono limitato a postare una sola di queste voci, ma ne posso citare altre: unavitadistendhal, Victoria Oluboyo, The Good Neighborhood collective, Andi Nganso, e tante altre, voci di attivist* che, ascoltat* con attenzione, magari possono fare riflettere su che cosa ci sia di problematico in ciò che sta accadendo.
Utente
24 agosto, 2015
NotturnoManto ha detto:
Però dovresti spiegare perché da una cosa semplicissima come una abbronzatura si è sviluppata tutta questa cosa, forse perché 'ihihih, ora Di Maio sembra un neroooooo, ridicolizziamolo un po'!!!!11!!11!!1', con il sottotesto che ci sia qualcosa di sbagliato nella pelle nera? Questa cosa, oltre a essere certamente stupida, non ti suona razzista?
Mah, no, secondo me è qui che 'esageri', o meglio, sopravvaluti l'italiano medio. Non credo ci sia tutto questo ragionamento.
L'accostamento secondo me non è 'sembra nero, ridicolizziamolo' con quel sottotesto, è più un 'wow che ridere, Di Maio che già è un personaggio da meme ora sembra Carlo Conti, facciamoci degli ulteriori meme'.
Il punto focale per me è questo, è un mondo di meme in cui si fa ironia, spesso sarcastica, su qualunque cosa. Il che non vuol dire che non sia giusto parlarne eh, sarebbe bello che ci fosse più sensibilità a riguardo. Sarebbero belle tante cose ma well...
Sull'altro discorso beh, non mi stupisce certo Di Maio che posta cose simili sui suoi social, il padano e la romana hanno fatto mooooolto di peggio negli ultimi mesi.
Utente
14 febbraio, 2015
Casadelvino ha detto
Non commenterò il paragone perchè tempo, contesto e natura dei due avvenimenti rendono il confronto fuori luogo e OT.
Mi limito a dire che tale commento come la stessa condivisione del ministro mostrano ancora come ci sia tanta superficialità sulle proteste portate avanti da altre comunità e specialmente sugli avvenimenti che stanno animando il globo in questo momento e su come vengano incredibilmente presi sotto gamba e classificati come "esagerazioni" da chi non ne sia direttamente coinvolto.
Mi fa molto piacere che Notturno abbia pubblicato una voce di chi invece è direttamente coinvolto in tali meccanismi, per provare a comprendere mettendosi nei panni di chi è interno alla vicenda e non continuando testardamente ad osservarla da persona totalmente esterna che non ci vede nulla di male, anche là dove ci sono persone che combattono per far aprire gli occhi sul fatto che invece qualcosa di male c'è.
In ogni caso qua la cosa più grave, e che rende altri confronti ancora meno paragonabili, è che parliamo di una vignetta condivisa da un ministro di un governo, per di più degli esteri, nell'attuale scenario internazionale su questo argomento. Un intruglio di superficialità, disinformazione e mancanza di professionalità e rispetto per gli avvenimenti, accentuato dalla carica che ricopre.
Quindi una cosa che prima non era considerata razzista ora deve esserlo per forza perché è nato un movimento contro il razzismo? Se è razzista è razzista, se non lo era prima non lo è neanche adesso. Se le vignette di Charlie Hebdo erano razziste lo sono ancora oggi. Il fatto che ci sia stato un attentato e siano morte delle persone non cambia la natura delle vignette. Condannarle non vuol dire giustificare i terroristi, così come ridere di queste vignette non vuol dire essere avallare le discriminazioni contro le persone di colore.
Non sopporto questo dover amplificare per forza qualunque cosa ed erigerla ad esempio e monito di una presunta cultura razzista che permea qualunque aspetto della nostra società. Non è così. Ci sono ambienti e persone razziste e ci sono altrettanti ambienti di persone tolleranti e aperte. I meme fanno ridere non perché la pelle nera è da deridere, ma perché Di Maio non è nero ma è abbronzato così tanto da sembrare di un'altra etnia, QUALUNQUE ESSA SIA.
Che diavolo c'entrano le sacrosante proteste negli Stati Uniti per il comportamento disumano della polizia e parti dello stato nel trattare le persone di colore come criminali a prescindere? Niente.
Ho letto di attori che si sono sentiti in dovere di scusarsi perché hanno interpretato personaggi africani o afroamericani e loro invece erano magari portoricani o sudamericani. Ma facciamo davvero?
Forse è ora di calmarci e riflettere, e capire che non tutto ciò che è borderline, ironico o sarcastico è razzista solo perché si parla di persone di colore, pur non esprimendo nessun giudizio in merito al colore della pelle in sé.
