Francamente mi aspettavo qualcosa di ancora più ascetico, concettuale e inaccessibile, per come era stata presentata, e invece la trovo squisitamente profana. 

Trovo che l'unica cosa difficile sia la personalità di Anna, perché la canzone, seppur con qualche figura ermetica (ma tipica da sempre delle sue liriche), in realtà è molto abbordabile, anche e soprattutto nel replay value dell'inciso. Certo, ha un andamento epico e un mood sostenuto, ma questo le conferisce alla peggio un po' di pathos in più che non fa male.

Si legge tra le righe a più riprese un po' di avversità e malcontento verso la piega che la società ha preso e verso la perdita dei valori (evidentemente in alcuni ambiti a lei più sensibili): "bocche piene di falsità che nutre il mondo", "arca dell'umanità andata a fondo", "cuori puri mangiati dall'avidità". Questo è pienamente coerente con il suo personaggio e il suo linguaggio perentorio ma efficace nelle battaglie che conduce. Tuttavia la canzone ha un messaggio positivo, parla in fondo di liberamento da tutte queste negatività, di elevazione dai problemi, di presa di coscienza: senza filosofeggiare come i detrattori sostengono, è alla fine una semplice liberazione dai turbamenti l'invito che rivolge, nulla di più.

Vocalmente penso non ci sia molto da dire, qualche imprecisione - viste le ottave che richiedevano il pezzo in alcuni punti - vuoi o non vuoi c'era, ma anche quando spezza volutamente la voce e si addentra in quei virtuosismi (e ti sembra stia facendo quasi un esorcismo  ) trovo che sia una spada, e ancora una volta ha saputo dare vita alle parole che canta, con un'interpretazione struggente e vivida. Ieri l'ho trovata piuttosto on point, ad un buon 78% della forma vocale che mi aspetto da lei. Ovviamente non mi spiego i motivi per cui sia ultima, anzi sì, però ci tengo a dire che io ho ascoltato un'altra canzone rispetto a quella giudicata dalla sala stampa.