Poi del fatto che sia di cattivo gusto da parte di un politico condividere meme in quanto tali, possiamo discuterne tranquillamente, e potrei anche essere d'accordo.
Utente
14 febbraio, 2015
NotturnoManto ha detto
darix10 ha detto
Trovo tutto ciò assolutamente esagerato, a me ha fatto ridere e non ci vedo nulla di razzista o derisorio per il colore della pelle in sé. Difendemmo le vignette di Charlie Hebdo sulla religione islamica in nome della libertà di espressione e ora ci indignamo per dei fotomontaggi palesemente stupidi e ironici.Però dovresti spiegare perché da una cosa semplicissima come una abbronzatura si è sviluppata tutta questa cosa, forse perché 'ihihih, ora Di Maio sembra un neroooooo, ridicolizziamolo un po'!!!!11!!11!!1', con il sottotesto che ci sia qualcosa di sbagliato nella pelle nera? Questa cosa, oltre a essere certamente stupida, non ti suona razzista?
Ma poi io, e lo dico con sincerità, arrivo a capire le difficoltà che possono nascere nel comprendere la problematicità di una pratica sulla quale una riflessione ha per lungo tempo latitato (ora però se ne parla da un po', dunque magari anche meno scuse), quello che non comprendo è la mancanza di empatia con le persone che denunciano una situazione razzista che si nutre anche di queste cose, cose che, da un punto di vista bianco, possono sembrare meno gravi; mi sono limitato a postare una sola di queste voci, ma ne posso citare altre: unavitadistendhal, Victoria Oluboyo, The Good Neighborhood collective, Andi Nganso, e tante altre, voci di attivist* che, ascoltat* con attenzione, magari possono fare riflettere su che cosa ci sia di problematico in ciò che sta accadendo.
Ma questo sottotesto lo percepisci tu, io non lo colgo proprio. Fa ridere il fatto che sia così abbronzato da non sembrare più il lui stesso di giorni fa, ma quasi di un'altra provenienza. Non c'è nessun giudizio negativo sull'essere nero in sé. Se fosse diventato bianchissimo con gli occhi azzurri avrebbero fatto meme con attori britannici o del nord europa, sarebbe stato razzista?
Utente
15 settembre, 2013
darix10 ha detto
NotturnoManto ha detto
darix10 ha detto
Trovo tutto ciò assolutamente esagerato, a me ha fatto ridere e non ci vedo nulla di razzista o derisorio per il colore della pelle in sé. Difendemmo le vignette di Charlie Hebdo sulla religione islamica in nome della libertà di espressione e ora ci indignamo per dei fotomontaggi palesemente stupidi e ironici.Però dovresti spiegare perché da una cosa semplicissima come una abbronzatura si è sviluppata tutta questa cosa, forse perché 'ihihih, ora Di Maio sembra un neroooooo, ridicolizziamolo un po'!!!!11!!11!!1', con il sottotesto che ci sia qualcosa di sbagliato nella pelle nera? Questa cosa, oltre a essere certamente stupida, non ti suona razzista?
Ma poi io, e lo dico con sincerità, arrivo a capire le difficoltà che possono nascere nel comprendere la problematicità di una pratica sulla quale una riflessione ha per lungo tempo latitato (ora però se ne parla da un po', dunque magari anche meno scuse), quello che non comprendo è la mancanza di empatia con le persone che denunciano una situazione razzista che si nutre anche di queste cose, cose che, da un punto di vista bianco, possono sembrare meno gravi; mi sono limitato a postare una sola di queste voci, ma ne posso citare altre: unavitadistendhal, Victoria Oluboyo, The Good Neighborhood collective, Andi Nganso, e tante altre, voci di attivist* che, ascoltat* con attenzione, magari possono fare riflettere su che cosa ci sia di problematico in ciò che sta accadendo.
Ma questo sottotesto lo percepisci tu, io non lo colgo proprio. Fa ridere il fatto che sia così abbronzato da non sembrare più il lui stesso di giorni fa, ma quasi di un'altra provenienza. Non c'è nessun giudizio negativo sull'essere nero in sé. Se fosse diventato bianchissimo con gli occhi azzurri avrebbero fatto meme con attori britannici o del nord europa, sarebbe stato razzista?
Cogliere questo sottotesto è inconsciamente razzista tra l'altro, perché come fa ad essere naturale associare dei meme del genere ad una derisione per il colore della pelle? Io non ci riuscirei nemmeno tra cent'anni, ma mi rendo conto che parlare di stupidità e superficialità a caso faccia sentire le persone più intelligenti.
Tra l'altro mi fa anche ridere come persone bianche dicano ad altre persone bianche che non possono osare mettersi nei panni di persone nere dicendo com'è giusto sentirsi o meno in queste situazioni, quando poi sono i primi a farlo
Utente
6 dicembre, 2019
Fortunosamente avete detto tutto voi. Non fa ridere, evidentemente offende e la carica che ricopre richiederebbe tweet sensati e misurati mentre i ministri/rappresentati vari sono sempre smaniosi di dirci la loro e intervengono per ogni cosa.
In italia di stolti ne abbiamo tanti e hanno un sacco di tempo da buttare: a fare i meme su Di Maio o a candidarsi come consigliere in una lista civica a supporto di un candidato sindaco di Fratelli d'Italia a Fondi dichiarandosi sui social naziskin, negazionista, omofobo, xenofobo ecc. (Notizia tratta da Repubblica cartacea di ieri, ho trovato in rete la versione dell'edizione locale).
pazzoreality ha detto
Lui ripostandole dimostra la sua totale ignoranza in materia, cosa che se non mi stupisce da un lato (ma includo tutta la classe politica italiana, figuriamoci se hanno quella consapevolezza e sensibilità), dall'altro sta iniziando così a stancarmi.
Sì, è così. Passano gli anni e io spero sempre che le nuove generazioni alla guida facciano meglio. Da Calderoli che insultò Kyenge ad oggi una caratteristica che li accomuna tutti è l'inadeguatezza: largamente impreparati su molti fronti, scarsamente competenti, privi di un assistente pensante (oh è un attimo a dire "ma scusa Giggino che stai postando?") e ovviamente insensibili.
Utente
4 febbraio, 2018
darix10 ha detto
Non sopporto questo dover amplificare per forza qualunque cosa ed erigerla ad esempio e monito di una presunta cultura razzista che permea qualunque aspetto della nostra società. Non è così. Ci sono ambienti e persone razziste e ci sono altrettanti ambienti di persone tolleranti e aperte. I meme fanno ridere non perché la pelle nera è da deridere, ma perché Di Maio non è nero ma è abbronzato così tanto da sembrare di un'altra etnia, QUALUNQUE ESSA SIA.
Che diavolo c'entrano le sacrosante proteste negli Stati Uniti per il comportamento disumano della polizia e parti dello stato nel trattare le persone di colore come criminali a prescindere? Niente.
Ho letto di attori che si sono sentiti in dovere di scusarsi perché hanno interpretato personaggi africani o afroamericani e loro invece erano magari portoricani o sudamericani. Ma facciamo davvero?
Forse è ora di calmarci e riflettere, e capire che non tutto ciò che è borderline, ironico o sarcastico è razzista solo perché si parla di persone di colore, pur non esprimendo nessun giudizio in merito al colore della pelle in sé.
Poi del fatto che sia di cattivo gusto da parte di un politico condividere meme in quanto tali, possiamo discuterne tranquillamente, e potrei anche essere d'accordo.
Il problema qua non è l'intento più o meno razzista che può smuovere la pubblicazione del meme, qua il focus del discorso è la superficialità con cui il tutto viene trattato.
Non stiamo parlando di superficialità a caso, stiamo parlando di superficialità perchè c'è.
Nel mentre ci sono proteste e movimenti a smuovere il mondo, che ovviamente come dici tu sono nati dal fatto che i neri in America vengono a prescindere trattati come criminali dalla polizia, ma la cui natura e intento sono più generali, volti a sottolineare l'evidente minor tutela, rispetto e posizione sociale della comunità nera rispetto quella bianca; pubblicare un meme che è obiettivamente associabile alla blackface (perchè qua non si sta paragonando solo all'eccessiva abbronzatura di carlo conti -cosa sullo stesso piano- ma si sovrappone ai corpi di celebrità afroamericane -piano diverso-), questo è superficiale.
Il fatto che tutto ciò, nel momento in cui ne viene fatto notare un lato possibilmente offensivo o derisorio dalle persone direttamente coinvolte, venga subito archiviato come "semplice ironia" classificando la critica ad "esagerazione", è superficiale e privo di empatia.
La conseguenza che porta il non voler comprendere che una tale azione, se pur partita senza tali intenti, possa avere un risvolto negativo, ostinandosi a non fare un passo indietro perchè non si comprende tale possibilità, è altrettanto superficiale.
L'esempio che a compiere tale gesto è proprio chi dovrebbe essere informato sulle dinamiche che stanno muovendo l'estero, e che dovrebbe comunque fungere come esempio ricoprendo una carica istituzionale, è ancora più superficiale oltre che non professionale.
Di per sé stiamo condannando la superficialità. Il gesto superficiale di per sè non viene criticato perchè nato per forza con intento razzista, ma perchè porta ad alimentare il fenomeno. Il trincerarsi dietro alla leggerezza di tali azioni, porta a confermare la superficialità in cui viene trattata la problematica, e questo poi porta di nuovo all'alimentare del fenomeno.
Banned
16 maggio, 2019
Pemettetemi di illuminare un punto.
Blackface: erano bianchi che si travestivano da neri PER PRENDERE IN GIRO I NERI. Questo era il punto fondamentale. Ad esempio interpretavano il nero un po' scemotto e/o sottomesso: "Sì, buana, tu ragione, io essere bovero nero scemo, ahah."
Questo ovviamente è male. (Non era limitato ai neri, comunque: ricordo che la moglie di Bruce Lee raccontò -cosa che poi venne messa anche nel film biografico della vita dell'attore/campione di arti marziali- come egli trovò altamente offensiva un'altrettanto derisiva caratterizzazione di un orientale, credo in "Colazione da Tiffany")
Da lì si è passato a una marea, fatemelo dire, di fesserie.
Appropriazione culturale, e adesso addirittura ci si offende perché si prende in giro uno per la sua abbronzatura eccessiva. "Eh, sei così abbronzato che sembri un nero."
Se trovate l'affermazione offensiva verso i neri, e non semplicemente derisoria verso l'abbronzato, i casi sono due: o pensate che essere nero -o pronunciare la parola nero o fare dei semplici raffronti cromatici- sia male, o pensate che i neri siano così perché si sono fatti pure loro troppe lampade.
Utente
7 agosto, 2013
pazzoreality ha detto
Fino a che si limitavano a Carlo Conti andava bene (non a me, 'ste robe han smesso di farmi ridere in seconda media circa), poi anch'io appena ho visto dei meme di dubbissimo gusto (per non dire squallidi) ho subito pensato a questo tipo di critiche.Lui ripostandole dimostra la sua totale ignoranza in materia, cosa che se non mi stupisce da un lato (ma includo tutta la classe politica italiana, figuriamoci se hanno quella consapevolezza e sensibilità), dall'altro sta iniziando così a stancarmi.
Comunque e' un problema di conoscenza del tema che riguardera' il 5% della popolazione (sono buono con la percentuale).
Io stesso fino a un paio d'anni fa vedendo una cosa del genere MAI avrei pensato che potesse offendere qualcuno, oppure le imitazione di tale quale, tanto che rimasi sbigottito quando lessi la notizia ai tempi.
Leggendo questo forum e i messaggi, venendo a conoscenza negli ultimi due anni del tema che ignoravo totalmente, quando vedo queste cose comincio a pormi il tema se qualcuno possa sentirsi offeso, cosa che fino a due anni fa mai mi sarei sognato.
Il punto pero' e' che mi sono imbattuto per caso sul tema in questo forum, altrimenti MAI mi sarei posto il problema.
Quindi direi che e' un problema di conoscenza/ignoranza principalmente nella stragrande maggioranza dei casi.
Non so se sono riuscito a spiegarmi.
Utente
14 febbraio, 2015
Casadelvino ha detto
Il problema qua non è l'intento più o meno razzista che può smuovere la pubblicazione del meme, qua il focus del discorso è la superficialità con cui il tutto viene trattato.
Non stiamo parlando di superficialità a caso, stiamo parlando di superficialità perchè c'è.
Nel mentre ci sono proteste e movimenti a smuovere il mondo, che ovviamente come dici tu sono nati dal fatto che i neri in America vengono a prescindere trattati come criminali dalla polizia, ma la cui natura e intento sono più generali, volti a sottolineare l'evidente minor tutela, rispetto e posizione sociale della comunità nera rispetto quella bianca; pubblicare un meme che è obiettivamente associabile alla blackface (perchè qua non si sta paragonando solo all'eccessiva abbronzatura di carlo conti -cosa sullo stesso piano- ma si sovrappone ai corpi di celebrità afroamericane -piano diverso-), questo è superficiale.
Il fatto che tutto ciò, nel momento in cui ne viene fatto notare un lato possibilmente offensivo o derisorio dalle persone direttamente coinvolte, venga subito archiviato come "semplice ironia" classificando la critica ad "esagerazione", è superficiale e privo di empatia.
La conseguenza che porta il non voler comprendere che una tale azione, se pur partita senza tali intenti, possa avere un risvolto negativo, ostinandosi a non fare un passo indietro perchè non si comprende tale possibilità, è altrettanto superficiale.
L'esempio che a compiere tale gesto è proprio chi dovrebbe essere informato sulle dinamiche che stanno muovendo l'estero, e che dovrebbe comunque fungere come esempio ricoprendo una carica istituzionale, è ancora più superficiale oltre che non professionale.
Di per sé stiamo condannando la superficialità. Il gesto superficiale di per sè non viene criticato perchè nato per forza con intento razzista, ma perchè porta ad alimentare il fenomeno. Il trincerarsi dietro alla leggerezza di tali azioni, porta a confermare la superficialità in cui viene trattata la problematica, e questo poi porta di nuovo all'alimentare del fenomeno.
Si sovrappone a corpi di persone di colore perché l'abbronzatura è tale da farlo sembrare di colore, non perché le persone di colore siano da deridere, non c'è proprio un nesso logico. Perché bisogna cercare sempre il marcio?
Mi dispiace ma non sono minimamente d'accordo, trovo tutto ciò di una pesantezza disarmante. Nella vita c'è bisogno anche di leggerezza, di ironia e perché no, a volte anche di superficialità. Non è possibile dover trovare sempre la connotazione negativa appena si affrontano temi anche lontanamente collegati a persone con la pelle nera. Il fatto che alcune persone si sentano toccate da questo tipo di ironia non fa automaticamente di questa una pratica razzista. Il sarcasmo e l'ironia possono sempre offendere qualcuno, come vediamo per esempio da persone oggetto di imitazioni che querelano gli imitatori, ma per fortuna ci sono anche persone ironiche che accettano, si fanno una risata e vanno avanti.
Dover ricondurre tutto per forza al razzismo è una forzatura veramente fuori luogo.
Utente
4 febbraio, 2018
darix10 ha detto
Si sovrappone a corpi di persone di colore perché l'abbronzatura è tale da farlo sembrare di colore, non perché le persone di colore siano da deridere, non c'è proprio un nesso logico. Perché bisogna cercare sempre il marcio?Mi dispiace ma non sono minimamente d'accordo, trovo tutto ciò di una pesantezza disarmante. Nella vita c'è bisogno anche di leggerezza, di ironia e perché no, a volte anche di superficialità. Non è possibile dover trovare sempre la connotazione negativa appena si affrontano temi anche lontanamente collegati a persone con la pelle nera. Il fatto che alcune persone si sentano toccate da questo tipo di ironia non fa automaticamente di questa una pratica razzista. Il sarcasmo e l'ironia possono sempre offendere qualcuno, come vediamo per esempio da persone oggetto di imitazioni che querelano gli imitatori, ma per fortuna ci sono anche persone ironiche che accettano, si fanno una risata e vanno avanti.
Dover ricondurre tutto per forza al razzismo è una forzatura veramente fuori luogo.
Ma invece perché ogni volta minimizzare una protesta a "il voler cercare per forza il marcio" solo perché non lo si riesce a vedere a propria volta?
Io sinceramente penso invece che non ci sia bisogno di superficialità. Di ironia sì, di sarcasmo anche, ma non di superficialità. E il giustificare forzatamente gesti fuori luogo, su argomenti delicati, in un'attualità di lotte non è ironia, ma superficialità.
E questo discorso lo si fa in questo caso perché i tanto richiamati esempi inversi (cosa che io trovo ancora più fuori contesto) non esistono o sono sporadici. Io sono il più pallido tra i miei amici, ma nessuno fa ironia paragonando ai brittanici e agli scandinavi, mentre se un conoscente si abbronza eccessivamente parte subito questa associazione "funny".
Nell'affermare che la vicenda sia "lontanamente collegata a persone con la pelle nera" difronte alla faccia di Di Maio spiaccicata sui Robinson, con la comunità afroitaliana che sottolinea quanto il gesto sia poco ironico e fuori contesto, ci ritrovo mancanza di volontà di comprendere la natura della critica.
E non si associa nulla forzatamente al razzismo quando sono proprio questi comportamenti a sfociare in ciò. Perché di certo non si definisce come tale il commento dell'amico "quanto ti sei abbronzato, sembri africano!" ; si critica il passaggio da questo al meme di dubbia ironia, dalla a prima vista meno problematica associazione a Michael Jordan, fino agli irrispettosi fotomontaggi su George Floyd, dal singolo commento ironico a quello diffuso e ignorante , ed è qui che permea il razzismo. Evoluzione naturale se si asseconda la superficialità fin dal principio, giustificando anche condivisioni squallide da personaggi illustri, in un momento in cui si sta cercando di far luce proprio su problematiche come la blackface e la BLM.
Ripeto, non c'è pesantezza nella associazione, c'è superficialità nel trattare la problematica.
Lieto di essermi confrontato con te comunque.
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